Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 14 - 31 luglio 1904

RIVISTA POPOLARE 377 forze individnali di lavoro, ma appartengono ai produttori. Ed ecco il manifosto del 19 febbraio, il quale concede ai lavoratori il libero possesso della terra, strumento del lavoro. Il manifesto, lagalizzando le relazioni territoriali poggiate sulla consuetudine, ed elaborate da lunghi secoli di attività economica, mirava ad accrescere la produttività del lavoro agricolo e quindi il benessere di tutto il popolo. « Per assicurare il loro benessere (dei cont~dini) e insieme l'adempimento dei loro obblighi verso il governo, essi avranno in perpetuo usufrutto una quantità di terra arabile con gli appezzamenti annessi, determinati dai dispoHiti vi ..... Lavorino coscienziosamente la terra e ne raccolgano i fruttì per ottenere il seme destinato alla terra, che ricevettero in usufrutto o in piena proprietà..... Fatti il segno della croce, popolo ortodosso e con noi invoca le benedizione di Dio sul tno lavoro libero, pegno del tuo benessere domestico e della prosperita sociale ». ♦ Senonchè il principio e0onornico del manifesto era in aperta contraddizione col principio informatore della produzione capitalista, dominante nel resto d' Europa. Il capitale - è sempre il nostro autore marxista che parla-espropria i singoli produttori, toglie loro i mezzi isolati di produzione per concentrarli in poche mani, trasforma in istrumenti sociali gli strumenti indivi- . duali del lavoro, onde il prodotto non appartiene più al lavoratore, che lo crea; ma al capitalista, che lo vende sul mercato. La prodnzione capitalista scinde così la società in due classi : una soddisfa in grado via via scemante i propri bisogni, l' altra consegne una parte sempre maggiore di prodotto. Man mano che i mezzi di produzione si accentrano presso i ca - pitali!:lti, aumentano pure la divisione tecnica e la produttivita del lavoro, e si rendono disponibili e inattive molte forze lavoratrici. Gli operai devono contare sulla vendita di una parte sempre crescente di prodotto per soddisfare insieme col bisogno specifico, a cui quel prodotto si riferisce, gli altri bisogni, a cui prima direttamente provvedevano col lavoro personale. Appena il legislatore russo ebbe propugnata la forma economica nella quale lo strumento di produzione appartiene al produttore, la forma capitalista entrò in lotta colla prima mediante le strade ferrate, gli stabi liruenti di credito e le fabbriche. Rarebbe difficile seguir l'autore nelle minuziose analisi circa l'azione deleteria delle prime due specie d' imprese, limitiamoci alla terza,. L'anno 1861 sconvolse l'indastria manifatturiera, e in particolare le ind11strie tess.ili. Cessato il lavoro gratuito dei servi, si elevò la domanda dei manufatti. La tecnica progredita dell' Europa occidentale si offri va gratuitamente ai capitalisti russi, i quali non dovevano più stillarsi il cervello attorno agli impianti e ai metodi di fabbricazione. E, vantaggio ancor più notevole, essi avevano sul posto, nella stessa regione mescovita, una popolazione operaia gia abile e destra. Sicchè riuscì loro facile organizzar le fabbriche, e le tessiture meccalliche si diffusero nei distretti di Kolomma, Serpochov, Dmitrowsk, Mosca, determinando la graduale sparizione dei proprietari-artigiani. Iniziata la separazione dell'industria dell'agricoltura, questa non tarda a risentirne i sinistri effetti. L' agricoltura cavitalista tende a scemar le spese : introduce le macchine, modifica i sistemi di col tura, limita i salari al tempo di lavoro, trasformando l'operaio permanente in avventizio. Il contadino, che.prima passa va le giornate invernali a preparar le stoffe di lana pet· sè e la famiglia, deve ora comprarselé, perchè la fab- . brica lo costrinse a relegar tra gli oggetti inutili l'~spo e il telaio a mano. E poichè il salario agricolo non basta ai primi bisogni della vita, egli emigra in citta. Intanto si estendono i campi a danno dei pascoli. si abbatton le foreste, il bestiame diminuisce e la scarsità del concime impoverisce il suolo: si finisce col dar la terra a locazione o coll'ipotecarla: il numero dei diseredati aumenta. In altri termini l'agricoltara decade e il paese agricolo diventa industriale, lasciando alle < regioni indnstrialmente meno· progredite la cura di fornir il grano, il cotone, il lino, la canapa, os:;ia i principali mezzi di nutrimento e le materie prime dell'industria : in cambio il paese industriale offre i manufatti. Ma per comprare i manufatti occorre procurarsi il danaro e µerciò occorre vendere il grano. È necessario qui esaminare il movimento delle derrate agrarie e dei manufatti. ♦ Il prodotto di lavori estivi, raccolto in autunno, alimenta la vita economica di tutto l'anno. In agosto e principalmente in settembre fervono gli acquisti di prodotti agricoli in tutti i mercati della Russia. Le compere si fanno in gran parte a contanti, e da Pietroburgo, centro del commercio granario, si moltiplicano le richieste e gli ordini di.pagameto verso l'in te~no. Gli acquirenti di provincia ritirano il danaro dei conti correnti presso le Banche di Pietroburgo o tolgon danaro a prestito su deposito di rendita pub - blica, di azioni e obbligazioni industriali. Una massa enorme di danaro finisce dalla capitale alle regioni interne, mentre la banca di stato rimedia alla scarsezza di moneta metallica con emissione di higlietti. Dall'importazione di danaro e dai prestiti le banche traggono lui ti profitti , che vanno in fin dei conti a ricadere sui contadini. Il grano comprato si esporta o si spedisce ai maggiori centri di consumo: aumenta il traffico sulle strade ferrate. E qui deve osservarsi che le strade ferrate russe devono la propria esistenza ai contadini. Xnfatti la circolazione dei viaggiatori è in massima parte transito di contadini, che non potendo vi vere colle quote di terreno luro spettanti, migrane in cerca di ìavoro. D'altro canto poi il trasporto di merci si riduce al trasporto di derrate agrarie ottenute col lavoro di contadini sicché in ultima analisi son costoro che pagano i gnadagni delle strade ferrate. Anche gli speculatori., che si dedicano al commercio dei grani, arricchiscono a spese del lavoratore agricolo. Rivendendo il ·grano essi rientrano in possesso del danaro speso e guadagnano un forte plus-valore. Possono

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