Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 14 - 31 luglio 1904

.. RIVISTA POPOLARE 371 conclusioni occorre una parola sulle notizie che corrono sul cennato trattato. Si afferma, adunque, che l'Italia per vedere meno gravate dai dazi protettivi della Svizzera alcuni suoi prodotti agricoli, (1) abbia dovuto fare delle concessioni alle industrie della vicina repubblica e specialmente a quella della seta e forse anche a quella del cotone. Stando così le cose i liberisti italiani avrebbero dovuto rallegrarsene molto; poichè se il liberismo in sè e come applicazione della teoria guadagnava poco o niente: - ci6 che guadagnava in Italia sul terreno industriale, lo perdeva in !svizzera sul terreno agricolo - ; essi dovevano dichiararsi soddisfatti per la diminuita protezione industriale contro la quale teoricamente avevano sempre blaterato. E siccome il nuovo trattato corrisponderebbe ai desiderata sempre teoricamente da loro sostenuti ci sarebbe stato da aspettarsi un inno al governo ed ai negozia tori , che avevano fatto il possibile per contentarli. Aggiungo che mi consta che dalla Svizzera non fu umanamente possibile ottenere di più in vantaggio dei nostri prodotti agricoli. Il Laur che tra i negoziatori svizzeri rappresentava gl'interessi agricoli, non essendo stato a scuola da alcun professore liherista italiano, ha messo l'entusiasmo di un apostolo nella difesa dell'agricoltura della repubblica , senza pensare che la sua ostinazione poteva procurare qualche dispiacere all'amico Chiesa, che non so più dove diavolo potrà andare a cercare i suoi parallelismi tra libertà economica e liberta poJitica una volta che anche la Svizzera, antesignana delle libertà politiche, non vuole più saperne delle liberta economiche. Il nuovo trattato col.la Svizzera , dunque, corrisponderebbe nella misura del possibile alle aspirazioni dei liberisti idliani e delle regioni, che essendo le più evolute si suppone che debbano essere le più liberiste ; delle regioni che in nome della libertà, del progresso ecc. ecc. più hanno protestato contro il protezionismo agricolo, che -- erronea mente - si afferma che giovi al solo Mezzogiorno. Le regionj più evolute, più liberiste ecc. ecc. si indovina quali siano: quelle dell'Alta Italia. Ma che cosa avvenne in realta? Non appena trapelarono le notizie - il trattato non era ancora sottoscritto - l' on. Carcano , che rappresenta gl' interessi della industria della seta, im portantissim::1, nella provincia di Como colse l' occasione della domanda dei pieni pot€ri per conchiudere i trattati colla Svizzera e coli' Austria-Ungheria per protestare energicamente contro ogni concessione alla vicina repubblica sulle seterie. Conchiuso il trattato e fattesi più sicure le notizie sulle condizioni del medesimo l'esplosione del malumore da parte degli industriali comaschi non ebbe più alcun freno. Ma sino a tanto che di malumore avessero dato segno i conduttori delle industrie seriche nulla ci sarebbe stato di straordinario ; ma i loro· sentimenti e i Joro interessi divennero quelli della regione, senza. distinzione di partiti politici e senza, quel eh' è più, differenza di. scuole economiche. Caratteristica ali' uopo una corrispondenza ..da Roma al Secolo (19-luglio ), nella quale si dc1vaforte (r) Noi crediamo che s'illuda l'Economista di Firenze, il quale afferma che l'Italia abbia ottenuto diminuizione di dazi sui prodotti agricoli. Ci sono invece_ aumenti; ma lievi. biasimo al Luzzatti pel sacrificio imposto alle industrie cui come pendant, evidentemente fittizio, si contrapponeva la non conclusa clausola pel vino coli' Austria-Ungheria. Ora il giornale democratico di Milano fu sempre l'antesignano del liberismo! Ma fu più caratteristico ancora il comizio in cui convenne tutta Como , compreso J' on. Bossi rappresentante socialista per Varese (1 ). Si votò un ordine del giorno di quest'ultimo col quale si manifestava l'intenzione- nientedimeno!-. di non pagare più le imposte qualora venisse diminuita la protezione industriale . .Mi sara lecito avvertire; a proposito di qÙest'ordine del giorno , che se una minaccia simile fosse stata fatta a Foggia, a Caltanissetta o in qualunque altra parte dell'Italia meridionale a difesa del dazio sul grano non si sarebbe mancato di gridare, o di pensare almeno, nel settentrione che il proponimento era antinazionale, illiberale, bestiale, degno di popolazioni asservite ai Baroni ed ai feudatari meridionali. Manifestata a Como .... è un altro paio di maniche. Nessuno fiata nella stampa autorevole di Roma e e' è anzi un deputato socialista che se ne vanta come di una bella cosa! Presa nel suo insieme questa manifestazione comasca a me fa molto piacere perchè ribadisce ciò che cento volte ho detto qui e ripetuto alla Camera : il movimento antiprotezionista non è che alla superficie ; non è che una esplosione di. rettorica ; o meglio : molti settentrionali sono liberisti pei prodotti che comprano e protezionisti per quelli che vendono .... Ma, ad onor del vero, devo subito soggiungere che nel settentrione c'è la piccola falange dei liberisti à tout prix, di quelli che rispettano la logica o la decenza, che si sono ribellati ed indignati sopratutto contro l'intervento e la parte rappresentata dall' on. Bossi nel Comizio di Como. Della - piccola falange si sono fatti interpetri due miei amici carissimi: Eugenio Chiesa pei repubblicani e Romeo Soldi pei socialisti (2). Giova ascoltarli e commentarli. Eugenio Chi@sa che non ha peli s_uua·lingua dice: « Il Comizio di Como tenutosi per intimare al governo di non cedere nelle trattative commerciali colla Svizzera alle costei volute riduzioni sulla tariffa di importazione dei tessuti di seta in Italia, è una delle più caratteristiche manife- · stazioni protezioniste, dove non si sa se maggiore sia il toupet dei promotori o l'ignoranza del pubblico, trascinato addirittlll a ad una cieca solidarietà contraria agli interessi generali. « Siamo da vautì ad una nazione, la Svizzera, il solo paese, capite, il solo, col quale l'Italia fa una cifra di esportazioni maggiori quattro volte tanto la cifra delle importazioni, 206 milioni di importazioni dall'Italia alla. Svizzera, contro 57 milioni dalla Svizzera in Italia 1 - tutto ciò senza nessuno di quei corrispettivi dinastici che ci mettono in uno stato di sottomissione politica senza accordarci veruna prevalenza economica. « Ebbene, alla scadenza del trattato 19 aprile 1891, i neaoziatori svizzeri di fronte alla differenza enorme chiedono ~1igliori condizioni pei loro manufatti: - ah; furfanti repubblicanelli, ve lo daremo noi, minacciare la nostra industria in cotal maniera , e , da Scalini a Bossi, dal deputato reazionario a quello socialista, su tutti fino a dire, - è il deputato del proletariato di Varese che parla - Piuttosto che si compiano riduzioni di tariffa rompiamo i trattati colla Svizzera! - Questo ginecoloBico dimentka dunque perfino la (r) Da un articolo di Edoardo Giretti rilevo _che ibi (lvanoe Bonomi) e il Tempo turatiano si siano dichiarati pel protezionismo della seta. Congratulazioni! (2) I loro articoli si trovano nell' Italia del Popolo del 9 luglio, nell'Avanti! del 10 e 14 luglio.

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