370 RIVISTA POPOLARE strati della Cassazione hanno dimostrato di avere bisogno di una lezione di diritto, che i giurati di Bergamo assolveranno l'individuo portato in processo una seconda volta in aperta violazione della legge; e fa. ranno essi quell'opera di difesa sociale che la Cassazione doveva e e.on ha saputo o voluto fare, dimostrandosi più timorosa dell' opinione pubblica i che gelm;a custode della legge. Nor ♦ Le feste di Arezzo. - Madama Italia è anch'essa una signora bennafa. nonchè viziosa, la quale, fra un adulterio e un intrigo, si concede le s11e domeniche intellettuali mezzo frivole e mezzo sbadigliose. Quelle di madama Italia, tra un pettegolezzo parlamentare e un adulterio eleUorale, son costituite dai centenari. In tali occasioni, la nobildonna si ricorda che oltre la responsabilità un po' vreoccupan te dei ~.,erri e dei Saporiti d'oggi, ell'ha quella dei poeti ed eroi di j eri ; che in faccia al consesso delle nazioni ella passa per una creatura di voluttà - oh! - artistiche e letterarie: sicchè, tanto per debito quanto per l'occhio del mondo, fatta vigile in materia di cronologia (ora lo può, cbe è gaudiosamente libera ed una), festeggia i suoi santi del calendario poetico ed eroico. Nella decorsa quindicina è stata la volta di Francesco Petrarca. Della bella festa non vogliamo nè possiamo se uon congratularci ampiamente co11 l' I tali a e con noi stessi : primo, perchè il dir male dei centenari è di cattivo genere ormai; secondo, perchè a nessun patto daremo ragione ai pochi religiosi soli tari spiriti, che vedono in una siffatta commemorazione tutto apparire, fuorchè la parte diva e reale, disincarnata da ogni contingenza mortale, del Poeta che con la suggestione della musica ci liberò, nei momenti ebri, dalle mortali contingenze e miserie: e che; se qualcosa in certi centenari rifulga, vedono rifulgervi .:iuel tradizionale spirito di municipalità pur esso così simpatico, che j Comuni lasciarono in eredità latente alle città della Toscana e che oggi pago gioisce in A.rezzo. Ai sottilizzanti, è vero, anche i più solenni fatti presentano delle sfumature delicatamente goffe, non esclusa questa glorificazione d'un poeta sovrano, che si chinde col tiro al piccione e il concorso delle bande comnnali ; ma noi uon sottilizziamo, e diciamo anche noi ave al Poeta. Il lettore ringrazi non noi, ma lo spazio e relativo aggettivo di tiranno, se nou ci aubandoniamo a u11a pantagruelica orgia d' erudizione; giacchè 'i centenari menano con sè l'erudi7.ione d'occasione. Moriamo di voglia, certo, di ricostl'II ire pezzo a pezzo la figura di colui che i pr:,ti delle tipografie dei giornali sono in grado oggi di salutare solivagus ac liber, e per di p'iù precursore dell'umanesimo, tirando, essi proti, una bella linea dritta dritta e professoralrnente grossolana tra il Rinascimento e qnel calunniato quanto adorabile Evo .Medio che guardò l'uni verso con gli occhi di san Francesco , l' antichità con lo sguardo della leggenda, Dio con la serafica estasi dei Santi Padri , e apprestò alla lirica di Dante e del Poliziano l' elemento popolare, cioè vivo : la figura , aggiungiamo, del sapien~e multiforme che i suoi contemporanei stimarono più come autore delle epistole dotte, ciascuna delle quali rappresentava per loro una istrnttiva monografia su l' antichità, che come poeta volgare; che, rampognatore aspro dei copisti, iniziò la critica dei testi; numismatico, donava a Carlo IV una preziosa collezione con un austero mònito; geografo , esplorò le città e i piani ora dalla vetta del Ventoux, ora dalle vòlte delle terme di Diocleziano, e fo l' autore d'un primo tentativo cartografico; politico, scrisse il trattato sul Governo della Republica ; filosofo, risalì con Agostino all'idealismo platonico; e, se non fu un commediografo come pure è fama, pare sia stato anche botanico. .Ma niente erudizione. Noi salutiamo un, grande, per una volta almeno, insieme all'Italia idolatra. Egli ebbe certo, come vuole il de Sanctis, la sua « parte terrestre ». Egli non pareggiò nel volo il Titano a lui quasi contemporaneo : chè il Petrarca resta nella intellettu::ile sfera ove ancor sm1sistono il contrasto e il dissidio; e il dissidio tra il mondo pagano e il cristiano durò inconciliato nel pensoso che, mentre non si peritò di contemplare le glorie della vita futura più col Sogno di Scipione e col Pedone che con la Bibbia, dinanzi al « cane rabbioso Averroe » si ritrae nella più combatti va ortodossia : là dove Dante i dne mondi afferrò e conciliò, mirando oltre ad entrambi, alla suprema Conoscenza a traverso il supremo Amore. Ma il contrasto, nell'artista sommo che restò umano, divenne .fiume di melodia, avvolgente sonoro fiume, cantosple11didio1' vitro; il dis:;idio, sbocciato nell'amore per Laura, si fece verso animatore e rivelatore, dalle cadenze e risonanze chiamanti dai profondi dei cuori l'eco infinita del sentimento; gli angeli e i dèmoni del mondo emotivo ebbero il loro mago, il maliardo deU'espressione: la lirica d' Italia, un Padre. E l'imagine di questo Padre è passata oggi dopo sei secoli, nel breve baccanale, innanzi agli occhi del gran volgo che non lo cercarono, acclamata dai non ascetici borghesi che giammai chiederanno al Oanzonie,re l'ora del rapimento e dell'oblio. Doma11i i così detti studiosi della penisola, non sordi. ahimè!, all'incitamento dell'on.Orlando, torneranno a. tutt'uorno al. filologico travaglio intorno il Libro limpido e canoro: e l'abbondante prole minorenne degli studiosi ne trarrà.--per le ottenute dai babbi cattedre rd incarichi - abiti da marinaio ed emolumento di maccheroni. Solo qualche disdegnosa anima, ferita tlal contatto turpe della piccola gente giornaliera, riavrà suo, realmente suo, nella solitudine, il musico della parola italiana dal verso che g11arisce e consola. FR. GAETA. -------- Tra i tanti at·ticoli, che .per assoluta mancanza di spazio, benchè composti siamo costretti a rimandare ad altro numero ce n'è uno di un nostro caro collaboratore ordinario, Antonio Agresti, sul Padamenta,·ismo, che non rispecchia le _nostre idee, ma che è notevole. Di questo solo, e non di parecchi altri articoli che non possiamo oggi pubb.licare, fa<.:ciamo speciale menzione affinché i nostri amici e lettot·i non suppongano che !'Agresti abbia pensato a manifestare tardivamente le proprie idee. N. d. R. li I li 11111111 Il 11111 lii 11111 li 1111111111 lii 1111111 tllll li lii 111111111111111111111111111111 Sdegnei malumodriiliberistiitaliani ---~---- Le notizie che si hanno e che si credono. conformi alla realra sul trattato di commercio concluso colla Svizzera hanno prodotto effetti, che sembrano strani a coJcro che non conoscono ·il cuore umano e che ignorano la potenza della molla degli in teressi reali. Questa molla per poco che venga compressa scatta irresistibilmente ; e se si pone un contrasto trn I.e teorie elaborate astrattamente nello studio o enunziate dalla cattedra da un professorone e i fatti della vita reale la mo'lla scattando manda a gambe in aria le teorie e proclama anche con una certa brutalitù il trionfo dei fatti. La molla degli interessi, ad esempio, sta producendo un grande rivolgimento in Inghilterra nel campo della politica doganale; rivolgimento appena designatosi e che non ha ancora io suo favore tutte le condizioni pel successo ; ma che sarebbe sembrato, in ogni modo, ridicolo, assurdo, inverosimile ai teorici. del liberismo di venti anni fa - ai Farrar, ai Fawcett e C.i - che non furono abbastanza ammaestrati dall' umiliante fallimento delle loro burbanzose previsioni. E per procedere con ordine e venire a chiare
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