228 RIVISTA POPOLARE dei giapponesi o dei russi , mentre l' attenzione generale è attratta dalle notizie sensazionali che ci vengono dall'Estremo Oriente, dove i giapponesi forniscono · ai russi ricolmi panierini di nespole, un lavoro intenso e forte si fa a beneficio di opere che saranno più dnrature, e feconde di bene di quelle che potranno risultare dalla guerra che ora si combatte, e di quelle che sono state costruite sn i risulta~i delle guerre che sono state combattute in passato. E un lavorio silenzioso, modesto non però privo di forte influenza su la ev-:>luzionesociale dei popoli, specialmente europei. La nostra civiltà è ormai divenuta tanto complessa.e la vita delle nazioni così multipla che poco a poco la ragione di antagonismi scompare· e le subentra la necessità di pacifiche intese e di accordi su i vari punti controversi e che in altri tempi si sarebbe considerato opportuno risolvere con la guerra. Questo lavorio che incominciò a prendere piede con i trattati d' arbitrato, parziali e monchi ora , ma che via via si svilupperanno fino-a sottomettere a1la giurisdizione degli arbitri tutte le questioni ~ontestate dei vari paesi , si sviluppa e si completa con altri trattati i quali tendono a loro volta a disciplinare altri movimenti e a derimere questioni che potrebbero, a lungo andare, inasprirsi e diventare increst:iose. Così è del Trattato del Lavorn concluso tra la Francia e l'Italia e dell' Acc01·do franco-inglese per le colonie di cui la Rivista si occupò altra volta. Il primo affratella i proletari dei due paesi, il secondo chi11de la porta ad una infinita serie di reclami e di malintesi dei due governi. Naturalmente la soddisfazkne è più generale per il primo trattato che per il secondo. Infatti il frattato del lavo-ro è tutto inteso a tutelare il lavoro e la previdenza recìproca degli operai dei due paesi. Stabilisce un accordo per il risparmio popolare promiscno fra gli operai delle due nazionalità; e riconosce rispettivamente le leggì protettrici nel lavoro delle donne e µei fanciulli, e la reciproca protezione degli operai. E un passo gigantesco fatto sulla via dell'affratellamento dei popoli. I lavoratori dei due paesi si sentiranno ora compagni in una medesima opera, e molti motivi di conflitto fra gli operai di Francia e d'Italia sono eliminati. I nostri emigranti si troveranno protetti dalle leggi stesse della Rep ubblica francese e viceversa ; e troveranno qua come là il medesimo pro~·esso verso quel miglioramento sociale al quale essi, col lavoro delle loro braccia , cooperano (1). L'accordo franco-britannico poi ha risoluto una lunga serie di questioni che avrebbero potuto un dì o l'altro diventar minacciose. La questione d'Egitto, e la questione Marocchina prima dì tutte. Fissando e risolvendo i termini di questi due affari, compresa la libera navigazione sul Canale di Suez, é il riconoscimento della pacifica influenza francese sul Marocco Francia ed Inghilterra, hanno preparato lo sviluppo graduale di altri trattati con le altre potenze che non saranno, meno di questi, efficaci in favore della pace. Definita la questione dei pescatori di Terranuova, che ogni anno al· l'epoca della pesca si ripresentava -gravida di possibili serie conseguenze, la Fnrncia e l'Inghilterra sembrano essersi messe alla testa del movimento diplomatico in favore della pace, di quel movimento che il debole Tsar di Russia desiderò , ma non potette neppure iniziare perchè gli mancò l' organismo necessario alle opere cli pace: una nazione libera che vuole ed agisce , men tre egli non ha, dietro di se, che una nazione di servi. Naturalmente, e specialmente per la questione marocchina la Spagna trova che le due nazioni hanno agito con molto sans-gène a proposito delle sue pretese ma che la Spagna non potrà altro che rettificare il fl.) Di questo trattato del lavoro si mostrano assai malcontenti i liberisti 11istematici. Del loro malum'lre se ue ha un ~egno in uno strano articolo di Vilfredo Pareto. fatto compi11to ce ne danno sicurezza due cose: 1 o che la Francia ha stabilito di trattare, e tra,tterà, in proposito con la Spag-na; 2° che il governo di gesuiti che delizia ora e deliziò nel passato la Spagna l'ha messa nell' assoluta incapacità di farsi valere in qualsiasi modo. Il tempo çlunque consoliderà l'opera compiuta e tanto meglio e tanto più che nell' azione pacifica che la Fr;rncia svilupperà nel Marocco questo paese ci ha proprio grande interesse. Cosa che, dato il protettorato della Spag;na, non sarebbe accaduto mai. ' Ben a· ragione dunque Italia e Francia e Francia ed Inghilterra si rallegrano. Noi assistiamo alle albe di nuovi giorni. Il rumore delle armi nell' Estremo Oriente segna l' agonia delle vecchie prepotenze . e forse anche dell' ultima forma del potere barbaro. Noi vedremo consolidarsi e trionfare le durevoli opere della pace. Nor 11111111 i"l 1111111111111111111, 1111111111111111111111111,1111111111111111111111111111111111 Lanatuergaliuomienointro il Mezzogiorn ---~---- Giustino Fortunato, - un uomo ricco di cens0, di coltura , di senso cr.itico ed estetico, che tant0 bene avrebbe potuto fare al suo mezzogiorno se possedesse maggiore spirito di combattività , derivante sempre dalla fede e dalla passione politicaGiustino Fortunato continua nella sua .opera di microscopia storica e geografica consacrando un altro grosso ed elegante volume- il sesto! - alla Valle di Vitalba, ch' è poi Ia sua terra natia ( 1 ). Egli sarebbe meritevole di essere punito colla cospirazione del silenzio per avere consacrato tanta attività intellettuale e tanti quattrini ad un impresa in cui è evidente, dal punto di vista della utilità generale del paese, la sproporzione tra i mezzi e il fine. Ma non si pu6 condannarvelo perchè il bello e il buono - che Dio mi perdoni la invocazione di due dei termini del trinomio di Cousin - che, sistematicam~nte il primo e incidentalmente il secondo, si riscontra in ogni suo libro impongono di occuparsene, a parte anche la simpatia, ch_e pu6 ispirare la persona. In questa '13adiadi ·Monticchio il competente negli studi storici loderà la critica acuta dei documenti antichi , la lealtà colla quale confessa gli errori -- anche gli strafalcioni come egli stesso li chiamacommessi nelle precedenti pubblicazioni ( come a pag. 56, 62, 124, 140 ecc.), l'imparzialità coll~ quale flagella l' ingordigia e la scostumateiza degli ecclesiastici (pag. 107, 195 ecc.); il letterato, l'esteta, un tantino anche lo psicologo, ammireranno. le belle pagine consacrate alla mentalità ed alla sentimentalità dei Normanni e dalle loro imprese (pag. 82, 83, 93) alla prigionia di Enzo, a Re Manfredi ed alla battaglia di Benevento (147), all'adulterio ed all' uccisione del Duca d' Andria · ( pag. 257 e::c. ), ad una delle tante congiure dei Baroni seguita dalla morte di un Di Sangro e di un _Capece ed alla ,tvventurosa fuga di altri ; l' economista vi troverà osservazioni che lo interesseranno, - anche un timido accenno al. maltusionismo (pag. 284); il politico nutrito d'italianità darà il suo largo constntimento allo spirito ghibellino ed anticlericale che anima tutta la narrazione , alla verve ed al s€nso (r) La Badia di Monticchio. Trani, V. Vecchi, 1904 (Fuori commercio).
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