Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 12 - 30 giugno 1904

RIVISTA POPOLARE 311 più biechi strume □ ti d' odio e di tiran11ido; e lo carr:eri seppero l' ira dei patriotti traditi, e lo ehieso furon piene del pianto dello madri sin gli ozzanti pei figli, mandati lontano a morire per conRolidare la tirannide, e la frnsta insanguinò lo reni di studenti che osavano volere libera lu patria. E pareva che l'anima libera dd lontano 1-mcsofosse esulato per sempre iusiome ai i.!oportati ebe, eari<.:bidi ferri, partivano per l' isola lontana, pn l'isola maledetta ehe sa lo torturo dei Polacehi. dei Litnani, dogli Ebrei russi, dei Nihilisii, di tutti i generosi colp1·,·oli d'aver sognato di libertà. Pareva ohe ali' isola di Sakali II fosse andato a seppellì rsi l'anima doli a morta. E i ministri del tirauno scrivorn110: La terra è domata. Il popolo tace ! No; il popolo non tacque. Uno, per tntti, parlò : Maestà! Con l' aiuto del proeuratorc dul Senato <li V. M. per la Finlandia ehc, senza riguardo ai diritti ed alle leggi, obbedisco ciecamente agli ordini del generale Bodrikoff, il governatore generalo è riuscito a eroare in questo paese uno stato di confusiou0 c9111µlotae J'infaniia. C,>11 bu~ie e falsi rapporti il governatore generalo Bobrikoff. cd il ministro dell'intorno Pl· hwo riusl'ironu :td inJurro V. M. ad 0111anare ordinanze e prendere d0cisi1Jni che stanno in eontr:v1diziono con le loggi che V. M. al suo ,w,·euto al trono ei proll!ise di mantenere inYiolatc in tutto il l rn vigore. I più fedeli ed esperti funzionari del paese Yengono senza un' inchies•a legale e senza sent:onzn dostitnit i ed in loro vece si nominano ignoranti cacciatori di cariclw, individui degenerati, e persone che. secondo le leggi . sono indogno di coprire earicho governative. I eittadini p:ù ir,t"1ligcnti o fedeli sono arrestati od esiliati. La sicurezza µcrs•rnalo non esisto. 1 ministri cbe riferiscono a V. M. sulle faccende concernenti il granducato non conoscono i tinlandosi , i loro bi-ogni, lo leggi del paese, 8icehò V. M. 0011 ò informata sulle vere condizioni del paese. H1;eome non v'è s11oranza che in un te1npll viuir10 giunga a V. M. una vera esposizione dello stato delle coso ed è improbabile quindi un prossimo riehiamo del goHrnatoro generalo, non rosta altro che farsi giustizia da sè e sopprir11oro Bobrikoff. E' un lllozzo violento - lo so - ma è l'unico che si presenti. lo faccio sacrifieio della mia vita toglie11domola di mia proµria mano per tentare di eouvincore così V. M. cln nPl granducato di Finlandin, in Pol.,nia, o nelle provineie Jel Ralti-;;o, anzi iu tutto l' i1nµoro russo l' 11buso rogna SO Han o. A questo passo fui tratto per 111iof-:oloeonvi11C1111e11dtoopo matura rifle11sio11e. Maestà! con la rnortu di11a11ii agli ocehi, ginro a Dio che non esistono congiure. Sieeornc co11of'co il buon cuoni, i nobili sentimenti di V. M. oso µregarc cho la vr. V. s'informi del Yero stato dello cuse 11ell'irnpero, o particolarmente in Polonia, Finlandia o 11elle pro\'ineie del Baltico. Con prnfondisssima, urnilis&irna devozione di V. l\L suddito fodelissirno od umilissimo. Eugenio Schcmmann. E quel!' uno per t.utti aveva parlato, per il diritto di tutti agì. L'ignobile servo elio erodeva aver domato un popolo giaeque freddato da un pieeolo piombo. La Firdaudia ha fatto saporo ali' autocrato che l'anima sua palpita a11cora per la libertà; e noi , che sappiamo quanto dolon·, quanti martiri, quanto sangue furono 11oeossari per togli ere dallo JlHtn i dello strani oro e del ti ran DOla nostra tJrra, noi salutiamo il forte che foce giustizia; o µer lo Tsar, piangente diuauzi allo sante .leone, µor questo pavido autocrat~ che sceglio a st,umonti del suo potere e dei suoi ordini i feroci o gli imbecilli e manda gli uni a domare, gli altri a combattere i popoli uon abbiamo nessun pensiero di pietà e nessuno d'odio. Noi pensiamo alla giustizia cbo ha oppresso Bobrikotf, e alla giustizia che su i campi di battaglia prepara il trionfo della libertà. Viva la Finlandia, e la giovino e la non santa Ru8sia : e sia gloria eterna ai loro martiri. Le cai·ceri italiane - È i11coneepihilo oho 0011 i ri- ~ultati ai quali è arrivato oggi la Sei mza Pctule; eol progref-:sOJella filosofia, col 111aggioro i11eivilimo11toe la più larga eduenzione nel popolo possan,1 sussistere aneora le anomalie dei carcerieri f'oroci o dei direttori di penite;iziari che sembrano i degni oredi e discendo11ti <lirutti d,,gli inquisitori di più turpe memoria. Lasciamo da parto che la 1naggiornnztl dello uarcori italiane, spocialmonte doi ·cpar1i giud•ziari o di <]uolli adibiti allo sconto di piecole peno, non las1;iano nient,l a de.;iJorare, nè per gl'insetti d'ogni razza - i più suhif,,si ci pullulano; nè per il sudicinrnc delle celle, nè por la l•JrJurn o la schifezza dei paglierieci, dello coperto, dello le11zLwla, di cui il carcerato non ha ch.':l uno solo, nò per la insufJi.oienza e stomachcvòlczza del vitto, nò por la uattiva di8posizionc ddla carcor.1ziont1 e di tutte lo altr0 necessità igie11icbo. Lasciamo da parto le rnberio della cantina e la più che inferiore <]_nalitàdci goneri che ci si vcndo110, perohè se volessimo Jire tutto il male ehe sappiamo - e lo sappiamo por espcriE:nza personale - dello carunri tutta la Rivi"sta non basterebbe ad esaurire la rn:1.toria., Vogliamo soffermaroi soltanto a qnaleho considerazione snl personale earcerario. Di tanto in tanto a11pare su i giornali la nofo,,ia ebe in .qualeho penitenziario i carcerati si sono ammutinati, eausa il vitto, o i cattivi trattame11ti. Quando aceadono fatti eome quello del .Frezzi o del marinaio D' A.ngelo l'opinione pubblica si commove o uno spiraglio s'apre su quell'abomina zio11e che sono le earceri italiane; µ<Ji i periti - tip') Dn redys - concludo110 favorovolrnento agli a :eusati di omicidio, il tribunale assolvo i torturatori ; lo spir.iglio si richiude e l'inferno ridiventa rnnto e misterioso protdto dallo 8UOalto e f:;Olidomura, dalle finestrelle- sbarrate, <lai cancelli di forro che non lasciano passuo il segreto àelle torture inflitte giornalrneute, delle perseeuzioni cruueli, e delle vigliaecherio grandi e piccino, eou le quali i eapi guardia, i direttori, i earcericri 8tancano la pazieuza Jei J,,t&nuti offendendo ogni seDtimonto umano. E' vero che nelle carceri italiano e'ò il modieo, il qttalo dovrebbe essoro indipendente, dal direttore o da tntte le autorità della prigione; il quale, se avesse piena eoseiouza del suo dovore Jovrcbbo essere l'occhio vigilo della 11ci0nza e della umanità aperto per impedir-i le inutili seYizie e i mali trattamenti che i11fliggonoai eareerati, i q1tali ancorohè condannati dalla cosiddetta giustizia umana rinrnog()llO puro uomini qua11tunque messi al bando dalla 80ciotà. i\lla i me- <lici dell0 eareori, salvo rare eccezioni, son degli asini calzati o vestiti eho non sarebbero eapaei di guadagnarsi per moz.zo di coneorso un posto ditfo1cnte e migliore, nò rinscirobboro a trovaro un uanc che li volesse come i11torn10diari fra loi e il Paure Etorno. Essi sono du11c1ucobbligati a tenersi boue col capo-guar<lia, o col direttore Jello s·abimonto, sono obbligati a chiudere gli occhi su le a.ugarie, le violenzo. i soprusi che eodosti capi o <lirettori fa11nu ai carcerati ; 80no obbligati a farsi compliei. col loro silo11zio, se non vogliono perdere l' unico p,rne cho l,· loro piueolc capacità p0rrnottono loro di guadagnare. l prigionieri s,rn dunquo assolntamente alla mcreè della maggioi·e o minore brutalità d'animo di codesta gente, e dato il sentimento di violenza o di crnu,·lt.à verRo i deboli, o verso chi si trova in una condiziono di iuf'eriorit~1, che è uno dei rratti earn.tteristici delle elaflsi baRso italiane, e un indico eortu della loro ig11orn.nza, si può di leggeri immagiuaro che cosa aucada nelle prigioni. Il processo degli ammutina.monti del carcero di S. E(rcrno ha rivelato coso turpi e fatti infami. Il dirott11re d' Ambrosio, è statio accusato dai detenuti di vessazioni, di prepotenze, di vidonzo. Egli avova aggravato il regolamento carcerario già di por sò stoS80 abbastanz.a stupidamente crndelo , di milio piccol" cattiverie che avevano rosa insopportabile assolutamente la vita in qnol ctw;ore. li D' A.mbrosio ò forse un caso occezionale nei direttori delle carceri italiane? Niente affatto. Basta che una causa qualunque porti dinanzi al pubblico delle rivelazioni su l'interno delle carc0ri, di tutte le

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