390 RIVISTA POPOLARE del proprio io; e malgrado gli innumerevoli automobili che ansano per le sue strade , rimane tutta dentro il medioevo , giacchè il medioevo è l' era ad essa congeniale. I tempi mutano solo se mutano gli t1omini , e invece di dividere molto superficialmente la storia in antichità, medioevo e tempi moderni, avrebbe più profondo senso una divisione in ellenismo, romanesimo e germanesimo. L' ellenismo si spegne intorno al 200 A. C. e Roma domina inl:ontrastata sei secoli finchè, nel periodo delle grandi migrazioni, sopraggiunge la nuova ondata rinnovatrice, il' germanesimo. Ma tutto il medioevo è ancora romano, e chi vorrebbe affermare che il medioevo sia oggi chiuso ? La chiesa cattolica è l'erede dell'antico impero col suo tesoro di valori millenari, ed essa sta ancora fermissima. Il dominio spirituale di Roma , ecco la caretteristica del medioevo beo del più dominio di casta rinnovantesi in tutti i tempi. L'essenziale del medioevo è lo spirito del romanesimo che abbassa e riduce l'uomo a un concetto di diritto. I tempi nuovi cominciarono in Italia col rinascimento quando sangue germanico colò nelle vene degli Italici questi servi ereditari di Roma; essi cominciarono, si noti, ma non si compirono e non si compiranno mai perchè il cielo di Roma grava troppo da presso sull' [talia. Il seeno essenziale del tempo moderno è l'accresciuto senso della personalità e della responsabilita, e ciò è germanico. L' ellenesimo lo possedeva , ma il romanesimo lo mandò sommerso; esso non conobbe e non conosce uomini, ma solo istituzioni. L' Italia del secolo ventesimo è rimasta ,in eiò la figlia di Roma, del medioevo, ritardataria malgrado tutti i successl della tecnica. Certo, la vita nei paesi mediterranei é rimasta sempre in qualche modo paganamente sciolta , ed è ciò che le dà una brillante apparenza d1 libertà ; ma guai se questa libertà vuoi scendere nel profondo e chiedere diritti garantiti, autenticati; allora app"re tutta l'intolleranza del tipo latino. Il tedesco sembra esteriormente più chiuso e ristretto ; egli vuol constatare un diritto morale prima di concedere una libertà ma una volta concessala ne accetta tutte le conseguenze. Il medioevo è nel sangue degli italiani e ciò appare particolarmente nel culto di Dante che è piuttosto una dantomania. In Dante è appunlo rappresentatala~ Weltanschauung >t del medioevo, la concezione romana-medioevale del mondo, e niente più. Gli manca la vera grandezza, la grandezza feconda creatrice o presaga del nuovo. In Dante vi pu6 esser stato sangue germanico; ma in lui l'etrusco romanizzato prendeva il sopravvento; egli è solo giudice, è un littore romano ed è un inquisitore secondo le regole di S:rn Domenico e di San Francesco; e quest'uomo è l'idolo degli italiani, e la sua opera la loro bibbia I E' questo un segno certo ch'essi sono com'egli era, ancora impigliati nel medioevo; per essi come per lui l' individuo non conta; conta il diritto romano, la chiesa romana. Da ciò anche l'impossibilità per il protestantismo di farsi strada in Italia. ( Deutschland, luglio) Per la miglior compren~ione d' un tale articolo , che riprodnciamo in parte anche a· titolo di curiosità va detto che « Deutschland • è la rivista fondat-c dall'ex-gesuita conte Hoensbroech per combattere il cattolicismo. N. d. T. ♦ Federico 'N.,aumann: Va in rovina l'agricoltura negli stati industriali?. - Che ìl moderno stato industriale muti il tipo della cultura agricola è evidente; basta pensare alla trasformazione subita in questi ultimi tempi dai villaggi; ma mutamento e rovina son due cose diverse; salvo che molte volte quando una classe é costretta a trasformarsi grida come se dovesse morire. Così avviene ora da parte degli agricoltori. Qualche cifra contribuirà a dimostrare che l'industria non ammazza l'agricoltura, ma anzi ne favorisce lo sviluppo. Prendiamo l' austria-Ungheria. Essa è rimasta in misura molto maggiore della Germania, uno stato agricolo. Ne seseguitebbe che l'agricoltura dovrebbe esservi più fiorente che in Germania. Essa dispone di una superficie coltivabile superiore di 80.000 chmq. a quella della Germania e il sue suolo è in media anche più fertile. Ma si vedano le cifre. Cominciamo dal bestiame. Austria-Ungheria Germania Cavalli, asini 4.200.000 4.200.000 Bovini 16.800.000 19.000.000 ( + 2.200.000) Pecore e capre 17.400.000 12.900.000 (- 4.500.000) Maiali 11.600.000 16.760.000 ( + 5.160.000) Dunque lo sta.to piu piccolo e pìù industriale possiede molti più buoi e maiali. Solo nell'allevamento delle pecore lo stato industriale la cede all'agricolo. Per una cultura estensiva della pecora il suolo tedesco è diventato troppo prezioso; ma i due principali prodotti, il bue e il por..:o, prosperano meglio là dove, con la maggior popolazione e con la massa industriale, cresce il bisogno di carne. Calcolato per chmq. il vantaggio dell'Austria-Ungheria per le pecore discende a poca cosa. L' agricola Austria ha a un dipresso il bestiame che la Germania aveva vent' anni fa quando la sua industrializzazion ! non era ancora cosi avanzata. Veniamo a prodotti del campo calcolati, sulle medie dei raccolti in milioni di quintali. Austria-Ungheria Germania Frumanto e orzo 79 75 (- 4) Segale 34 95 ( + 61) Avena. 29 75 (+ 46) Maiz 43 - (~ 43) Patate 166 435 (+239) Questa tabella, per quanto incompleta, produce ancor maggiore impressione della prima. Il vantaggio deJa Germania è sorprendente ; il paese più piccolo, ma più industriale, costringe il proprio suolo a rendere di più, e impiegandoci un minor numero d'uomini, giacchè la popolazione agricola in Austria e il 60 oro della popolaziooe totale, cioè circa 27 milioni, mentre in Germania il 3 5, 8 O[O cioè cirna 20 milioni. E' l' effetto dello spirito e dei metodi industriali penetrati fra le masse agricole. Non è senza interesse sotto tale espetto esaminare le cifre del bastiame di vari altri stati per chmq. Austria-Ungheria Inghilterra Francia Italia Germania Oianda Belgio Cavali Buoi 6,2 25 6,4 36 0,5 7,0 7,8 8,5 9,6 Danimarca 11,3 43 Questa tabella non depone in favore agricolo. Ma ciò a parte. Porci 12 12 6 3 I 22 40 30 Pecore 26 93 21 del protezionismo Essa palesa un certo rapporto costante fra sviluppo di civiltà e produzione agricola. Naturalmente le cifre non vanno prese schematicamente. Le condizioni naturali dei paesi sono diversissime. L'Inghilterra era e resta il paese del pascolo e i paesi sul mare del nord hanno grandi vantaggi naturali. Tuttavia non si possono leggere le cifre del Belgio senza pensare alla elevata istruzione agricola de' suoi contadini. Là dove il traffico si concentra dove, dove i grandi porti si susseguono, dove si trasporta e si lavora in massa il minerale di ferro, si ha anche il massimo di bestiame. E se gli Stati. Uniti producono quantità prodigiose di bestiame e,
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