Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 10 - 31 maggio 1904

... RIVISTA POPOLARE 263 Cosi i villaggi s1 son trovati divisi in due fazioni; da una parte c'era il partito della Repubblica stretto intorno al maestro di scuola e dall'altro il partito del clero; che rappresentava pel contadino l.' avversario della Repubblica, perchè era ostile a]le scuole che la Repubblica stessa aveva create. E' evidente che se i proprietarii rurali avessero consultati i loro interessi, avrebbero veduto che battevano una falsa strada ; ci si puo perfino dimandare se era veramente utile al progresso della religione che q't.1estadivisione si crtasse 1_eivillaggi; era presumibile che le scuole pubbliche finirebbero per aggruppare lrn nucleo considerevole di ragazzi, e che i genitori di questi ragazzi, diverrebbero, quasi loro malgrado dei· nemici della Chiesa, in se• guito agli attacchi dei quali la loro condotta era oggetto da parte dei preti. In ogni caso l' istitutore avrebbe dovuto essere un angelo di pazienza, se· non avesse profittato di ogni occasione favorevole per dispiacerè al curato, che non cessava mai d'attacc1rlo. La politica scolastica dei cattolici è un forte fattore dell'anticlericalismo attuale ed ha portato molti istitutori a farsi i propagatori delìa idea rivoluzionaria nelle campagne. Chi dunque avrebbe interesse a questa politica di scavezzacollo? Le congregazioni religiose e, fino ad un certo punto, i curati che speravano aumentare la loro autorità personale fra i contadini. Essi hanno facilmente attratti a se i conservatori, agendo sul punto d'onore, e gli hanno persuasi che essi ~ommettevano una viltà abbandonando la Chiesa in circostanze cosl difficili. Son dunque degli interessi semplicemente clericali - e neppure religiosi - che hanno menato i conservatori a mettersi in opposizione con le istituzioni scolastiche della terza repubblica. Quando è stato consigliato ai realisti il ralliement alla Repubblica, essi non hanno potuto convincere il contadino della loro sincerità repubblicana, poichè i contadini si domandano com'è mai possibile dirsi repubblican9 e combattere la scuola repubblicana che da venti anni è, per il contadino, la manifestazione tangibile della Repubblica. Durante lungo tempo nelle campagne si è avuto paura del curato; la politica di Combes piacque infinitamente ai contadini, perchè dimostra loro che la forza non è più dalla parte di quelli che , per tanto numero d'anni, parvero loro tanto temibili. C' è in questo un sentimento di gioia un po' infantile, forse un po' selv,1ggia, ma molto naturale: E' così bu.ono vedere gli antichi tiranni diventare dei perseguitati ! I conservatori si trovano ora completamente disorienta ti ; senza saper più ove volgersi restano fedeli alla Chiesa e subiscono tutti gli erTetti dalle sue disfatte: il con radino comincia a trovare che la situazione dei grandi uomini clelLi Repubblica, somiglia a quella degli antichi nobili e non 1~1anca chi gli spiega che bisognerà mettere i proprietarii ricchi alla ragione se si vuol salvare la Repubblica. E' così che si prepara una specie di socialismo rurale che non ha col vero socialismo altro che una vaga analogia; ma che conducrà il paese a delle c~rnseguenze che, ora come ora, non è facile prec1sare. G. SOREL Il giudiziodi Eliseo Reclus sulle Razze infetriotti e liazze supetriotri di N. eolajanni -----~----- Mentre in Italia non e' è stato un solo giornale socialista che si sia occupato dell'opera del nostro Direttore sulle Razze · inferiori e Razze superiori o Latini e Anglo-sassoni in Francia i socialisti delle varie gradazioni l'hanno esaminata colla massima diligenza e con parole di grande ~mmirazione. Comincio La Petite_Republique, quando era il solo. organo quotic,liaoo dei socialisti in Parigi con un entusiastico articolo di Cipriani. Segui un lungo studio della Revue socialiste di Rouanet che rappresenta la tendenza opposta po~sibilista e la tradizione di Beooit Malon, di cui riportammo qualche brano. E' venuto ultimo il giudizi0 di Eliseo Reclus nella Revue ( Ancienne 'R._evudeesRevues) del 15 maggio. Questo è certamente il più autorevole ed importante, perchè pochi ignorano, anche in Italia tra coloro che poco seguono il movimento intellettuale contemporaneo, che il Recl us è uno dei più grandi scienziati e sicuramente il più grande geografo vivente. Eliseo Reclus comincia la sua recensione con queste parole : « N. Colajanni, I' eccellente profes- « sore della citta di Napoli, ha molto scritto. Le « sue opere politiche , economiche e demografiche « sopratutto costituiscono una biblioteca, nella quale « ritroviamo nei suoi dettagli intimi tutta la storia « contemporanea dell' Italia. Ma dopo attenta let- « tura ci sembra che i' opera recentemente pubbli- « cata da N. Colajanni sulle Razze inferiori e le << Razze superiori sia decisamente la più rimarche- « vole di tutte per la ricchezza della documenta- « zione, il vigore della dialettica e la forza di con- « vinzione ch'egli apporta seco. E' .cosa assai pia- « cevole il trovarsi accanto un amico cosi valo- « roso >>. Dopo alcune note osservazioni sL1lla q uistione, specialmente riferentesi alla Francia, il grande geografo conchiude : « Nella sua argomentazione Colajanni difende va- « lorosamcnte e trionfalmente l'Italia. E' di tutte « le nazioui qnella eh' è ancora la più latina e l' au- « tore siciliano ne conosce ammirevolmente le con- « dizioni demografiche. Cosi, a lui non riesce dif- « :ficile dimostrare che l'It:1lia è in via di progresso << continuo, dal punto di vista scientifico, produr- « tivo, politico, sociale e che ·sarebb.~ d' a1tronde « una discussione del tutto ridicola quella , nelbt « qL1alesi volesse applicare la parola : inferiore alla « razza che ha dato Dante e Leopardi , Boccaccio « e Macchiavelli, Michelangelo, Ratlaello e Vinci, « Gali.leo, Volta, Galvani e Marconi, Mazzini e Ga- « ribaldi e tanti altri che l'umanità onora come i « suoi più illustri figli. >> « Gli stessi argomenti potrebbero servire per « difendere la parte della popolazione europea che . « hppartiene per la lingua e pel pensiero alla forma « frar:.cese. Senza 'parlare qui degli uomini dell'En- « ciclòpedia e di quelli che fc:cero la Rivoluzione, << si può constatare che in nessuna parte del mondo « la lott:1 di emancipazione pa eccelle11za , quella « che libera l' intelligenz~1 umana dall' incubo del « miracolo e dal dominio del clero, non è soste-

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