Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 13 - 15 luglio 1904

358 RIVISTA POPOLARE ha dato luogo a qualche orribile vendetta , e che per noi, che crediamo al buon senso delle lettere dei nostri lavoratori, ebbe come primo risultato pratico, l' esodq di tante braccia laboriose e ha contribuito fortemente a deviare la corrente emigratoria, con grave danno del paese che ci ospita e dei nostri coloni che per tante ragioni preferiscono l'Argentina. Questa legge odiosa, che aveva l'aria di voler perseguitare lo straniero che è elemento indispensabile al progresso civile del paese, sarà revocata e noi saremo lietissimi di constatarne gli effetti buoni e immediati. ♦ La Dante Alighie1·i- Sezione Bonaerense - ha iniziato colla conferenza Campana sul « Purgatorio > le sue veglie intellettuali. • Il conferenziere , un collega simpatico e colto, colto e modestissimo, sebbene vincolato dalla condizione ridicola fattagli dal Comitato di circoscrivere il tema alle illustrazioni del Dorè - benedetta moda delle proiezioni luminose! -non solamente è riuscita a condurre la sua Jettu• a pensatissima con nni tà di concetto nella evocazione del poema , ma è anco riuscito ad esprimere concetti genialmente personali, nei ra.ri intervalli di tregua che ha. voluto da sè, come per protestare, iu una forma gentilissima, contro questa moda assurda della proiezione , una povera arte meccanica che nei suoi congegni altro non può ch'è arrestare l'indagine di una Commedia Divina. E non importa se il collega è riuscito a liberarsi dalle pastoie onde lo avevano serrato, riuscendo in nn impeto lirico di tutta la sua anima di artista alla rappresentazione doviziosa dell'anima viva e fremente di Metelda: Egli avrà vissuto percliè pensa, il valoroso co11ega modesto; ma gli ostacoli che a lui avevano preparato senza coscienza valgono benissimo come una dimostrazione dolorosa della povertà intellettuale di quelli che dirigono la istituzione , sorta a predicare pel mondo la parola del Poeta. Il che vuol dire: sorta a propagare la lingua nostra, che s'impara più facilmente discorrendo di cose che non toccano il Cielo. Ma i nostri intellettuali pare che l'abbiamo presa con Dante e preparano già una 2a conferenza sul Paradiso. Ora, non è già che noi crediamo che a Buenos-Aires, dove vivono tanti Italiani analfabeti , non vi siano anche dei èoncittadini capaci di discorrere del poema Dantesco ; però siccome i più sono proprio quelli che ascoltando una conferenza simile rimangono probabilmente intontiti, crederemmo idea più felice quella che si proponesse iniziare un corso di conferenze popolari da darsi settimanalmente, o magari mensilmente, in una pubblica sala o allo stesso tempo in diversi rioni del Municipio; conferenze facili, alla portata di tutte Je intelligenze , le sole possibili , del resto , e le sole che alla Dante procurerebbero nuovi soci di cui ha tanto bisogno, se non vuol vivere in eterno la vita anemica che vive. E dopo tutto facendo cosi dimostrerebbe di avere inteso quale sia la sua ragione di essere. ♦ Buenos-Aires prepara l' apoteosi all' Eroe: il 19 del corrente sarà inaugurato il monumento a Garibaldi che sorge davanti ai portoni di Palermo , il parco splendido, nel mezzo della piccola piazza incrociata di vie che il Municipio ha voluto battezzare col nome di Piazza d'Italia. Le adesioni fioccano: alla colonna imponente hanno aderito tutte le società italiane della Repubblica e dell' Uraguay ; le società francesi , molte fra le spagnole, tantissime società argentine. Il Governo ~i associerà alla festa, rappresentato all'atto dallo stesso Presidente della Repubblica : interverrà, al completo, il corpo Diplomatico straniero. Una festa che sarà grandiosa, degna del nome dell'Eroe liberatore, che nelle cento battaglie combattute e vinte viveva, protetto dal popolo, la imagine sacra della Libertà. GIACOMO PAVONI 11111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111. li I I I I I lllll lii li lii li li I I I ~IVIST A DELLE 1'tVISTE -·--· ---8}{---- Henry Lorin: Il popolamento francese della Tunisia ( 1). La quistione del popolamento france::;odella Tu· nisia è di attualità e molti si domandano peruhè esso è meno attivo che in Algeria; perchè gPitaliani vi sostituiscono i francesi. Anzitutto nella immigrazione italiana vi sono da fare delle distinzioni. Vi sono degli italiani ohe vanno in Tunisia , specialmente dalla Sicilia , come vanno in America e altrove. Vi sono poi circa 25 mila commercianti genovesi, napoletani, livornesi ecc. molti dei quali vi stavano prima dell' occupazione francese , quando nella reggenza vi erano appena 800 francesi. L'emigrazione siciliana in gran parte è temporanea ; i contadini siciliani che vi hanno preso stabile dimora non oltrepassano i 12000 ; di cui due terzi sono piccoli proprietari e vivono in umilissime condizioni. Si volle vedere nello sviluppo dell'immigrazione siciliana la realizzazione di un programma politico elaborato o sostenuto dal governo italiano; è un errore: o se qualche persona autorevole sognò mai una simile conquista per mezzo dei coloni siciliani , lo scacco oggi è completo. Certamente le colonie italiane hanno nelle 01ttà di Tunisia una potente organizzazione di scuole, di associazioni caritatevoli e mutualiste, ma nulla di simile esiste nelle campagne. Per chi ha visto i siciliani che lavorano come bestie da soma, e abitano locali umidi e indecenti in fondo alle cisterne ro-' mane, è chiaro che la sola necessità della sussistenza e· la passione della proprietà fondiaria spiegano gli sforzi inauditi di questi oontadìni ignoranti ; caratterizzati dall' ini:lividualismo geloso , dagli odi vivaci , dalle vendette e che non costituiscono una società disciplinata atta a rappresentare una parte politica. U ~ movimento di speculazione del capitalismo internazionale sulla immigrazione sic· liana si destò verso ii 1898 ed allarmò; ma ora è ridotto a misera cosa. Il colono siciliano non riesco se non quando lavora per conto proprio o vicino ad una città; compra piccole proprietà da · l a 1 O ettari. Questi piccoli proprietari siciliani sono più numerosi dei francesi ; rr.a i francesi hanno il sopravvento nelle propl'ietà al di sopra di 10 ettari. Le condizioni intelJettnali dei contadini siviliani rendono facile la diffusione della lingua francese. La loro mente rappresenta una tabula rasa; e la lingua francese potrebbe diventare un ottimo trait-d'union tra loro e la Francia. In Tunisia intauto si esagera quando si dice che non vi progredisce la colonizzazione francese; vi sono già numerose le famiglie francesi ; e non poche vi passano dall' Algeria. 1l governo l'ha favorita colla vendita doi beni demaniali e (1) Fa seguito all'articolo dello stesso autore riassunto nel precedente numero della Rivista. N. d. R.

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