RIVISTA POPOLARE 279 questa una vecchia esperienza che si ripete quasi sempre rn tutte le malamente organizzate associazioni operaie. Il sistema del brutale terrorismo sarebbe stato solo appa- - rentemente risoluto dal moderno sistema del divide et impera. Sotto questo punto di vista partecipue allo sciopero sarebbe statù io generale un'imprudenza; il successo favorevole dello stesso era possibile anche senza l'abbandono del lavoro, se i ferrovieri non ~i lasciavano arrestare nell'organizzazione délla loro associazione operaia. Si figuri uno un po' nella sua mente queste masse prive di ogni qualsia-.i esperienza di classe e perciò più accessibili alle passioni e che il governo nulla tralasci per aizzare tali passioni, allora soltan\o si potrà comprendere come l'esasperazione in questa unanime rivolta sarebbesi potuta estendere. Con ciò si sarebbe raggiunto invero soltant0, che questo sistema terroristico avesse celebrato nuovi trionfi; e per mezzo di una condanna penale dei ribelli e di una esclusione capricciosa di tutti i capi si sarebbe resa di impossibile attuazione ancora per molti anni una organizzazione. Che gio~a a' ferrovieri un miglioram.euto di stipendio sotto tali circostanze? Esso servirebbe a corrompere le dubbie aspirazioni d'indipendenza ed a soffocare tutte le altre, poichè manca l' orgaoiuazione la quale parte da queste aspirazioni per ulteriori miglioramenti. E non ci si opponga, che noi al giovine movimento dei ferrovieri f.:cciamo un prognostico sfavorevole. Sarebbe un miracolo se avvenisse di versa mente e se il governo ungarese non si a,1valesse bene della sua vittori:1, e noi non crediamo a tali miracoli. Noi deploriamo veramente e sinceramente la disfatta della appena nata organizzazione de' ferrovieri, ma noi non ci abbandoniamo a nessuna vaga speranza sulle conseguenze di una tale sconfitta. E' piu giusto trarre profitto da ciò e riP.ettere anzi agli ammaestramenti di tali catastrofi, le quaii dicono che i successi di classe non si ottengono e coaservano che medi.1nte organizzazione e scuola e che i selvaggi scioperi sconcertano momentaneamente gli oppositori ma non li possono disarmare ed obbligare ad un riconoscimento duraturo delle deboli organizzazioni. Ma questo gigantesco conflitto ungarese à avuto un inaspettato effetto per i ferrovieri prussiani, i quali non avrebbero mai pensato, che da questa lotta dei loro colleghi potevano ritrarne un utile immediato. L'imperatore tedescò, che tutte le fasi della vita · pubblica segue attentame,1te, ha telegrafato da Roma, dove si trova\1~ al tempo dello sciopero, al suo rninistro delle ferro_vie, Budde, incaricandolo di chiedere al p:irlamento un milione di marchi per migliorare la condizione dei ferrovieri prussiani. Il ministro Budde, che del resto nel suo dicastero tutto ordina bene e che p~r i suoi impiegati e lavoratori si dà molta cura, fece buon viso a qntsto coman.!o e fece una concreta proposta a scopo di miglioramenti. In questa forma gl'-impiegati ed i lavoratori avranno invero a vedere poco dei tre milioni di marchi; intanto il sig. Budde sarà lodato per la sua amministrazione certamente, poichè per questa nessun sacrificio è troppo per il bene dei suoi lavoratori. Che 'poi questa amministrazione nel suo regno non tollera nessuna coalizione degli operai anzi sotto tale rispetto sta piu dietro del governo uogarese, il quale fu in un momento pronto a riconoscerla, ciò non turba per nulla affatto la sua fama di socialista.· Essa al contrario si compiace non po-::o di avere mostrato l'uomo forte, di avere sgombrato il motto « diritto di coalizio1ie >> e dichiarato coscienziosamente accennando all'Ungheria colla frase « presso di noi una cosa simile è impossibile ». Noi crediamo e speriamo anche, che una siffatta lotta dei ferrovieri senza soddisfacente organizzazione e preparazione non sia possibile in Germania e vogliamo volentieri concorrere, per quanto è nelle nostre forze, a risparmiare al signor Budde od ai suoi successori un tale trionfo; naturalmente è lontana da nòi l' idea che sia disputabile ai ferrovieri il diritto di abb:rndona~e il larnro o che sin da ostacolare le loro giuste aspirazioni a migliorare le loro condizioni, questo è un loro buon diritto siccome quello di ogni :.1ltro cittadino. Noi intanto sappiamo, che lo sciopero non costituisce che una delle anni d'azione di una corpor:uiione che l'uso di questo presuppone il completo es:rnrimcnto di tutti gli altri mezzi possibili a raggiungere lo scopo voluto e che esso non deve adoperarsi che in rapporto delle forze dell'organizzazione. Rinforzare questa ed evitare rivolte di esasperazione è questo lo scopo dei ferrovieri di Germania e Prussia ed a costoro in prima linea ha da ringraziare il sigr1or Budde, che la sua amministrazione è 1-:masta finora illes1 , è s·tata risparmiata da tentativi di sci,iperi alla ungherese ed alla obndese. La amministra~one ferroviaria prussiana sa essa stessa purtroppo bene quale sia l'influenza che può esercitare una piccola ma bene organizzata e disciplinata as~ociazione di ferrovieri; ciò lo dimostra essa amministrazione con il suo sistema di continua persecuzione che segue da molti anni, il quale in vero a sua volta non è abbast:1nza capace e forte di distruggere quest'organizzazione o di fare in essa delle forti brecce. Ma se mai in un luogo qualunque si possa accumolare materia pericolos:1 ed acccnsibile per tna rivolta e con le scintille dell'esasperazione della stessa si voglia scherzare leggermente, ciò, a nostro credere, può accadere soltanto col sistema del ministro Bndde: costui, sia per il suo continuo rifiuto a soddisfare gli equi desideri degl'irnpiegati e sia per una sua ostenta7.ioue blanda e piena di devoti sentimenti e di cure verso gli stessi ferrovieri impiegati può bene paragonarsi ad un ministro di govano barbaro, assoluto. Non furono frrrovieri consci della propria classe, ma ferrovieri fedeli al re quelli che si negarono di ubbidire al sistema della loro oppressione e del loso sfruttamento. Ciò valga di lezione al c;ipo del regime frrro\1iario prussiano e si sappia che oggi nemmeno sulla fedeltà al re si può piu fare affideuza. Un pensatore socialista e dotto , bene disciplinato forse gli consiglierebbe perchè così sarebbe scongiurato anche ogni pericolo di sciope_ro, di lasc_iare ai suoi impiegati cd oper~i piena libertà di associa·~ione e di regolare con le rappresentanze dei medesimi sul terreno delle trattative; le condizioni del loro lavoro. Siffatte teste moderne difficilmente troverà intorno a sè il ministro Budde e cosi egli si potrà scostare molto dal suo retto sentiero. Ma anche i ferrovieri organizzati in associazioni lavoreranno dal Joro_ canto oltre, ed il loro sempre vieppiu crescente iuOusso, sostenuto da quello della pubblica opinione, saprà opporre una valida resistenza a tutti i desideri, a tutte le :.1spir.12ioni di potere fare imitare in Prussia ciò che avvenne i11 Ungheria (Correspondenzblatt, 30 aprile) (1). (1) Abbiamo lr:tdotto integr.ilment~ questo "nicolo del giornale socialista tedesco perchè l'interessante sciopero non è stato studiato in Italia. Per mancanza di spazio non potemmo pubblicarlo nel numero precedente. - N. d. R. 1111 11111 "'" tltl• IUll 11 Il t trl lii ttll• 1111111111111IlIlUI11111111111111111 llf Il 11• 11111 A proposito òel volume sulla << Legislative » l' illustre storico Aular<l esclamava : - Conoscevamo Jean Jaurés grande oratore e grande politico, oggi conosciamo J. Jaurés grande storico, - dando uu giudizio che s'attaglia pure ai due ultimi volumi sulla Convenzione, anzi da queste 4000 pagine ritrae novella evidenza di verità. La Con venzfone sego a, nella storia della rivoluzione , il ( •) Je:m Jaurès: Histoire soci:1lis1e(q89-1900): 1° La Constitnante 1789-1891 _(frs 10): 2° l.:t Lègislative: 1791-1792 ( frs 7.50 ): 30 La Co:1vention: lj92 (frs 10): 40 id. 1792-94, 9 Thermidor (frs 12.50) presso gli editori: Juies Rouff & C.i, 14 Cloitre St. Honorè - Parigi.
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