330 RIVISTA POPOLARE scoperta di un pianeta fatta all'osservatorio di Tokyo dallo astronomo giapponese Hirayama ...• ». « •••. Per provvedere a questo meraviglioso sistema di educazione pubblica, il Gia•ppone vittorioso Jella Cina, ha consacrato L. 250 n,ilioni dell' inde,:nifd di guerr,1., all'insegnamento e alla costruzione delle scuole >>, " Nel 1874 le scuole pubbliche del Giappone non erano frequentate che da 1,700,000 fanciulli. Questa cifra si elevò nel 1901 a 4,600,000 e sorpassa oggi i cinque milioni. Nel 1873-78 il numero degli insegnanti era di 17000; di 92000 nel 1901 ; di 110,000 nel 1904. Nel 1874 il Tesoro centrale spese per l'istruzione 8 milioni di lire; 21 nel 1895; 75 nel 1901; 1•iu di cento milioni oggi. A questa somma si devono aggiungere circa 67 milioni di lire spese dai municipi, dai distretti e dalle prefetture >>. << Sino a questo momento non vi sono nel _Giappone che due Università, quella di Tokyo fond;1ta nel 1877 e quella di Kyoto che data dal 1897. Ma bisogna tener conto che lo insegnamento universitario è meno necessario per fare degli uomini delle scuole primare e secondarie e delle istituzioni d' inseguamemo speciale, che abbondano nel paese )). << A simiglianza delle università dell' America del Nord, quella di Tokyo possiede un podere-modello, giardino, laboratori, campi sperimentali, musei agricoli. ospedale di veterin:1ri , frutteti , 2000 ettari di foreste ed una ammirevole selva gigantesca quasi vergine. Nell'Università di· Kyoto c'è una officina di elettricità )). « Le scuole speciali rivaleggiano spesso colle Università di Tokyo e ·di Kyoto. Noi non ne citere~o che due, le più celebri, quelle di Seamon e di Keio-Guidjiku, dove s'insegna la letteratura, il diritto e la politica. Keio, il fondatore della scuola, che porta il suo nome !1:1 formulato nel modo seguente il progr~unma dd suo stabilimento: Il nostro sistema d'insegnamento consiste nel dare la più grande importanza alle scienze occidentali moderne. Le scienze classiche del Giapponee della Citia nulla contengono che meriti di esserepreso in considerazione. La ragione di essere dell' importanza della scienza occidentale è che essa si basa sulla natura, che essa spiega le cause e gli effetti delle cose, che essa vtrH una luce immensa sull'umanità e che essa ha dato alla vita una direzionepositiva, esatta e comprensibile >>. È triste il pensare a ciò che il governo dello Czar può opporre a questa attività veramente patriottica ed a questo spirito libero e illuminato l Il p:ccolo Giappone mostra come si va alla vittoria colla scienza quaudo non ci si trova di - fronte che delle immagini sacre! (EurojJèen, 18 Giugno). ♦ Charles Soriti: La colonizzazione francese In Tunisia. - Il bisogno di colonizzare la Tunisia !=Onfamiglie francesi risulta evidente dal fatto che ivi vi sono 30000 fran- . cesi, 20000 maltesi e per lo meno 80,000 italiani. Di questi elementi i maltesi si assin.1ilano facilmente purchè se ne rispettino i sentimenti religiosi. Dd resto non presentano alcun pericolo perchè sebbene le statistiche li presentino come anglo-maltesi, essi non hanno alcun appoggio politico. La cosa procede di versa mente per gl' italiani. Gli operai, che vivono nelle città sono più facilmente modificati dalle istituzioni francesi , benchè essi siano abbastanza numerosi per formare tra loro delle società di mutuo soccorso, che provvedono da loro stesse ai bisogni propri. Gl'intraprenditori tunisini, che sono quasi sempre francesi, si servono di questi operai italiani, che soddisfano completamente alle esigenze. Se la polizia qualche volta deve intervenire, ciò avviene pel costume di regolare da loro i propri affari e per la facilità di por mano al coltello. Ma le due società, francese e italiana, non si compenetrano e non si fondono; d' onde un pericolo nell'avvenire per quella , che sembra meno numerosa. Ed il pericolo è piil sicuro rispetto a1 contadini , s1c1liani nella maggior parte. Il siciliano sobrio, prolifico, quasi sempre analfabeta è infelice e misero nella propria isola. È vicina la Tunisia, tranquilla e pacifica sotto il protettorato francese, che offre all'emigrante un regime fiscale meno duro, terre simili a quelle natie e la certezza di trovarsi tra concittadini numerosi. Perciò emigra facilmente nella vici_na Africa, dove comincia col lavorare a qualunque condizione e finisce coll'acquistarsi un pezzo di terra dove s'insedia definitivamente, si costruisce un'abitazione primitiva e richiama la famiglia. Contento di poco non migliora la coltura; e ali' occorrenza, essendo poco socievole, vivrà solo. Si è parlato del pericolo siciliano in Tunisia. Esiste realmente, ma non è quello politico risultante da una specie di cospirazione intesa ad impadronirsi del protettorato; è un pericolo econumico e sociale d'altra indole. ll siciliano, eccellente per un lavoro superficiale, non può o non vuole coltivare il suolo colla pazienza del contadino francese. Esso arri va rapidamente ad ottenere un prodotto mediocre, ma si arresta; la sua vigna, insufficientemente lavorata, giammai concimata, produce per cinque o sei anni e poscia deperisce e muore. Il siciliano preferisce piantarne un'altra anzicchè migliorare quelle che ha .. Ma la Francia si è stabilita in Tunisia per favorire una immigrazione che non rappresenta alcun progresso agricolo sul lavoro degli arabi ? L'avvenire economico del paese non sarà brillante che a patto di ottenere un plus-valore agricolo; per averlo e per assicurare la preponderanza sociale dell' elemento francese è necessario di fare passare in Tunisia delle famiglie di coltivatori francesi. Ed a questo mira La Societé des Fermes jrancaises de Tttnisie che ha un capitale:: di L. 900,000 e possiede già 2600 ettari di buon terreno coltivabile dove si sono stabilite delle famiglie di mer.zadri. Altri privati ripetono identici tentati vi. L'intrapresa incontra parecchi ostacoli. I contadini francesi non hanno la tendenza ad emigrare ; essi preferiscono di farlo da proprietari anzicchè da mezzadri; non accettano facilmente buoni consigli sulle colture. In quanto al pericolo di spopolare le campagne non c'è da occuparcene: rivolgendo i contadini alla Tunisia non si fa che deviare la migrazione verso le città evitando i pericoli dell'urbanismo (Mu.sée Social, maggio) (1). ♦ F. Cole'ti: .La base economico-socia.le clel partito radicale. - La formula politica adottata uel Congresso di Rorua è insufficiente a caratterizzare e distinguere dagli altri il partito radi ale ; poichè il dire « che la sua azione può esplicarsi con le attuali istituzioni finchè esse non ostacolino il progresso storico cd il libero esplicarsi delle idee e degli interessi nazionali i, equivale all' adozione di una sfumatura <ligalateo monarchico. Non c'è nwnarchico, infatti, che vorrebbe rimanere per tale se venisse dimostrato che b. monarchia costituisce un ostacolo al progresso e agli interessi della nazione. Si disse che il partito radicale deve rappresentare la piccola e media borghesia, come il partito conservatore rappresenta la proprietà fondiaria, il progressista la proprietà indu- (1) Le preoccup:lzioni francesi, dal punto di vista nazionale non sono infondate. Ma i tentativi di s ,stituire i siciliani coi contadini fr:rncesi sono riclicoli; e tali resteranno sino a tc111toche sarà minima l'eccedenza dei nati sui morti in Francia. Qualche :11111c0'è stata ec.:edenza dei morti sui nati ! li meglio che c'è da fare in Tunisia è di raccomandare l'armonia tra francesi e italiani. I primi hanno capitali ; i secondi hanno gli uomini. Gli uomini anche con scarsissimi c,1pitali finiscono col colonizzare ; ma i capitali senta gli uomini non rendono ! La Francia commise una cattiva ecl inutile azione impadronendosi della Tunisia ; nel suo amor proprio nazionale n' è punita vedendola popolare eia italiani. La natura ha rimesso le cose a posto I N • d. R.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==