394 RIVISTA POPOLARE lanno l' ignavia , è uno schiaffo sulla guancia la schiavitù. Verranno i giorni dell'amore, ma, finchè dura l'onta ed il danno ben venga anche la violenza. e La forza - egli dict, nella prefazione nell'Assedio di Ffrenze - non ha concluso un patto con nessuna nazione del mondo: qual mano di uomo strappò le ali alla vittoria? ... Finchè sollevandosi al cielo, le vostre braccia sentiranno il peso dei· ferri nemici, non supplicate .... Iddio sta coi forti. La vostra misura d' abiezione è già colma : scender più oltre non potete : la vita consiste nel moto, dunque sorgerete. Ma, intanto, abbiate l' ira nel cuore, la minaccia sui labbri, nella destra la morte: tutti i vostri iddii spezzate, non adorate altro Dio che Sabahot lo spirito delle battaglie ... voi sorgerete. La mano del demonio settentrionale che osò stoltamente cacciarsi tra le ruote del carro del tempo per anestarlo, indebolita vacilla e sarà infranta ..:... " « La morte percote del pari gli eroi della virtù e gli eroi del delitto: ma Epaminonda tenne l'anima chiusa col ferro, finchè non seppe la vittoria della patria , e morì trionfando: lui poi trapassi la spada sul principio della battaglia e non gli sia tolta dalle viscere, finchè non sappia la nova della sua sconfitta: perisca soffocato dal fumo dei cannoni che annunzieranno la nostra vittoria, si disperi nell' udire i tamburi che saluteranno l'aurora del nostro risorgimento. Sventolerà un'altra volta ]a nostra bandiera sulle torri nemiche, terribile ai figli dei Cimbri: scoperchierà lo spettro di Mario l'antica sepoltura : un' altra volta trascineremo al Campidoglio le corone dei tiranni dei popoli ... .Ma saremo allora felici? Che importa? Tornino·, oh! tornino desiderati quei giorni all'orgoglio italiano ! Amaro é il piacere d'opprimere, ma è pure un piacere, e la vendetta delle atroci offese rallegra anche lo spirito di Dio.... » Perdonino i lettori la citazione un po' lunga, ma indispensabile a mostrare quale influenza dovevano aver queste parole sullo spirito e sulla 'immaginazione dei giovani i quali, indiscutibilmente, si formarono più alle cospirazioni e alle battaglie future dagli scritti di Guerrazzi , come dalle poesie di Berchet . I che dalle meditazioni metafisiche e dalla dottrinaria propaganda che altri faceva , pure animato dalle migliori intenzioni. Guerrazzi avrebbe creduto commettere un delitto di lesa-patria se tutti i suoi scritti non fossero stati scudisciate ai codardi o inni eccitanti a magnanime imprese. Poco dovea tardare ad essere l' uomo più popolare di Toscana - e quando parve che le sorti italiche, nel 1848, dovessero finalmente cambiare, il nome di lui che aveva insegnato ad amare la patria e a sperare nel risorgimento· di lei nei tempi più tristi, corse sulla bocca di tutti. Caduto il ministero conservatore, Guerrazzi fu da Leopoldo II chiamato a far parte del governo della Toscana: fuggito il granduca, e, proclamato il governo provvisorio e poi il triumvirato, fè di quest'ultimo parte insieme al Montanelli e al Mazzoni. Bisogna dire - ad onta delle splendide pagine che egli scrive nella mirabile sua apologia - libro che teme ben pochi rivali- bisogna pnr dire che egli nel difficile incarico che gli era stato affidato, peccò d'incertezza , non seppe trovar mai una linea sicura, gli mancò per un momento la fede nei destini della patria. Di qui il barcamenarsi innanzi alla idea di convocare la costituente-di qui il rifiuto opposto.al Mazzini, recatosi espressamente a Firenze, di unirsi alla repubblica romana. · Gustavo Modena', .il sommo attore, allora rappresentante del popolo a Firenze , saettò allora i suoi fulmini, contro il dittatore. Le cose volsero alla peggio e trionfò la reazione: una marmaglia di contadini, aizzati dal prete, guidati da quei consorti che richiamarono il granduca e col granduca gli austriaci , atterrò l' albero della libertà che era stato piantata in piazza della Sig,ioria e invase Palazzo Vecchio. Al Guerrazzi fu data la parola d'ono1·e dalla Commissione costituita dal fior fiore dei moderati, che ei sarebbe libero e che la sera con un salvacondotto avrebbe potuto recarsi ove voleva. La sera, l' uomo illustre era accompagnato al Bargello i donde pochi giorni dopo lo si dovea condurre· alle Murate e di là nel Maschio di Volterra. Non è qui il luogo di parlare del processo di Guerrazzi, nè delJe periperizie del suo esilio in Corsica, a Marsiglia ed a Genova - qui basti il ricordare che i migliori lavori suoi, tanto dal lato artistico quanto da quello storico, furono, in quell'angoscioso periodo itleati e posti a fine: Il Pasquale Paoli, il Paolo Pelliccioni, le leggende e le novelle dell'isola che lo ospitava - la Ve1·onica Cybo, la Serpiceria, i Ta1•t11,fi mode1·ni e l'indimenticabile Asino. Guerrazzi in tutti i suoi lavori mirò a due bersagli: i moderati ed i preti. Che cosa non disse dei primi ? « Il moderato è peggio del prete, perchè. il prete è moderato! J> « Se Giuda vendè Cristo per trenta denari, i moderati venderebbero trenta Cristi per un solo denaro >. - E via di seguito. Egli odiava i trafficatori della patria, i traditori di Garibaldi , gli Ebrei battezzati che avevano ceduto Nizza e Savoia: e li bollava a sangue e 1' inchiodava alfa gogna colla sua penna acuminata più di un pugnale. E del prete diceva: « Diffidate di lui, dacchè non. è mai cosi vivo, come quando par morto ,. . Ritornato in patria, fu aspramente combattnto dai ·moderati i quali tentarono , e riuscirono in parte a fargli dare l'ostracismo da tutti i collegi elettorali Noto, nella generosa Sicilia e Grosseto in Toscana, sfatarono la indegna manovra e Guerrazzi fu deputato. Aveva da poco dato alle stampe il Buco nel muro, vero gioiello di elegantissimo stile e di un hum01· schietto e paesano. Guerrazzi sedè alla Estrema Sinistra , fieramente avverso al conte di Cavour e a quanti cercavano, sotto il pretesto dei mezzi morali, di allontanare ogni azione, tendente al riacquisto di Roma.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==