Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 13 - 15 luglio 1904

340 RIVISTA POPOLARE miei collaboratori, compagni nelle aspre battaglie che combattemmo insieme. Ciò può parere non logico, se si tiene conto della maggioranza compa.t,ta, che ha seguito e segue la nostra bandiera, ma ciò è necessario per il bene della Repubblica. Il mese di novembre, non mi vedrà più al palazzo di piazza Beauveu. » I nemici della repubblica in Italia sperarono sempre che dalla Francia venissero esempi da poterla discreditare; d'oltr' Alpi invece da alcuni - anni ci pen·engono notizie di atti che servono a rialzare enormemente il credito del regime rappresentativo e delle istituzioni repubblicane. ♦ Per l'antipa.1:lamentarismo di Rastignac. - Nella 1.'ribim1i del 2 Luglio Rastignac risponde alla parte dello stelloncino: E dalli al Pm·lamento ! pubblicato in questa medesima rubrica nella Rivista del 15 Giugno, che noi non abbiamo avuto la premnra poco delicata di mandargli segnata in rosso e azz11rro per la semplice ragione, che m1rndiamo sempre la Rivista al giornale in cui egli collabora e che il niandarla segnata ci sarebbe sembrata una provocazione, che non era nelle nostre intenzioni. Pas::iiamo sopra a qualche punta c0ntro la forma letteraria nostra perchè riconosciamo ch'essa è davvero deficiente; ma provando rammarico pel fatto, che non sappiamo scrivere meglio non ne siamo, però, desolati sapendo che i lettori non cercano nelle nostre pagine le preziosità letterarie e veniamo alla sostanza della sua risposta. Rastignac dice: 1 ° non cercò mai di entrare a Mòntecitorio, ma, invece, quando un collegio gli fu offerto lo buttò dalla finestra con una lettefa di vitupero contro gli elettori; 2° non dissimulò mai l'avversione sua al parlamentarismo. In q nan to alla prima osservazione ci preme dichia rare che ci avevano assicurato che anche Rastignlic era stato al tra volta alla ricerca affannosa di un Collegio. Egli afferma il contrario e noi prendiamo atto della smentita dolenti di esserci ingannati contando sulle asserzioni altrui. Ma questo è un incidente di scarso valore di fronte al contenuto del precedente nostro stelloncino I nomi di coloro che vituperano il parlamento pur desiderando e tentando di farne parte hanno una importanza deì tutto secondaria ; ne ha una massima il fatto che il vituperio trovi ospitalità sistematicamente in uno dei più autorevoli giornali d'Italia e che rappresenta 11na delle maggiori correnti parhmentari. E Rastignac confe~sa che noi non ci eravamo ingannati nell' apprezzare alcuni suoi articoli recenti. Nè egli, come qualcuno potrebbe supporre, cer~a distinguere tra regime rappresentativo e parlameutarismo, ritenendo il secondo una degenerazione del primo. E Rastignac dichiara che egli scrive non preoccupandosi di altro che di f afre son bon plaisfr ; e non saremo hoi ad additare ad un pubblicista del suo valore un compito più elevato. Ci permettiamo. però, di ricordargli che della campagna sua antiparlamentare qualche brutto giorno potrebbe pentirsi, come_all'indomani del delitto di Bresci si pentì dell'apologia che aveva fatto dell'anarchismo e dei delitti anarchici non ricordiamo bene se in occasione dello assassinio dell'Imperatrice d' Austria o di Canovas del Ca.stillo. Per un monento, almeno, egli dovette pentirsi di scrivere semplicemente pour fafre son bon plaisfr. ♦ 'l'olstoi conti·o la guerra. - La voce fiera che da Isnaia Poliana s'è levata tante volte a rimproverare agli uomini colpe, vergogne ed errori; s'è alzata ancora una volta, in un momento tragicamente solenne, e ha squillato attraverso l'Europa un'altra parola di verità. - Abbasso la guerra - dice il vecchio pensatore; abbasso la guerra che è delitto di popoli , che è barbarie, che è ferocia , abbasso la guerra che è la contradizione stridente di ciò che noi chiamiamo civiltà a?ba_sso_ la. ~uerra che. è la negazione di quelle reli' g1om d1 c1111 due pJpoli combattenti si dicono seo·uaci. Il Buddismo che è religione di pace, il Oristian~simo che è religione d'amore. E sia. Abbasso la gnerra ! Nui pure lo diciamo vo-· l~ntieri, noi che non ci stanchiamo mai di ripetere e duuostrare le immora~ità del militaris~o ,e la stupidità barbara - la sopravvivenza delle feroc1ta del cannibalismo - _della viole_n~a o d~lla forza messa al posto de~la _ragione e d~l d1ntto. Sia pure: abbasso la guerrn po1che per essa e perpetuata la miseria, l'oppressione l'ignoranza, la servilità dei popoli ai loro padroni po~ litici ed economici. E' vero che la guerra, provocata dai giapponesi è stat~ vo~nta d8: ttn pi?colo gruppo di russi, di plu 1 tocra~1, d1 affans~1, d1 gente losca speculante su le r~v1_ne~el p_ropr10_paese per impinguare i proprii forzieri, d1 m1serab1h che sapevano il disordine della amministrazione russa, l' impreparazione ·dell'esercito rùsso , la n1iseria della finanza russa; di mascalzoni cui non era ignota la imbecillit.i. vanil:iosa del Kouropatkine , e la vacuità parolaia del!' Alexeie:ff, di alta canaglia che stava assai vicino allo 'rsar per conoscerne e sfruttarne le debolezze; di birbaccioni che d~lla rovina del loro paese traggono occasione per giocare fortunosa.men te al rialzo a Pietroburgo. al ribasso a Londra e a New York. E' vero che la guerra ha avuto per punto di partenza, per ragione intima e prima da parte dei russi una ignobile qnestione di terre comprate a usura , di boschi acq nistati senza pagare, di meschini, volgari, vili intere:-1si. Vanamente certi microcefali pelati, difensori della guerra a t:itt'oltranza cercava di trovare una ca:1sa più alta a qnesta guerra, e fingono di g1iardare oltre i perchè dell' eroismo di quelli che mnoiono. No; non bisogna svisare i fatti, non bisogna nasconderli: S_i, si, i soldati che muoiono sul campo di battaglia sono eroi , son valorosi , son degni d'epico, soprattutto dell'epica salumaia di certi guerrafondai , essi russi , poveri , ignari montoni che vanno a morire senza s1;1perepercbè, come il bue che va portato dal macellaio all'ammazzatore. Sono grandi, eroici, valorosi, muoiono con grande coraggio, ma son docili e ignari e non contro loro parla Tolstoi, ma contro 'l uel piccolo gruppo di malviventi che per i loro vili e meschini interessi vollero la guerra; e contro costoro Tolstoi ha ragione; e noi ci uniamo a lni e con lui gridiamo ai fautori di codetita guerra e di tutte le guerre di aggressicne siano russi o giapponesi, austriaci o italiani, tedeschi o francesi: Assassini! Assassini ! Assassini ! Una sola guerra noi riteniamo santa e doverosa : q nel la a difesa del proprio paese , quella per conq uistare o mantenere la libertà ! Ma la voce di Tolstoi anche contro queste guerre si leva fedele alla massima ultra-evangelica del : non opponete 'resistenza I In questi casi la sua voce riesce antinazionale ed antiumana; non è e non merita di essere ascoltata! Nor · 1111111111111111111111111,1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 Sommario <lei n. 115 dell' EMPOlUU-1\'I Artisti contemporanei: M. H. Baillie Scott, E. della Rottcole (con 20 illustrazioni) - Leaerati contemporanei: Paul e Victor Margueritte, Rina Faccio ( con 8 illustrazioni) - La mostra d'antica arte senese, Giovanni Poggi (con 18 illustrazioni) - I grandi illustratori moderni: Daniel Urrabieta Vierge, Vittorio Pica (con 24 illustra.zioni) - Note scientifiche: Il radio, Doctor ..Atienus (con 12 illustrazioni) - Miscellanea: Un quadro sconosciuto di Simone Martini, E. Modigliani (2 illustrazioni) - Il « Pe□satorç » d'Augusto Rodio (1 illustrazione) - Esposizione di Previati ·e d'altri artisti V. P. (3 illustrazioni) - Il monumento ad Ale~sandro II di Arnaldo Zocchi, a. j. r. (5 illustrazioni.) - La trasformazione del Campidoglio, ~ ..Artioli (2 illustrazioni) - In biblioteca.

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