400 RIVI STA P O P O LARE « La quiete non è vita - scriveva -:-, T1·apassare « da una pa'rte in alfra vicenda; agitarsi incessante nel « t1·ipudio e nello affanno ; percuote1·e ed essere pe1· - « cosso; amm·e; odiare; 01· angiolo; or demanio; or « verme; or Dio... questa si chiama vita ! » Solo negli ultimi giorni quando lo spirito stanco sentiva bisogno di calma, intraveduto un raggio di vero ... manifestavalo nelle sue lettere. Il suo primo grido ai giacenti - nella Battaglia di Benevento e nell' Assedio di Firenze - monumenti di patria poesia - era stato grido di guerra. L'ultima sua parola ai redenti - ne' suoi disco1·si agli operai - fu parola di pace. « Istruituvi ed educatevi alla libertà ! » Questo, l' estremo consiglio. Il popolo l'amava, imperocchè in lui vedeva sè stesso, coi suoi dolori , con le sue collere, con le sue audacie. Ed ora, che lo ricorda, posi sulle labbra di lui una corona votiva, e non sia atto sterile il suo. Ogni conquista nel campo della libertà richiama al ·pensiero i grandi che ne spianarono la via. Meglio che sterili onoranze valgono i fatti. I somµii estinti ai superstiti non chiedono marmi o parole. Dalle loro tombe parmi udirli prorompere : - Non vi affaticate in alzare simulacri a chi non ne ha d'uopo. Noi viviamo nepa nostra gloria, simili agli astri che, anche spenti, continuano per lunghi secoli a splendere della loro luce negli immensurabili campi del cielo. Perseverate sul cammino che vi abbiamo aperto e siate fedeli ai no~tri legati. Ora che avete la Patria, procurate di avere la libertà. La Patria senza la libertà è un corpo senz'anima! Sapete voi che cosa sia la libertà? Essa è la facoltà di operare secondo il principio della giustizia, in conformità di qnelle norme che sono indirette al bene di tutti. A qnesta libertà non si viene che mediante la riforma generale nelle leggi, nelle istituzioni e nei costumi; riforma, cui oggi fa . ostacolo l'equivoco, che fa assumere all'arbitrio la parvenza del diritto·; equivoco generato dall'ibrida noHtra costituzione pclitica, che ha un piede nei Plebisciti e l'altro nello Statuto. E' legge fatale nella vita dei popoli, come in quello dei singoli, quella del P,rogresso. Che l'Italia redenta si avvii pel sentiero della libertà alla propria rigenerazione. '.rutte le istituzioni devono essere modificate secondo le esigenze della civiltà. Tutto deve armonizzare col Diritto Pubblico, ch'-è l'unico fondamento legittimo dello Stato. Solo nella Legge Morale, unica norma assoluta e suprema alle umane volontà, dev' essere la · sovranità; non nelle maggioranze o nelle minoranze privilegiate; non nel principe e neppure nel popolo. C. F. Il Pa.lizzo1ismo e 1a. Sioi1ia. All'indomani del verdetto di Bologna e del verdetto di Firenze, l' uno che condannava Rafbele Palizzolo alla galera e l'altro éhe lo restituiva libero cittadino , credetti doveroso ed anche utile mantenere un contegno prudente e corretto verso il condannato e verso l'assolto. , Mi sembrava doveroso non incrudelire verso chi, condannato o assolto, rimaneva un disgraziato; mi pareva utile non dare pretesti al palizzolismo;-chè aveva creato il movimento Pro-Sicilia ingannando molte persone di buona fede, - di provocare pietose reazioni in favore di chi si proclama, ed è stato legalmente riconosciuto, vittima di un grande errore giudiziario; riteneva prudente non somministrare pretesti al palizzolismo per continuare nel disonesto ed abile sistema di confondere la causa di Raffaele Palizzolo con quella della Sicilia , di dare aspetto di persecuzione politica a_ciò che non era e non poteva essere che un processo per rintracciare gli autori di un grande e misterioso delitto : autori la cui potenza era stata tale e tanta da fuorviare la magistratura e la polizia e da assicurare la impunità agli assassini. Con quella condotta prndente e corretta inten- · deva non contribuire alla eccitazione di passioni malsan~, nella speranza che il tempo potesse gradatamente ricondurre gli animi alla calma e ad una più giusta valutazione degli uomini· e degli ayvenimenti. Conoscendo·, sebbene non da vicino ed intimamente, Raffaele Palizzolo dovevo dubitare che gli onesti intenti miei , sarebbero stati frustrati dalle esplosioni della sua morbosa vanità; ma il dubbio ·o la certezza di ciò che sarebbe avvenuto no"n doveva rimuovermi dalla condotta tracciatami.· · Il dubbio ora è certezza. Palizzolo non solo si è abbandonato sfrenatamente alle manifestazioni q.ella _più umoristica vanità , ma ha assunto un tono di padreterno , che al ridicolo dà proporzioo i piramidali. Egli chiede udienza al Re , ai ministri ; manifesta 1' intenzione di ritornare io Parlamento, dimenticando che egli è un liberato, come gli ha ricordato opportunamente un giornale di Termini Imerese - La Difesa - ; promette anche di esterminare il socialismo dalla Sicilia, solo perchè alcuni socialisti - non tutti - gli sono stati avversi. Palizzolo non ha coscienza della propria condizione; egli non comprende che se non è stato riconosciuto reo di aver dato il mandato per assassinare il Notarbart0lo, è stato, pero, ,dimostrato di avere delle relazioni equivoche disonorevoli, che dovrebbero escludere la possibilità di farlo sedere con dignità nella Camera dei Deputati; non sente che la somma dei voti di condanna di Bologna e di Firenze rima_ne sempre tale da imporgli il ritorno a vita privata, per sottrarsi alle discussioni éd ai ricordi del passato, che il contatto deilo scapolare della Madonna del Carmine non può miracolosamente cancellare ; egli , infine , è tanto incosciente sulla propria situazione e sulle cause reali, che gli hanno creata una sinistra riputazione, che arriva ad attribuire a due individui-· a due soli, uno dei quali non se n' è mai occupato e non lo ha maì nominato prima del processo di Milano-, ad Alessandro Tasca ed a me, la corrente di odio, che contro di lui si è scatenata. Nella lettera all'amico Direttore della ·Tribuna, che ripubblico in questo numero della Rivista espongo quale può essere stato il motivo che indusse- .Palizzolo, ad annoverarmi tra i suoi nemici, non ~vendo mai avuto occasione akuna di occupan-i1,i,::'dilui, nè per ragioni personali nè per ragioni politiche, -- perchè giammai egli posò ad avversario nè di repubblicani, nè di socialisti, nè di qualsiasi· altro partito politico determinato - ; l'esplicita menzione fatta dell'opera mia non puo essere stata suggerita •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==