Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 12 - 30 giugno 1904

RIVISTA POPOLARE DI Poli tic a, Lettere e Scienze Sociali Direttoro: Prof. NAPOLEONE COL!JANNI (Deputatoal Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d'ogni mese Italia : anno lire (j; semestre lire 3,50 - Estero : anno Iire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: Corso Vittorio Emaniiele n.0 115 NAPOLI Anuo X - Num. 12 ABBONAMENTO POSTALE ltoma, 30 Giugno 1904. SOMMARIO: Noi: GJi avveulmenLi e gli nomini: (Le spese militari - Contraddizioni nord-americane sugli italiani - Pel Congresso radicale - Per la Finlandia - Le carceri italiane - Il macello - La imbecillità della giuria) - Dott. N. Colajanni: Armi e Politica - Dott. N. Colajanni: Soci:1lismo ·e socialisti italiani è meri 1ionali giudicati da compagni socialisti - La Rivista: Un socialista belga pro Filippo Turati - Saracco e Pantano: L'Esercizio di Stato - Lo Zotico: Come sorsero e pt?rchè divennero ricchi gli Stati Uniti - D.r GaetanoBaglio: Una missione augunita alla Chiesa Cattolica - Mario Pilo: Stelloncini letterarì - lUvista. delle Utviste: L'istruzione nel Giappone (Europèen) - La colonizzazione francese in Tunisia (Musée Social) - La base economiw-sociale del partito radicale (Cr fica soci,ile) - Il socialismo al Giappone ('l~vue des Revues) - Il linciaegio dal punto di vista negro (Nort!J American Review) - La famiglia dello czar (Die Nalion) - La guerra giapponese e i paesi scandinavi (Die Gegmwarl) - L'Asi I conquistatrice ('R.._eviewoj Reviews) - Un apostolo della luce (Pall Mall Magazine) - Un ospedale americauo per il grano (Windsor Magazine) - Illustrazlc.1111 nel te~to. AVVISO IMPORTANTE Preghiamo vivamente tutti gll abbonati at quali scade J'abbo11amento il 30 g·inguo, di volere subito s1,ecl1re l'Importo per H nuovo anno, pet· rispfl,rmtarcl il lavoro e la spesa dell'invio di ch·colarJ. - St preg·ano Jlol nel modo plit caloroso gli abbonati, che non hanuo ancora pagato l'abbonamento dello scori-;o aon • di volerlo pagare colla massima sollecitudhae. Il loro ritardo, che trattandosi cli s0111ma moUo esigua, non può dipendere che da cl mentlcauza art·eca imbarazzo all' ammtuistrazloue. GLI ftVVBNIJvlBNTI e GLI UOMINI Le spese militari - La discussione avvenuta nolla ci ::;arobbe la concorrouza che fra bravi militari, dest'derosi Camera dei Deputati ha messo sempre meglio io chiaro ciò di fare il bene della patria, si fece per iutascare cinquancho si sa e si ripete da anni od a11rii sul cattirn impiego tamila lirette. Tutto sommato parrtibbe che invece di un che si fa del denaro sµillato ai cootribu~nti. colonnello ci debba essese un generale a farti una magra Sono state gravi lo dichiarazioni dell' on. Compaos de figura! Brichanteau sui 70 milioni 11!l'anno nel bilancio della guena Ma questi del resto non sono che episodi di poco conto. che sfuggono ad ogni contr,,I lo parlamentare e della Corte L' iotoressanto eh' è risultato dai discorsi Man,zzi, Lollini, dei Conti ; rfell' on. Calissa110 sulle infamie , cho si perpe- Ciccotti, Bissolati, Compaus de Briubanteau, Pais, Colajanni tranu nei Consigli di disciplina ecc. ecc. ( lJ. Notevoli questi ecc. è questo: 1 ° c' è sproµorziono tra le spese militari e appunti perchè vennero da deµutati sulla cui ortodossia po- la µotenzialità economica del paese; 2° e' è sµroporzione tra litica non si possono sollevnre dubbi di sorta alcuna. l' ordinamento nostro - e. speuialmente in quanto riguarda Un incidente solle,·ato dall'on. Pes etti sull'istituto geo- il mantenimento dei dodici corpi di esercito - o il cosidetto grafico di Firenze e ·sulle 50 mila lire di premio dato al CO· bilancio consolidato del ministero della guerra; 3° s'insiste lonnello Gliamas µer la ces,;;ione del suo metodo di fotoin- nel rigettare 'il reclutamento tenitoriale, cho darebbe il miçisioue per la riproduzione Jelle carte topografir;he assunse nim<> della spesa col massimo della potenzialità difensiva; maggiore importanza per l'intervento inYocato e timidamente 4'J conclusione generale: si spende molto, si spende male avvenuto del generale Pistoia, che avrebbe fatto un rapporto e si ha un esercito più 1iorninale, che reale/ contrario al metodo Gliamas dopo che a. f)_uest' ultimo era ♦ . stata pagata la somma conv1·nuta. , :·: ._ J· .. ,'J., . .,...._. - ; -... ..,«.,,.... . . . . . La!cosa assunse le proporzioni .di un µi4.lcolo ,scandalo;·. r Contra.. d1z1on~ nor~-amer1cane sug~1 1taba~1 -. ma ad ouor del vPro bisogDa aggiungere che la c~ndotta del Nel n~,~~ 1 ~ d~! 30 ~µ,ile 0 : ~- dol _Medi~af Reco~d di ministro della guerra fu corrottissima: jl generale Pedotti ." _ew Y?,~, il pru au_to,evole_ g1_01nalod1. m~~1crna dell Arnemetteudo a diSIJOSizione della Camera tatti i documenti ro- 1:wa! trovrar~w un artwoletto intitolato_ Prunitive types among lativi mostrò la completa sua buona fedo Le ulteriori ·in- i~ali_an enugrants nel quale sono riportate. alcu~ie os~e1:vadagini e discussioni poi farobboro i-.;ospett.:ue che le critiche z_ron_,_fatto <lal_Dott. J ·. M. Eager sopra glr em,gran~i ,ta~ del Generale Pistoia non fossero disi nterossate e che sotto l1a~1. ,mb;trcati a Na.pol, e a Pal(;)rmo alla volta deglt Stati Unrh. (1) L' on. Calissano tra tanti casi st1·ani 1·ivelò questi: un ufficiale denunziato per turpe reato contro iJ buon costume potè giudiziariamente andare immune comprando a peso d'oro il recesso della vittima, uscì con patente netta dal Consiglio di disciplina, forse per non intaccarti ..... l' onorti del reggimento ; un altro ufficiale fu asaolto e mantenuto nell'esercito benchè sorpreso a barare al giuoco - ed era recidivo !-; un altro ufficiale fu conservato al reggimento e punito appena disciplinarmente per avere vinto la gara di corsa facendo trovare ..... una carrozzella in un determinato punto e truffando, perciò, la ricompensa .... E ci pare che basti per intendere valore dell'onore militar~, di certi Consigli di disciplina. Questo Dottore, (il quale sembra sia stato incaricato di una missione governativa) dopo di aver trovato che tra questi emigr,rnti abbondano tipi mongolici e negroidi, che le teste rammentano spesi-.;o i crani scavati nollc grotto di Francia, Belgio o Jnghiltl'rra, cho insomma predominano i tipi fisionomici così ben descritti da Lombroso e dalla sua suuola come caratteristici dol delitto, passa a considerare il danno morale ehe una siffatta emigrazione apporta all' America, dovo le latenti predisposizioni al delitto possono svilupparsi. 'rra lo caratteristiche psicologiche di questi emigranti sono

310 RIVISTA POPOLARE da notarsi , secoodo l' autore, la niaoeauza di coufide11za ncll' aziono della giustizia, la teudenza a far da FÒ stessi senza riguardo allo leggi ùe1 paese, l'amore della vendetta ecc. E l' autorevole giornale soggiunge ossoro u11a stringente nocossità cho la legge }H'OYvedafinalmente a regolare e diminuire questa undesiderable i.mrnigrnzione. Si potrebbe rispondere alle amenità di qnest' articolo citando tanti altri articoli <li giornali , tanti altri pareri di ùeonomisti o sociologi americani, eho pensano tutto il contrario, cbo credono l'immigrazione italiana un bene e una 11,,ucssità per l' America. E si potrebbe citare sopratutto il rnagiRtrale articolo de!l' Austin nella North .Ame1·ican Review da noi a su0 tempo riassunto. · Ma noi non vogliamo rispondere affatto. La risposta la dà lo stesso MediC<itRecord, nello stesso numero del ;:10 aprile a tre sole pagine di distanza in un articolo intitolato The psychology of Lynching -- la psicologia del linciaggio: Udite: In principio la pratica d<'l linciaggio fu provocata da delitti commessi da negri soprn donne inermi, i quali dolitti spingevano le masse dei bianchi a un fnroro p<!rfottamente naturale (to perfectly natural frenxy), cosicchè il linciaggio sotto questo speciali circostanze può booe essero condonato ( condoned). · Ma il guaio è cho coll' andnro del tempo il linciaggio si cominciò a praticare troppo spesso, for extraordinary petty reasons, or really for pratically no reasons vhatever, per motivi ass11lutamento futili e spesso anche per nessun motivo aflatto, e solo per quel gusto eminentemente sportivo, così bene ritratto nel proverbio : It' s a fine day ; let' s go 01,1,t ancl kill sornethùig - Che bella giornata è oggi ! andiamo a uccidere qualcuno ! E non soltauto contro i negri maschi e aùulti, ma anche contro vecchi, fanciulli e donne, si ese/èita questo sport, specialmente oegli Stati del sud. In ur, case, il fegnto della vittima fu tagliato a pozzi e distribuito alla folla , come ricordo. Ma uon si creda già che il linciaggio sia un pregio esdusivo dogli stati meridionali. Anche in Nuova York, the city most aclvancecl and most representa#ve of civilisation in the Western hernisphere, si sono avuto aucho rocenterneuto di tali orribili tragedie. · Per riuanto si guardi iulietro nella storia dell'umaniU~, è difficile trovaro un'epoca in cui sieno stato superate le barbarie attuali. What is the remedy? Si domanda l' autorevole giornale - Ah ! si, qual è il rimedio , occo la grave quostioue ; come combattere questa maucanza di fiducia nella girn'1tizia organizzata, 'lùosta tendenza a far da sè it:i dispetto delle leggi del paesè, quosto amoro alla vendetta, difetti tutti che voi attribuite all'i111migt'azione italiana, meotre non vi accor1;ete che sono appunto i vostri? What is thc remedy ! Ma fincbò questo riltlodio non sia stato trovato, con qualo coraggio si può gridare l' allarmo contro l'immigrazione di un popolo onesto, intolligo11te, :;obrio e laborioso chu tauto vi ha insegnato, e tanto vi può insegnare ancora? ♦ :Pel Congresso radicale - Diamo la lettera dell' 011. Guerei, dio ci porvouno troppo tardi per essere pubblicata nel nu1n1lt'o procedcuto. Laoghirauo 10 giugno 1904. Oarissirno OolaJanni, 'l'u che su cento no indovini ottanta, quosta volt.a nel' giudizio cho dai di 1110 sulla tua R-ivisfo, a proposito del Congresso Hadicale, noo hai colto nel sogno. Mi sono astenuto d' intervenire al Congr0sso non perché io sia agnostico e repubblicano evoluzionista, ma perchè intervenendovi per forza di logica, avrei do\·uto sottometmenni a quello che stabiliva la maggioranza; noi dubbio che questa non stabilisse conformemente a quello che ho sempré pensato e che penserò sempre, son rimasto in platea, perchò, almeno pel monwnto non ho nessuna voglia a' allontanarmi dalla strada che ho percorso sin qui, tutto solo, senza trovare un cane che mi dia un bicchior d'acqua. D'altra parte le mie ragioni le avevo detto un mese prima al Congresso regionale di Milauo dove, por un vvto, si deciso di mantenere la vecchia forrno]a del programma, non porchè fosse .più logica di quella votata ultimamcuto a Roma, ma porchè servi\'a a dividere il latte dal timone. 'Iu comprendi, perchè mi conosci da un pozzo, che non può essere una parola di più o di rneoo inserita in un ordino del giorno . la causa che mi ha tenuto lontano dal Congresso, ma bensì il nuovo atteggiamento del Partito il quale, oggi ha I' aria di voler governare, per salvare la patria, e forse r1ualcu110 pensa, anche l'umanità. Questo nuovo carl:lttere del partito radiuale apre la porta a troppa gonto, fra la quale, so vi sono 0uorgie giovanili, ve ne sono altre deleterie; gente bocciata nei dei;ideri, nelle aspirazioni, negli interessi ; chi) si provò, e non riuscì, nè colla sinistra ston:ca , e magari colla destra preadamitica, la quale, trovando una porta libera, s' iufila oc] brauco furioso , ed intorbida l' acqua, che, se fu, sin 'lui troppo calma, e magari poco profonda, fu sempre però , fresca, e sopratutto chiara. Co:-a vuoi! .. Tu 111ico11osui, sono un'originale, che ba la fissazione dei provorbii e fra i tanti, jn quello che dice: megho soli che mal' accompagnati. Devi co11ve11ireche; degli origin,lli como me, se no trovano anche negli altri partiti. Conosco, ad esempio 1111 Professore di 8fatistica insegnante nell'Università di Napoli, cho ò fra i deputati più stimati della Camera; è Direttore d'una Rivista di grido, o che ad averlo allo calcagna e' è da preferire la tifoido .. Ebl..one, questo Professore, C:aanni lavora por suo conto, ingrassando a vista d'occhio, aggiungi cho, al solo sentir dire che e' è un Congress<, se ne va in campagna ... e fa honone. Tu lo conosci intimamente; me lo saluterai con afft tto : è uno dei miei vecchi e più cari amici. In quanto a te, niente ; imparerai a veder più giusto un'altra volta. GUERCI !NG. ConN.1<~LIO ♦ :Per la Finlandia - Ogni opera di uomo trova il suo giusto premio o la sua pena, quà i11 terra. Una giustizia irnplacabilo colpbco chi ofl'enue i diritti dogli uomini e i diritti elci popoli, e qualeho volta l'uomo espia con i dolori m0rali o lo sofferenze fisiche la colpa, o qualch i altro sconta con la vita la pena d'aver conculeato la libertà di un popolo. d' essersi prestato, doeile strumento al fedifrago , a compiere il delitto di leso diritto. Dnrnnto lunghi anni il tiranno è sordo alla preghiera dogli oppressi, non lo commuove il pianto delle madri, u11 popolo in lutto non sembra avere sull' auirno suo nessun potere. Poi n11 giorno un invisibile microbo gli si i11siuua 'nel corpo o il tiran11-J rantola o singhiozza, e spasima ; o il piccolo microLo , i11sonsibilo come l'animo del tiranno, proeede implacabile l'opera sua, o rodo, rodo, rodo ogni giurno un pu' più, vendicando gli impiecati , gli esuli ; il pianto delle madri e la bestemmia <lei galoot1 i , e, maledicendo il giorno della sua nascita: il tiranno muore. Oppure intorno al tiranno la morte fa il vuoto. Uno per uno, sono porfati via dal destino vendicatore, seompaiono r1uelli che il tiranno amava ed egli rimaue, tristo, tragica figura, ultimo de' suoi a prevedere che dopo di lui l'opera eretta o voluta mantflnere con la violenza si sperde. C'era in una terra lontana, un piccolo popolo che viveva povero e libero; felice della sua libertà, ricco di lei solo e per ]ei solo ricco uella sua miseria. Quella libertà, quella ricchezza erano state rispettate dai despoti piu duri. Quella povertà, ora apparsa troppo piccola cosa perchè un potente si degnas-;e di manometterla. E quel popolo era vissuto felice e libero, felice d'esser povero e libero ; finchè un giorno venne lo lsar - amico doJla pace --- o la libe.rHi di quel popolo fu spenta. E quel popolo s' accorse allora d' esser povero ; :;oppe allora Ja sua misoria ; o lo donne vestirono il lutto por la patria morta; e gli uomini, che erano stati sempre buoni, cercarono se non per caso, uu ferro pote.-se recar rimedio al male. E l' amico della pace mandò a governare quel popolo 1

RIVISTA POPOLARE 311 più biechi strume □ ti d' odio e di tiran11ido; e lo carr:eri seppero l' ira dei patriotti traditi, e lo ehieso furon piene del pianto dello madri sin gli ozzanti pei figli, mandati lontano a morire per conRolidare la tirannide, e la frnsta insanguinò lo reni di studenti che osavano volere libera lu patria. E pareva che l'anima libera dd lontano 1-mcsofosse esulato per sempre iusiome ai i.!oportati ebe, eari<.:bidi ferri, partivano per l' isola lontana, pn l'isola maledetta ehe sa lo torturo dei Polacehi. dei Litnani, dogli Ebrei russi, dei Nihilisii, di tutti i generosi colp1·,·oli d'aver sognato di libertà. Pareva ohe ali' isola di Sakali II fosse andato a seppellì rsi l'anima doli a morta. E i ministri del tirauno scrivorn110: La terra è domata. Il popolo tace ! No; il popolo non tacque. Uno, per tntti, parlò : Maestà! Con l' aiuto del proeuratorc dul Senato <li V. M. per la Finlandia ehc, senza riguardo ai diritti ed alle leggi, obbedisco ciecamente agli ordini del generale Bodrikoff, il governatore generalo è riuscito a eroare in questo paese uno stato di confusiou0 c9111µlotae J'infaniia. C,>11 bu~ie e falsi rapporti il governatore generalo Bobrikoff. cd il ministro dell'intorno Pl· hwo riusl'ironu :td inJurro V. M. ad 0111anare ordinanze e prendere d0cisi1Jni che stanno in eontr:v1diziono con le loggi che V. M. al suo ,w,·euto al trono ei proll!ise di mantenere inYiolatc in tutto il l rn vigore. I più fedeli ed esperti funzionari del paese Yengono senza un' inchies•a legale e senza sent:onzn dostitnit i ed in loro vece si nominano ignoranti cacciatori di cariclw, individui degenerati, e persone che. secondo le leggi . sono indogno di coprire earicho governative. I eittadini p:ù ir,t"1ligcnti o fedeli sono arrestati od esiliati. La sicurezza µcrs•rnalo non esisto. 1 ministri cbe riferiscono a V. M. sulle faccende concernenti il granducato non conoscono i tinlandosi , i loro bi-ogni, lo leggi del paese, 8icehò V. M. 0011 ò informata sulle vere condizioni del paese. H1;eome non v'è s11oranza che in un te1npll viuir10 giunga a V. M. una vera esposizione dello stato delle coso ed è improbabile quindi un prossimo riehiamo del goHrnatoro generalo, non rosta altro che farsi giustizia da sè e sopprir11oro Bobrikoff. E' un lllozzo violento - lo so - ma è l'unico che si presenti. lo faccio sacrifieio della mia vita toglie11domola di mia proµria mano per tentare di eouvincore così V. M. cln nPl granducato di Finlandin, in Pol.,nia, o nelle provineie Jel Ralti-;;o, anzi iu tutto l' i1nµoro russo l' 11buso rogna SO Han o. A questo passo fui tratto per 111iof-:oloeonvi11C1111e11dtoopo matura rifle11sio11e. Maestà! con la rnortu di11a11ii agli ocehi, ginro a Dio che non esistono congiure. Sieeornc co11of'co il buon cuoni, i nobili sentimenti di V. M. oso µregarc cho la vr. V. s'informi del Yero stato dello cuse 11ell'irnpero, o particolarmente in Polonia, Finlandia o 11elle pro\'ineie del Baltico. Con prnfondisssima, urnilis&irna devozione di V. l\L suddito fodelissirno od umilissimo. Eugenio Schcmmann. E quel!' uno per t.utti aveva parlato, per il diritto di tutti agì. L'ignobile servo elio erodeva aver domato un popolo giaeque freddato da un pieeolo piombo. La Firdaudia ha fatto saporo ali' autocrato che l'anima sua palpita a11cora per la libertà; e noi , che sappiamo quanto dolon·, quanti martiri, quanto sangue furono 11oeossari per togli ere dallo JlHtn i dello strani oro e del ti ran DOla nostra tJrra, noi salutiamo il forte che foce giustizia; o µer lo Tsar, piangente diuauzi allo sante .leone, µor questo pavido autocrat~ che sceglio a st,umonti del suo potere e dei suoi ordini i feroci o gli imbecilli e manda gli uni a domare, gli altri a combattere i popoli uon abbiamo nessun pensiero di pietà e nessuno d'odio. Noi pensiamo alla giustizia cbo ha oppresso Bobrikotf, e alla giustizia che su i campi di battaglia prepara il trionfo della libertà. Viva la Finlandia, e la giovino e la non santa Ru8sia : e sia gloria eterna ai loro martiri. Le cai·ceri italiane - È i11coneepihilo oho 0011 i ri- ~ultati ai quali è arrivato oggi la Sei mza Pctule; eol progref-:sOJella filosofia, col 111aggioro i11eivilimo11toe la più larga eduenzione nel popolo possan,1 sussistere aneora le anomalie dei carcerieri f'oroci o dei direttori di penite;iziari che sembrano i degni oredi e discendo11ti <lirutti d,,gli inquisitori di più turpe memoria. Lasciamo da parto che la 1naggiornnztl dello uarcori italiane, spocialmonte doi ·cpar1i giud•ziari o di <]uolli adibiti allo sconto di piecole peno, non las1;iano nient,l a de.;iJorare, nè per gl'insetti d'ogni razza - i più suhif,,si ci pullulano; nè per il sudicinrnc delle celle, nè por la l•JrJurn o la schifezza dei paglierieci, dello coperto, dello le11zLwla, di cui il carcerato non ha ch.':l uno solo, nò per la insufJi.oienza e stomachcvòlczza del vitto, nò por la uattiva di8posizionc ddla carcor.1ziont1 e di tutte lo altr0 necessità igie11icbo. Lasciamo da parto le rnberio della cantina e la più che inferiore <]_nalitàdci goneri che ci si vcndo110, perohè se volessimo Jire tutto il male ehe sappiamo - e lo sappiamo por espcriE:nza personale - dello carunri tutta la Rivi"sta non basterebbe ad esaurire la rn:1.toria., Vogliamo soffermaroi soltanto a qnaleho considerazione snl personale earcerario. Di tanto in tanto a11pare su i giornali la nofo,,ia ebe in .qualeho penitenziario i carcerati si sono ammutinati, eausa il vitto, o i cattivi trattame11ti. Quando aceadono fatti eome quello del .Frezzi o del marinaio D' A.ngelo l'opinione pubblica si commove o uno spiraglio s'apre su quell'abomina zio11e che sono le earceri italiane; µ<Ji i periti - tip') Dn redys - concludo110 favorovolrnento agli a :eusati di omicidio, il tribunale assolvo i torturatori ; lo spir.iglio si richiude e l'inferno ridiventa rnnto e misterioso protdto dallo 8UOalto e f:;Olidomura, dalle finestrelle- sbarrate, <lai cancelli di forro che non lasciano passuo il segreto àelle torture inflitte giornalrneute, delle perseeuzioni cruueli, e delle vigliaecherio grandi e piccino, eou le quali i eapi guardia, i direttori, i earcericri 8tancano la pazieuza Jei J,,t&nuti offendendo ogni seDtimonto umano. E' vero che nelle carceri italiano e'ò il modieo, il qttalo dovrebbe essoro indipendente, dal direttore o da tntte le autorità della prigione; il quale, se avesse piena eoseiouza del suo dovore Jovrcbbo essere l'occhio vigilo della 11ci0nza e della umanità aperto per impedir-i le inutili seYizie e i mali trattamenti che i11fliggonoai eareerati, i q1tali ancorohè condannati dalla cosiddetta giustizia umana rinrnog()llO puro uomini qua11tunque messi al bando dalla 80ciotà. i\lla i me- <lici dell0 eareori, salvo rare eccezioni, son degli asini calzati o vestiti eho non sarebbero eapaei di guadagnarsi per moz.zo di coneorso un posto ditfo1cnte e migliore, nò rinscirobboro a trovaro un uanc che li volesse come i11torn10diari fra loi e il Paure Etorno. Essi sono du11c1ucobbligati a tenersi boue col capo-guar<lia, o col direttore Jello s·abimonto, sono obbligati a chiudere gli occhi su le a.ugarie, le violenzo. i soprusi che eodosti capi o <lirettori fa11nu ai carcerati ; 80no obbligati a farsi compliei. col loro silo11zio, se non vogliono perdere l' unico p,rne cho l,· loro piueolc capacità p0rrnottono loro di guadagnare. l prigionieri s,rn dunquo assolntamente alla mcreè della maggioi·e o minore brutalità d'animo di codesta gente, e dato il sentimento di violenza o di crnu,·lt.à verRo i deboli, o verso chi si trova in una condiziono di iuf'eriorit~1, che è uno dei rratti earn.tteristici delle elaflsi baRso italiane, e un indico eortu della loro ig11orn.nza, si può di leggeri immagiuaro che cosa aucada nelle prigioni. Il processo degli ammutina.monti del carcero di S. E(rcrno ha rivelato coso turpi e fatti infami. Il dirott11re d' Ambrosio, è statio accusato dai detenuti di vessazioni, di prepotenze, di vidonzo. Egli avova aggravato il regolamento carcerario già di por sò stoS80 abbastanz.a stupidamente crndelo , di milio piccol" cattiverie che avevano rosa insopportabile assolutamente la vita in qnol ctw;ore. li D' A.mbrosio ò forse un caso occezionale nei direttori delle carceri italiane? Niente affatto. Basta che una causa qualunque porti dinanzi al pubblico delle rivelazioni su l'interno delle carc0ri, di tutte le

312 RIVISTA POPOLARE carceri, e ci si trova immediatamente di fronte al medesimo fenomeno : l' uomo feroce e vile che abusa del suo potere per vessare e maltrattare altri uomini posti .dalla legge, in condizione di enor"me inferiorità dinanzi a lui. Vengono fuori allora le rivelazioni di camicie di forza strette fino al soffocamento del paziente, di condanne di due o fre mesi alla cella di punizione, di pugni, calci, sc:1iaffi liberamente distribuiti, di vitto insufficiente, d'ingiurie continuate, di prepotenze, di violenze che solo la mente di torturatori raffinati può immaginare. E si fa sfoggio di belle parole di umanità, ài civiltà e di altre tà simili ! Avemmo 00casione di dirlo altra volta, ora lo ripetiamo; finchè la sorveglianza del condannato nell'in- ·terno dello careeri italiane non sarà tolta al Ministero dell'Interno; finchè il direttore dello carceri µotrà chiudere in faccia a chiunque la porta del suo stabilimento i medesimi guai si ripeteranno sempre ; e non si avrà una vera riforma del personale carcerario o dei metodi usati nelle -carceri finchè il popolo non si· agiterà Javvero e seriamente esigendo che i condannati siano trattati como esseri umani, che non si aggiungano alle sofferenze e alle privazioni stabilite e volute dalla legge le crudeltà e le violenze che l'animo di esseri indegni del nome di uomo possono escogitare a danno di altri. ♦ n macello - I giornali ci recano, ogni· giorno, notizia dei Ìnorti e dei feriti russi su i campi di battaglia dell'Estremo Oriente. La nostra simpatia va tutta ai Giapponesi, che ci sembrano gli strumenti di una giustizia che è nella natura e nella forza stessa delle cose ; ma non possiamo fare a meno di esprimere i nostri sensi di dolore per le migliaia di poveri mugich strappati alle lo,:o famigli.e, strappati alla pace e al lavoro per andare a combattere lontano in difesa di interessi che non sono i Jofo, in nomo di un potere che gli sfrutta e gli opprime, condotti da generali ed ammiragl· di parata che a parole giuravano ùi voler trattare di pace sul territorio del nemico ; a tatti in vece conducono i loro soldati al macello. E questo metodo di condurre la guerra, e le rivelazioni di cannoni venduti , di viveri avariati , di munizioni deficienti ci fanno fa,e delle tristi riflessioni su ciò che potrebbe essere , anche fuori di Russia, e i recenti scandali, e le notizie di mangerie noi ministeri e negli istituti militareschi del nostro paese ci fan no faro delle tristi riflessioni, riflessioni che diventano amare se pensiamo che c'è in Italia e si agita tutto un partito cl:le vorrebbe portare il paese su la via pericolosa - gli eroi di q nesto partito la chiamano gloriosa - delle provocazioni e delle pos8ibili guerre. Noi siamo partigiani dichiaratissimi della pae;e, o se lo fossimo tiepidamente quello che accade in Estremo Oriente servirebbe appunto a rinforzare la nost.ra convinzione. Troppo caramente paga il popolo russo la tronfia stupidità dell' Alexeieff, la incapacità dei generali e degli ammiragli, e le piccole e le grandi mangiate dei burocratici dei ministeri, organizzatori di sconfitto. · Che almeno la dura lezione che ora tocca ad alt!'i ci possa servi1e. ♦ La imbecillità della giuria - Ritorna,e orn sul caso della ridicola ass •luziorie dell'Olivo sembra ozioso; noi abbiamo detto quello che pensiamo in proposito e ei 8embrerebbe inutile parlarne ancora so uu' altra cosa non fosse venuta proprio di questi giorni, a dimostrare ohe la istituzione della giuria tale quale è oggi ordinata dalle nostre leggi è manchevole sotto tutti i rapporti e prima di tutti, dal Jato della intolligonza. Lungi da noi il pensiero, di dire che i giurati, individualmente considera.ti, siano della gente che non po8siede quella media intelligenza che è patrimonio di tutti gli uomini che « mangiano, bevono, dormono e ve stono panni > e riescono a fare, tanto bene quanto è possibile, i loro affari commerciali e professionali; ma da questo a possedere quella intelligenza superiore che può essere ca- ,pace di sceverare ciò che è vero da ciò che è falso in un proces:;o, che può giudicare la somma di responsabilità che puo essere addossata ad un individuo, e che può saoero equamente pesare la somma lii torto o lii ragione, o ,;aiutare la giusta misura dalio circostanze che spiosero l'u,)mo a i un qualunque atto àelittuoso, ci corre assai. Ora questa differenza che sta fra lo possibilità della intelligenza individuale e quello della intelligenza collettiva è appunto la ragione vera o profonda, prima ed uniea della assurdità della istituzione dt·lla giuria, tale quale ò contemplata da tutte lo leggi moderne. Il caso dell'assurdo verdetto nel processo Olivo, ha trovato, di questi giorni, i I proprio riscontro in un altro verdetto che si ò rivelato - è tutto dire - anche più assurdo del voì·detto di .M.ilano. I11tondiarno parlare del duplice o contraddittorio verdetto dei giurati di Lecc:o. Un nomo abusa della propria figlioecia rimasta orfana o poreiò affidata alle sue euro. Al processo i giurati dichiarano irresponsabile il reo contro il quale lo prove erano schiaccianti . .Ma 08Si avevano llimenticato una formalità o furono fatti riootare nella Camera delle dolibernzioui perchè il loro Yerdotto non potesse essern attaccato cli uullità. L'uomo si credeva libero. I giurati si ripresentano una seconda volta e dichiarano pie11a111()11treesponsabile o eolpevole il giudieancto. E l' uomo in baso a questo nuovo verdetto fu condannato. Noi facciamo ora astrazione dalla colpabiliti\ o meno dell' acc11sato; la questione ò più aìta où egli e la sua pena, la sua roità o la 8Ua inuocenza non ei interessano. Ci interessa inveco µono lli11a11zia tutte le persone di buon senso una questiono : I giurati che alla distanza di nna mezz'ora dopo il dibatlito durato più giorni, o la requisitoria, e la difesa e gli atti proe;e~8uali e le testimoniauzo, banno asso luto prima o condannato poi, ebe cosa avevano capito dal processo? Erano ossi degni àel di ritto ,ti disporre della libertà di un indivilluo? E ci pare di potere con sicurezza rispondrre che quei giurati non avevano capito nulla, e che quel diritto non orano degni di pvssedorlo. Ancora: - I giurati di Lecce hanno dato prova di essere e un per uno e tutti iusioine inferiori intellottualmonte ai giurati delle altre città d'Italia? - E r1ui possiamo rispondere non egual sicurezza di prima - No - Professiunisti e e, rnmerciaoti essi fanno i loro .:tffari privati tanto beue quanto ogui altro cittadiuo italiano, e il caso Olivo è là per dimostrare che, corno giurati, i dodiL:i cittadini di Le0co non valgono meno nè più di tutti gli altri giurati del Regno. E allora. Allora. si arriva alla conclusione alla quale a00ou nammo altra voi ta, e accenniamo al principio di questa 11ustra nota: l'istituto della giuria ba bisogno di essero organizzato su basi differenti. .Anzi com0 giuria cittau.rna - salvo che per materia politica - dovrebbe essere abolito e sostituito da un org'anismo di uomini compete11ti di e;ose giuridiche e mediche, indipendenti da ogni influenza della magistratnra e del governo. E:-;si soli, porehè competenti potrebbero 8tatuiro sul maggiore o minore grado di responsabilità o di colpabilità dell' ace;usato, che fi111:hè ci fideremo ai lumi di uomini indubbiamente onesti ma pratici di tutt' altre coso che di giustizia penai-e, si ripeteran110 i ,·erdetti di Milano e di Lecce e bisognerà ringraziare Ili dio se non si riprodurrauno più di frequente. Nor 111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 rer coloroche procuranodei nuovi abbonati alla RIVISTA POPOLARE ...- Chi procura un abbonato a, rà diritto ad uno dei seguenti premi gratuiti: a I Signora Sole di PAOLO REMER ; L' imperialismo inglese di F. s. NITTI. b) L'istruzione elementare di C. VACCARO; La fisio'ogia del genio del Prof. GALLERANI. c1 l conflitti nazionali di SAVELLI; La malar a in l'alia di BERTEAUX. d) Mouvements soci~ux en ltalie di N. CoLAJANNI. e) Gli uffici del lavoro di N. CoLAJANNI. j) La grande battaglia del lavoro di N. CoLA•ANNI. g) Nel Regno del a Mafia di N. CoLAJANNJ.

RIVISTA POPOLARE 3i3 ARMI E POLITICA Al Co111itato e8ecutivo della Federazione delle soci.etù, irredent,iste d' 1talia Il giorno 19 giugno pr~si improvvisamente la parola nella discussiene del Bilancio della Guerra nella Ca.- mera dei Deputati. Dopo una .critica vivace del noi;tro ordinamento militare; dopo avere ricordato che il maggiore responsabile della disfatta di Custoza nel 1866 fu Vittorio Emmanuele 1I - come risulta dall'epistolario dei generali Pet,itti, Lamarmorn e Cialdini pubblicato dal senatore Ohiala e non sequestrato - ; dopo avere richiamato alla u)emoria le due crisi ministeriali del 1892 e del Lnglio 1896 , che provano la esistenza di fo1·ze m,isteriose, che impedirono in Italia l' adozione delle riforme nec0ssarie per rendere reale J' ordinamento militare, proporzionandolo alle spese ed alla potenzialità economica del paese; dopo, infine, avere rammentato con rude franchezza, che dispiacque a qualcuno che non comprese le mie parole, che la impreparazione nostra è tale che c' è da temere che in una guerra faremmo la figura dei russi, conchiusi con q 11este parole, che riproduco integralmente dal resoconto ufficiale: « Conchindo con una parola che non è diretta fl.l Governo, ma a pochissimi individui che potrebbero avere delle relazioni su 'l uesti banchi, ma che sn questi banchi non seggono. » ,_ « Le armi debbono proporzionarsi alla politica , le armi debbono naturalmente esser soggette ai criteri generali della politica dello Stato. (Bene) • ~ Ora io non comprendo (e questo dico non rivol g-endomi ai ba.uchi del Governo ma rivolgendomi ad elementi che pretendono di avere seguito uel Paese e che fanno credere all'estero di avere una forza che non hanno): dico che non è lecito far credere all'estero che l' Italia è pronta (e q 11:-1,lchme anifestazione senile di cortigiano in ritardo ba potuto anche dare agi.o a questo sospetto). (Inte1·riizione del deputato Bissolati) » « Dico le cose come le sento! ..:. dico che non è lecito far comprendere all' estero che l' Italia sia alla vigilia di varcare l' Isonzo e di preparare la guerra per la liberazione di provincie, che ci sono care, a cui dobbiamo rivolgere tn tti i nostri pensieri, ma che non devono mmacciare l'esistenza del nostro caro paese. » « Dico questa parola franca e sincera come l'animo me la detta, perchè forse da questi banchi potrà essere creduta più chiaramente e sinceramente che se venisse pronunciata dai banchi opposti. E 1ui piace notare che parecchi colleghi miei qui dall'estrema consentono nel concetto da me svolto. » « Noi non vogliamo una politica di irredentismo militante; (Bene) noi non vogliamo 11na politica dissennata, la quale ci condurrebbe alla guerra, senza che al Governo fossero dati i mezzi per prepararla. Ora questo sarebbe l'avvenire che ci metterebbe alla pari coi Russi » • « Condanniamo gli uomini paz,-;i e ciechi del l'Impero moscovita i quali hanno fatto una politica sproporzionata alla loro preparazione: condanniamo quegli uomini che si dicono repubblicani, socialisti e democratici, ma che, comunque si dicano, lo proclamo altamente , tradiscono la patria e le preparano giorni solenni di sventura. (Viri commenti-Approvazioni) » La mia dichiarazione fece una profonda impressionetale da indurre il Presidente della Camera ad associarsi a quanto avevo detto; le mie parole ebbero l' approvazione di tutta. la Camera dall' Estr~ma dest1·li all' Est?-ema sinistra-compresi i pochi repubblicani presenti. Aggiungo che neWinterruzione dell'on. Bissolati segnata nel resoconto stenografico ufficiale si esprimeva il dispiacere che io avessi dato irnportan1.a all'incidente de Guberna tis, cui accennavo culle parole: mani( estazione senile di <'.l1·tigicmoin rita·rdo; tanto che l'indomani Bissolati associossi esplicitamente a me con frasi cortesi, di cui lo ringrazio· Ero con vinto che la mia dichiarazione avrebbe arrecato dispiacere a parecchi amici miei , tra i quali il generale Ricciotti Garibaldi , come ne arrecarono uno vivissimo dieci anni or sono -a Matteo Renato Im briani, cui mi legava fraterna amicizia, dichiarazioni analoghe. Ma la paura di addolorare amici cari non poteva impedirmi di compiere quello che a me sembra clove1·e di italiano e di democratico; dovere che ho compiuto nella Camera e nella stampa senza esitare un istante e senza la menoma debolezza. Non mi sorprese menomamente, perciò, il tenore del seguente telegramma che l' indomani mi pervenne da .Milano: Deputato Napoleone Oolajanni Roma Oolo1·0 i quali addo1·merttano il paese sui pericoli che lo ndnacciano e lo espongono imprepm·ato alla guer1·a od a. nuove nmiliazioni t1·a<lisconola loro patria. Auguriamoci vosfre pm·ole male 1·ife1·ite. Comitato esecutivo federazione società frredentista cl' Italia. Questo telegramma non solo non mi sorprende , ma nemmeno mi offende. Non mi offende perchè mi spiego benissimo il risentimento che le mie dichiarazioni dovevano produrre nell'animo di esuli, che per un momento hanno potuto supporre, che io non abbia alcuna simpatia per Trieste, grande e sublime nella costa11za della sua italianità e per le altre provincie irredente che alla madre patria vogliono riunirsi; non mi offende perchè non posso essere considerato come traditore della patria io - io che per l'appunto denunzio la imp1·eparazione alla gue1·1·a e le terribili conseguenze. cui andremmo incontro se, imptepm·ati come siamo, alla. guerra ci decidessimo per leggerezza e per impazienze imperdonabili. Niuno meglio di me conosce il n:ialanimo verso l' Italia del vecchio Imperatore degli impiccati, dominato dal più cieco e balordo clericalismo; niuno più di me sente vivo il rammarico dei numerosi incidenti antiitaliani che si svolgono al di là dell'Isonzo e che sono l'espressione del menzionato malanimo del capo dello Stato, delle antipatie religiose e delle lotte di razza. Ma non dimentichiamo che incidenti più gravi si svolsero al di là delle Alpi - chi non rammenta Tu-

314 RIVISTA POPOLARE , nisi, Marsiglia, Aigues Mortes? - ; ma la democrazia italiana unanime e cornpatta si oppose alle tendenze bellicose di 1!.,ra.11cescoCrispi, che adoperava contro di me e contro t11tto i.I partito democratico lo ste~so ling11aggio che ade.;.;so adopera i.l Oom,itnlo esecutivo irredentista. Alla democrazia va il merito principale èi avere impedito una gnerra tra la };'rancia e l' Itafot; alla democr:.:izia non dovrebbe venir meno quello di impedire una g11erra t.ra l'Italia e l'A11stria-Ungheria. Non mi nascondo, però, che i I compit.o ~mo oggi è più scabroso essendovi 11 m1.parte delln. medesima, benchè minuscola, che pensa diversamente e la cui azione - in h11ona o .in mala fede - al di là dell' Isonzo viene guardata con lenti d' ingra,ndi1nento ed interpret.ata corne e~;pressione dei sentimenti della nazione italiaoa. Tra Francia e Italia i malintesi sono scomparsi e per opera nostra vennero evitate le dif-lnstrrn:;e consegi1enze cli 111m guerra. ; e il popolo italiano unanime ha pot,1to 111anifestare se11timenti fraterni verso la Pn.1.ncia in occasione della Vffn.11tadi Lonbet. Percliil domani non potrà veri-fic~m,;i lo stesso m11tamento nei rapporti trn l'Italia e l'Austria Ungh0ria? Io lo spero ardentenwnte; e non mi scoraggiano, ripeto, le 1nanifest~zioni os~ili del momento e le bizze e i dispetti e le provo('azioni di un vecchio, che 8ta per tramontare. Comunque, Re in Italia c'è chi pensa diversamente alJl-)ia il ,·ornggio intero delle proprie convinzioni come l'aveva F1·:u1cesco Orispi. L'Austria, ha domandato ed otte111tto 400 milioni da com;anare agli armamenti; elil>cno ! si abbia la franchezza doverosa di domandare almeno altri 400 milioni per lo stesso scopo, Quando verrà la proposta , che certamente rit1Rcirà gradita al _Mjnistro della guerra, la discuteremo. Solamente allora gì'irrtcln1li:;li si saranno rnessi su di un terreno serjo, logico e riRpettabile. DOT'.r. NAPOLEONE COLAJANNI 1111111111 I 11 li I I I li Il I li 11111 li li I I I I I I I I I li I li I 111111111 I 111, J I li 11111111111111111111111 Socialisme osocialisitialianei meridionali ~1iudicnti da compagni socialisti Non poc•,he volte mi. Rono occupato delle condizioni. del socia]is1110 in Italia; rilevai più freq 11entemente, pni, cl1<) nAl mezzogiorno le condizioni materiali., morali e i11tell(•U.11aliper lo sviluppo sano e normale del partito. A ltret.t.tnte volt.e ho ricevnto ammonimenti e 1 iHposte pi LI o meno burbanzose dai socialifiti, che hanno pret.eso smentirmi. L'ultima mi. venne dalle colonne dcli' Avanti! Ma ho preferito non controrispondt>re rm· 110n impegnare poh~miche, per le qnali si afforrna maliziosamente che io abbia ima speciale predilezione. 11 silenzio· del resto mi veni va consigliato dal calc, ln; cic,è dalla profonria convinzione che a fare le mie Ye;1dcLle l ashvR-no i migliori e pii1 autentici compagni 80cial i;-;ti ; e che hen mi apponessi oggi ne dò ampia :.:-:·~<- ~-'.'~:f)TO V L~. . .· ~ · :~\:~.;:,.f'.;:t<::fv' i; Hitna.)(HC1JJ'l!f.e.i•o:.,d-el.- Mmwement socialiste-l'organo .:,:-_-.~-.-: - ..~ f fa11u~;H.:i:dfd iMt'if:tli'Birto'smar~istà--oi.to.dosso- ad esern- - ,,-. . ' ·-·' , . ~:.:~j.~io.;.hac-..due a,:tico!_i·;sul -$pclial.1smo .f;fafou:i<J ·ei·;_sulCon-: -;f ii;;)f~: , -~./- .:,, ' ·,,, y•··- ._,_ .:':.,, /·. gresso di Bologna , che non possono passare inosservati e che servono a mostrare con quanta gi ust.ezza t d amore di verità ho giudicato l'uno e l'altro. In qnanto al Congresso di Bologna me ne posso sbarazzare alla lesta: lo scrittore del llfouve1nent ritiene cbe esso fo il trionfo dell'equivoco, della ipocrisia, della menzogna e che non si rnggiunse affatto la sognata e stro10b~1.zzata unità. Del socialismo italiano ne scrive Artnro Labriola con coraggio e con sincerità quasi sempre ammirevoli. Sulla composizione dello stato maggiore del partito socialista egli clice: « Il sovrappiù delle professioni liberali (avvocati, medici, pubblicisti e disoccnpati) si gettò sul partito socialista e l'impiegò come l'unica forza che poteva conclu'l·1·e a qvalche vittm·ia. Probabilmente essi vi <·ntrarono colla più perfetta buona fede P- colla convi11z_ionedi. servire ad uno scopo di utilità pubblica. Ma vi portarono soprattitto la convinzione che ,il proletariato avrebbe sufficientemente conquistato il potere 11na volta che esso avrebbe norni.nn.to alle fnn7,ion i pn I,bi iche le loro proprie persone e fornendo loro il mezzo di ottenere qualche influenza sull'opinione pubblica! » Il punto ammirativo è di Labriola; ma non saranno sue la oscm·ità e la t.ort11osità del pensiero. É chiaro che Labrio]a ha vo.luto rlire che la soprapopolazione dei professionisti disoccupati è entrata nel socia! ismo per tornacon t,o e che il traduttore francese ha reso male il pensiero dell'autore. Molto opportunamente il Labriola stigmatizza la po- .litica seguita dal socialismo italiano verso la b:1rocrazia. « L'ignoranza dei socialisti italiani , egli osserva, è tanto profonda che nessuno si chiede se era compatibile col programma e cogli inttn-essi del socialismo proletario di so~!enere gl' interessi del parassitismo bnrocratico. Sotto lo specioso pretesto che anche i burocratici lavo1·ano, essi ammisero senza più che il partito doveva difend_ere tutte le loro pretensioni. E anche i prete~i rivolnzionari che seguono il compagno Enrico Ferri non si accorsero che c' è contraddizione nel reclamare a11menti di stipendi per gl' impiegati e di salari per gli operai, se si considera, che in n]ti mo le spese dello Stato sono pagate dagli operai. Questa politica demagogica e di compra-vendita (marchandages) elettorale è difesa da Turati come il nec plus ultra del la modernità socialista. , Qui il Labriob avrebbe potuto essere più affermando clrn nella difesa dei burocratici il giusto calcolo elettorale µrevale e nei 1·1:formfsti di Turati e nei 1·ivoluziona1·i di "B.,('rri. La q uistione degl'impiegati lo conduce a quest'altra dichiarazione si_gnificati ,·a : « Si comprende che un partito che si appoggia i-rngli impiegati dello Stato o cerca la ]oro adesione non può rappresentare nna seria minaccia per ]a costitnzione politica dello Stato. Non è lo Stato la cas:-;H,a rui attingono gl'impiegati? E possono q nesti colpire precisamente la sorgente dei loro stipendi? Così si spiega tutt.a la rabbia che invade i riformisti innanzi alle affe1·mazioni repubblicane dei loro compagni repubblicani. li conservatorismo dei 1·if01·- misti si rivela nella loro attitudine di fronte alle ·isti-

RIVISTA POPOLARÉ 315 tuzioni politiche del paese. Così in Francia essi si Sulle· cause dell'abbandono delle Puglie e della 1mappassionano per ]a repubblica, e in Italia faute de minente partenza per l'America egli scrive: mie1tx, essi predicano la sterilità delle trasformazioni Caro ~F'e1-ri, politiche· e si riserbano di divenire repubblicani il « Parecchi giornali si sono o::cupati delle cause della giorno in cui le istituzioni monarchiche combatteranno mia prossima emigrazione in America; permetti.mi che il socialismo. Ma perchè questa monarchia sarebbe rubi un po' di spazio ail'Avanti per parlarne anch'io. tanto stupida da combattere un socialismo pacifico, « In Paglia lascio un creditore, il mio amico Fran• rispettoso della legalità, se11za antipatie per la forma cesco J atta, e dei debitori Rolvibili che non vogliono politica dello Stato e pieno di buone intenzioni? E pagare perchè mi manca l'atto notarile del mio credito. ciò che most1·a il cm·attere del sociaUs·mo italiano, è, Bada che non è una faccenda privata, io non ho vanper esempio, il fatto che lo stesso capo della frazione dnto aranci o frumento; si tratta di un male che inrivoluziona'l'Ìa , il compagno Feni , si dichim·a anti- sicliri alla, vita del pa1·tito , mettendo i propagandisti monm·chico, ma del pm·i antù-epnb~licano, e non è mai non n:cchi nella impossibilità di cledicm·e le p1'op1·ie riuscito a fèu·ci comp1·endere se egli consideravu o non ene1·gie alla c<iiisrip1·oletaria , e paciò va ·denunziato come un ostacolo allo sviluppo del socialismo , l' esi- in pubblico. stenzct della /01·ma monarchica dello Stato. ~ e Tu e Oiccotti foste disturbati da me parecchi Bravissimo! È quanto vado predicando da parec- mesi fa, sperando che la vostra parola avesse potuto chi anni, Labr.iola , però , avrebbe potuto essere più destare nn po' di amor proprio e la morale più elegiusto constatando ch'è stato il suo compagno ri volu- men tare, la morale commerciale nei miei debitori; pazionario Ferri a fare una vera campagna cont1·0 la recchi altri, tra r.ni Soldi, Longobardi e Labriola, repubblica nelle Romagne, riuscendo a ridestare mala- furono disturbati dopo di voi, fino a ieri , e sempre mente gli antichi odi tra s0cialisti e repubblicani... rnvano. Il Labriola infine si mostra spietato e ine8orabile « A questo punto sarebbe un tradire l' Ideale condimostrando la grande confusione che c'è tra i socia- tinuare a tacere, e per mezzo dell' .Avanti mi rivolgo listi italiani in quanto alle 1·iforme e alla rivoliizione; alla Direzion,e del Partito, che due anni e mezzo fa ricordando che i riformisti abbondano nelle file dei col s110 intervento ufficiale e con la contribuzione peFerriani come in quelle dei Turatiani; deplorando che cuniaria m'incoraggiò ad accettare la richiesta della i rivoluzionari assegnino al Parlamento e alle riforme mia opera di propagandista e di organizzat()re da un compito che non hanno e ch'essi dimentichino l'or- parte dei socialisti pugliesi: essa, c)i mezzi. morali e todossismo marxista specialmente nella quistione del disciplinari, di cui è investita, ha, nell'interesse del crescente antagonismo tra capitalisti e lavoratori. E partito, il dovere di costringere i refrattari, in buona se sul valore delle 1·ifo1·me Turati è combattuto da parte avvocati e proprietari, a pagarmi le quattro Labriola , non è meglio trattato Ferri , cui riconosce mesate di Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre ~ una concezione eminentemente oratoria del socicilismo. del 1903, che fo mi feci prestare dal compagno Franche ne f'a un t·uratista, meno la pa1·tedpazione al po• cesco J atta per potere continuare a rimanere nel le te1·e ». AJlo stesso Ferri rimpovera " l'attaccamento Puglie, come m'imponeva l'impegno assunto con un ai pregiudizi scientifici della s·:a educazione positivi.3ta, contratto verbale. che non facendogli scorgere nel marxismo una dottrina « Avrei potuto in forza di cotesto contratto dimocompleta, che racchiude in se stessa le condizioni del rare un altro anno nelle Puglie . obbligando i consuo proprio sviluppo e dei suoi propri. progressi , lo traenti a fare il proprio dovere con sentenza di mainduce a ricercarle in Oomte, in Spencer, in Darwin gistrato. Ma il cuore mi sanguinava e mi sangL1ina al e in Lombroso ». solo pensarvi. I mezz·i cli sussistenza uecessari a poter Queste critiche di Labriola nel Mouvement socùiliste lottm·e pe1· la r·edenzione umana dovevo dunque strapfanno il paio con quelle di Romeo Soldi nelk Nene parli con l'usciere a coloro che con le più calde p1·eZeit, che a suo tempo ho fatto conoscere ai lettori. mu1·e mi avevano, in nome del mio Ideale, tolto il laOra rammentando che se i compagni rivoluzionari vor·o professionale in Sicilia! Dovevo continitm·e pe1· sono così feroci nel giudicare ]e condizioni del socia- mi alt1·0 amw a frascinm·e il ·.vniopovao sogno in lismo italiano non lo sono meno i compagni riformisti, mezzo a gente, che mi chiam,ava conipagno e fratello che suonano spesso le campane a morte , se ne deve e cont1·0 cui bisognava adoperare il m,agisfrato pe1·nun couclndere che esso è gravemente ammalato; o che fm·mi rubrire il mio lavoro! almeno è ammalata la parte direttiva e intellettuale. « E l'esperienza dolorosa non era nuova, altre volte ♦ mi aveva colpito, e sempre fra i socialisti meridionali Il colpo di grazia al socialismo pugliese, ch'è fatto e Oh ! è troppo, così non si respira, e me ne vado ad immagine e somiglianza di quello del mezzogiorno via in cerca di plaghe meno micidiali ,,. viene assestato da Nicola Barbato. Dupo alcune altre dichiarazioni sulla speranza rl i Nella lettera all'Avanti! egli spiega couie e perchè trovare lavoro dignitoso in America Barbato contin11a: lascia le Puglie; e ·benchè tutta ]a ~tampa italiana « AJla Direzione del Partito devo den11rnr,iare p11habbia riprodotto i punti più salienti di questa lettera blicamente un altro male più grave del primo per· le che rappresenta ua' altra nobile manifestazione del- sue conseguenze sociali. . .·. _:i.\"!:;:•·,\~}.- l'amico carissimo, sento il dovere di riprodurli anche « Fra i socù.1,listipugliesi, cbe,per"manea.1/za;:di~t~,o-' ·: :: io senza commenti, che mi sembrerebbero inopportnni. notarile si s.9no 1-i.6.]ìtatia pàga1•ili:i.u,;:\.avotè~icbie~foi1J..;";- r . . . . • • •. .: ' >':. ~:·", 4=1u•'' ;:~ ~-«-,•~•,~_•.;: > ~J- ;:~::i; .. ~ _.,...,.. ~~ t~-.--::~r:·?:~~:·-,·~--~~~~;:··:·~:ft•:~::~:~:~:( .:.:.:.:~;.: ·- ,,·_·.::.:- '-~-:~'.•-· . <_/~_-- ~-~ /: ~ ,•..-.

316 RIVISTA POPOLARE con molta insistenza e comprato per me.zzo di nn Comitato che possiede le loro firme, vi sono anche dei candidati politici delle Puglie, che innanzi alle masse igno'ranti diventano eroi a buon mercato sulla pelle alt'rui) andando tutt'al più inconfro a qualche 1nese di carce1·e. " Quando io correvo a Castellana, a Con versano, ad Andria, a Cerignola e in tanti altri comuni, in mezzo ai poveri lavoratori che stavano per perdere la testa, ora per le barriere daziarie ed ora per altre ragioni, e sfidando l'impopolarità e qualche volta l'ira dei poveri paria, riuscivo ad evitare che si spargesse sangue proletario e che si fa~essero dei processi disastrosi, cotesti chiacchieroni sapevano scoprire con molta sottigliezza curialesca i motivi legali, basati sullo Statuto del Regno e Hulle leggi di polizia, per cui non era necessario che in q 1Jelle circostanze io avessi c0nRiglia.to ai lavoratori di astenersi dalle dimostrazioni e dagli schiamazzi p11erili. E si stampava allegramente Hl\ un· giornale socia Iista che io ero conio·fo) e mistificatore o del socialismo. '> Si intende che il loro eroismo non ce li ha fatti e non ce li farà incontrare mai alla testa dei dimostranti , qua11do questi offrono il petto nndo all' esercizio degli istinti selvaggi dei poliziotti del beato regno italico. E le stragi proletarie•· si ripetono con freq 1rnnza spaventevole. E le orazioni funebri per i poveri 11orti lasciano e lasceranno sempre il tempo che trovano, fino a che non avremo una borghesia moderna, virilmente organizzata con la coscienza delle proprie origi11i e della sua funzione storica, e un pro letariato che la spinga avanti con la forza della s11a organizzazione, e non con gli schiamazzi e gli assembramenti c::iotici che finiscono e finiranno per un buon pezzo con le decorazioni dei Centanni e con scambi di tenerezze tra proprietari, governanti e preti. E fino allora? Fino ,illora i Direttori pr·esenti e futm·i del partito socialista italiano hanno ed avranno il dovere di db-e agli eHergiimeni spa'rsi per tutta l'Italia, e sopratutto nel mezzogiorno e nelle isole, che il loro posto è in mezzo ai p1·eti e ai bm·oni. » Dopo queste nltime parole davvero che commetterei un grave errore se altre mie ne aggiungessi. Preferisco riferire questo aneddoto, che mostra la bontà e ]a generosità dell'animo di Barbato. Quando n\·l J 898 fui fatto segno alla stupida accusa di avere tradito gl' interessi del mio collegio propugnando e votando - e non l'avevo votata - la legge sugli infortuni nel lavoro credetti doveroso di restituire il mandato agli elettori. Apertasi la campagna per la elezione de] mio successore, contro di me si scaraventarono le più sozze e stupide calunnie, di cui fecero giustizia i miei concittadini rieleggendomi con una schiacciante maggioranza. Una delle µiù stupide tra tali calunnie fo quella, inventata da Nunzio Nasi nel 1894 e ripetuta nel 1895 dai giornali crispini, che cioè io avevo tradito i Fasci .nel 1893 e che avevo contribuito a farne condannare 1 protagonisti colla mia deposizione innanzi al Tribunale di guerr.t di Palermo. De Felice, Bosco, e lVlontalto che avevano fatto parte del Comitato direttivo dei Fasci e che avevano invocato la mia testimonianza mandarono subito smentite sdegnose e fierissime. Barbato fece di più e di meglio: prese il treno e senza alcun preavviso venne a Castrogiovanni a bolla.re con parole di fuoco nella pubblica piazza e in Teatro gli abbietti calunniatori. Ed ora non mi resta che mandare all'amico che prende volontario la via dell'esilio gli augurì più fervidi di trovare oltre l'Atlantico la fortuna, che merita ed al paese ed allo .stesso partito socialista italiano l'altra non minore di vedernelo al pil'.1 presto ritornare per prendere il suo posto di battaglia in prò di ogni causa santa e giusta. DoTT. N. CoLAJANNI _Nota. - È mio dovere avvertire che contro Barbato nelle Puglie si sono levate fiere proteste dall' avv. Majolo, da De Falco, da Cicca1·elli e dct altri. Barbato ha annunziato una risposta che sino a questo momento non ho letto. Mi piace anche segnalare la lotta sostenuta dai lavoratori di Torre Annunziata, ammirevolissima non solo per la durata, ma sopratutto pel contegno degli operai nello sciopero eroico. Guarino, segretario della Camei-a del Lavoro di Napoli n'è stato il benemerito moderatore. Se gli scioperi nel mezzogiorno continuassero con tanta legalità e con tanto spirito di solidarietà dovrei correggere qualche mia convinzione; e sarei lietissimo di corregg~rla. N. C. 11111111111111111111111111111111111,1111111111111111111,1111111111111111111111111111111111 Un socialista belga PRO Filippo Turati --------~ ----- - Nella Petite 1·epublique l8 giugno) c'è una corrispondenza da Liegi, che dobbi;;mo far conoscere ai nostri lettori affinchè si convinc.ano che in nua parte del socialismo interna.ziorntle lo stato di animo corrisponde perfettamente a q nello, che viene attrib!1ito da moltida Giolitti a Labriola - a Filippo Turati. Tale corrispondenza con ti12ne un intervista con Leone Troclet, uno dei deµ11tati socialisti caduti nelle elezioni del 29 maggio. Il Troclet passa per riformista; ma all'occorrenza è uomo di azi?ne ed ba subìto parecchi anni di prigione. Il reporter , il Dewinne della Petite 1·epublique, lo interrogò sulle cause della sconfitta ; e noi lasciando da parte tutto ciò che si riferisce all'artificioso sistema elettorale che favorisce i clericali e- ad altre cause secondarie della sconfitta vogliamo riferire testualmente le parole dell' ex deputato socialista sulla partecipazione del 1-arti to al governo. Il 1·eporter gli domandò: « Quale influenza ha avuto sul risultato delle elezioni la dichiarazione di Vanderwelde relativa alla non partecipazione dei socialisti al futuro governo liberale > ? E H Troclet in risposta : « Essa è stata grande ed abilmente sfr:1tt.ata dai liberali, fu disastroso per noi. ... Governare senza che il partito operaio sia rappresentato nel ministero, pur essendo dal medesimo sostenuto, è pei liberali una soluzione ideale. Essi si coalizzeranno coi socialisti per fare dell'anticlericalismo; e coi clericali per opporsi alle riforme sociali. Noi non dobbiamo prestarci a q iesto giuoco di altalena . « Noi dobbiamo dichiarare in un congresso generale che il partito operaio è un partito di governo più completo degli altri e che i nostri mandatari soster-

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