RIVISTA POPOLARE 269 di una nazione e tende a purificare ed allargare la nozione della Patria e dello Stato , è anche ideale falso per il Sergi , s'egli non approva la politica che chiama , secondo l' uso , megalomania ! Essere una grande potenza è vietato all'Italia, perchè Roma .... non è più Roma! Ma il professor romano dovrebbe pur capire che ogni popolo può (se libero) diventare grande potenza : se riesce a sviluppare tanto la sua vitalità da esercitare grande influenza intellettnale, morale, economica nel mondo ; e se al tempo stesso riesce a difendere la sna esistenza ed influenza con forte esercito e numerosa flotta, senza le quali le frasi ipnotizzano il popolo. Questo terzo punto merita maggiore atìenzione - perchè il Sergi si protesta estraneo alla politica, e tuttavia essa è cagione di decadenza o di risorg}mento. Le origini delle grandi potenze sono modeste: i grandi Stati erano piccoli comuni o piccoli principati dapprima: e ciò che è permesso all'Inghilterra, alla Germania, alla Russia, alla Francia. a tutti .... ha solo da e&sere vietato all' Italia? Del resto , tale e megal9· mane » idealismo è anzitutto una leva: per et:iso si rende la italianità (del Nord e del Sud ! ) meno floscia e falsa : il desio di grandezza nazionale esige stndio e lavoro, vigoria e senno : la dacadenza non avviene per questo! Nel sacrificio si redime il popolo decaduto-inculcava Giuseppe Mazzini: rinunciare a questo ideale - per avere l'orgoglio di una Italietta paffutella e pacifica, neutrale nei perigliosi cimenti, è voler essere pesce piccolo in bocca al pesce grosso. Dobbiamo essere nna grande potenza perchè nella vita internazionale anche il genio italiano (antico o mo derno o futuro) ha da dire la sua parola al mondo. Gira e rigira; la • decadenza » non è -che la « impotenza ·» di comandare o di farsi rispettare. Per capire tanto non occorre essere un gran I urne scientifico o politico ! Venti anni addietro , non prevedeva che il Prof. Sergi avrebbe nel 1900 chiuso il secolo ripudiando precisamente quello idealismo che io predicava senza fulmini. Se il p1:ofessore romano diffonde la sua teoria che avverrà? Quelli che il Sergi (profeta ammonitore degli uomini dirigenti) dichiara falsi ideali sono appunto i più ve1·i, son pure le leve più potenti. Io scriveva pensando alla educazione del popolo : vedeva la dottrina fondamentale ch_e deve infondersi nelle menti dei giovani e dei partiti : essa sgorga dallo studio lungo , sereno, serio. L'armonia dei tre ideali nazi,onali conquiderà le intelligenze colte appo ogni naz;ione - latina o non latina - e l'Uma,nità sentirà che la strombazzata decadenza non è altro che una « predica da cappuccino» come ottimamente ]a qualifica il tedesco Rumpelt. Apr-ile 1904. G. N. BRESCA NOTA. - Decadenza - è un parolone , poichè può significare la pet·d1ta delle prop1·ie attitudini pèr cattiva educazione o maigo1;erno dello Stato, della famiglia, della persona; e può significare la perdita di un p1·imalo perchè viene appunto da altri più atti a rinnovare la vita internazionale. Nel!' uno come nell'altro significato non si può edificare una scienza della "Decadenza,, pet·chè i11 natura, come in civiltà, la vitalità. non si estingue in modo assoluto. Ove sono gli Elleni ~TBèéONCINI éBTTBRi:RI XVII. la contessadi Noailles - Le opere e gli uomini - Questioni scientifiche - La moglie oi Sua Eccellenza - la gloria - Gli Ammonitori - Bianche, nere.... e rossi - li Chiù. All'uhi ma esposizione dì Venezia, uno dei ritratti che più colpivano il visitatore, era quello, dipinto da Antonio de la Gandara, e rappresentante la contessa MATHIEU DE NoAILLES: seduta quasi di profilo, in gran décolleté, magrina e nervosa, sfiorando lo spettatore con uno sguardo obliquo enigmatico e penetrante come una lama, quella donnina ultra-moderna, cosi stilizzata dall'arte da diventare quasi più un simbolo che una persona, metteva nell' anima un desiderio pungente ed irrequieto di interrogarla, di farla parlare,· di farle dire chi e~a, che pensava, che amava, che voleva .... Ed io l'ho fatto, quantunque indirettamente, scrivendo a Parigi in cerca d' informazioni, ed ho saputo ogni cosa: almeno, ogni cos,! che sia lecito a un critico gentiluomo, d'investigare sul conto di una signora poetessa. Poichè la Noailles è una poetessa, una vera poetessa, di cui ho qui sotto gli occhi due bei volumi di versi, non d' oggi, veramente , ma poco più che di ieri, Coeur inombrable e l'ombre des jours, e parecchi ritratti, meno incorporei e meno ideali di quello del La Gandara, ma, in cambio, più umani e simpatici, quali ambientati dai mobili e dalle carte del suo laboratorio d'immagini e d'armonie, quali ringentiliti dalla presenza del suo piccino dall'alta fronte predestinata al pensiero , dagli occhi attoniti per lo stupore d'avere una cosi affascinante mammina. Affascinante davvero, questa piccola e bianca e bruna contessa internazionale, nata di padre rumeno e di madre greca, innestata di nozze francesi, acclimata fisicamente e spiritualmente a Parigi I Affascinante non solo pei grandi occhi glauchi sotto la densa chioma corvina, pel fine sorriso tutto allusioni, sottolineature, ironie, sottintesi, pel gesto e la mossa imprevisti e vibranti; ma per le cose squisite, profonde, immaginose, colorite, calde, che canta nei due volumi che termino ora di leggere. Sono i bei paesaggi di Francia , del cuor della Francia, ' piani e soltggiati , biondi di spighe o folti di frutteti , ombreggiati di boschi o. mormoranti di rii: << Io scrivo» (traduco alla ,meglio dai sonanti alessandrini) « perchè un giorno, quando non ci sarò più,.si sappia quanto l'aria e la gioia mi siano piaciuti ; e perchè il mio libro dica alla folla avvenire quant' io amassi la vita e la felice natura; attenta ai lavori dei campi e delle case , io ho notato ogni giorno i regali delle stagioni, giacchè l'acqua, la terra ed il fuoco in nessun luogo son cosi belli come nell'anima mia ». Ed è vero. A proposito: avete letto, o aln\eno sfogliato, Le opere e gli uomini, di Lucro o' AMBRA ? Ebbene, oggi che la Francia, i francesi, e... le francesi sono di moda lo Italia (nel cuore mio e nel mio cervello lo furono sempre, e pit'1 vivamense che mai quando non erano in quelli dei governanti), oggi questo libro (editori Roux. e Viarengo) dovrebbe andar per le mani di tutti: perchè vi si parla appunto, per quasi tutte quelle seicento fittissime pagine, di scrittori d' oltr' Alpe , e i discendenti degli Elleni? Eppure, ecco l'idealismo ellenico, che 1·isuscita l'antica Gt·ecia e fa d'un miscuglio di genti varie un popolo erede dell'antica civiltà ! Gli Stati decadono tutti alfiue, ma i popoli o.on muoiono; rinnovare se medesimi è dare al mondo una nuova Idea, una nuova Parola. Ma alla decadenza degli Stati contribuiscono anzitutto i pregiudizii dei cittadini, e gli errori dei partiti, e i delitti dei dirigenti ! G. N. B.
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