Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 10 - 31 maggio 1904

272 RIVISTA POPOLARE più: a me bastan due fiori, una casetta semplice, e tu ... Non mi rispondi niente, o mia compagna? Non ti ricordi più?>> ... Geme una voce in fondo alla campagna mai sempre: « Chiù! » Chieti. MARIO PILO 111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 ~IYl5TA DELLE ~IYl5TE ----~----- ENRICO CoRRADINI: ùristianeslmo e socialismo. - Giorni fa Vilfredo Pareto, in un giornale svizzero, diceva ai borghesi press'a poco: ,e Non vi rallegrate tanto delle discordie dei socialisti, p.erchè le discordie dei partiti giovani non hanno mai impedito ai partiti vecchi di morire ». L'osservazione è giusta e suggerisce appunto il ricordo del paganesimo e del cristianesimo. Dove più scissioni e discordie e lotte interne che nel cristianesimo dei primi secoli? I pagani se ne rallegravano e ne presagivano la fine della nuova setta. Ma questa diventò la religione dell'impero, e il paganesimo rimase ai villani. Le discordie cristiane erano fervor di vita; la concordia pagana, calma di morte. Non sarà così anche pel socialismo? Ecco, io credo che si debba proprio re~tare al confro11to tra il cristianesimo primitivo e il socialismo per avere forse qualche risposta più consolante. Credo che oggi nelle nostre considerazioni e nei nostri giudizi sul socialismo il tornare allo studio di qu·mto accade pel grande fenomeno simile del cristianesimo, sia buon met0do di critica e di storia. I due fenomeni simili avranno pari fortuna? Vediamo un po'. Prim·a di tutto bisognerebbe intenderci sulla fortuna del cristianesimo. Nella lotta tra il paganesimo e Roma da tina parte, Gerusalemme e il cristianesimo da un'altra, chi prevalse fu Roma. Di quattro elementi si formò una mistura che fu ed è il cattolicismo di Roma. Se ne potrebbe dedurre che nella lotta fra borghesia e socialismo, il mondo· sarà di un nuovo cattolicismo ove già è più di borghesia che di socialismo: il cattolicismo ... se-:essionista di Filippo Turati. Ma è lecito credere che la fortuna del socialismo sarà anche minore. Esso è un moto economico-politico , meç.tre il fenomeno affine fu nelle sue origini un moto econornicoreligioso. Però, il cristianesimo fu un moto economico soltanto per il concetto di vita da cui nacque, che fu quello dei poveri e degli umili , e per la condizione del maggior numero dei suoi seguaci; non che propriamente si prefiggesse almeno come suo scopo precipuo e confessato, miglioramenti materiali: e quando se li fosse prefissi, quel tanto che era in lui di religioso avrebbe trasportato quel tanto che io lui er:1 d' economico , dalla terra nel regno dei cieli , dove può darsi che il problema sia di più facile soluzi<,ne, anche perchè non lede gli interessi di nessuno. Per questo la nuova fede di Gesù di contro al mondo pagano non fu se non un caso di colossale dilettantismo ascetico che fu perseguitato sol perchè si ostinò ad essere troppo fanatico. Al contr.Hio, senza essere fanatico , il socialismo è perseguitato, non son croci e carboni ardenti, ma più che non sembri e si creda, perchè esso è un caso di praticismo tutto terreno. Le persecuzioni politiche che esso può aver patito, sono state ben leggiere, e gli hanno procurato :-::iartiri ed eroi solo per burla, e possono strappar lacrime e sospiri solo a Edmondo de Amicis. Gravi S0'10 invece le persecuzioni economiche che patisce giorno per giorno, senza che esso se ne accorga, e neppure se ne accorgano gli avversarii suoi. Egli è che ha sopra di sè e contro di sè il cumulo mondiale degli interessi innumerevoli di questi avversarii suoi, e per conseguenza ha ostili più le cose che gli uomini. Quale sarebbe la sua vittoria sopra le cose? Creare un insieme di interessi collettivi, se non col~ettivisti. Ovunque si guardi, il socialismo non pare forte in ciò. I seguaci di Cris,to, sotto sotto, copertamente, mentre credevano e facevano cre,lere di mirar solo al cielo, 'poterono mettere insieme molti interessi cristiani e poi se l'intesero coll'impero. I seguaci di Carlo Marx gridano troppo forte che il loro scopo è di spogliare il mondo, e perciò il mondo, pure perseguitandoli meno, li combatte di più. E se domani vorranno intendersela col re, il loro fallimento politico che già è cominciato, sarà pieno, pienamente dovranno accettare il re, e nello stesso tempo è probabile che il marxismo rimanga proletario, cioè nullatenente, com'è stato sin qui. In altre parole, il socialismo che dovrebbe essere un fatto politico-economico, pratico e di questa terra, io politica è costretto a darsi al dilettantantismo, in economia a rifogiarè la sua salute si mpre più ndl'a vvenire che è press'a poco il regno dei cieli dell'ascetismo cristiano.· Cioè uomini che hanno il più r:ealistico dei programmi, devono per gli impedimenti degli avversarii, fare gl'idealisti a lor dispetto. Il rovescio dei cristiani. Vi ~ di più. Il socialismo è internazionalista come il cristianesimo, e dovrebbe tendere anch'esso ad una organizzazione internazionale. Vi ten<lc, ma a questo manca ciò che quello ebbe: Roma e l'impero romano. La diffusione di una fede comune fu possibile e facile fra gente accomunata dalla forza e dalla sapienza quirite. Il ferro dei legionarii e la rude legge del seuato avevano tutto fatto per la mite ed amorevole parola di Gesù. E uell' ordine naturale , se non nell' ordine soprannaturale, è vero ciò che affermavano gli antichi scrittori cattolici, che, cioè, Roma e l'impero fossao stabiliti « per lo loco santo siede il successor del maggior Piern >i. Geresalemmc conquistò il mondo, perchè Roma l'aveva conquistato prima. E Roma, centro d'una organizzazione mondiale, rese poc;- sibile l' organizzazione e l' accentramento cattolico, cillè la formazione d'un vastissimo corpo vivente, con gli elementi innumerevoli di un proselitismo disperso. Il suo impero fu, come è detto dagli storici , la forma da cui · uscì il nuovo corpo con tutte le sue membra ed articolazioni, cd essa per la continuità della sua forza e della sua: missione ne fu l'organo centrale ed accentratore, il principio di vita.· Il cristianesimo fu iriternaziooale perchè Roma era già internazionale; ebbe un:1 capitale del suo internazionalismo, perchè questo internazionalismo aveva già per capitale Roma. Bisogna seguire nella storia le fasi della me1avigliosa costruzione cattolica, meravigliosa e semplice, perchè non fu se non il riprendere e il risvilupparsi, sotto nuovo aspetto del vecchio istinto quirite della cupidigia insaziabile, che il poeta imp~riale aveva cantato nei versi ove si consacra, il diritto del trionfo finale, e ove quella cupidigia ottiene la più alta nobilitazione, essendovi trasformata i o un dovere di reggere i popoli e d'imporre loro la pace. In quei versi è il motto solenne che corona l' opera della prima Roma , ed è anche l' iscrizione che sta· sopra la porta per cui si entra nella seconda Roma, nella Chiesa romana. Conquistare e tenere il mondo sotto la pace , cioè sotto la Jominazione romana, cosi vogliono il Senato e il popolo, e così vuole il nuovo « Pontifex Maximus >>.Una è la volontà. La Chiesa si organizza. La sua organizzazione è una grandiosa piramide che ha per base il proselitismo libero e sciolto e per vertice il papato. Sorge la prima autorità del presbiterat.o, poi quella dei vescovi, e subito allora il vescovo di Roma leva la voce che vuol dominare, semplicemente perchè è il vescovo di Roma, il leone fra i minori animali. Trova ostacoli e rivali in oriente ed in occidente. Nei primissimi secoli è questa lotta che Roma cristiana combatte per la supremàzia , sotto l'ombra di Roma imperiale. Quand9 il cristianesimo diventò la religione dell' impero , quella supremazia era già conquistata. È riperduta quando l' impero si divide, e di con~ro a

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