Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 12 - 30 giugno 1904

324 RIVISTA POPOLARE evolve fino al punto da riflettersi su se stessa, da pensarsi e da spiegarsi; per mezzo di funzioni cerebrali essa cerca i rapporti delle singole pa1·ti di _se stclssa. Lo sviluppo del pensiero , cioè la crescente riflessione della natura su se stessa dà all'uomo la scienza e la coscienza, e lo individua sempre più. Lo libera quindi a grado a grado dal fascino misterioso di se stessa ancora bruta e insciente, lo libera dal timore dell'occulto, perchè rocculto si riduce sempre in limiti più ristretti, lo avvia alla conoscenza della intima essenza e della storia naturale di lui. La riflessione della natura su se stessa si chiama Pensiero o Scienza. La Chiesa, dunque, i:: un popolo che non ha un movimento intellettuale progressivo, ci dà essa l'imagine dello stato psichico e mentale di quel popolo; in un popolo in regresso essa , rappresenta la parte meno della storia dell'Umanità ; e in quello si arresta. In essa la Chiesa deve avere necessariamente grande dominio e vigore sia perchè l'uomo non è arrivato ad un alto grado di individuazione politica e mentale, sia perchè i popoli si sono arrestati in civiltà, e quindi non hanno potuto avere antagonismo fra Chiesa e Pensiero. Nell'Era greca e in quella romana. lo sviluppo del Pensiero progredisce fino a darci il « conosci te stesso » di Socrate e il De Natura rerum di Lucrezio. i\fa in quelle età l'individuo è ancora completamente soggetto alle necessità della polis, dell'urbs, non si libera; in quell'età il pensiero che sale alle più eccelse vette_ della speculazione , non crea una sola macchina industriale (il grande strumento atto a rivoluzionare le classi lavoratrici); il pensiero che dà il responso umano, non penetra le intime fibre dello organismo umano, non ne scorge la naregrediente, perch'essa tende non solo a conservare e ad educare il sentimento reEgioso, ma anche quel complesso. di cognizioni a cui quel sentimento si adegua e in cui trova qualche spiegazione. L' equilibriodell' Europa tura e la genesi, non si mette, p·erciò in lotta diretta colla. religiosità umana. E poi: nell'età greca e nell'età romana ogni stato ha la sua chiesa e la sua religione, che, o si pratica su picciolo tenitorio o èdi durata breve. La storia di una grande Chiesa, che sia. comune a molti popoli, e viva. lunghi secoli. non si trova. In un popolo in progresso invece la Chiesa, tendendo alla conservazione della psichicità e della mentalità urna na, in un dato momento storico rappresenta uno stato psichico e mentale anteriore a quello raggiunto dall'organismo sociale pensante , e di cui si ha un esponente nel grado di sviluppo raggiunto dalle scienze. La sola Chiesa che ci puòfornire materia a,i un esame assai sommario, è quella cristiana che ha 17 secoli di vita,. si spande su vasti territorii, ed è vissuta e vive rra· popoli che haDno attraversate varie fasi di sviluppo dell'umano pensiero. Abbiamo detto che Chiesa. e Pensiero sono due forze antagoniste nel campo umano. Che cosa sorge da quel contrasto? Se ci si passa l'espressione, diremo che la Chiesa tiene al passato - alla tradizione direbbe il Bovio - e un pò anche al presente, mentre il Pensiero tiene al presente e all'avvenire di •m popolo; quella tende alla quiete , questo al moto incessante dello spirito umano. Da ciò si pare che Chiesa e Pensiero costituiscono due aspetti diversi della Natura L'Europa: Che sarebbe di me se cadessero i puntelli ? Gli uomini che risiedono sopra uno stesso territor·io ed hanno comunanza di costumi, di interessi e di origine, si costituiscono in una unità superorganica politica per la tutela dei loro inter.essi biologici economici e morali. A capo di nell'uomo; la prima ci rivela il dominio della natura insciente, il secondo il dominio della natura sciente; ma si pare anche che Chiesa e Pensiero non sono nè due forze contraddittorie, nè due forze contrarie. Esse costituiscono semplicemente due forze antagoniste. Nei popoli che attraversano un periodo di stasi, o retrocedono sul cammino della civiltà, la Chiesa assorbe il campo tenuto dal Pensiero, e 11011 lo distrugge, ma lo conserva ; nei popoli che progrediscono, quando sorge una nuova conoscenza della Natura che strappa un velo dell'ignoranza umana, svincola l'uomo da una soggezione, da una influenza naturale, e porta una scossa al precedente stato psichico e mentale dell'uomo, in principio ha sempre un potere più debole di quello della Chiesa ir. tutto ciò che ha attinenza col nuovo campo esplorato dal pensiero umano; e ne patis~e il dominio; ma indi trionfa, e costringe quella o ad adattarsi ad esso , o a cedere terreno. Qui ci troviamo di fronte al secondo dei quesiti da noi proposti: qnal'è la storia di una Chiesa? Una risposta a tale domanda oggi ci pare difficilissima , perchè manca un materiale storico bastevole alla formulazione di essa. L'Asia non ce ne dà, perchè essa apre il periodo, diciamo così , infantile quella unità, per volontà propria o per elezione altrui, stanno i più atti al dominio e all' esercizio del culto. Quando una Chiesa si è costituita sopra una certa base· di interessi economici, politici e morali, lo sviluppo del Pensiero urta contro la Chiesa già costituita. Il Pensiero sorto in seguito all'aumento della popolazione, --o alla mutata struttura economica, o alle mutate re lazioni commerciali e sociali di un popolo. esige un diverso adattamento e tende a crear e un nuovo ambiente morale e sociale. Dall' urto fra il momento, passato è il momento prossimo, futuro, dall'urto fra la Chiesa e il Pensiero sorge una nuova forza, che adegua l'una e l'altro al presente, e che ha dell'una e dell'altro ad un tempo. Questa forza risultante è lo Stato, ed è eguale al rapporto fra Chiesa e-Pensiero. Non ci si faccia torto se noi vogliamo tentare la designazione di fenomeni storici con rapporti numerici. Noi siamo . sì, favorevolissimi alla spiegazione dei fenomeni biologici, sociali e storici alla stregua delle leggi fisiche e con criterii matematici, ma non esageriamo. Nel caso speciale noi non pretendiamo misurare con esattezza il valore dello Stato. Già il Bovio tentò questa impresa, definì lo Stato « il ter-

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