Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 10 - 31 maggio 1904

... RIVlSTA POPOLARE 265 Leone XIII mette in guardia i cattolici contro la confusione dei principii comunisti con quelli dell'Evangelo. Eccovi, signore , contradetto dal vostro Leone XIII. E anche quando, in omaggio alla risorta democrazia, la Chiesa volta bandiera e socialistéggia, essa rispetta troppo la sua clientela di nobili e di gral-3si borghesi per farlo apertamente. Voi, signore , vi trovate oggi in discordia con i cattolici e con le vostre opinioni ben recenti. Qual motivo personale si cela sotto la vostra sùbita conversione? A voi il saperlo : a noi il diffidarne. 0hi incomincia. la--volta seguente , è ancora il Renard , per esporre in che consista la 11: socializzazione dei mezzi capitali:;ti di produzione e di scambio > che costituisce il secondo quesito della controversia. Il Brunetière, dovendo rispondere se vi aderiscB o no, lo vuol prima chiarito. E Renard spiega: - Tal socializzazione è il perno d'ogni programma cbe si l' integ1·0 sviluppo della sua pe1·sonalità ~ Approvo, sottoscrivo, applaudo! Ma voi insistete su la formula della socializzazione , e m' intimate di risponder con un si od un no. Ecco, voi distinguete, non è vero, la teoria dalla pratica? Voi non fate questione di mezzipacifici o pur violenti -per attuare questo che rimane un fine, un ideale? Posta la cosa in questi termini, mi, associo e sottoscrivo , ancora. Bi3ogna però distingnere: altro sono i « mezzi di produzione, " altro quelli di « sfruttamento. > E che vuol dire Vander- - velde, quando parla dei e p1·incipali mezzi di produzione? " Ve ne son dunque dei secondari, che nessuno pensa a socializzare ! Essa socializzazione, come vedete, è in fondo una questione d' arplicazione, di specie. - E qui, stringi stringi, il signor Brunetière la riduce a dirittura a ....· municipalizzazione. E , naturalmente, sottoscrive. Siamo al terzo proclami socialista. La proprietà , secondo essi Giappone e Russia quesito :-Ammettete voi, come co9-- nesso alla soppr:essione delle classi e privilegi, il rientrare di tutte le Proo-rammi deve restar t, ' individuale per gli oggetti d' uso personale ; l'individuo _avrà il libero god.imento del dividendo che gli sarà assegnato dal reddito della vasta società cooperati va in cui consisterà il nostro regime: tua i mezzi capi talisti di sfruttamento, tutto ciò che adesso permette a un uomo di far lavorare ua altro in sua vece e che può dar luogo alla ricostituzione del ca- --- Chiese nel diritto comune, e della reli~ione nel livello d'affare puramente privato, quale essa è pei socialisti? - Affare privato ? - ribatte subito Brunetière. - Dunque voi non avete il diritto, quand'io mi q nalifico socialista, di chiedermi se son ca.ttolico. E però, quando vi avrò detto che ammetto senz'ombra di difficoltà il pitale , bisogna che diventi proprietà collettiva. Tutti, rivoluzionari Da-vide Golta rientrare ecc. ecc. , contentatevi della mia semplice dichiarazione, e non mi domandate il parere del capo della mia Chiesa. (Fiji Shimpo) e riformisti - e Ferri e Vandervelde e Millerand nel suo discorso di SaintMandé, - pongono a base dei lor programmi questa socializzazione, che vuol creare a tutti gli esseri umani la possibilità di sviluppare nella lor pienezza e diversità le attitudini proprie a ciascuno. Ora: o voi la ammettete, e sarà interessante udire il direttore della Revue des Deux-Mo1tdes predicare il paventato collettivismo ad un publico borghese: o non amwettete se non qualche linea o lato del nostro programma; potrete al !ora chiamarvi un social istoiJe tu tt' al più, socialista, mai; e ognun di noi re:;ti sul proprio terreno . Il Brunetière , rispondendo, torna a ciò che gli sta più a cnore : superar la diffidenza dell' avversario. - Voi siete prevenuto contro di me perchè fo professione di cattolicesimo. Badate che in tal ca:;o il vostro social istno non sarebbe se non anticlericalismo , anzi anti-cattolicismo. Ed io ·non credo che questi faccian, di ~ecessità, parte d'un program1ua socialista. Ora Ja vostra idea non si riassume nell'as!:licurare a ciascuno (Tokyo) L'ammetto; se, beninteso, la Chiesa godrà allora pur sempre la libertà d'insegnare, impedire il divorzio ai suoi fedeli, e infine, come negli Stati Uniti, o nel Belgio, la facoltà di lavorare aÌl'abolizione o alla modificazione delle leggi che giudicherà cattive. Ciò assodato, vi dirò che, in tempi meno agitati del nostro, anche la denunzia del concordato non mi darebbe alcun timore. " Posso ancor -aggiungere che questa denunzia mi parrebbe più generosa e corc1gg-iosa se il papa ave~se a sua disposizione un esercito di dugentomila uomini? , Mi parlate della. sopprnssione delle clas:si. Ma l'abolirle, o l'attenuarle · almeno, non è stata la mira del cristianesimo fin dalla. sua comparsa sul mondo? Niente dunque in siffattefonnole è incompatibile con l'idea cristiana, ed è quindi. in11tile opporci gli uni agli altri sotto colore ini111ico, mentre sarel,be tanto di guadagnato l'intendersi tra noi su le precise riforme che e voi e noi vogliamo. 1\1a il Ren.ard non si dà per Yinto.-Qnan.do circa la separazione di chiesa e stato ho ripetuto che la reli · gione ba da divenire un affare privato, non ho inteso

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