Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 9 - 15 maggio 1904

I RIVlSTA POPOLARE 227 combatte contro i Boeri, ma il paragone non regge. L' Inghilterra era padrona del tnare e ne!:!s1rnoglielo contrasta va , ' 1 a base d' operazione inglese e ò el riforni111ento era sul Natal e al Capo di Buona Speranza; con tre linee fenoviarie organizzate magnificamante e funzionanti da luogo tempo, l'azione si svolgeva sl'l un territorio fertilissimo, e l'armata Boera non contò ml\i più di 40000 uomini, e-i era il massimo sforzo che la popolazione poteva fare. Combattevano i ragazzi di 14 anni, i vecchi di 70 e le donne. Il GiappÒne può mettere in armi 500000 nomini senza scomodare nè ragazzi. nè vecchi, nè donne; è e rimarrà padrone del ma-re; non è ricco ma se gli mancassero i denari ha gli amici, gli Stati Uniti e l' Inghiltwra pronti a dargliene. S'è visto alla prova: l'ultimo prestito giapponese è stato sottoscritto generosa men te a Londra. La vera base d' operazioni russa . e il rifornimento del1' esercito stanno nella Russia Enropea. Per avere 200 mila uomini di più Kouropatkine deve aspettare due mesi. Il Giappone in q nindici giorni ha scaglionato tn tto il suo esercito in Manchnria. Il paragone :non regge. E c'è durante que~ta g-nerra una incognita gravissi111a: la Cina. Il ri8veg-lio nazionalista si desta po te11te nel paes~ del tiglio del Cielo. Già un generale Cinese nicchia nell'obbedire agli ordini dei Russi ; il generale Cinese Ma che gnarda la muraglia della Cina, lascia che i suoi soldl:lti facciano di tanto in tanto, il brigante per incomodare i Russi. Si dice che le potenze Europee interverrebbero per tenere a freno la Cina; e può anche darsi, ma la Cina Stato for::;e potrebbe q uetarsi, la Cina popolo no. E già notizie ci ginngo110 che ci fanno sapere di grave fermento contro gli stranieri, di larghe simpatie per i Giapponesi. Segni chiari degli eventi che mat11rano. Ma la Russia ha in casa propria una minaccia che potreLbe ri!:!olversi in un guaio ancl1e più grave che la sconfitta iu Manchuria. Il movimento rivoluzionario. Anzi più che rivoluzionario patriottico . ..,_LaFinlandia · si ~gita. la Polonia freme desiderosa di sc11otere l' odio<-:oed esoso giogo degli 'l'sar. Per timore delle manifeHtazioni annunziate dai socialisti pel 1 ° maggio, già il governo russo è stato trascinato a prochmare lo stato di assedio in Varsavia e in tntte le città di Polonia e· vari episodi violenti , come l' uccisione del capitano di gendarmeria Vinnicznck a Varsavia (27 aprile); altre minacciose cospirazioni vengono annunziate dal Times. N è gli spiriti Russi· che ane]ano alla libertà sembrano, lasciarsi prendere dalle belle promesse dell'autocrate. I forzati politici cui 8i permetteva prendere le anni e combattere per essere premiati poi con l'amnistia hanno rifiutato sdegnosamente tutti, come un sol uomo. Gli studenti che sono stati incorpora ti nell' esercito fanno propaganda ri voluzionaria · fra i soldati. Per tre che sono stati i111piccati, quanti ancora continuano l'opera di quei martiri? La Russia ha addensato su se e contro di i:ie fiotti d'odio. Potrebbe darsi che essa avesse, involontariamènte, posto ai cine8i l'occasione di liberarsi della soggezione dell'Europa; certamente con questa guerra i fautori della tirannide autocratica hanno forse incominciato a cucire il sudario ove sarà ravvolta. Nè tutto il male sarà venuto per nuocere. E' vero che ogni atto, ed ogni sforzo dei ri voluzionarii s' iufrange più che contro la violenza della oppressione e della repressione, contro la supina e bestiale rassegnazione della maggioranza del popolo Russo; nia vi sono momenti , nella vita dei popoli , nei q11ali il risveglio è subitaneo come uua risurrezione: per la civiltà e la libertà noi auguriamo alla Russia che i di::iastri di questa guerra affrettino il sorgera di uno di questi momenti (lJ. (1) Segnaliamo, come indice, la comparsa di una Rivista, rutena, (Eluthetiische Uevuel che comincia a puhhlicarsi a Vienna e p1·0pugna l'emancipazione dei 27 milioni di Ruteni Q piccoli russi. L'Inghilterra, l'Italia e il Mad Mullah.- Non senza pena, l'Inghilterra ha liberato i suoi territori dalla inco;noda. presonza del capo dei Somali. Certamente il fatto ba grande valore. L' influenza del Mullah deve essere di molte diminuito dalla ininterrotta serie di rovesci eh' e~li ha subiti e )a su::t autorit-à presso le tribù Somale deve essere molto scossa. Egli è tqtta via ancora alla testa delle sue tr1Lppe e con qaeste si è rifugiato sul territorio Italiano. Naturalmente l'In~ gbilterrn abbandona le operazioni guerresche e d' ora innanzi si limiterà a garentire il suo territorio da nno~e e possibili invasioni dell'ostinato nemico. Egli intanto scorazza il territorio soggetto al nostro pro tettorato. Naturalmente se i M:igiurtini gli si opporranno energicamente egli dovrà abbandonare il territorio e rif 1gia.rdi ad est. L't sua potenza è sul declinare; ed ora tutto dipende dalla condotta del Sultano Migiurtino. Ma vorrà egli cooperare sinceramente contro il Mad Mullah ? Tutto il nodo della questione sta qui. Ora a noi conviene fare alcune osservazioni. L' [talia concesse all'Inghilterra il passaggio delle truppe inglesi at.traverso il Snltanato di Obbia, e fece male, incondizionatamente. Poi i nostri ufficiali, i nostri soldati e le nostre navi hanno assistito inattivi alla lotta che , sul territorio Inglese si svolgeva fra i due nemici ; ed in ciò non troviamo occasione di biasimo. Non c'era nessuna ragione perchè noi impe· gn,u;simo uomini e spendessimo denaro per fare il comodo di altri. che neppure. a rigore, a vevano bisogno di noi. Ma l' ,tltima fase delle operazioni ci semb!a sbagliata. Il Mad Mullah era in Illig , su territorio italiano, erano d:mque gli italiani che lo dovevano cacciare di là, una volta che ci troviamo impigliati in quelJa rete di casi imprevisti che sono la. caratte · ristica della politica coloniale. Il Mullah si sarebbe accorto che anche su quel terreno trova va nemici ed avrebbe cercato di rifugiarsi altrove. Dove, poco importa. Bisognava fargli sentire che gl'italiani gli sono tanto nemici quanto gli inglesi , e che se questi non lo vogliono nel loro territorio, noi ce lo vogliamo an cora meno. Il nostro atteggiamento t nergico ci avrebbe dato dL1e vantaggi: il 1 ° di togliere al Mullah ogni illnsione di potersi stabilire o difendere nel territorio di tribù protette da noi; il 2° di incoraggiare le tribù Migi urti ne a resistergli certn come sarebbero state della nostra efficace protezione e deJla nostra forza. Si è detto noi non vogliamo spendere un soldo, nè sacrifica.re 11n soldato nelle conquiste coloniali, e stà bene ed è logico. Ma bisogna però , giacchè vogliamo darci il lusso di mantenere coloni e protettorati, essere pronti sempre a difendere i nostri territori, ed i nostri protettorati ; bisogna non lasciarsi fuggire mai l' occasione di far constatare alle tribù che ci sono amiche che noi siamo degli amici su i quali si può contare sul serio. · Ora la presa d'Illig da parte degli inglesi, ed il loro abbandono delle operazioni contro il lYlad Mullah non è proprio fatto apposta per ottenerci questi due vantaggi. La prova è che il Mullah +.ende a rafforzarsi sul nostro territorio ed i Migiurtiui nicchiano a prendere le armi. Noi speriamo che il fatto d'Illig non abbia le conseguenze che logicamente dovrebbe avere e che i Migiurtini chiudano la via al capo Somalo e lo obblighino ad andare a farsi schiacciare dal generale Egerton; cho se così non sarà noi ci saremo , per troppa prudenza, :ficcati in un ginepraio che potrebbe costarci più d'nn soldo e più d'un soldato. Bisogna che l'on. Tittoni non dimentichi che le tribi.1 barbare sono arniche di quelli che sanno essere a tempo opportuno prudenti e forti. ♦ Il lavoro per la pace. - Mentre i guerrafondai si battono i fianchi per scaldare l'entusiasmo a favore

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