Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 12 - 30 giugno 1904

RIVISTA POPOLARE 329 volumi che con mezzi ciarlat:meschi si riesce a smerciare a migliaia e migliaia di copie, ed a far celebrare da tutti i giornali della Penisola. Mi affretto a soggiungere, a scanso d'equivoci , che non alludo a quelli di Giulio ORSINI, Fra Terra ed Astri, che sto leggendo ancora, e di cui parlerò la volta ventura: non mi piace affatto il modo con cui sono stati « slanciati », ma li trovo, in ogni modo, degni della più deferente attenzione. {I{ Do annunzio intanto di questi altri libri di versi che ho ricevuti, d'assai vario valore per contenuto e per forma, e dei quali mi manca lo spazio non solo a discorrere, ma anche a riportare dei saggi : Egloghe, di Massimo BoNl"EMPELL(ITorino, Streglio); Pensiero, di Achille DINA (Milano, Libreria Editrice Nazionak); Saggezzao follla, di Giovanni MARI ( Melfi , Grieco ), un volumetto originalissimo, denso di pensiero , saldo di metri, e che meriterebbe maggiore studio e più lungo discorso ; L'origine di Stagione, di G. S. CoToNE (Bologna, Beltrami), . uno strano poema in ottave che Olindo Guerrini ha qualificato come un « viaggio filosofico intorno ai co_ncetti più moderni della natura e delle istituzioni sociali», reso piccante dal pepe dell'ironia, arguto dal sale delle verità men confessate, piacevole dai limpidi versi e dalle facili rime, stimolante dalla curiosità del mistero che avvolge il vero essere dell'autore; l' amore è il mio peccato, rime postume di Vittorio ALBERTI(Roma, Roux e Viarengo): Versi, essi pure postumi, del conte Luigi Ross1-ScoTTI (ivi); I canti degli umili, di Annibale FASIANI(Torino, Streglio); e Rapsodiamesta. del sacerdote dottor EmilianoPASTERis(ivi). Domando io: come si fa, avendo anche molto altro da fare, a leggere tutte in un mese o poco più, oltre a non so quanta prosa, tante centinaia e migliaia di versi, e a parlarne con franca e serena coscienza, non dico di critico, ma semplicemente di galantuomo ? Cosi, mi tocca di parlare troppo brevemente anche di tre volumi di critica, d'una importanza tutt' altro che scarsa : di La mimica del pensiero, di San:e DE SANCTIS(Palermo, Sandron), studi e ricerche illustrate graficamente, ed esposte con quella chiarezza e con quel gusto che sono propri dell' insigne professore dell' ateneo romano, intorno al meccanismo espressivo dei fenomeni intellettuali nelle diverse specie zoologiche, nelle diverse età dell'uomo, nei sessi, nelle professioni, nei ceti , negli stati patologici e degenerativi: piccola ma suggestiva operetta , che ogni artista dovrebbe leggere e meditare; di Gli studi psico-fisici e i prodotti dell' arte, d'Armando BARBIER(IFirenze, Seeb~r), note intese all'esame critico dei più recenti mezzi d'indagine intorno alla produzione estetica, mezzi sui quali si è scatenato anni or sono , specialmsnte a proposito del Leopardi , tanto furor di polemiche : note coscienziosissime e che veramente sviscerano la questione; ma, a parer mio, e forse appunto p~r eccesso di .;ritica austerità, appariscono forse , ad una lettura affrettata , un po' aride e fatiwse; di ·Note e figure, di Raffa,·llc DE RENSIS(S. Maria di Capua, Tip. Fossataro), in cui si diswrre, con giovanile vivacità, e non senza personalità e freschezza di giudizi, di Francesco d'Ovidio, di Baldassarre Lab:inca, di Giovanni Bovio, d' Enrico Nencioni e delle opere loro, e poi di psicologia e di teoria e di composizione musicale, secondo il Mazzini, il Lenau, il Tarchetti, il Fontana, il Perosi ; e poi, di annunziare semplicemente questi altri volumi, editi Ja Sandron, e per me di minore interesse : La vita animale sulle terre emerse, di Giuseppe MAZZARELLI, professore al Museo di Milano; e La rivoluzioneitaliana del 1848 , della principessa BELGroroso. Di romanzi, viaggi, avventure, fantasie, parlerò quest'altra volta. Ora, sono stanco morto. Chieti. MARIOPILO 1111 ti lii ti IU lii 11111111111111111 li 11111111 lllll lii li I I 111 li li I lii I 11111111111 ti 11111111 K1v1sT A DELLE ~IVISTE ----~:---- Nesvoy: L'isti·uztone nel Giappone. (r) - I Giapponologi più autorevoli - ad esempio: Hesse Waneg - affermano che a torto il Giappone, almeno ora, è considerato come un paese agricolo. Parimenti a torto· si considera il Giappone come un paese abitato da un popolo selvaggio e si parla di un p ricolo giallo. Per con vincersi, che si è in errore diamo alcune notizie sull'istruzione, che prendiamo da un libro di Federico Stakelberg. Prima della rivoluzione del 1868 esisteva a Tokio una scuola di lingue straniere che nel 1856 era in piena fioritura. Nel 1863 il governo giapponese chiamò l'americano G. F. Verbeck ad aprire una scuola a Nagasaki, d' o:1de fu trasportata a Tokyo. Ivi il Verbek con altri ventiquattro professori insegnò l'inglese, il francese, il tedesco, il russo e il cinese. Ma solo dopo la rivoluzione il governo inaugurò un sistema completo di educazione nazionale, dopo avere inviato molte delegazioni in Europa e io America per istudiarvi i migliod metodi pedagogici. Egli invitò in seguito (nel 1873) il D.r David Murray degli Stati Uniti e· in una al Verbek gli affidò l'organizzazione pedagogica del paese. « L'educazione giapponese, dice Stackelbag, comincia nei Giardini d'infanzia di Froebel e termina all'Università. La serie intermedia comprende le scuole primarie, elementari e secondarie , gl' istituti dei ciechi , dei sordomuti e le scuolé tecniche e professionali. » « Dal 1880 l'istruzione è obbligatoria. Si crearono da principio due categorie di scuole primarie: la prima per i fanciulli di 6 a 9 anni e la seconda per quelli da 9 a 13 anni. Ogni categoria fu in seguito divisa in otto gradi, di una durata di sei mesi per grado, ciò che elevò ad otto anni, da 6 a 14, la durata totale dell'educazione primaria ». « In virtù della legge scolastica del 1890 le città e i villaggi sono costretti a costruire delle scuole con sale di ginnastica. Questi stabilimenti devono essere abbastanza vasti da contenere tutti i fanciulli in età da frequentarli. IL numero 'di questi edifici e i terreni necessari sono desigaati dai governator~ delle provincie, dopo aver consultato le autorità municipali. Quando un Comune è troppo povero per mantenere una scuola, esso si unisce ai Comuni vicini e alle spese di costruzioni si provvede con una imposta scolastica. Se queste spese non possono essere ·pagat( in danaro, lo sono con contribuzioni in natura o con lavoro personale. In caso d'indigenza assoluta il governo provinciale prende le spese a carico suo , salvo a farsi rimborsare in seguito dal governo centrale ». « Il Giappone , giustamente chiamato Impero del Sole che si leva, ha saputo, con uno sforzo assolutamente unico nella storia, mettersi in meno di due generazioni alla pari coi paesi occidentali e raggiungere le sommità pil'.1 luminose della civiltà contemporanea. Cosi è molto c:uatteristico il fatto che la prima notizia che sia pervenuta in Europa dall'Estremo Oriente dopo il principio della guerr;, sia stata quella sulla ( 1) li titolo originario è: Compara{ioni ed è un russo che le fa. Gl' italiani hanno molto da apprendere da questo articolo. N. d. R.

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