Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 13 - 15 luglio 1904

RIVISTA POPOLARE 339 militarismo che ostensibilmente dichiara di farne suo prò , e non bisogna dolersi poi troppo qua:udo constatiamo che il male ha allungato Je sue radici fin sul nostro suolo. Col militarismo noi l' abbiamo voluto. Il fatto è infame, il fat.to è indegno, il fatto è immorale ma i difensori del militarismo - e son quelli che per il caso strillano come oche spennate ·- sono risibilmente illogici. Credono essi forse che soltanto per il beffardo ghigno del teschio sia stato scritto l' hodie mihi cras tibi °i Il militarismo . e per lui l' ignobile capitano Ercolessi, s'è!dato la briga. di dimostrar loro il contrario. ♦ La scissione socialista (1) - Tanto tuonò che piovve! La scissione tra riformisti e rivoluzionari oramai è un fatto compiuto. I risentinienti e le antipatie personali sino a questo momento costituiscono la differenza tra gli uni e gli altri; poichè riformisti o rivoluzionari hanno giuocato di abilità per tenersi fedeli al programma marxista, anzi entrambi le frazioni pretendono di darne l'autentica interpetrazione. Ma non è improbabile che gradatamente la scissione avvenga e tra le persone e tra le cose. Sarebbe tanto di guadagnato per la correttezza e per la sincerità politica. Alcuni com1ervatori di corta vista se ne rallegrano come se si fossero liberati da 1m incubo. Nulla di meno probabile della realizzazione del1e loro speranze. Certe divisioni sono la conseguenza fatale dello sviluppo di un partito e non ne indicano nè la diminuzione , nè la morte prossima. Per tenerci nell'orbita dei partiti costituzionali italiani ricorderemo che destra e sinistra sono state divise e suddivise. I repubblicani, anch'essi, dissentono tra loro su molti punti. Nel partito socialista, inoltre. la divisione è a!Ja superficie e tra gl' intellettnali; la grande massa, che in verità forse poco capisce di riforrnis!lJo e di rivoluzionarismo, rimane compatta ed un-ita nella comune aspirazione al miglioramento economico; A non è improbabile che sul terreno elettorale essa riesca a fare stringere la mano a quelli che sembrano cani e gatti. ♦ Combes. - È un lottatore, è un carattere nel senso più nobile della parola; e tntte le sue energie e le sue buone qualità le ha messe al servizio della repubblic:-t con un disinteresse e con una abnegazione, che costringe all'ammirazione anche coloro ehe non tutti i suoi atti poterono lottare. Egli è uscito testè da una vera prova del fuoco e n' è uscito più puro , più fiero e più grandioso che· mai. La prova dalla quale è nscito ha dovuto costargli dolori inenarrabili , poichè un accozzaglia vergognosa di clericali , di militaristi e che hi:1. avuto l'appoggio non mai abbastanza stigmatizzato di repubblicani e dell'ex socialista Millerand, verso il quale non mancarono in altri tempi le nostre simpatie , cercò proditoriamente colpirlo con un assalto contro l'onore del figlio Edgardo. Questi veniva subdolamente accusa.to di aver tentato di scroccare denari ai celebri monaci fabbricanti di Chartreuse promettendo di non farli espellere dalla Francia· come furono espulse tutte le altre congregaz10n1. L'accusa ignobile, che avrebbe rappresentato uno dei casi più tipici e più turpi di corruzione politica non era stata nettamente formulata; ma i sospetti, le voci insidiose, i raggiri , i misteri intorno ai famosi milioni che si assicurava essere stati chiesti ai Certosini erano coordinati in guisa che nell' oscena trama avesse dovuto trovarsi impigliato l'onore dei Combes, (1) Su questo argomento nel prossime numero pubbliche. r emo un articolo dell'on. Ciccotti. direttamente o indirettamente. L' intervento di Millerand accrebbe il mistero e i sospetti. Una Commissione d'inchiesta fu nominata dalla Ca- °:1era dei deputati'· tale Com~issione in maggioranza nsultò composta d1 avversari del Gabinetto Combes. Questa circostanza che avrebbe potuto se11b1rare sfavorevole in vece ha servito per far meglio rifulgere la rettitudine dei Combes padre e figlio, poichè la mag gioranza dei clericali e dei naziona.lititi è stata costretta a metterli fuori causa- nell'imbroglio dei milioni dei Certosini in modo assoluto. Un incidente intanto valse a mettere seiuµre più in evidenza la energia e l'assenza completa di ipocrisia del Presidente del Consiglio della Repubblica francese. In seguito ad una richiesta della sopracennata Commissione il Procuratore generale del1a Repubblica ordinò una perquisizione in casa di un certo Cha bert e in un documento ufficiale lanciò una ingiuriosa insinuazione contro Millerand .... Questi e l' ex ministro Leygues portarono il fatto alla Camera e strepitarono parecchio. Millera,nd sopratutti atteggiandosi a vittima ed a vindice delle buone norme repubblicane esclamò , chiedendo prnnta soddisfazione: « Il Governo tenta di disonorare i suoi avversari. _Non vi è più alcuna sicurezza pei cittadini se la maggioranza copre questi fatti, se il pericolo attuale perdura il regime repubblicano stesso ne è minacciato•. Gli applausi dei reazionari avrebbero dovuto avvertire che egli per attaccare Combes rendeva un cattivo servizio alla repubblica. Ma egli fu punito dal Presidente del Consiglio che con ammirevole lealtà da un lato deplorò la frase del Procuratore Generale e riconobb_e legittime le proteste di Millerand ; dall'altro soggiunse: « Il procuratore del1a Repubblica espresse il suo rammarico e dichiarò di avere agito con buone intenzioni. Qneste spiegazioni basterebbero in caso ordinario; ma l'occasione è troppo buona per farne risalire la responsabilità al Governo. Se Millerand ebbe ore di amarezza l'oratore ebbe a subire per parecchi anni le calunnie d'un partito, pel quale la. calunnia è un'arma. ~ « Mi si attaccò nell'onore - soggiunse Combes. Mi si disse compli•)e di ricatti immorali. Perchè non aspettare il rapporto dt>lh Comm -1sione;perchè si ha tanta fretta di vendica rr l' 01101 <"' di Millerand ~ si è così lenti nel vendicare il mio? " Combes, perciò, chiese ed ottenne il rinvio della interpeJlanza L6ygues con una maggioranza di 37 voti. Il risultato venue a~colto al grido di: Viva la Repubblica I Abbasso i Bm·ili I Inta11to con un esempio raro di correttezza, che in.Jarno ;-,i cercherebbe sotto la monarchia i11 Italia iJ Pro<':ti htore Genera.le espiando l'imprudenza commessa lanciando una insinuazione contro MiJlerand ha presentato le proprie dimissioni. Combes è uscito sinora trionfante da tutti i ripetuti e violenti attacchi, anche dei più insidiosi venutigli da Millerand e da Doumer, che bruciano del desiderio di riafferrare il potere; ma non si creda che egli resista nella lotta per ambizione o per vanità. E' deciso ad andarsene non appena compiuta l'opera di liberazione della repubblica dalla lebbra clericale; ed il proposito ha fatto manifesto con queste parole pronunziate in una conversazione recente: « Ho assunto a malincuore il potere, obbligatovi dal dovere e per eseguire risolutamente il programma della soppressione delle congregazioni che a guisa di gramigna invadono tutta la Francia , e della legge sulla pubblica istruzione. Questo programma sta per essere completainente realizzato e la mia opera è finita. Occorrerà fra pochi mesi , poichè questo programma è espletato, formularne un altro, e per eseguirlo converrebbe rimaneggiare il Gabinetto , che credo ho avuto l' onore di condu~-re alla vittoria. Potrei essere capo di questa, per me indispensabile combinazione, ma non lo sarò , anche perchè dovrei privarmi di alcuni

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