RIVISTA POPOLARE 405 Eppure il popolo, da che ha incominciato ad ~cquistare una coscienza del suo potere e dei suoi diritti, ha mandato e manda al parlamento degli uomini che vorrebbero essere progressivi, che dovrebbero rappresentare l'espressione dei suoi desiderii e dei suoi. bisogni, radicali, rep11bhlicani, socialisti. Come, dunque e -perchè non riescono essi ad obbligare il parlamento a continuare in quella che fu la sua originaria funzione di progresso ? Per gli eletti dei partiti estremi, militano quei vizi della elezione di cni bo parlato poi anzi; essi rappresentano la loro volontà e quella di pochi loro amici. Il gruppo parlamentare repubblicano, il gruppo parlamentare socialista sono , in maggioranza, discordi dalla volontà e dalle opinioni dei loro rispetti vi partiti; del gruppo parlamentare radicale non è il caso di parlare percbè un partito radicale in Italia non c'è - quattro gatti non bastano a formare un consesso-. Sta contro di loro la massa delle nullità che compongeuo la maggioranza del parlamento, i fagotti che votano e non parlano, che banno bisogno del godella estrema sinistra in Parlamento? Si sono discussi e votati i bilanci della guerra, della marina, di grazia giustizia e culto, della educazione, dei lavori· pubblici: qual voce si è levata dai banchi dell'estrema a stigma- . tizzare, a riµrovare arditamente tutto l'organismo sociale attuale? Perdio, quando Andrea Costa, e Cavai-· lotti e Co.lajanni erano soli in parlamento a tener testa a tutti gli onesti rospi che vi pullulano erano più fieri, erano più auda,ci , erano più progressisti. Oggi che i due che rimangono ancora sono iu mezzo ad un forte gruppo di amici, oggi son diventati più blandi e più calmi. Eppure Costa è uno dei più forti e fieri caratteri fra i socialisti italiani , e Oolajanni oltre che un carattere è anche un forte valore intellettuale. Ma, in mezzo a gruppi di a:mici, han dovuto adattarsi all'ambiente, subiscono la nullità dei loro e degli altri, la imbecillità degli avversari, l'ambizione dei compagni di lotta, e fanno quel che possono, insieme a loro qualche altro, ma, dato il sistema parlamentare, quel che possono è poco, troppo poco e per il progresso e per l'avvenire è nulla. verno per essere eletti , o dei clericali per riuscire, che si barcamenano fra questi e quelli plaudendo, per esempio, quando il governo propone la legge sul divorzio, e assentandosi· poi, prudentemente , quando arriva il momento del voto; che rappresentano la fo!'za·del parlamento, una forza assolutamente negativa; e ci sono anche fra i rappresentanti dei partiti estremi troppe nullità. Gli otto o dieci fra loro che hanno veramente Nella Società di Ginnasticadi Trieste . Ora è egli possibile che possa essere ancora considerato uno strumento utile alla evoluzfone sociale, un ambiente che corrompe le coscienze, e annulla l'opera dei capaci e dei volenterosi? I 2 3 Eh! via: fu un tempo un baluardo della libertà il parlamento: fu lo strumento efficace di nn dato progresso, di una data evoluzione sociale;. oggi compiuto quel progresso, arrivata all'acme quella evoluzione il parla• mentarismo ha cessato di I - Ah! ·Esclamail poliziotto: Queste sono bombe! 2 - Certamente sono ripiene di dinamite giacchè esse sono tanto pesanti che non posso sollevarle. 3 - Guardate: risponde il ginnasta ~ollevando il manubrio, come vi riesco io I r~tto carattere e indiscutibile valore son perduti fra le imbecillinà dei loro amici e dei loro avversari e , con la migliore volontà del mondo, non riescono a far niente. Si può dire di loro che si son dati lo ingrato bisogno di lavare il capo all'asino e perdono il ranno e il sapone. Ma c' è un altro fatto che paralizza le loro. forze e annulla la loro azione ed è la prepotente e invincibile influenza dell' ambiente. Uomini di battaglia, andati al parlamento per essere l'elemento di combattimento poco a poco si adattano: gli um, malgrado la pregiudiziale, convengono sovente col governo, gli altri, con la idea di conquista dei pubblici poteri diventano ministeriaii, gli uni e gli altri poi, poco a poco, finiscono nello estenuarsi in una lotta' di personalità, in una lotta meschina dalla quale tutte le idealità del partito sono. esulate per lasciar posto ai possibili ac comodamenti che sodisfano la microscopica ambizione di essere qualche cosa di più di ùn semplice cittadino nel paese - poichè è convenuto ·che si è qualche cosa non perchè qualche cosa si vale per il lavoro e l' intelligenza ma sibbene per il titolo, qualunque esso sia. E in quest'ultimo tempo quale azione nettamente socialista o repubblicana hanno spiegato i deputati ('N.,eue Gluhlichter) essere utile; sopravvive ora a sè stesso diventato il palcoscenico dove trionfa la. nullità che fa ridere e ride , dove anche fra la facile risata , la barzelletta e la invettiva si tenta rendere inutile ogni conato per la libertà ed il progresso. Al sommo un governo di pigmei che vivono e politi~ano giorno per giorno; giù un accozzaglia di parolai e macchinette votanti ben decise a far tu~to quello che possono perchè nulla di bene, in favore del popolo, sia fatto. Piccole menti in alto, gretti caratteri in basso. E questa è la rappresentanza della nazione italiana ? Eh ! perdio, no : l' Italia è diversa,- ed io non dispero che verrà un tempo in cui il popolo italiano si deciderà a mandare a spasso questi inutili avanzi brutti, spiacevoli, inutili di una istituzione che ebbe il suo tempo di utilità e di bellezza. Mi si domanderà: -Voi volete dunque l'auto~rate? Oh! no: Io voglio - e voglio questo perchè lo vedo possibile nel futuro divenire delle società umane - io voglio semplicemente l'abolizione dello Stato. Come lo credo possibile lo d11.·ò, se mi piacerà, un'altra volta. A. AGRESTI /
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