Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 12 - 30 giugno 1904

RIVISTA POPOLARE 331 striale, il socialista la classe lavoratrice. Ma la piccola e media borghesia non può considerarsi come un tutto relativamente omogeneo e tale da costituire una distinta classe. I piccoli e medi borghesi formano anche economicamente una classe grigia ed anfibia, nel cui seno vi sono contrasti e conflitti d'interessi e di aspirazioni: L'opinione che i piccoli borghesi siano il nocciolo del radicalismo è derivata dalla sola visione di una parte degli interessi di costoro - della parte che troverebbe espressione e tutela in alcuni capisaldi del programma radicale-: opposizione ai grossi armamenti, alle imp'rese coloniali, ai privilegi delle grandi industrie, agli accentramenti amministrativi, alle impo)te indirette ecc. Ma il programma radicale ha altri interessi da difendere, altri bisogni cui soddisfare , altre e più profonde e innovatrici tendenze da propugnare. Perciò J' adesione della piccola e media borghesia più che costituire la forza principale del partito, è parziale e di contingenza, anzi si converte in ostilità per una p,1rte del programma. Il partito radicale non può essere creato àrtificialmente per volontà di una scuola economica o politica, nè può contraddistinguersi grazie ad un principio astratto ed aprioristico che ne divenga come l'anima informatrice. Non mi sembr:1 pertanto che esso possa distinguersi a priori esclusi vamente o alla stregua dcli' individualismo liberista o a quella della tendenza socializzatrice. Ambedue i concetti esprimono un mezzo unico di soddisfare i bisogni sociali; implicano una soluzione autorizzata e fissa di tutti i casi che la svari,1ta combinazioné delle cose può presentare al partito stesso. Ora chi ha dimostrato che l' una o l' altra soluzione corrisponda sempre nei riguardi del partito radicale al dettato fermamente logico della legge del minimo mezzo? Non deve presupporsi invece che le soluzioni saranno vane e spesso imprevedibili a priori? Non ci sembra possibile quindi assmncre per pietra di paragone del partito rndicale o il liberismo individualista o la tendenza socializzatricr, perchè nè l'uno oè l'altra sono propri esclusivamente del radicalismo e perchè questo adotterebbe o il primo o la seconda come verrebbe indicato caso per caso dalla eterna legge di anzi rammentata. A questo relativismo comi nci,1 ad uni formarsi anche il partito socialista. Altrove, dunque, il partito radicale deve cercare la sua base differenziatrice degli altri partiti. Questa base deve essere precisamente data dall' azione antiveggente, moderatrice ed equilibratrice nella lotta tra gli altri partiti. diretta sopratutto verso quei punti di minore resistenza che nel fervore della medesima possono facilmente perdersi di vista; dev'essere l'istrumento, il coordinatore e l'esecutore politico di tutti gl' interessi consapevoli che da quell'azione verrebbero avvantaggiati. Compito del partito radicale dovrebbe essere quello di assecondare e ioterpetrare le due grandi tendenze dell'attuale movimento sociale ; così la sua funzione riuscirebbe utile ai più - e perciò essenzialmente democratica - direttamente o indirettamente e contraria a quante forze e interessi non intendano che per conservarsi è d' uopo trasformarsi e forse anche rivivere sotto forme nuove. Se il partito radicale s'ispira al fine ultimo di rendere più cosciente, meno costoso, meno' ritardato il movimento sociale, esso deve far sue n,:,ccssariameote due norme generali, che corrispondono nel fond0 ai due vecchi fanoni delle libertà e dell'equità sociale. Prima norma, la libertà sociale e politica. È la condizione più semplice e assoluta, aHìnchè, sotto lo stimolo dell'egoismo e la pressione dei bisogni, gl'iuteressi sociali si differenziino e ciascun gruppo on1ogl.!,1eosi organizzi e diventi una forza politica cosciente. Seconda norma , l' equit:.\ sociale. Essa si concreta nella missione del radicalismo di esprimere , rappresentare, costituire quasi il Comitato esecutivo dei success1v1 equilibri d'interessi economico-sociali che emergeranno man mano dal libero conflitto delle forze aotagoniche, ma ciò se e in quanto quegli equilibri saranno sulla via tracciata dalle due dominànti e fatali tendenze, ogni deviazione dalle quali è, pei radicali, reazione e regresso. L'equità sociale, pertanto, lungi dall'essere l'indefinita espressione di un vago sentimentalismo umanitario può cunsiderarsi come la forma comprensiva sotto cui si raccolgono di volta in volta le necessità economiche e politiche dei successivi equilibri democratici, segnanti i gradini dell' ascensione del proletariato e della società tutta quanta. In virtù di questa seconda norma, il partito radicale non può limitarsi ad esprimere il punto medio sul quale l'equilibrio si stabilisce, ma deve essere iniziatore e operoso perciò che a tale equilibrio più convenientemente e rapidamente conduce. ( Critica sociale, 16 giugno), ♦ Jean Longuet: .Il socta,Jismo al Glappone.-Katayama era riuscito ad interessare :il movimento socialista 1uolti grandi giornali del Giappone e nel 1898 fondò il Kodo Sekai o Labor World (Mondo del lavoro) in Tokyo. La prima organi;,;zaziooe politica regolare, il Shakai Minshuto (partito democratico socialista), fu creata nel maggio 1901. Iso Abe ne redasse il programma massimo e minimo inspirandosi al Manifesto dei Comunisti di Marx e di Engels. L' emozione sollevata da tale fatto fu grande e il Japan Times (scritto in inglese, ma da giapponesi) propose la soppressione del giornale e dell'associazione. Altri giornali, tra i quali il Japan 7Jaily Herald, invece in nome della costi:- tuzione ne domandavano il rispetto. Ma il governo cominciò a perseguitare il socialismo col sequestro del suo organo. Ne venne un processo seguito dall'assoluzione (Giugno 901). L' eccitamento pubblico crebbe colla uccisione del sindaco di Tokyo, Toru Hoshi, che aveva organizzato una vera Tammany Hall nel municipio giapponese. L'uccisore , lba Sotaro , era un socialista e le simpatie di cui fu circondato lo sottrassero alla pena di morte. Continuarono le persecuzioni al Labor World; ma la magistratura si mostrò sempre mite e benevola. Fu organizzata un agitazione in favore del suffragio universale e fondata una specie di Università popolare all' inglese. Katayama , eh' è pure un ardente femminista in gennaio 1902 cercò di trasformare in giom:de quotidiano il Labor World; ma dopo un mese per mancanza di fondi dovette smettere e ritornare alla pubblicazione settimanale da 30 a 40 pagine; di cui alcune in inglese. Ogni numero costava 18 centesimi. NeU'està del 1902 Katayama e Nishikawa intrapresero un un giro di propaganda nel Nord del Giappone; e per la prima volta nelle elezioni politiche dell'ago_sto furono posate delle candidature socialiste, ch'ebbero discreto numero di voti. In quel tempo passò al socialismo Funio Yano, un letterato conosciuto ch'era stato ambasciatore in Cina. Nell'inverno 1902-903 si sviluppò l'organizzazione sindacale ed a partire dal gennaio 1903 il LaMr World cambiò titolo e chiamassi nettamente il Shakai Shugi (il socialista), con una tiratura di 1200 a 1500 copie e 800 abbonati. Molti socialisti leggono il Yorozu. Il 5 e 6 aprile si tenne il primo congresso socialista in Osale.a , grande città industriale. Il successo fu accresciuto dalla presenza del D.r Eckstein, socialista austriaco che del movimento giapponese si occupò nella Ne e Zeit. Il giornale più diffuso del Giappone, l' Osaka Asahi, che ha 150,000 copie di tiratura quotidiana e il Yorozu dettero ampio conto delle sedute del Congresso; e il successo servì a raddoppiare l'ardore dei propagandisti. Le campagne intraprese contro due monopoli capitalisti I

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