.. RIVISTA POPOLARE 395 Proferì un discorso mirabile contrg la cessione di Morì in Maremma, nella sua villa di Cecina, all'imNizza all'impero francese, chimando in esso Garib~ldi provviso. Quando si ebbe l'annunzio della sua morte un'auima romamL dimenticata dalla morte. - parve che si strappasse una delle più belle pagine Ma l'uomo delle grandi vedute, l'incorreggibile amico del libro d'oro del nostro rinnovellamento nazionale. dell'Italia , il pen;ecutore implacabile d'ogni viltà e d'ogni ipocrisia , trova vasi a disagio nel parlamento, Onde parlò poco e falvòlta svogliato. Il gigante , in mezzo ai pigmei del pit1 volgare opportunismo sentivasi nmiliato per loro e per la patria che li aveva 8Celti a rappresentarla. Amò d'intenso amore i giovani: a onor del vero de• vesi anzi dire che fu uno, tra i pochissimi vecchi del nostro risorgiruento che non si atteggiò mai a lait- . dctto1·ern tempo1'is ctcti, ma non risparmiò occasione di gridare ai giovani : Sta a voi il far meglio di noi: l' avvenire è vostro : rispettateci come pietre miliari, ma non :::!Ostatemai : andate avanti , la vita è moto ; · chi vi predica la sol::ltavi consiglia la morte. Nessuno , come Francesco Domenico Guerrazzi , ha influito sulla coscienza dei giovani - nessuno più dì lui c'insegnò ad_amare la patria, a non contare i nemici, a gustare le ineffabili voluttà del sacrifizio. Era romanticismo, idealismo-dica. quello che vuole lo scettico - ma era la fede , senza la quale non si compiono nobili imprese , ma si po.ltrisce nell'ozio o ci si da all'opportunismo più basso. Francesco Domenico Guerrazzi, fu nella nostra generazione un gigante e rjmarrà presso i posteri - oltre che letterato ed artista -- alto esempio di perseveranza, di fede, di abnegazione. A lui che ci ha educati prorompe oggi dai cuori l'omaggio srncero. ETTORE Soccr GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI Propaganda repubblicana in favore dei ... socialisti. - Gaetano Salvemini è un insegnante Universitario tra i più colti ed acuti ; milita nel partito socialista, nei Clli giornali scrive sotto lo pseudonimo di 'l'-restelle, Re1·mn Scripto1·, 'Pravet e forse sotto altri a noi ignoti. Anche la Rivista pu bbHcò con piacere qualche suo articolo. Egli da qualche tempo ce l' ha coi repubblicani e nella s11a repubblicofobia , come ricorderanno i nostri lettori, arrivò a calnnniare Giui:mppe Mazzini morto, che non gli dava ombra e fastidio. Si può immaginare da ciò se può essere trattenuto da scrupoli nell'attacco contro i repubblicani vivj, dei quali vuole prendere il posto ... Il Travet è di Molfetta, rappresentata da cinque legislature da Piero Pansini persona mite e gentile quante altre mai e di fede repubblicana incrollabile, professata apertamente dalla sua prima giovinezza. Tale lo conol::lciamodal 1868. Pansini deve avere salda base nel collegio ; e più che da conoscenza nostra diretta lo argomentiamo dall'azione, che ha cominciato a spiegar~ il Salvèmiui , che aspira a raècoglierne la success10ne. Piccole avvisaglie tra repubblicani e socialisti nel collegio di Molfetta crediamo che ce ne siano già state parecchie ; ma i cannoni da 30 pollici sono stati smascherati ::lotto forma di un atto di accusa contro Pansini e contro i repubblicani di Molfetta. Le accuse sono : 1 ° di avere trescato coi clericali ; 2° di avere denunziato i socialisti come autori dei tumulti del 1898; 3° di avere domandato una piccola guarnigione in Molfetta. A tutte e tre le accuse ba risposto con la serenità di chi sa di essere nel vero Piero Pansini in una lettera e noi potremmo por fine a questo stelloncino constatando soltanto la slealtà dell' attacco , che non ha , evidentemente , altro obbiettivo se non quello di sbarazzare il campo del candidato repubblicano alle prossime elezioni per fare largo a quello socialista, che sarebbe il Salvemini. Ma noi lo continuiamo per rilevare la fretta sconveniente dello intervento di Arcangelo Ghisleri , che appena letto l' articolo del Tempo invitò il Comitato Centrale del Partito republicano italiano a chiamare alla sbarra gli accusati per discolparsi. Tra gli accusati c'era, giova ripeterlo; Piero Pansini, che milita da circa quarant'anni nel partito repubblicano, ehe sta alla Camera con onore da quindici anni, cittadino di vita privata intemeratissima e che ha avuto il solo torto, di cui ora si vede punito, di f!Ottoporsi ai vincoli della cosidetta organizzazione ufficiale del partito. Per tutto ciò non ci spiacque soltanto la fretta, e vorremmo dire la leggerezza con cui Ghisleri denunziò gli accusati al Comitato Centrale del Partito, ma sopratutto la forma. Leggendo la denunzia ci parve di sentire la voce di uno dei sacerdoti che nell' Aida di Verdi intima a Radamés di discolparsi! Ora la persona dell'accusato principale, di cui ci siamo rapidamente occupati; la natura delle accuse, le condizioni e le confessioni dell' accusatore avrebbero dovuto escludere la fretta e il tono della denunzia di Arcangelo Ghisleri. Valutiamo rapidamente le accuse. L'ultima: quella di aver f:;1.ttopratiche per ottenere un~ guarnigione in Molfetta , comunque motivata, non costituisce un demerito. Si tratta di una quistione economica; poichè le spese fatte dallo Stato in un sito sotto forma di mantenimento dei soldati rappresentano una parziale restituzione delle imposte che lo stesso Stato vi esige. Una delle gravi sperequazioni tra Nord e Sud da noi denunziate sta per lo appunto nelle maggiori spese militari che lo Stato fa nel Settentrione. Sarebbe gravissima, se fosse vera, la seconda accusa: cioè che i repubblicani di Molfetta abbiano denunziato i socialisti come autori dei tumulti del 1898. Pansini l'ha smentito recisamente; ma che non sia vero risulta dalla condotta posteriore degli stessi socialisti. Si sarebbero essi alleati nelle lotte successive coi loro de nunziatori, colle spie? Via ! non è immaginabile. Se ciò avessero fatto i socialisti si sarebbero mo. strati tanto spregevoli quanto i loro denunziatori. Rimane la prima accusa, che esaminiamo in ultimo perchè esige qualche chiarimento. La lettera di Pànsini con argomenti chiari e lampanti dimostra che l'accusa è falsa. Ma se fosse vera ? Arcangelo Ghisleri èonosce o dovrebbe conoscere le condizioni del Mezzogiorno ; dovrebbe sapere quindi, che nello interesse della cosa pubblica e della pubblica moralità talvolta valgono meglio i clericali, che i frammassoni ed anche gli aderenti al movimento del libero pensiero . A Napoli , ad esempio , tra Sangineto clericale e Summonte frammassone, noi non esiteremmo a stare col primo. La sconvenienza della fretta e del tono della de-
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