Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 11 - 15 giugno 1904

282 RIVISTA POPOLARE ha dichiarato anche lui, che i c!·editi straordinari chiesti da lui sono necessari per risparmiare tempo nella ricostruzione della flotta; e per meglio fortificare il porto di Pola. La nostra vicina, arniù::;. ed alkata mostra i denti; a chi? Ci pare che bisogna andare pe1 via d'esclusione. Non alla Germania che non ha nessun int~resse Jiretto ad ostacolare l' espam;ione austriaca nei Balcani ; non alla Russia cui quella espansione anzi farebhe comodo; non all'Irigliiltena che non ha necessità d'intenenire, con le armi, la prima; non alla Francia che dei Balcani si è sempre disinteressata; rimaDgono dunque l' Italia e la Turchia, le altre potenze minori non contano. La nostra vicina alleata ed arnica non ha l' aria di mostrare i denti direttamente a noi ; gli mostra certamente alla Turchia. Tutto sta nel vedere se a noi convenga che l'Austria faccia, in questo caso, il comodo suo. L'Italia fece tempo fa. una proposc1:1.di autonomia della Macedonia; la proposta fu scartata dalla promessa di_riforme fatta dalla Turchia; questa proposta scombussolerebbe un po' i calcoli dell' .Austria; tanto -più che, rimanendo al Sultano l' alta sovranità , egli potrebbe illudersi di non aver perduto e sarebbe fo!·se propenso ad accettarla. L'Italia guadagnerebbe molto moralmente e materialmente a che questa fosse la soluzione dell' affare . quando dalle semplici proposte diplomatiche si dovesse passare alle conclusioni. L' Italia avrebbe dunq_ue il maggiore interesse a tenersi bene con la Turchia e a sostenerla. La nostra amica sa che l' occupaz;one austriaca di tutta o parte della Macedonia danneggerebbe, ora e per l' avvenire, gli interessi ' italiani mentre farebbe mirabilmente i suoi; or dunque essa si apparecchia a infischiarsi degli amici. Noi non siamo punto partigiani della ~:uerra, ma 9onsideriamo che qnando si è tirati per i capelli alla guerra , allora dobbiamo vincere e guadagnare moralmente e· materialmente. Il mezzo migliore per evitare la guena, dato lo assurdo dominio del militarismo che oggi inceppa il progresso in tutta Europa è di far vede•·e e sapere che , se proprio è necessario , alla guerra sian10 apparecchiati. Ma poichè evitarla è dovere, e doYere più imperioso per farlo, noi dubbi amo essere abbastanza accorti per impedire che altri ci portino ove non vogliamo andare. Non passerà molto tempo che la questione della lVIacodooia sarà portata sul tappeto dall' .Austria. Di qui là, sarà stato abbastanza intelligente, il nostro governo, da essersi messo in condizioni di fare gli interessi del paese , senza costringerlo alla guerra , o senza che altri ce lo possano costringere? Qui sta il problema al quale i fatti dovranno dare la risposta. Tanto meglio se diranno che si. ♦ L'Armenia e la Macedonia. - La festa del sangue è ricominciata. E' terribile con quanta durezza devono essere scontati gli errori; e stringe il cuore il pern,iero che le stupidità dei diplomatici e· l' egoismo vile degli uomini di stato debbano essc:n·e poi pagati con tanto sangue e con tanto pericolo. Il trattato di Berlino non è il più bello ed il più sodisfacente dei trattati , anzi è proprio il rovescio , perchè col desiderio di tutto accomodare, senza scomodare nulla e nessuno, i firmatari di quel trattato, trovarono mezzo di lasciare aperta la porta alle insodisfatte necessità delle popolazioni balcanicho, alle violenze della Turchia, agli appetiti di alcune potenze e, influe, alla guerra europea. Le dichiarazioni del primo ministro austriaco . ben eh è corrette poi da una specie di spiegazione che non ba contentato nessuno, hanno addensato molte uubi su l'orizzonte • politico; nè la dimanda fatta di crediti sirao1dinari per il completamento degli armamenti delle armate di terra e di mare è stata fatta per dissiparle. Intanto mentre il generale De Giorgis e gli ufficiali italiani si sforzano a fare del loro meglio per ricondurre un po' d'ordine o di pace, nei willajets devastati l'anno soorso palla insurrezione, nuovi wiLlaJets oggi si agitano e a loro volta cominciano essi pure ad esigere le riforme. L'incendio spento da una parte, in Macedonia, si accende dall' altro. E i rivoluzionari macedoni che non hanno raggiunto il loro scopo - essi vogliono l' autonomia , ed hanno ragione - stanno sul ehi vive pronti a riuominciare appena l' occa~ione si mostri favorevole. E del passo ébe vanno le cose tutto fa pensare che questa non tarderà. .A.i tempo stesso un' altra ragione di pericolo viene · dalla Armenia. I giornnli hanno recato la notizia che ~000 armeni, in maggioranza donne, vecchi e ràgazzi rifugiatisi a Gueliganzana-Sassussa dopo l' incendio di 4f> villag~i dove abitavano sono stati n1assacrati dai Kurdi. Gli uomini rifugiati su lo montagne continuano la resistonza. Al ParlHmonto frnnce1<e , alla Camera dei comuni in Inghilterra sono state fatte delle interrogazioni; ma la diplomazia, pTudente. e che in fondo s' infischia dei massacrati pur che sien salve lo forme. ha deciso di fare delle rimostranze al go\'erno turco etc. etc. In verità il governo turco ne ha sontite tante di rimo-· stranze che ormai non possono fargli più nè 0aldo , llè freàd0. Promette, assicura, tranquillizza e intanto procede metodicamente nel suo piano di sopprimere le popolazioni Cristiane più insofferenti del suo gio 6 o. E l' Enrepa Cristiana rimostra e sta a vedere. Davvero che se noi fossimo persu[lsi che ancora una scintilla d' ideale brilla nell' anìrna dei popoli europei, vorremmo scrivere qui tutta la indignazione cbe ci trabocca dall' anima, ma a che prò? Noi non saremmo intesi, o saremmo intesi mal'e; a che prò dir cose o parole che heochè giuste lasciano il tempo che trovano'! Tristi tempi questi, nei quali il sangno ,·ersato non riesce più a sollevare la parola sdegnosa, e l'azione energica dei popoli. Trh;ti tempi! e non vogliamo dir altro. ♦ La sospensione della pena. - In Italia non si è troppo corrivi ad accettare lo riforme, ed a mettere in pratica le leggi che sono veramente progressive ; tuttavia, di. quando in '}Uando, e portata più dalla inesorabile totalità delle cose cl1e dalla nostra buona volontà, ci decidiamo a faro quale;be passo avanti salvo a mitigare il buou risuitato ottenuto con una serie di provvedimenti e. di 0111e11damenti che vorrebbero e~sere d' aiuto a progredire ancora e sono invece di gra,·e impaccio al progresso Noi, poichè qualche co:-,a, anche 80 poco, è sempre meglio che niente, noi non possiamo lasciar 1,Jassare sotto silenzio uoa buona legge votata, ancorchè poco intellige.aterr,ente emendata, dal nostro Parlamento in questi ultimi giorni. Intendia_mo parlare della sospensione della pena. Il condannato ad una pena non maggioro di sei mesi di carcere o di reclusione, se questa condanna è la prima può beneficiare della sospensione di questa pena, alla quale non è dato luogo altro che nel caso di una recidiva, o anche di una co12danna per un altro reato. Ora questo è un buonissimo a,·viamcnto ad una più larga applicazione del ,mncetto, che per lo loro colpe gli uomini non po8sono es~ere puniti, ma clebhono essere curari , e che si deve considerare che molte volte gli incentivi al delitto furono cause esterqe agenti su la volontà del reo, circostanze della sua vita alle quali egli non ebbe la forza e, più sovente ancora, la possibilità Ji sottrarsi. I delitti punibili dal nostro codice con sei mesi cli carcere o di rcclusiçrne . sono generalmente delitti contro la proprietà. Sono il furto semplice, la piccola appropriazione indebita , il 'fallimento doloso - pronunziato generalmente µerchè i libri non erano i o regola - la piccola truffa etc. 1'utti delitti che nella grande maggiorao'la dei casi sono stati commessi per miseria, ignoranza, stupidità; e tutto da ragione e diritto di credere e di sµerare che il reo non ricadrà nella colpa ; che , liberato da quel primo guaio cercherà di reagire con più energia contro le circostaoio che uua prima volta, la trassero al 1!1ale. La legge Bérangor in Francia, in tutto simile alla nostra, funziona ormai da quasi tro lustri, e gli statisti constatano che i casi di recidiva sono relativamente pochi fra quelli che beneficiano della legge. E' questo è naturale. Il pensiero ùi quella prima condanna da scontare è in molti casi,

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