Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 14 - 31 luglio 1904

RIVISTA POPOLARE 389 di questi mali potrel,bero essere rimediati se il Kaiser ci si mettesse di buona volontà, ma sotto questo punto di vista l'Imperatore è un reazionario di prim'ordine, ed i perdoni e le grazie che concede cosi facilmente ai piu scandalosi colpevoli sono di cattivo :rngurio per l'avvenire. Il Kronpinz. pure è stato educato con questi concetti. Chi ci può dire se non ci vorrà un altro ~ Jena i, per ridare quella forza morale all'esercito tedesco, che fu, probabilmente, il fattore principale che lo condusse di vittoria in vittoria nella lotta gigantesca contro la Francia una generazione fa. (North American 'R,Juiew, Luglio 1904). ♦ La scuola e la vita. - A11che quest'anno una serie di temi pretenziosi nella forma, ma vuoti nella sostanza, han dato luogo a vivaci discussioni nella stampa e rilevato una volta di più il generale malcontento che è in tutti radicato sulla funzione della scuola secondaria italiana. Si potrebbe veramente osservare che queste costatazioni sullo stato della istruzione secondaria e que<;ti lamtnti che ne sono la conseguenza, si ripetono periodicamente e, pur troppo , non servono ad altro che ad accertare il male profondo ed a sentire poi ripetere altrettante volte dal Governo la promessa di provvedere, la assicurazione di studi iniziati e bene avviati ~ promesse e studi che cadono poi nel vuoto: A chi conosca come procedono le cose ed in quali condizioni sieno le scuole e gli insegnanti, appare chiaro da molto tempo quali sieno le cause principali del male che si deplora. E queste cause si dividono io due ordini; l' uno di cause principali, l'altro di cause minori, ma tuttavia efficienti. Le cause principali stanno sopratutto nel modo con cui è fatta la educazione e la istruzione di coloro che diventer rnno insegnanti nelle scuole secondarie. Escono la maggior parte dalle Facoltà di lettere, dove si insegnano e si imparano senza dubbio, mercè la valentia dei professori , molte belle ed importanti cose, ma mantenendo insegnanti ed alunni affatto estranei alla vita che si vive. La Facoltà di lettere (e non si discuterà se come tale debba esser cosi e non possa che esser cosi) vive in un mondo lontano, si pasce di un cibo che non è nutriente se non per poche persone, osserva, analizza, studia fatti, interessanti quanto si vuole, ma affatto estranei a tutta la vitit odierna. Il che non sarehbe gran fatto male, se poi non èesse il contingente maggiore di insegnanti, i quali si troveranno ben pre ,to a contatto con una scolaresca che, per mille cau,:;e che non o-:- corre enumerare, vive della vita di tutti i giorni, ne sente il palpito, ha la curiosità di sentirsela spiegat:i, sia pure da elevati punti di visLa, ed invece tutto il giorno riceve dall' insegnante un nutrimento intellettuale che sarà tuttu ambrosia e nettare, ma non è cibo che per il momento possa far comprendere all'alunno se e quanto gli sia utile la scuola. Nè di ciò vanno rimproverati gi' insegnanti , i quali non possono dar che quello che contengono; e, nutriti di ambrosia e tìettare, questi soli finissimi cibi possono alla loro volta apprestare ai loro alunni. Il rimedio appare chiaro : bisogna cominciare a reclutare i professori delle scuole secondarie, altrimenti che non si faccia ora; e se il Ministro si convincerà di questa essenziale necessiLà dovrà prima di tutto risolvere questo problema fonJamentale: come si devono fare gli insegnatiti della scuola secondaria? La seconda causa del cattivo slato delle scuole secondarie è che essa è straordinariamente noiosa ; specialmente nel liceo. Ed e noiosa perchè è annoiato l'insegnante, il quale nulla fa per non lasciar trasparire la sua noia; si intende che vi sono eccezioni, ma esse non turbano la regola. Nulla nel liceo, parliamo di questo perchè ivi la noia è allo stato acuto, nulla nel liceo è atto a far anc:he un poco vibrare l' anima dell' alunno, anima sempre esuberante, che sarebbe cosi facile appassionare, ma che è costretta a rimaner fredda e chiusa perchè freddo e chiuso si mostra l'insegnante. Questi ha nel suo interno troppi crucci, troppe difficoltà, troppi disinganni per poter ritenere la scuola come parte della sua vita : mal pagato, senza carriera davanti a sè, non può avere che un pensiero : cercare altre fonti di guadagn0 affine di riparare alle notorie deficienze dello stipendio. La scuola che , nella solita soffocante _rettorica , dovrebbe rappresentare l'apostolato santo del maestro, che d?vrebbe essere una nobile missione , è invece un gran peso e che tale sia l'insegnante non nasconde all'alunno. E l'alunno avverte che troppo spesso l' insegnante non ha voglia ; che è affaticato, che dà dei componimenti in classe, perchè intanto corregge quelli di altre scuole dove insegna .... in somma si infiltra nel convincimento dello scolare che il professore fa un grande sacrifizio. Il fatto che i profe<,sori delle scuole secon larie esigono che il Ministro provvc'da ai loro stipendi separatamente dalla riforma della scuola, rispecchia la situazione che può essere dolorosa, umiliante anche, ma è la vera: l'insegnante cioè ha poca stima e poca fede nella scuola , perchè non gli. dà abbastanza da vivere, mentre pretenlle di avere tuLta l'anima sua. Qui il rimedio è chiaro ma anche semplice : pagare gli insegnanti in modo conveniente. Delle molteplici cause minori accenneremo da alcune che non hanno bisogno di illustrazioni, basta indicarle , - classi troppo affollate ; un insegnante di ginnasio e di liceo non dovrebbe avere mai piu di venticinque alunni, se si vuole che veramènte gli alunni ricavino profitto dalla scuola ;-locali spesso disadatti, talvolta indecenti ; - come pretendere che insegnanti ed alunni amino la scuola se Governo, Provincia e Comune mostrano di non amarla ? Il poco che si è fatto per migliorare i locali è una goccia nel mare a paragone del bisogno. Mancanza di un direttore che abbia sugli insegnanti un grande ascendente per cultura, per capacità .... e per stipendio. In genere i professori sono uomini non facili a governarsi; perchè sotto tutti gli aspetti compiano il loro dovere hanno bisogno di essere diretti ; ora la direzione non pnò essere assunta da un primus in' er pares, occorre un vero superiore, che sappia, che visiti, e che possa imporre il dovere. Lo può un preside di liceo, che è costretto a copiare gli avvisi d t affigcrersi nell' album, perchè non ha un copista a sua dispo- o . sisiooe? Un preside, che spesso non ha altre qualità che quella di non poter più far lezione e non aver l' età per il ritiro ? E poi occorrono ispezioni frequenti, vive, di persone pratiche che sveglino i dormienti, che stimulioo tardigradi, che incoraggino i buoni Ma non si perde il tempo a parlare di rìforme nella istruzione? Meno male che il mondo cammina da sè, e i padri di famiglia cominciano a capire che non è nella scuola che i figli imparano quello che hanno bisogno di sapere. (L'Economista, 17 luglio) ♦ D.r Eduard voti Meyer: Vivente Medioevo in Italia. - L'Italia è fierissima del contributo da essa apportato al progresso tecnico. Essa non ha solo da porre innanzi il nome del Galild, ma con Galvani, Volta e Marconi si seote la patria dell'elettricità. Ma la tecnica non sostituisce da sola la modernità di un paese, e l'Italia malgrado la tecnica 1Jon è moderna; essa guarda convulsivamente all'indietro, o meglio è sprofondato nella contemplazione del proprio ombelliw o

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