Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 14 - 31 luglio 1904

RIVISTA POPOLARE 373 In quanto al primo punto non c'è dubbio: l'agricoltura soflre di più dell'industria serica;_ l'agricoltura rappresenta l'interesse di tutta l'Italia e non di una sola o di poche provincie dell'Italia settentrionale. Naturale, doveroso, quindi, imporre un piccolo sacrifizio all'industria serica nello interesse generale; tanto più doveroso in quanto che i progressi del1' industria serica colle tarifle generali del 1887 vennero ottenuti col danno enorme, almeno immediatamente, di alcuni importantissimi rami dell'agricoltura in generale e di quella meridionale in ispecie. Ma si avvantaggiò realmente l' industria serica del proteziònismo iniziatosi colle taritle generali del 1887? Eugenio Chiesa, con una imperdonabile leggerezza, di cui non lo credevo capace, dà un calcio ai fatti e pur Ji mantenersi fedele alla sua prediletta teoria, nega tale giovamento. Ma il Soldi, non meno caloroso di lui nel sostenere il liberismo, per una volta t::1nto si è ,,rreso di fronte all'esperienza e mettendo da parte le elucubrazioni fantastiche ha lasciato parlare le cifre nel seguente modo : « L'attuale protezione risale al 1887. « E l'esportazione di tessuti di seta che era nel 1871 di lire 16,746,000, nel 1881 di lire 11,774,00,), nel 1891 di lire 16,311,000, va a poco a poco erescendo fino a raggiungere lire 75,449,806 nel 1901 , lire 73,688,806 nel 1902 e lire 69,578,359 nel 1903. « Viceversa l'importazione che superava i 38 milioni di lire nel 1871, i 32 milioni nel 1881, i 20 milioni nel 1891, si trova ancora a circa 2 3 milioni nel 1901 e cosi rimane anche pel 1902 e 1903. « E per convincersi che tale industria è ormai in condizioni vitali e non abbisogna di altra protezione, basta vedere che essa si afferma sui mercati di Londra dove nel 1903 esp·orta per 222 mila chili di tessuti, in Turchia dove esporta per 165 mila chili, nelle contrade africane dove l'erport.azione raggiunge i 105 mila chili. E perfino 11ella Svizzera nello stesso anno si esportauo 168 mila chili mentre ne riceviamo soltanto 2 r mila, di esportazi-oue. >> . In questi dati c'è la risposta trionfale al secondo quesito: se è vero che la diminuzione delJa protezione possa danneggiare le industrie comasche. E' lo stesso Soldi, che nitidamente la formula. Ricorda che sarebbe assurdo - io dirci criminoso - venire a I la guerra di tariffe colla Svizzera per difendere 10 milioni di manufatti, che mandiamo nella repubblica limitrofa, esponendoci a vedere colpiti, per giusta rappresaglia, 153 milioni di materie prime e generi alimentari - media del 1897-901 secondo il Sabbatini - ; che la diminuzione nel prezzo dei bozzoli - da L. 3,80 al chilo nel 1903 a L. 2,50 nel 1904 - è avvenuta senza alcun cambiamento nel regime doganale dei tessuti serici ; che la crisi nelle seterie non è propria del Comasco , ma generale, indipendente dalle modificazioni doganali tanto vero che l'esportazione dei bozzoli in Germania da 92 mila chilogrammi nel 1902 cadde a 52 nel 1903 ed accenna a restringersi ancora nel 1964; e infine volto al cornpagno Bossi osserva : ~ I. Che la industria serica ha la materia prima a portata di mano e più a buon mercato che all'estero. << IL Che ha una maestranza ormai bene educata e con salari di molto inferiori che all'estero. << III. Che l'industria, come tu stesso ammetti , ha ormai superata una crisi nella quale l'industria estera e specialmente la Svizzera ancora si dibatte. << Dunque è un assurdo credere che i nostri capitalisti vogliano chiudere le nostre fabbrire per andare all'estero, dove sarebbero costretti a produrre a peggiori condizioni. >> Non si potrebbe dir meglio per mostrare ingiustificata l' agitazione di Como. e dare ragione al governo ed ai negoziatori del trattato di commercio colla Svizzera che nello interesse della produzione agraria hanno fatto qualche concessione sul terreno industriale, senza arrecare a questa produzione un colpo formidabile come quello che nel 1887 si arrecò all'agricoltura per giovare all'industria. La discussione tra socialisti intanto mi procura qualche soddisfazione personale e somministra insegnamenti a tutti. I fatti hanno costretto un· liberista fanatico come il Soldi a riconoscere che la protezione ha giovato considerevolmente ad una grande industria. Gl' interessi reali prevalendo sulle teorie cattedratiche hanno generato oggi il caso Bossi e il cas() Bonomi, come ieri generarono il caso Ciccotti pel dazio sul grano, il caso Agnini per la protezione delle industrie navali e siderurgiche. Che cosa significano questi casi di eterodossia che si producono in regioni, per produzioni e con temperamenti tanto diversi? Questo solo : le cose sono superiori alle fantasmagorie e generano i casi anche in grembo del socialismo italiano uno, trino ed infallibile. Dorr. NAPOLEONE CoLAJANNr 1111111111111111111111111111111111• 1111111111111111111111111111111111111111111111111111111 U qa lettera-dedica di F. S. fiitti a Napoleone eolajanni Si è pubblicato in elegante volume di 100 esemplari (1) la Comunicazione fatta da F. S. Nitti al 'R._. Istituto d'incoraggiamento sulla Ricchezzadell'Italia. Noi attingeremo spessissimo a tale preziosa pubblicazione, che completa quella del Bilancio dello Stato e somministra gli elementi. più esatti per la discussione del problema regionale in Italia. Noi oggi ci limitiamo a riprodurre la dedica che l'autore con pensiero oltremodo gentile ed aflettuoso ha voluto farne al nostro direttore : All'on. Prof. NapoleoneColajanni Deputato al Parlamento Caro amico, Napoli 2 luglio 1904 Questo libro di cui hai seguito da vicino la prep:irazione lenta e laboriosa , io voglio dedicare a te. E non solo per rendere omaggio al tuo nome e in segno di amicizia, ormai antica· ma anche perchè alcuna parte delle idet tue ritroverai . ' nei miei studi. Forse il piano dell'opera che io avevo ideato non è completo~ forse trovérai non poche lacune. Ma pure tu sei maestro nelle dis~ipline statistiche e sai come ogni ricerca diretta sia lunga e penosa, valuterai lo sforzo da me compiuto · Una nuova constatazione della povertà meridionale viene fuori da questo libro; una nuova conferma delle .yerità che tu, forse primo esponesti, e a te costarono non poche amarezze, nei giorni in cui l'anima italiana piegava sotto il peso degli errori tradizionali e di nuove colpevoli illusioni. L' Italia tutta è ancora molto povera : e se i primi albori di una nuova vita sono sull' orizzonte , si può dire che appena adesso finisce questa notte tenebrosa di incertezza e di soffert!nze. Ma vi sono ancora in Italia molte regioni di cui la povertà non diminuisce e di cui, ahimè I, non diminuisce neanche la ignoranza. Ogni progresso nazionale non sarà durevole se (1) Il prezzo di questa edizione è di lire 20; ma si sta pubblicando presso Roux e Viarengo una edizione popolare ridotta a mite prezzo.

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