Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 11 - 15 giugno 1904

304 RIVISTA POPOLARE sono in seguito mantenute per forza nell' opificio, in cui la polizia non esita a ricondurle come vagabondi o disertori. In qualche fabbrica si lavora 18 ore; l'alimentazione è abbominevole ; e si nega il pasto della sera alle operaie che non hanno fatto un minim1t1n di lavoro. Altre sono state spogliate nell'inverno e crudelmente battute, coperte di neve e messe fuori. Due vittime accecarono; altre tentarono di fuggire e quattro, che non vi riuscirono si suicidarono. Uno dei più importanti giornali di Tokyo il Jiji Shimpo (Il Tempo) , organo della borghesia ricca, riconobbe l' esattezza di questi f:.itti e li denunciò; cosi l'emozione pubblica obbligò il governo a processare i colpevoli. Tra gli abusi più indegni è quello del Trucksystem o pagamento dei salari in buoni di lavoro che si cambiano in generi alimentari con prezzi esagerati. L'assenza di leggi protettive degli operai contro gl' infortuni si sente duramente nei lavori delle miniere. L'indennità massima in caso di morte è di L. 125; e il numero degli infortuui è spaventevole: i morti nelle mi: niere di Mitsuè, nelle quali lavorano IO mila operai, furono 800 nel 1903. Un operaio avendo perduta la sua mano in un accidente e non avendo potuto ottenere alcun risarcì mento pensò di mandare per pacco postale il membro sanguinoso al barone Shibusawa - il padrone 1 Si deplorano, anche negli opifici dello Stato i numerosi od improvvisi licenziamenti e la sostituzione delle donne e dei fanciulli agli uomini adulti. Lo Stato vuole considerare come funzionari i suoi operai e negar loro il diritto di sciopero; perciò furono puniti come soldati ribelli gli operai degli arsenali marittimi di Kure, che si erano messi in isciopero. Pessime le condizioni sanitarie: nell'arsena,le di Tokyo dove illlperversa la tubercolosi. Tanti gr.1vi inconvenienti commossero la pubblica opinione e cinque o sei anni or sono perciò venne presentato un di segno di legge protetti va del \ lavoro, che Dumolard considera una farsa. Il giornale socialista il Labor World lo dichiarò un'onta per la nazione. I tentativi di legislazi9ne sociale sono stati fatti dal Ministero Okouma, il più progressista che abbia avuto il Giappone; furono abbandonati dai successivi; quello Katsura che governa dal 1900 non ha che preoccupazioni imperialiste e militari. "' Le condizioni più tristi sono quelle della corporazione dei Jinrikisha o Kouromaya, che nei trasporti sostituivano le bestie da soma e che ora sono gettati sul lastrico dallo sviluppo dei trams elettrici e dei battelli a vapore. Date queste condizioni era facile pensare che il socialismo nel Giappone dovesse comparire accanto alla grande industria. Ma esso incontrava ostacoli nel tradizionale servilismo monarchico non mutato molto dalla Costituzione europea ; uel fatalismo e in quello stato di animo che induce il giappoue ad esclamare: Chikataga nai; cioè non c'è che fare ! e sopratutto nel fanatismo nazionale. Questo è tale, che secondo il Dumolard, in uno studio del Prof. Chiso Naito, dell' Accademia militare, comparso nella Rivista San-Gan _si afferma: solo i giapponesi hanno diritto al titolo di esseri umani. Gli altri popoli sono degli animali, o almeno dei selvaggi. · Ma per quanto grandi questi ostacoli, non sono insormontabili: l' idolatria monarchica decade e l' industrializzazione crescente teude evidentemente a creare una nuova psicologia d' onde sparisce it fatalismo orieutale. Inoltre il proletariato giapponese è meno paziente di quello cinese; è più fiero, più cosciente, pit'.1suscettibile di adattamento, più svegliato e più istruito. Per istruzione· i giapponesi superano molti popoli di Europa (specialmente l'italiano. Nota della Redazione). Infatto poi le condizioni economiche, gli antagonismi di classe, create dal capitalismo hanno favorito il sorgere del socialisrno nel Giappone. Le prime tracce di un agitazione socialista, sotto l'influenza del libro di George, Progresso e povertà, rimontano al 1882. Ma questi primi saggi trovarono resistenza nello spirito cavalieresco di sacrifizio del popolo e uell' individualismo di Spencer e ri Ruskin, che cominciò ad esservi coltivato. Nel mondo universitario e sopratutto nell' Università imperiale di Tokyo contò parecchi aderenti il socialismo della cattedra, che fu rappresentato dalla Social-Politi!i Association di Tokyo. Una parte preponderante nefla diffusione delle nuove idee venne data dal più diffuso giornale dj Tokyo, il Yorozu Tehoho, che si stampa in carta rossa e che tre anni or sono prese l'iniziativa - fallita per colpa del nazionalismo militarista - di costituire un As~ociazione idealista collo scopo di reagire contro la corruzione capitalista. La dottrina del socialismo internazionale apparisce nel Giappone nel 1890. Il Manifesto dei Comunisti di Mar~ e di Engels vi viene tradotto nel 1897 e nello stesso anno si costituisce in Tokyo l' Associazione socialista eh' era Fabiana in sul suo nascere. I suoi fondatori furono Katayam.1 , vissuto a lungo negli Stati Uniti, e Iso Abe professore di letteratura e di economia politica in uno dei principali collegi di Tokyo fondato dal conte Okuma. Molti di quei Socialisti ebbero rapporti stretti colle sette protestanti più democratiche. L'attività pratica dei socialisti si volse alla organizzazione operaia. Il primo sindacato operaio moderno tra i lavoratori del ferro apparve nel 1889 ; mirò alla costituzione di una cooperativa di produzione ed alla pace sociale. L' Unione fraterna dei lavoratori fondata nel 1897, invece, adotta il principio della lotta di classe; nacque con 1200 soci ; ue aveva 5,700 nel 1899. Katayama la ispira. Dopo sorgono diverse società operaie, alcune delle quali sul tipo delle Trade U1.'ions inglesi, con molti soci e numerose sezioni. Il capitalismo naturalmente le avversa. La più potente delle organizzazioni operaie del Giappone, l'Associazione dei meccanici delle Compagnie delle Ferrovie del Nippon nel 1900 impegna la lotta contro la Compagnia; la quale dopo cinque giorni capitolò accordando agli scioperanti l' elevazione del salario, la giornata di 8 ore e la ripresa degli operai licenziati. La vittoria suscitò grande eutusiasmo tra gli oper11.i;e quindi altri scioperi. In conseguenza di questo movimento il governo imperiale fece adottare delle misure draconiane che per ironia si ~hia-. marono leggi per la protezione della pace e dell' ordine. Ma nello stesso tempo per mostrare che si aveva interes~e per la classe operaia si votarono leggi in favore della cooperazione. Perciò nel Giappone si hanno oggi 486 cooperative di credito (le più numerose: 314) di consumo (38), di vendita (72), di produzione (10) e diverse (52). Furono proibiti i sindacati indipendenti e ammessi quelli misti, ad imitazione delle antiche gilde inglesi. (Re-uue des revues, 10 giugno). ♦ Ing. Ejfren Magrini: L'alcoolls1110 h1 Italia - Sono contraddittorii i giudizi sull'alcoolismo in Italia, perchè incerte sono le notizie. Tra gli stranieri che prcseot:1110 il nostro paese come immuni; e gl'italiani che sono allarmati dei suoi progressi la verità è questa: l'Ita:ia non è un paese alcoolizzato, ma alcune provincie stanno alcoolizzandosi. Per dare un giudizio approssimativo si deve quiudi vedere qual'è il consumo totale e quale quello delle singole regioni desumendolo dalla produzione italiana, dalla importazione e dalla esportazione. Dal 1880 al 1901 il consumo dell'alcool avrebbe oscillato da 0,75 litri a 0,61 litri per abitante, con un massimo cli 1,08 litri nel 1883 ed un minirno di 0,21 nel 1888-89. La diminuzione è stata sensibile e quasi continua; ma negli ultimi anni c'è stato un lieve aumento. Alla diminuzione

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