Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 13 - 15 luglio 1904

338 RIVISTA POPOLARE vi trovò 1•op11lazionic, he lo accolsero come liberatore e non come nemico. Giuseppe Mazzini che lo amava intensamente, benchè dissentisse da lni su di alcune vedute economiche e religiose scrisse di Carlo Pisacane all'indomani della sua tragica morte: .. Perdemmo l'uomo che per quanto io lo conobbi, • identificava più in sè il pensiero e l'azione e le doti " generalmente disginnte, scienza e spontaneità, istru- • zione guerresca, energia e riflessione pacata, calcolo « ed entusiasmo. Gnardava dall' alto le cose e nondi- • meno ne afferrava i menomi particolari. A111ava di « amore intensamente devoto l' amica e la fanciulla e che gli era figlia, ma non sacrificava a quei santi e affetti, un solo dei suoi doveri verso la patria. Mo- « veva ad un'impresa che doveva co.jtargli la vita, e « dava, lo stesso giorno, l'ultima lezione di matematica « ad un allievo. l) Noi che non abbiamo alcuna simpatia per la facilità con cui si erigono monumenti a molti che furono al di sotto della mediocrità, riconosciamo che a Carlo Pisacane ne era dovuto uno grandioso. Pure non ci rallegriamo di qnello che venne inaugurato il 3 Luglio. Il martire di Sapri lo meritava in Roma, e non in un piccolo paese del mezzogiorno, che contro di lui vivo si mostrò crudele. E Pisacane repubblicano o socialista doveva essere ricordato da due monarchici? Uno di questi, l'on. De Marinis, poco opportnnamente, Rtando alla relazione che del sno discorso dettero i giornali, poco opportunamente colse l'occasione per iscagliare una frecciata alla memoria di Giuseppe Mazzini, cui assegnò la responsabilità della fallita spedizione. Senza esaminare la esattezza dell'accusa a noi sembra doveroso chiedere al rappresentante per Salerno: ma senza l'opera di Giuseppe Mazzini si sarebbe mai creato il movimento che riusci all'unità d'Italia? E non fu Carlo Pisacane che , ammaestrato dal passato, manifestò energicamente la propria diffidenza contro la Casa di Savoia? ♦ Il traditore. - Premettiamo subito, e a scanso di equivoci: l'uomo è ignobile, e se non fosse chE noi siamo, per centomila ragioni che non è ora il momento di esporre, avversari dichiarati della pena di morte, noi diremmo : è ignobile e merita la morte. Questo uomo che è investito d'una carica, d'un grado che gli concede la fiducia del paese , questo militare che il paese considera come dedicatosi esclusivamente a difenderlo, e che per questa sua promessa di difesa gode dal paese certi privilegi che non godono tutti i cittadini, può essere - e con pieno consenso del paese - dati certi momenti , al di fuori e al di sopra delle leggi , q nesto uomo cui il paese si fida come il figlio si fida del padre ; quest' uomo che ha detto al paese: Io, venuta l'ora opportuna, contro il nemico, per te, darò la mia vita ; questo sacerdote dalla violenza cui il paese ha detto: Per quella tua promessa io ti faccio un posto a parte nella mia società , ti onoro del mio rispetto ed a11che del mio amore , e ti dò i miei figli per condurli , quando che occorra , alla morte per la mia salvezza, e ti faccio conoscere i segreti della mia terra perchè più efficaci sieno la tua opera in mia di fesa, e la tua azione di offesa contro il nemico: quest' uomo privilegiato che un consenso unanime fa quasi sacro; quest'uomo che ab11sa della fiducia del paese, che ne sfrutta ìa buona fède e l' affetto e tradisce; è ignobile; e come degna di morte è la spia che s'insinua nei ranghi di partiti ribelli e tradisce i segreti che riesce a carpire, o che gli sono affidati, e i compagni che credettero in lui, così questo Ercolessi que.3to rettile immondo, meriterebbe la morte , se - data la nostra società ·- la morte non rivestisse il carattere odioso dell' assassinio patentato, catalogato, registrato, ipocrita e vile. Eg"li però merita di essere segregato per sempre dalla società. In un atto solo, in un caso solo ci sentiamo disposti a trovare logica e giusta, la vendetta collettiva ; ed è que:3to ca!-lo.E nell' a t.to del traditore che dà nelle mani il nemico -- e nemico è quegli che. pur tendendoci la destra, tien nascosto nella manica il coltello per colpire - il mezzo di opprimere la terra ove nacque il tra di tor e , la terra che ospita la madre di lui, la terra che nella sua opera e nella sua parola ebbe fiducia. Ma bisogna anche salire più in alto; bisogna anche guardare al di sopra e al di là del traditore, ed allora noi vediamo che egli è la punizione del delitto che egli stesso commette. Egli è ignobile ma non è solo. E chi lo paga e chi lo compra , e chi paga e chi compra i suoi pari è tanto ignobile quanto lui. Il denaro di Giuda non fece infame Giuda soltanto, ma anche i sacerdoti del Sinedrio che glielo diedero. E <J.Uestadiventa ora un'altissima questione morale che va più alto della colpabilità dell'Erco1essi o della innocenza di Dreyfus; che va oltre il rasoio del co· ]on.nello Henry e il giuramento di Schwartzkoppen, e l'assicurazione del colonnello Panizzardi, che va oltre e al disopra della parola e dell' atto dell' uomo e si collega a t:1tta la morale dell'odierno sistema sociale, e ne pronunzia la condanna; la condanna inappellabile e dura, ma inesorabilmente giusta, com'è la giustizia immanente nelle cose: per dove a come avete mancato sarete puniti. L'antico proverbio popolare: - Ohi tal fa tale riceve - è la conferma della fati:i.lità di tale ' . principio, di tale fatto che incombe , su gli individui come su le società. Non impunemente si lede la worale, non impunemente si pratica a danno di altri un metodo cattivo, tosto o tardi il disordine provocato presso · gli altri da1la morale offesa da noi si ritorce contro di noi , e noi ci troviamo ad avere contro di noi le risultanze vergognose del medesimo fato che facemmo subire ad altri. Certamente il traditore è infame , il tradimento è vile , è odioso, ma è forse meno ignobile , meno vile, meno infame, meno odioso colui che mantiene, istiga, paga il traditore? . . . E se venisse un'altra volta l'Uomo G-1mto e c1 d1· cesse : Ohi non peccò scagli la pietra - siamo noi certi che la nostra mano oserebbe alzarsi contro il colpevole e punire? _ Noi manteniamo e paghiamo in altri paesi alleati ed amici un servizio di spionaggio quanto più completo è possibile; non siamo dunqlle anche noi, non è dunque anche il nostro paese, e il nostro governo, e la nostra s9cietà degna di una parte di quell'obbrobrio che ca.de oggi sul capitano Ercolessi e su la sua malonesta femmina? Il militarismo è una scuola altamente immorale; l' insegnamento militarista è falso da cima a !ondo; falso ne' snoi scopi, falso oe' suoi mezzi, falso nei suoi principi. D:dla abit,udine della violenza alla ~ommessìone bruta che si esige nella disciplina; dal disprezzo per le sofferenze altrui ai metodi subdoli, onora~i co~e intelligenti, per guadagnare. la vittoria,. tutto 11. militarismo è anti-umano. Questa sopravvivenza d1 età barbare che nella nostra società rimane, ed ha saputo - grazie a quella ferocia di cui non siamo ancora rinsciti a spogliarci - ed ha saputo imporsi a tutta la nostra vita sociale da , e darà sempre e dovunque i medesimi frutti avvèlenati e si chiamano: violenza feroce sebbene mascherata, e furberia subdola; Modugn.o o Ercolessi i due genuini esponenti di tutti. i vizi del militarismo. Modugno che in Cina, da conquistatore saccheggia e violenta e in patria uccide; ~rcolessi che vende all' estero i piani delle nostre ~1f~se! come noi da altri Ercolessi forestieri compriamo 1 piam rubati della difesa di altri paesi. _ . Si· lo ripetiamo Ercolessi è ignobile, ogm traditore ' ' 1 a· è ignobi1e; ma non bisogna dimenticare che i tra 1mento è una mala pianta amorosamente coltivata dal

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==