·254 RIVISTA POPOLARE profitta della fame degli um per sfruttare a suo beneplacito gli altri. Si è detto: A Cerignola la colpa è tutta dei contadini perchè essi non volevano che venissero a lavorare il terreno che. per la troppn eRtensione non può essere lavorato da loro, uomini dei paesi vicini. Ora questo è un errore. I contadini volevano che per ave1·e operai avventizi i proprietari si rivolgessero alla lega, nient' altro. I proprietari però non lo volevano e non lo vogliono fare perchè ·la Lega dà operai che devono essere pagati a tariffa, mentre gli avventizi, liberamente scelti dai proprietari, si contentano di paghe anche inferiori· alla tariffa concordata nel 1902 che dà ad ogni operaio una media di L. 1.81 al giorno. Il vero colpevole è dunque, quando si cerca spassionatamente, la snperba ingordigia dei proprietari. Natural1;llente la evoluzione della coscienza -popolare , spec1almente nelle campagne meridionali, è appena iniziata. I contadini considerano il sor-iaìismo come una sopraffazione violenta della classe proletaria su la classe borghese , r, i socialisti non hanno ancora avuta la franchezza di dire a quei contadini cho il loro concetto della g·iustizia sociale , questo ~oro ronc~tto è s_b~g;liato. Di .qui, da· q nesta ignoranza dei contad1m la loro violenza impulsiva. e i fatti dolorosi che la seguono. Ma intendiamoci bene: que~to non scusa, nè giustifica il governo che pare abbia adottato la mas::;ima che per risolvere le questioni sociali più ardue una buona scarica. di moschettat~ a mitraglia è il. metodo più logico e più sbrig at1vo. Eh! no, rropno no. I soldati sono armati per la difesa del pae~e contro lo straniero, e magari anche -. mettendosi dal punto di vista del governo - per difendere le istituzioni minacciate da nn moto p0_litico; ma che percbè i contadini, o gli operai vogliono. essere pagati di più e lAvorare di meno . e magan rumorosamente , manifestano questa loro volontà; che, -perchè una sassata è volata o anche cento sassate s'abbia a rispondere a fucilate e uccidere; no, questo non lo intendiamo, non lo possiamo ammettere. ♦ La nota Vaticana.- Proprio s~ vede che 10 Spirito Santo ba -preso il volo dai sacri palRzzi e se n'è tornato in cielo. Nel passato rinscì spesso al papato a fare un bel gesto, tragico sovente , e quasi sempre degno di una certa ammirazione; ma qnAsta volta il gesuita Merry del Val, e il curato che è sncf'ednto a Leone XIII non sono riusciti a met.t.ere insieme che la bestia 1ità più madornale . e più sconveniente che due uomini poss:::1nofare mettendosi insieme. Curioso. Per rinscire ver::iment,e degno qnec:to p::ipa aveva due bf>llevie l::n-i2:l1P. lnmir,osA l'nnl'I e l' ::ilt.rn.. Avrebbe dov11t,ciadat,t::irne 1111ai,:in7,i,fin d::il pr~n,.ipio del suo rontific:.ito, Il governo di Fr::incia combi:itt,ela Chiesa, ne limita il potrre, ne disperde le f'Ongregazioni, ne minarcia l'esistenza come corro costit-.i,ito. e organo dello r:dato; e q11Pstop::ipa, doveva protostare contro gli atti del governo fr::rnf'.ese, e pronnnciAre, contro la Fnrncia intiera, .la scom1rnica rnagg·iore. Gregorio VII- on bP.l papa- avrebbe fatto coRÌ. È vero che, mutati i tP.mpi, Ja Sf'om•1nic::tnon avrebbe fat,tto nè caldo , nè freddo a neRsuno ; ma il irest.o sarebhe stato bello e forte; <legno d'nn ,,orno che senta la s11a potenza e il suo diritto. degno di ::ni dRre ::lila storia. E avrebbe f>1tto un hell'effet.to nella storia il racconto di questo vecchio C'be in rlifeRa dei s•1oi fp.deli. per il diritto della sua fedf', in nome òella sua fede e nPlla sua fede si leva e mflledi ce. Sflrebbe stata una hella pagina di più fra le belle -· ce ne sono -che conta il papHto. E'. vero cbe qnest'atto ~vrehbe affrettato quAlla soluzione alla quale, con punta grandezza per il papato, s'avvia rapidamente la Francia. E questo è quello che si teme in Vaticano ; non per la fede però si teme , ma per la paga. E questo organismo che fu grande e potente, che ebbe forza e fierezza cade miseramente , vilmente perchè ha paura di perdere il denaro che, del resto, perderà lo stesso. Noi pensiamo ad un gladiatore che è caduto fuggendo, che è caduto :-:graziatamente e codardamente ed a cui le matrone romane sarebbero senza pietà, ma con giustizia, pollice verso. La denunzia del concordato, la separazione dello Stato dalJa Chiesa spaventa i cardinali, i vescovi , i prelati gratificati dallo Stato di grosse prebende. Ed è l' avarizia che ha preao in loro il posto della fede ; è la sete di ricchezza , il bisogno di benessere e di lusso che è la loro religione: infinitamente lontani da quel grande Cristo che: non aveva una pietra ove posar la testa. E per questo era forte e per questo votette esser grande. Il governo di Francia ha potuto , senza che una voce di protesta si levasse dal Vaticano, chjudere le sc:1ole congregazioni➔ te, espellere fr.iti e monache, arrivare per fino a togliere il Cristo dalle aule della giu::lti2;ia. Il presidente dei ministri france~i ha pot•1to1 dal suo banco, pronunziare parole gravi di fiere minacce contro il Vaticano, senz.a che una sola di quelle parole fosse raccolta, senza che in difesa del simbolo cristiano espul~o dal luogo ove era stato po::;to come ammonimento di pietà - lui che dis::;e: chi non peccò scagli la pietra - senza che un solo atto fosse strap pato all'avara viltà dei porporati di Vaticano. La paura della perdita delle prebende, ha legata la mano che avrebbe dovuto versare la protesta sdegnosa, fiera, violenta ; ha sigillato le labbra che avrebbero dovuto ripetere in faccia al mondo: vade 1·et1·0s.atana I Ma poichè il Vaticano non ha voluto essere grande, poteva adottare un'altra condotta, meno gloriosa non meno degna , tacere. Anche il silenzio è grande .. Non tacque forse Cristo quando i falsi testimoni del Sinedrio vomitarono contro di lui le accuse più atroci? E il Vaticano infatti tareva. Per tutti gli altri fatti contro la religione, il Vaticano non ha avuto una sola parola di protesta. Ma Loubet è venuto a Roma ed il Vaticano ha parlato. E come tutti qnelli che agiscono o parlano guidati da mi~erabili interessi, contrastanti con le idealità che essi atfermano di rappresentare - non disse Cristo : Il mio 1·egno non è cli questa te1·ra ? -- il Vaticano ba parlato male. Ha offeso bassamente; ed ora è costretto a, rimangiarsi l'offesa; e vorrebbe ta• cere ora: ma ora il silenzio è vile. Ora il silenzio, dopo quella inazione .prima e dopo q:1eEe parole, è la affer·mazione della bas-,a avarizia, dei g-retti miserabili i11teressi'terreni. è la conferma che quelli che si dicono i r;,1ppresentanti della fede di Cri::;to, non h~nno più, nè rappreRentano più la Ferie. E la Fn,n•:ia pro ·ede jne,-,orabilmente verso la sua meta; la Franeia, anclle in questo, rnaest ·a alle 11ttzi.oni del mondo. Ei-1::,a V3, verso la separazione dello Stato dalla Chiesa, e il Vaticano, che per av.arizia e per rabbia di potere, le ha porto nn argomento di più manifesta al mondo, la sua senile impotenza, e si àvvia alla. Slla fine -- la fine del papato non della Fede - senza neppure il bel gesto che attira le simpatie e pa::;sa alla storia Sic t,,anseat gloria niundi. ♦ Chassez- croisez clericali. - Mentre in Francia la nota di Merry del Val , che dà prova del misto d'ingenuità e d'ast11zia contadinesca prevalente oggi nel ,.v, aticano dà luogo al richiamo dell'ambasciatore Nisard, in Italia assisti:.mo con sorpresa alle tenerezze improvvise del cardinale Svam pa verso il capo dello Stato Italiano. Ciò ch'è avvenuto in Francia, dove tutti i repubblicani hanno approvato la fiera politica del Combes, e le parole in favo!'e del nostro paese pronunziate dal
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