V 414 RIVISTA POPOLARE è un uomo semplicissimo nella vita; sebbene fedelissimo al proprio partito-tanto da appoggiare con il suo voto il Bryan pur essendo un democratico conservatore,-non si è mai attivamente mischiato nella vita di partito, nè ha mai presa alcuna definitiva posizione in nessuna delle questioni che hanno in questi ultimi anni agitata la vita della nazione. Neanche in questi ultimi mesi quando da tutta la stampa si faceva il suo nome come il possibile candidato dei democratici, quando i suoi amici avevano già attivamente iniziato il lavoro di propaganda in suo favore, egli ha aperto bocca mantenendosi estraneo alla lotta e per la dignità impostagli dall'ufficio da Iui occupato e per naturale semplicità (1). Egli perciò non ha - per il suo passato -· alcun nemico, ma ciò nel mentre lo eleva quale cittadino , lo indebolisce quale uomo politico : Non siamo più ali' epoca delle origini quando lo spirito quackero e puritano dominava gli spiriti, oramai i tèmpi e gli uomini sono cambiati e gli ambiziosi lottatori, pieni di sè, audad ed avventati, conquistano le folle più facilmente dei modesti cittadini timorosi di ofl:endere le altrui opinioni affermando troppo recisamente le proprie. Parker può , quindi, riuscir simpatico , ma è un candidato debole. Il partito democratico ha dovuto scegliere lui come l' unico che potesse per la sua . autorità morale e per i suoi precedenti evitare una aperta scissione nel partito stesso.,_Che non avvenga alcuna ribellione da parte dei democratici radicali pare oramai assicurato , sebbene sia ben difficile poter affermare che questi lavoreranno con tutta la loro alacrità a favore dell' elezione del Parker. Ques~i non può riuscir simpatico alla frazione estrema del, partito, essendo per natura e per studi calmo, prudente, di spirito conservatore ed ,1lieno da ogni misura radicale. ♦ Questi i partiti in lotta e questi i candidati. A chi la vittoria ? E difficilissimo pronunziarsi nel momento presente dato che ancora mancano tre mesi dalla data delle elezioni, e che in politica nuove combinazioni ritenute inconcepibili ieri , possono .esser compite domani. Se le cose restano come sono oggi , la vittoria dei Repubblicani è sicura ; troppo potenti sono gli interessi che li appoggiano sostengono e troppo deboli sono gli avversari loro di fronte perchè la sconfitta abbia a percuoterli. I democratici, se resteranno solidamente uniti, potranno ottenere risultato per essi lusinghiero, e, facendo dimenticare le dispute che li hanno tenuti divisi durante gli ultimi· otto anni, prepararsi con probabilita di riuscita alle nuove prove. E se essi riusciranno a rendere se non difficile , almeno poco grandiosa , la vittoria dei repubblicani avranno già ottenuto un gran successo, pen::hè in tal caso i trionfatori, ossequienti alla tradizione della vita politica del paese, non potranno abusare della loro vittoria e saranno, dall'ammonimento degli elettori democratici, costretti a frenare le loro ambizioni imperialistiche e, forse, ad accettare in parte la riforma doganale. Avv. G. E. DI PALMA CASTIGLIONE ( 1) Soltanto dopo di essere stato nomhato candidato ha creduto doveroso di informare il Congresso del suo partito, che nella questione monetaqa egli è un monetallista aureo. ~TBèéONCINI éBTTBRfl:RI XIX. Fra terra ed astri - Epiloghi - L' aprile - Il signore del tempo - La conquista di Montemerlo- Rassegnazione - Il più forte - Sulle Ande - Niente - Il resto. Adesso che il clamore suscitato dalla pubblicazione, avv.enuta in circostanze particolari e sotto travestimenti carnevaleschi, del libro di versi di Giulio ORSINIaccenna a chetarsi, adesso ne parlo anch'io, ben inteso senza polemizzare, senza partito preso nè prò nè contro. Ne ho qui sotto gli occhi la seconda edizione, (TorinoRoma, Casa Editrice Nazionale), arricchita di nuove poesie, e adornata del ritratto dell'autore : ed io piglio poesie e ritratto per quel che sono nel libro, e faccio completa astrazione dalla questione della loro autenticità, ch'è proprio quella che ha tanto eccitate le curiosità e le mera vigli e della critica e provocato e accresciuto il successo fenomenale del libro fra il pubblico. Per me, invece, tutto questo wuta meno che zero , e quello che conta è unicamente il valore dei versi, così tecnicamente come concettualmente: visto questo, siano d'uno scolaro o d'un caposcuola, d'un contadino o d' un re, è la stessissima cosa. Ora il valore dei versi di Giulio Orsini è tale, per sè medesimo, che mette conto di occuparsene·, ac;trazion fatta del loro eterogeneo successo : ed intanto, mette conto di rilevare i criteri d'arte a cui s' è inspirato l' autore,· e che son condensati nella sostanziosa prefazione, deposta rispettosamente « come una carta da visita alla porta del giudice inappellabile. » Una sola ragione può giustificare, secondo lui, la produzione nuova, dopo tanti secoli di letteratura gloriosa , ed è che si sia formata una nuova coscienza poetica, la quale domandi d'essere espressa e affermata: altrimenti, non si fa che del vaniloquio, dello psittacismo, delle s1ùorfie da ballerine, da giocolieri, da p«gliacci. La poesia, sempre secondo !'Orsini, « è pensiero e sentimento, trasformati e sollevati, per intima intensità, in imagine ritmica »: sollevati, dice più oltre, « in un'atmosfera d'aspirazioni, di visioni, di fantasmi, di sintesi, a cui la parola non arriva, se non sorretta sulle ali dell'armonia ». Ed ecto il perc:hè del titolo , invero molto felice e suggestivo, di Fra terra ed astri; ed eccone anche la materia, di cui, come ddl'espres!.ione, la critica, benchè giudicata « oggi morta in Italia » dal nostro Orsini , è chiamata a proporre al supremo giudice, in termini semplici e c~iari, come i quesiti rivolti ai giurati alle assise, il giudizio definitivo. Ebbene: questi « spasimi d' una giovinezza ricca di rigogliose energie », che si dibatte « tra le spire d'una filosofia sconsolata », che brancola « nel bujo del gran mistero >>, che si sente sicura d'una cosa sola, cioè.« che am:ire è buono >>, sono proprio espressi in modo da rappresentar degnamente e da condensare in sè stessi quella << coscienza poetica nuova » dell'Italia giovine, che sola ha diritto di far udire oggidì la sua voce? . << O padri, voi foste voi, sia benedetta la vostra memoria ! A noi figli or la nostra vita : noi vogliamo esser noi 1 » « •••• Oltre i monti son altri monti, oltre i piani son altri piani, e più lontani cerchi di pil'.1larghi orizzonti. » « .•.. Ci attira oltre gli spazi , oltre l' ore, la fatalità del mistero.» Il programma è magnifico , come vedete; e la poesia che lo esplka è realmente butma ed originale; ma che incarni proprio la coscienza nuova della generazione attuale , non oserei dire: questa generazi•one è troppo varia e multanime, per esempio, perchè la sua voce si possa 1.radurre con cosi pochi e monotoni metri come son quelli di Giulio Orsini ; ed è troppo assorta nella vita reale, nella scienza, nell'industria, nella politica, nell' imperialismo, per fare della poesia cosi esclusi vamente astratta e sognatrice, come questa in cui . si smarrisce il suo interprete improvvisato. Se egli dunque parlasse in persona prima, numero singolare, ed in proprio nome soltanto, farebbe meglio, a giudizio mio: ed allora sarebbe anche simpatico, appunto perchè per- . sanale, solitario, fuor del comune, sordo a « Gl'lnviti » che d'ogni parte gli vengono, come nella poesia cosi intitolata, a cantare la vita d'oggi, i piaceri, le lotte, le ribellioni, i problemi, i trionfi, gli orgo~li dell'ora presente : << Via, » gli grida, ad esempio, il proletariato in fermento: · « Via, non è tempo da canti ! Via, non è tempo da amor! I Orlano l'oriente gli albori del gran giorno; avanti, avanti I Si son serrati entro il muro del loro Edenne, han diviso il mondo : per sè il paradiso, per noi gli stenti e il pan duro.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==