402 RIVISTA POPOLARE Firenze semplicemente gli pervennero telegrammi numerosi portanti circa 5000 firme. E quel ch'è più e che nel continente dovrebbe essere notato e com• mentato opportunamente la reazione si è manifestata viva e spontanea in Sicilia. Allo stesso Notarbartolo pervennero centinaia di telegrammi con migliaia· di firme da Messina, da Catania, da Caltanissetta, da Cefalù, da Castrogiovanni, da Termine Imerese, da Canicatti, da Naso, da Paternò, da Ravanusa, da Niscemi, da Spaccaforno, da Aidone ecc. ecc. Ed a Palermo il fior fiore della cittadinanza, migliaia di uomini, che non vollero essere confusi colle masse suggestionate dalla mafia lo accompagnarono a bordo del vapore, che deve restituirlo al comando della sua nave, interrompendo il silenzio solenne e maestoso con un lungo applauso nel momento della partenza. Queste manifestazioni costituiscono un sintomo confortante, che va rilevato e incoraggiato ; ed esse sono arrivate come balsamo vero sul cuore esulcerato di Leopoldo Notarbartolo, che consacrò dieci lunghi anni , i migliori anni della sua vita, a scoprfre ed a far punire gli assassini del proprio genitore. Questa sua santa impresa lo rendeva gia degno del rispetto di tutti gli onesti ; il contegno serbato dopo l' assoluzione del Palizzolo e le sole parole · pronunziate sull' avvenimento lo rendono meritevole di essere segnalato all' ammirazione di ogni italiano. A chi, insisteva per intervistarl~, Leopoldo No• tarbartolo rispose : « Io avevo due vie dinanzi a me da scegliere per raggiungere la mèta agognata di non lasciare in.,.. vendicata la memoria di mio padre. Due vie : o la via della vendetta personale o quella della riparazione civile, cioè la via giudiziaria. Non credetti di scegliere la prima. Il nome che porto, le tradizioni della mia famiglia, i miei principii morali, la concezione che io ho della vita, tutta la mia educazione , tutto il mio essere si ribellavano fortemente! « Scelsi la seconda via : quella di affidare alla giustizia sociale, alla salvaguardia della legge la riparazione del misfatto consumato sulla persona del padre mio. Era l' unica via eh' io potessi scegliere, l'unica. « Tutto . . . nsparn11a1: còmpito. dedicai a tale opera di giustizia. Nulla tutto me stesso prodigai ad un tale « Ed ora? Ora parmi inutile accettare di mo. strarmi in pubblico per il rramite delle interviste dei giornali. « Mi sembrerebbe di sminuire di fronte a me stesso tutto il prestigio d'un' opera filiale consacrata alla memoria di mio padre. « Non ho nulla da dire al pubblico ! » Leopoldo Notarbartolo partira fra giorni per 1 lidi .dell'Africa misteriosa ; ma egli con quelle parole semplici e stupende ha pronunziato la condanna più formidabile contro lo spirito della mafia ed è tanto più grande il merito di averle pronunziate in quanto che in questo momento nell'animo suo doveva essere grande la tentazione d'imprecare alla giustizia sociale che si è rivelata impotente a vendicarlo e ad affidarsi a quella giustizia individuale, dalla cui necessità attraverso i governi iniqui e corrotti è nato lo stesso spifito maledetto della mafia (1). DoTT. "NAPOLEONE CoLAJANNI ♦ ('Dalla Tribuna del 1 a.srosto): Dal ca.ree.re .... al manicomio ? Caro Roux, La forma epistolare, giornalisticamente, nou è la più simpatica; ma come si fa a smentire certe sciocchezze maligne pubblicate in uua intervista pubblicata in un giornale, il cui direttore è un amico, se non rivolgendosi a lui amichevolmente? E mi vedo costretto ad indirizzarti la presente per rispondere a Raffaele Paliz:wlo che udJa intervista pubblicata dalla Tribuna (28 luglio) afferma: " i socialisti mi odiano fin d:.11 « tempo dei Fasci e dei eosidetti scandali bancari. Alessandro ~ Tasca e Colajanni hanno una parle non piccola nella « formazione di questo odio contro di me >>. Questa affermazione mi convince che le sofferenze hanoo fatto dare di volta al cervello di Raffaele Palizzolo. Egli perciò, mi inspira davvero pietà. Se una mia sincera dichi~1razione in questo momento potesse essere reltamenle iuterpetrata , direi esplicitamente quello che ho sempre peusato di Palizzolo nel processo che si è chiuso col verdetto di Firenze. Posso , però, assicurare nel modo più esplicito che nè durante gli scandali bancari, nè durante i Fasci mi sono mai occupato di lui. Me ne occupai nel modo più corretto, più prudente, più cortese possibile ed immaginabile dopo che il suo nome venne iatto alle Assise di Milano, da generali, da commissari ci,•ili, da prefetti, da magi~trati .... E me ne occupai perchè me lo imponeva il mio dovere di pubblicista e di deputato. Dopo il verdetto di Bologna attaccai aspramente solo il Prn Sicilia; e non me ne pento e riaffermo ciò che scrissi allora. Raffaele Palizzolo, però, non può ignorare che dal 1885 in roi nei libri, nelle riviste, nei giornali, nei comizi, neJla Camera protestai energicamente·, fieramente contro la mafia e contro la delinquenza sariguiuaria, che disonorano la Sicilia. Si sente egli colpito da questa campagna mia che credo santa e doverosa coutro quelle due laide macchie? Vuole egli confondere in un termine solo : mafia e palhzolismo ? Si serva pure! lo la continuerò ugualmente sorridendo delle sue spavalderie. lntanto ti prego - e assai caldamente - caro Roux, di riprodurre integralmente lo stelloncino che pubblicai nella mia Rivista popolcire (15 agoslo 1902) all'indomani del verdetto di Bologna. E tengo moltissimo a questa riproduzione non già per dare prova luminosa della delicatezza e della prudenza con cui mi occupai della condanna, del condannato e dell'opera dei suoi congiunti; ma per mostrare come fui esatto e preciso nell'esporre le condizioni dello spfrito pubblico di una parte della popolai:ione di Palermo e quanto mi sia stato facile, perciò , il profetizzare ciò che sarebbe accaduto in caso di assoluzione, che corrisponde a ciò eh' è avvenuto dopo il verdetto di Firenze. Abbiti i miei anticipati ringraziamenti con una cordiale stretta di mano, e credimi Napoli, 29 luglio 1904. tuo aff.mo N. CoLAJANNl (1) Il riserbo doveroso che mi ero imposto nel processo Palizzolo 111' impedi a suo tempo di segnalare l'arringa d~l• l' avv. Giuseppe Marchesano (Pane Civile) pronunziata m Bologna e pubblicata (resoconto stenografico) i~ ~alermo_ nel 1902. Q<ro-i posso liberamente parlarne e cons1gl1arne vivamente 1t'ìettura a quanti vogliono ammirare un capolavoro di logica serrata ed a quanti amano conoscere l' opera della giustizia e della polizia in Sicilia.
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