368 RIVISTA POPOLARE governo d'inferocire più del solito contro gli elementi, che vcgliono tenere alto il sentimento dell'italianità. Che si tratti di pretest~ risulta evidente dallo i llela{alescioglimento della Società di ginnastica. In It.alia, però, non mancano quelli che colla loro attitudine riescono, certo contro la loro intenzione, a dare parvenza di giustificazione alla reazione austriaca. La disgra ziata candidatura del generale Ricciotti Garibaldi posta con leggerezza e con fretta nel Collegio di Montecorvino Rvvella (Salerno) ha dato occasione al candidato di fare dei discorsi bellicosi e di affermare che ha pronti 40000 giovani, che lo seguirebbero sulle Alpi Giulie. E dire che Garibaldi , il grande, nel Tirolo non potè condurne che appena 30000.... e come armati! Dubitiamo forte, intanto, che tra gl'ipotetici-molto ipotetici - 40000 garibaldini .... territoriali ce ne siano molti tra gli elettori , che vogliono mandarlo a Montecitorio. E prima cbe con questi discorsi , per lo meno imprudenti , Ricciotti Garibaldi ha aiµtato involontariamente l'imperiale governo di Vienna tentando l'emissione di buoni di una lira in nome della l?ederazione Popolare Nazionale pro Italia I1·redente. Noi conoscevamo quest.a insensata emissione ; ·ma non ne avevamo parlato perchè ci sembrava di farla da denunciatori. Non abbiamo più ragione per tacere ora che alcuni buoni ·sono stati sequestrati dalla polizia a Trie8te e che nella Vita Internazionale l'amjco Moneta ne ha parlato e ne ha riprodotto il f'ric simile polemizzando vivacemente con Ricciotti Garibaldi (n.0 del 20 lugEo). Chiamammo insensato il tentativo eli emissione di 'luesti buoni, perchè non riusciamo ad immaginare a questi chiari di luna e colla nota taccagneria jtaliana si possa riuscire a raccogliere una somma non del tutto irrisoria per una impresa guerresca. Tali emis sioni fallirono quando vennero fatte da uomini, che rispondevano al nome di Ginseppe Mazzini e di Gi11seppe Garibaldi; quando c'erano sottoscrittori di centinaia di migliaia di lire .... Figuriamoci ora ! Riusciranno a raccogliere tanto da poter con,prare pifferi e grancasse .... D'altra parte i tedeschi ad Innsbrtick hanno rinnovato le gesta brigantesche di altra volta contro gli studenti italiani. Di questi evisodi traggono ragione di gioia e di compjacimento gl' i1'1·edentisti focosi, che vorrebbero dichiarare la guerra all'Austria Ungheria. Noi, si comprende, in quei tri8ti avveniment.i troviamo ragione di rammarico e di timori. Ma quanto pjù scabrosa si rende la situazione per colpa principale del governo austro-ungarico, cui prestano qualche ausilio i nostri irredentisti colle lorn ciarle e colle 111illanterie, tanto più ci crediamo nel dovm·e d'insistere nella nostra campagna, che mira a svongiurare i gravis8imi danni di una guerra. Dell'opera nostra non siamo poi malcontenti dal punto di vista del successo jn Italia. Non solo i socialisti, ma quasi tutti i repubblicani, oramai seguono il nostro modo di vedere; e alla testa del movimento antibellico con giusta percezione degli interessi veri della democrazia sta l'Italia del Popolo di Milano. I vi tra altro abbiamo visto riprodotto un brano di uno scritto dell'illustre no.:-;troamico e maestro Gabriele Rosa, che ~ollima meravigliosamente con ciò che da tanti anni ~osteniamo. L'antico galeotto dello Spielberg 11el 1894 seri veva: « Gl'irredentisti europei devono volgere i loro conati a sollecitare coi liberali radicali, coi socialisti , colle società operaie, l'avvenimento degli Stati Uniti europei, in seno ai quali non solo risolverannosi le loro aspirazioni per l'autonomia, rna anche le qnestioni economiche. Perché, come nella grande estensione degli Stati Uniti non sono chiostre doganali fra Stato e Stato, ma domina libertà commerciale, libertà che il governo di Washington va estendendo a tutto il continente americano, nell'Europa risolverannosi le quistioni doganali e dovrà cadere il muro artificiale di Méline e degli altri monopolisti. Avanti alJa soiuzione di tal quistione europea , snlla soglia degli Stati-Uniti europei, anche lmbriani raJlenterà la foga per 'l'rento e per Trieste. Ed i vari parti ti per la politica estera cl elle singole regioni europee; si concilieranno. » La federaz.ione : ecco la nostra suprema aspirazione. Nella federazione gl' italiani dell' Anstria-Ungheria, pochi numericamente, ma forti della loro più elevata civiltà potrebbero trovare tu t,te le condizioni per una evoluzione sana, pacifica, progressiva. E l'urto delle varie nazionalità nel vicino impero fatalmente condurrà. al trionfo del regime federale. In questa trasformazione sta la maggiore convenienza dell'Italia. Lo 8fasciamento dell'impero da tanti incautamente vagheggiato condurrebbe la Germania a Trieste. E non è nemmeno immagina.bile ciò cbe dovremmo attenderci dallo chaiivinisme tedesco. Ciò che es8o opera nel granducato di Posen per distrurvi il sentimento nazionale polacco non JJUÒ che darcene una pallida idea ! Non vogliamo chiudere q Lle:3tostelloncino corn,acrato all'frre.dentismo senza far menzione della inchiesta che Il Regno di Firenze ba intrapreso sui rapporti fra l'Austria e l'Italia. Fra le risposte sinora pubblicate si avvicinano maggiormente al nostro modo di vedere qnelle del senatore Tancredi Canonico, di Luigi Cesana direttore del 1lfessaggero , del signor Carlo Piacei ecc. Questi ha riferito schiettamente il parere di nn ufficiale snperiore che gli disse : « E' follia incoraggiare , o anche tollerare che si estenda pel paese questo stato di animosità verso l'Austria se dopo, a un momento dato, non si ha l'intenzione di sostenerlo cJn nn intervento militare. Ora siamo noi preparati per una guerra vittoriosa? In confidenza le dirò cbe quando a principio di marzo la situazione tra l'Austria e noi era specialmente tesa, per non dire allarmante, io ero preoccupatissimo. Poichè noialtri militari soltanto sapevamo l'esatto stato delle cose, le condizioni precise in cui trovavansi esercito e marina. Oggi , dopo le pubbiiche critiche del Ricotti, del Candi ani, del P'l-1umbo, del Taverna, ecc. le illu.~ioni non possono esistere neanche per i profani! » Un diplomatico , che il Piacei dichiara fine e penetrante gli rispose: 4 Se 1' A11stria non esistesse bisognerebbe inventarla. E' un motto vecchio, ma sempre più vero. L'Italia, quand'anche uscisse vittoriosa da nn conflitto armato, farebbe la maggiore stoltezza del mondo, cc,ntribueudo alla diminnzione di una potenza intermedia tanto necessaria al1' equilibrio e11ropeo, tanto utile particolarmente a noialtri italiani, che saremmo i primi ad essere inghiottiti se un'eventuale egemonia della Germania si stabilisse in Europa. Stuzzicare l'Austria a furia di colpi di spillo irredentisti è cosa azzardata, se non pericolosa. > E' q nanto andiamo predicando da dieci anni! N0tiamo questa particolarità amena : i letterati di profe::isione nelle loro risposte si rivelano i piu irredentisti beJlicosi o i più inconclndenti .... ♦ Tattica tolstoiana e polemiche del partito repubblicano italiano - Del nostro partito non ci occupiamo da parecchio tempo , perchè ben poco avevamo da dire sul s110conto. C' era da lodare la sua attitudine nella quistione dell' frredentismo; e noi la lodammo. Dopo vennero polemiche ingrate, sulle quali avremmo preferito tacere; ma rompiamo il silenzio perchè comincia ad essere inter petra to in modo equivoco. · Le polemiche ingrate sono state quelle sulla discussione del disegno di le,g?;e d' iniziativa parlamentare sul suffragio universale svolto mcigistralmente dall' a- . mico Mirabelli.
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