396 RIVISTA POPOLARE nunzia al Comitato Centrale del Partito repubblicano noi la desnrniamo dalla circostanza che Ghisleri conosceva una prima formale smentita di Pansini. Pnchè prestar fede all'avversario e non all' amico politico? Alla diffidem:a verso l'avversario dovevano poi consigliarlo lAcondizioni e le confessioni dell'accusatore Sal vernini. C'era da sospettare il preconcetto nell'accnsa: l'interesse elettoriale proprio. C'erano poi le confos~ioni. Non riconosce egli stesso che i sociali::.ti di l\folfer,ta, sino a quando la cosa loro riusciva comodi:i, acC'ettarono la compagnia e la solidarietà coi repnbblicani? Ma per quc1nto noi ne sappiamo nè il purissimo Salvemini. nè altri li hanno denunziati al Comitato Centrale del Partito Socialista Italiano per l::t espul:,;ione o per la pubblica cens·ura ! E a fare sospettare del Salvemi.ni non doveva bastare ad un repubblicano il rammarico ~he egli non sa nascondere per la sconfitta dei lllOnarcbici.? E n11lla diciamo sulle lodi disinte1·essate r.he l'accusatore rivolge all'ex sindaco Picca che ha il grande merito di essere stato eletto come repnbblicano e di essere passato .... nel campo socialista d la suite del Salvemini. Arcangelo Ghisleri ha una risposta trionfale da darci: io non mi preoccupo se altri vien meno al proprio dovere; penso a compiere il mio, avvenga che può. L'argomento ha un valore indiscutibile; sopratutto sul terreno della ri.1orale individuale. .Ma in politi•ca non può e non è stato mai, mai, mai applicato; specialmente quando certe apparenti deviazioni dalla diretti va teorica non sono suggeriti da finalità disoneste e da tornaconto personale. Siamo stati pnritani sino al ridicolo ed abbiamo perduto Federici mentre Berenini coinvolto nella stessa accusa è rimasto deputato; siamo stati meticolosi ed abhiamo perdo to Chiesi ; per fare omaggio allo spirito dell'anticlericalismo settario si cerca ora di farci perdere Pansini. Noi perdiamo i collegi; e i monarchici e i socialisti, che non hanno gli scrupoli nostri, li guada~:nano. E' il caso di esclamare come per la carica di cavalleria a Balaclava: e' est magnifiqiie; mais ce n' est _pas la guerre! I repubblicani italiani furono un tempò dei bramini; ora pare che vogliano divenire un partito di santoni. Camminarono come le tartarughe ; e cammineranno come i gamberi ! ♦ Dopo l'esecuzione. Morte allo czarismo; viva il popolo russo ! - Il terrore cagionato dalla esecuzione dell' esoso tiranno della Ru~sia non e ancora cessato. Lo Ozar non sa ri!'<o]versi a scegliere il suo principale consigliere e vacilla fra le tendenze di quelli che vorrebbero continuato il sistema di Plebwe, e le esortazioni di q 11elli cbe al potere vorrebbero fosse chiamato il vVitte, partigiano della Costituzione, nemico della guerra attuale e deci~amente avverso al partito Pob èdonostezeff e Imperatrice Madre, il partito della reazione a oltranza. Intanto si dice che 10 mila persone siano state arrestate in seg11ito ali' attentato, e l'esodo degli esiliati in Siberia, l'orrore delle fostigazioni e delle torture continu,mo a seminare in Russia il terrore, al quale i rivolnzionari rispondono dichiar:-mdo fermamente che es~i continueranno sn la via incominciata finchè le condizioni politiche interne della Russia non mnteranno. In verità il partito russo della Reazione naviga ora in brntte acque. Ucciso il suo prin(·ipale fautore, sconfitte le truppe che dovevano mantenere il prestigio: diventati odiosi agli occhi del popolo Bezobraznff, Alexeieff, e i principali mestatori che. per i loro interessi privati, vollero la guerra in Manchuria, questo partito sembra ora avere esaurite le sue forze e la sua influenza , e non mantenersi più oltre che per la fatale e imbelle irresolutezza dello Czar. In Europa ed in America, in tutto il mondo civile, le popolazioni e la stamµa hanno plaudito all' atto di giustizia, all'atto di ginsti~ia che privando il partito della reazione del sno uomo più energico, avrà certamente effetti a8sai profondi in nn non lontano avvenire in Russia. Una sola vore discorde si è fatta intendere, e si è 11nita al coro dei reazionari che piangono il Do Pl~we e que:-ita voce, è quella dei socialisti 1·iformisti rui-lsi. Bisogna notare che il partito di questi socialisti è senza influenza, se117,aimportanza, e senza energia, malgrado le dichiarazioni del Pleckanoff, noto agli anarchici' per averne egli calunniato le più nobili figure, e considérato da loro individuo di condotta assai losca. Ora costui, atteggiandosi a capo partito parla, disapprovando la morte del De PlPbwe, e si fa intervistare dai giornali per rendere noto al pubhlico la sua idea simile a quella del sedicente partito al quale egli appartiene. Noi seri vemmo nel numero scorso di questa Rivista, la morte di De Plehwe fu giusta e fo giust,i.zia : ora le dichiarazioni del sigoor Pleckanoff non modificano punto il nostro pensiBro , tanto più che ne vediamo jn un prossimo avvenire i benefici effetti; soltanto dalle dichiarazioni del signor Pleckanoff 1 icaviamo questo che s'accomoderebbe anche egli collo Czar. purchè gli permettesse di legiferare un pochettino anche lui. Intanto, malgrado il signor .Pleckanoff, teniamo a dichiarare che gli opuscoli che inondano la Russia , i giornali ed i propagandisti, non appartengono punto al cosidetto pm·tito del signor Pleckanoff, ma sibbene alla organizzazione di combattimento; e son questi con le loro idee, e con gli atti di quelli che le professano che cambieranno l'organizzazione politica attuale della Russia. Organizz.azione che la morte del De Plehwe. e le sconfitte dell'esercito russo jn Manchuria hanno fortemente scossa. * * * Mentre corregg-evamo le bozze di stampa ci arrivano due notizie, che meritano ancora un nostro breve commento. Si annnnzia da un· lato che è nato lo Czarevikch e che la Corte esulta di gioia. I telegrammi aggi.11ngono che anche la popolazione di Pietroburgo è giubilante. Per quanto l'educazione monarchica sia capace di prodnrre la massima degener-azione morale e intellettuale ci sembra impossibile che un popolo possa manifestare della gioia per la nascita di un fantoccio, che costerà centinaia di milioni ad un popolo di affamati, che ne conc11lcberà i diritti umani e le libertà civiche; possa manifestarla, ripetiamo, rneritre migliaia e migliaia dei suoi figli muoiono di sfinimento o di tifo , o lasciano la vita s11l campo di battaglia combattendo eroicamente in una guerra che non volevano e che detestavano. La gioia di Pietrobnrgo, se vera, rappresenterebbe il massimo pervertimento, la pit'.1grande degradazione di una collettività poichè essa coinciderebbe colla seconda notizia di cui parlammo: colla distruzione della valoroAa flotta che cercò conservarsi alla patda uscendo da Port Arthur affrontando la morte E morte trovarono l'a~miraglio russo Witheft e mille altri suoi eroici compagm. . Il nostro disprezzo pei festeg-gianti di Pietroburgo; la nostra ammirazione pei fooriusciti da Port Arthur ! E diciamo intero il no:::;tropenai.ero su questa grande tragedia : lo spettacolo di tante stragi per questo solo ci conf0rta perchè ci fa sperare nella scomparsa dell'odioso czarismo ! Nessun odio vive in noi contro il popolo russo, che ha qualità meravigliose e che tra non molto al fiume della civiltà apporterà il suo geniale Jontributo di civiltà. " L'anima russa, come scrive Mauclaire, si rivela con Tolstoi, Dostojewsky, Turghenieff, Gorki ecc. è tale da attrarre la nostra sirn.patia. )>
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