Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 15 - 15 agosto 1904

398 RIVISTA POPOLARE leggi , e senza nessuna delle garanzie volute dalle leggi, i ribelli che si sono rifugiati fra noi, nella speranza che il nostro governo si ricorderebbe che non uno dei rifugiati politici nostri fu consegnato all' Austria, dnrante la lotta per il risorgimento dalle altre nazioni d'Europa; noi perdiamo il prestigio d'indipendenza nazionale di fronte alle altre nazioni. La polizia italiana, imperante Giolitti, commette delle infamie che disonorano il nostro paese, e· sono una violazione brutale delle nostre leggi e neppure un giornale unisce la propria voce a quella di de Nava e dell'Avanti I per reclamare la punizione dei poliziotti italiani colpevoli di lesa ospitalità. Neppur uno. Noi non credevamo , che il senso della dignità nel nostro paese fosse sceso a così infimo grado. Eppure i fatti denunziati dal de Nava ci obbligano a con8tatare che il sistema attuale corrompe ogni organo dt=11la vita italiana, addormenta il paese in un quietismo vile che permette tutte le infamie e tutte le violenze, senza che nè una voce, nè un atto dimostrino che nel paese vive ancora un'anima. libera e forte (1). ♦ Il Papa e la Demoorazia Cristiana. - Lo scioglimento dell'Opera dei Congressi Cattolici , dimostl'a che la Chiesa non ha fatto , non fa , e non vnol fare un passo verso il suo riconoscimento. E si capisce. Tornare ai dettami del puro Vangelo; essere la forza che combatte i ricchi in favore dei poveri, l'elemento di ribellione degli oppressi contro gli oppressori la Chiesa, oggi non può. Diventata ricca, associazione di principi e di ricchi; organismo che possiede, e che comanda ; entrata da lontanissimi ~_secoli nel 11umero delle potenze che regnano, la Chiesa non può oggi abdicare alle sue pretese ed alla sua posizione per tornare all'insegnamento del Maestro cne fu tutto ciò che di più democratico si ruò pensare al mondo. Ora qnesto voleva appunto la Democrazia Cristiana. I Democratici Cristiani avevano intuito che se la Chiesa voleva combattere il Socialismo e nella lotta riuscire vjttoriosa, doveva riavvicinarsi a quegli insegnamenti Evangeli'ci, de' quali il Sermone su la Montagna è il più significativo. Ma i Democratici Cristiani non avevano pensato che il Sermone su la Montagna è la condanna pronunciata da Gesù contro l'autorità del1' uomo sn altri uomini , contro la potenza , contro la ricchezza ; è la contradizione di tntte le tradizioni chiesastiche dal V secolo ad oggi. . Ora come avrebbe potuto il Papa che è appunto il depositario di queste tradizioni, e quegli che incarna codesta potenza I antorità e ricchezza permetterA che i den1ocratici cristiani , quasi in nome suo, le rinnegassero? Sarebbe stato lo stesso che pretendere che la Chiesa cessasse di essere quella che è stata e quella che è, quella che per forza di eventi e di cose, nel lungo volger dei secoli, è divenuta; un' organismo di dominio e di potere politico ed economico. Ora la Chiesa non si rinnuova, nè può rinnovarsi. Finirà , e finirà appunto per questo suo vi7,io di immobilità che la rende di più in più, ogni giorno cbe passa , antagonistica al movimento progressivo moderno economico, politico, sociale. Noi non crediamo che la religione finirà. Le masse umane , ed i profondi strati popolari hanno ancora troppo bisogno di sperare in qualche cosa che sia al disopra e al difuori dei poteri umani, per potersi liberare per ~mpre dalla tirannia della religione. Ma non (l) Eravamo indecisi sulla pubblicazione di questo stelloncino mandatoci da un nostro redattore ordinario, tanto grave n'era il contenuto. Ma il fatto che da diverse parti - dal1' Ava,nti ! socialista in Roma, dall' Osservatol"e cattolico in Milano, dal Giol"nale di Sicilia monarchico in Palermo - vengono gravi notizie sul!' argomento ci decise alla pubblicazione. Speriamo che l'affare sa.rà portato alla Camara. N. d. D. sarà però la religione Cattolica che continuerà a predominare su lo spirito delle generazioni fo ture. La Chi~sa finirà, ma per ora, continua nella sua rigida immobilità, che sale dalla prot~sta per la perdita del potere temporale , alla protesta contro il governo francese , che vuole separato lo Stato dalla Chiesa, alla scomunica contro quelli che osano pemmre che lo spirito della Genesi è, forse, diverso dalla lettera , e che i libri di Mosè, non sono l'espressione -verace, aF.1soluta, genuina della parola e dell' idea di Dio, ma sibbene una intuizione geniale, fors'anche uoa ispirazione della Divinità, passata attraverso la limitat,a mente dell'uomo. Qnesta immobilità è la forza ed al tempo stesso la debolezza della Chiesa. Ji,inchè il progresso umano procedette lentamente su la via della civiltà, la Chiesa ebbe il tempo di adattarsi sen7,a mutare sostanzialmente; oggi che il movimento progressivo precipita, la Chiesa che non può adattarcisi e non vuol mntare ci si oppone; e il Papa è lo strumento e l'agente di questa opposi1ione. La Democrazi~ Cristiana voleva rinnovare la Chiesa, accettava i fatti fatalmente compiuti nell'unità d)Italia, e mentre da un lato voleva ritornare al puro Vangelo e riportarvi la Chiesa, dall'altro si riannodava a quel movimento di revisione della tradizione sacra della Chiesa e dei suoi dogmi , che la Chiesa sconfessa e combatte. Don Romolo Murri è, per .la Chiesa , tanto eretico, politicamente, quando lo è, confessional mente, l'abate Loisy, ed era naturale che il Papa come ha sconfessato questo, sconfessR-::ssequello. Il movimento democratico cristiano minacciava la stabilità politica, e gli interessi economici della Chiesa, e la Chiesa lo ha soffocato. E' una prova di piu che tutti i vecchi organismi del passato si steriliscono nella loro immobilità, e finiscono, più o meno dign itosamente e rapidamente; ma finiscono, e questo per il progresso, è bene ( 1). ♦ La nazionalizzazione delle ferrovie in Isvizzera .. .. e alt~ove. - Quando comparve il libro del sig. Ha.guet contro il riscatto delle ferrovie svizzere i partigiani del privatismo e del liberismo capitalista Ri affrettarono a farne lor prò ed a trovare in esso la prova regina contro la nazionalizrnzione e contro il così detto socialismo di Stato, specialmente dopo che un uomo di grande e meritata an tori tà finanziaria qL1aleil Rouv ier, ministro della repubblica francese, se n'era servito per combattere il riscatto delle ferrovie in Fra.o.eia. Ma immediatamente dopo la Reviie socialiste pubblicò alcuni articoli del lVIilhaud, -- insegnante di ~conomia politica nell'Università di Ginevra,-che rimisero l,e cose a posto ; o meglio che dimostrarono la mala fede dell'Ha.guet. Il quale, come ricorderanno i nostri lettori , si era servito di dati falsi per riuscire alla condanna del riscatto delle ferrovie in !svizzera (Riv. pop. 11. 21, lf> novembre 1903). La nostra modesta Rivista allora fu la prima e la sola a rilevare Fimportanza degli articoli del Milhaud, che provavano come quattro e quattro fanno otto la àisonestà dell'Haguet. Non ci fu un solo giornale che (1) Sentiamo il dovere di notare che tra noi il Giornale d'Italia è stato tra i pochissimi, se non il solo , che ha seguito con molta cura e con molta obbiettività la crisi della democrazia cristiana. Nel n. 214 (9 agosto) poi c\\ un succoso articolo - L'o1·a presente del Vaticano-. in cui si tratteggia bene la triplice crisi che attraversa la Chiesa: c1·isi spirituale (qnistione esagetica ed apologetica); crisi sociale (democrazia cristiana); crisi politica (quistione col governo lrancese). L'al'- tìcolista, probabilmente Andrea Torre, cre<le giustamente che la tattica di Pio X in fondo sia uguale a quella di Leone XIII e che non può spuarsene bene. Il Giornale d'Ila.Lia, da buon conservatore si rammarica della rotta che prende il papato che sì allontana cosi ognora più da quella c-'.>n1:iliazione, in cui fecero sperare alcuni atti del nuovo Pontefice. Noi invece ce ne rallegriamo e noi, in nome della logica del papato, che ha per sè la bellezza di diciannove secoli, nella conciliazione non abbiamo mai creduto. N. d. R.

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