230 RIVISTA POPOLARE mezzogiorno vorrebbe spiegare colle sue condizioni geografiche, geologiche e climatiche ( 1). Su questo errore sistematico tornerò ~n ultimo, intanto continuando a spigolare nella 73adia di Monticchio sia chiarito come gli uomini, se mai , con~pletarono l'opera della n.nura ai danni del rnez• zog10rno. Cominciamo da un fatto che pare che abbia servito di modello ai governanti successivi, non esclusi· quelli che vennero dopo il 1860 quando avrebbe dovuto iniziHsi un'era nuova. Fin (bl pri..mo secolo <lell' èra cristiana Roma non e!Jbe molta cura del mantenimento delle strade pubbliche 11ell'Itali:1 meridionale: Augusto non penso se non a quelle dell' ,1lt:1 Italia e det Centro , trascurando sino il tratto di via, venuto in pessime condizioni, da Capua a Benevento; ne Traiano si preoccupò d' altro che di rendere più facile e più spedito il tragitto per il porto di Brindisi. « Già, anche prima dell'Impero, chius,t la guerra sociale, cosi fieramente combattuta dai meridionali contro Roma, guando mai è più parola della bassa Italia? )) Cosi il fortunato (pag. 58). Ora in questo primo dato iniziale non e' è una somma colossale di responsabilitù per gli uomini, che cospirarono per -tanti secoli ai danni del Mèzzogioroo? Che cosa poteva restare della civilta e della ricchezza di un popolo quando se ne abbando1u vano le strade, che rappresentano ad un tempo e le arterie che distribuiscono i succhi•· vitali e i fili che mettono io coniunicazione i centri nervosi di un organismo sociale e ne dirigono i movimenti? Si spiega agevolmente la noncuranza verso il mezzogiorno colla estensione· enorme che aveva preso l'Impero rornauo: altre contrade assai più ricche al Nord e al Sud, ad Oriente e ad Occidente richiamavano le cure e le attenzioni dei governanti, che, mancando di ogni criterio morale o w nazionale direttivo seguivano una sola norma: la propria utilità, il proprio tornaconto. Cosi le due maggiori isole italiane, Sicilia e Sardegna, e il continente meridionale perduta l' indipendenza e l'autonomia perdettero l'antica floridezza e civiltà, attestate da monumenti giganteschi,-dai templi di Girgenti, agli avanzi di Siracusa, di Selinunte, di Pesto ecc. - che sfidano l'incredulità di parecchi Niebuhr ed anche del nostro Fortunato che dalle miserie presenti è trascinato a giudicare che, per fatalità di cose, derivanti dalla razza e dalle eondizioni del suolo e del clima, sia stato sempre misero il Mezzoaiorno e tale si manterrà nello avvenire. La profe~ia sul futuro se non e esplicitamente formulata trapela, però , da ogni pJgina e dalla nulinconia con cui n,1rra gli avvenimenti. La incredulità del Fortunato sulle buone condizioni del passato trova il suo fundamen to nelle smentite che i demoarafì , gli archeologi e gli Storici moderni danno 0 con ipotetici calcoli a tutto ciò che si riferisce ali' antichità; e sopratutto al numero (1) Di questa influenza i:sagerata delle condizioni ~eografì.chc dà prova anche affermando che la grandezza d1 Roma deriva dalla sua topografia. (pag. 191). E perchè la topografia rimase senza efficienza per diciannove secoli fino al 1870? E forse esagera pure quando r~ette in. rappor~o causale ~on le stesse ,condizioni la mezzena al disopra d1 Roma e 1 enfittusi del mezzogiorno (pag. 349 .' 350). La sua ~esi avre_bbe trovato conforto nel romanzo psico-geografico d1 Demoh ns: La roule erte le type sociale. A. Colin. Paris. · degli abitanti che vennero attribuiti a parecchie regioni, che rappresentarono un:t parte import;u1te nel passato. Che l:t popolazione negli antichi tempi fosse poco dènsa, assai meno densa di oggi, è risaputo. E su questo punto si può essere di accordo col Beloch che, dice il Fortunato, serve a distrurre le ]egoen~ darie gonfiature sulla Magna Grecia. Ma in f~tto di densità cli popolazione le condizioni erano identiche anche fuori della M:1gna Grecia. Metaponto nou aveva la popolazione di Mosca ; Locri •1on uguagliava Berlino; Crotone non potevasi p,1rao·o11arc:a Parigi; Sibari era assai lontana dall'imme~sa Londra odiern:1.... Ma Santo Iddio ! Se questo e vero, è vero altresi che quando la Magna Grecia aveva capitani, legislatori, filosofi, artisti illustri, ammirati anche oggi, Mosca, Berlino, Parigi, Londra non erano ancor.-t nate-non erano nemmeno degli umili vii laggi. Ah ! no. Lutezia era già una città dei g:1lli ;· ma quanto diversa. ed interiore per la cultura e per la prosperità a quelle della Magna Grecia ! Come misura della differenza si può indicare a g uella che corre tra il fango e il marmo che serviva come materiale di costruzione ncll'anti-::a Parigi e nella Magna Grecia. Ma si deve ridurre a proporzioni microscopiche questa coltura , queste prosperità e trattarle alla pari delle mitologiche creazioni? Questa sembra la tendenza malcelata del Fortunato. Ma egli, che si mostra incline a seguir~ il materialismo storico dovrebbe rammentare che gli uomini eminenti nella filosofia, nelle scienze, nell" arte, nella legislazione non possono stare a sè, isolati , campati in aria e venuti su come funghi senza il substraturn di coltuo generale e di benessere. E' il materialismo srorico che insegna a considerare queste manifestazioni intellettuali, come il prodotto delle superstrutture che germogliano e fioriscono sulla base economica. Ne così belli e colossali monumenti che l'antichità sicula e ir:.eridionale pone sotto gli occhi a tutti i San Tommasi della odierna critica storica avrebbero potuto sorgere senza una somma coloss,1le di coltura e di benessere. In altri tempi mancava l' un,1 e m,tncava l'altro nel settentrione che oggi risplende per la civiltà e per ]a ricchezza e non ci dettero neppure la millesima parte, di ciò che ammiriamo attoniti :n Sicilia e nella Magna Greci,1. Il settentrione ci lasciò i Kochenmudding, · che ..... se 11011 sbaglio si rassomigliano ben poco al tempio di Pesto! Del resto il criticismo beffardo contemporaneo oramai dovrebbe andare molto cauto per le smentite solenni che i fatti gli d:moo quotidianamente. l\on si trattarono come fandonie, come poetiche invenzioni tutto ciò che si riferiva da Omero in giù SLl Troia, Micene, suH' Egitto, su Babilonia, su Ninive ecc.? Ebbene Schliemann ed una legi~ne di archeologi e di ricercatori hanno trasformato la leggenda in realtà splendida e innegabile! Ma lo stesso Fortunato dà prova di contrnddizione prestando fede a Strabone che . constata la differenza tra Nord e Sud ai tempi suoi; negandogliela quando ricorda i tempi passati ..... Strabone non si sognò di negare la prosperità e la coltura del Mezzogiorno; ma constatò che le sue città parte
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