246 RIVISTA POPOLARE sostituzione lenta dell'iniziativa sociale a quella individuale? Saprà la democrazia operaia , nella quale il paese si_ trasforma ogni giorno piu, conciliare il benessere generale dell'individuo col progresso ulteriore e indefinito della specie o 8i limiterà, rinnegando i suoi principi di giustizia e di eguaglianza, a sostituire un privilegio ad un altro? È questo il problema che la società Australasiana è chiamata prima d'ogni altra al mondo a risolvere. PROF. GENNARO MONDA.IN! 111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 ~ue filosofi meridionali Sono passati cento anni dal giorno in cui il massimo pensatore della Germania reclinàva per sempre il capo stanco sulla spalliera della vecchia poltrona, su cui soleva passare i lenti pomeriggi, meditando. - Portatemi una tazza cli caffè. Non so se all'altro mondo potrò trovarne ..... Bevve e, poco dopo, serenamente, con l'orribile smorfia di' tutti quelli che lasciano la vita, morì. Morte semplice: epilogo degno di una vita semplice. I volnmi che i dottori ( una specie che bisognerebbe abolire) hanuo scdtto intorno a Kant non si contano, purtroppo. Ogni onesto cittadino uscito dall'Università si è creduto in dovere di scrivere il suo opuscoletto sulla ragion pura. Ma se togli alcuni saggi che hanno un fort.e sapore di critica non superficiale, il resto non è che la para.frasi, più o meno accortamente dissimulata, dello stesso libro. A Kant è toccata la disgrazia che è comune ai precursori.: quella di lasciare dei seguaci , che vollero assolutamente chiamarsi Kantiani e attribuirono al Maestro ciò che Questi non aveva mai pensato, spingendo la dottrina di lui oltre i confini nei quali doveva essere logicamente contenuta. Le terre meridionali hanno il vanto di aver avuto due pensatori che seppero sottrarsi all'angolo visuale dei pedanti e iuterpetrare con larghezza di vedute il pensiero kantiano : ignoti a moltì l'Llno e l'altro: il «barone» Galluppi e Don Pasquale Borrelli. · Quando la critica filosofi.ca era considerata come una specie di rito braanimico e non era permesso sottrarsi al catalogo delle vecchie . formule e dei sofismi con tanto di barba; quando la sapiem:a non poteva non essere accademica e la servitù scientifica completava quella civile; quando i filosofi costituivano quasi una casta sacerdotale e parlavano con l' inflessione misteriosa delle Pizie e la filosofia era contemplata come una religione coi suoi dogmi, coi suoi riti, colle sue scomuniche; due pensatori interruppe10 l'idolatria e spezzarono la catena di pregiudizii entro cui il pensiero filosofico era costretto: Pasquale Galluppi e Pasquale Borrelli. Emanude Kant era pressocchè sconosciL1to in Italia e nella stessa Germania s' iniziava· appena quella critica kantiana, che doveva servire, se non a lumeggiare , a far conoscere il Grande Filosofo. Un uomo semplicissimo - Pasquale Galluppi - venuto, qui, a Napoli da un paesello sperduto tra le montagne calabresi studiò profondamente il pensiero del filosofo di Konigsberg e dalla cattedra nell'Università di Napoli, intorno a cui si raccoglieva uno stuolo non largo di giovani volenterosi, illustrò l'opera di colui, che aveva impresso alla filosofia un orientamento nuovo , liberandola da quelle scorie delle quali la pedanteria in veste di sapienza era venuta ricoprendola. Pasquale Galluppi dimostrò come l'opera di Kant fu sopratutto opera di liberazione. Povero Pasquale Galluppi I Quanto la fama fu inforiore al suo merito! Egli fu il riformatore della filosofia italiana e ne ebbe in compenso, per la sapiente generosità di Gioacchino Mur.it, la nomina di controllore delle contribuzioni dire!te nella provincia di Catanzaro! Eppure la storia della filoso!ì:i, come organismo scientifico, desume le origini da un libercolo intitolato: « Lettere filosofiche sulle vicende della filosofia da Cartesio fino a Kant ,, : un libercolo maraviglioso che porta la firma di Pasquale G..illuppi. · O non aveva ragione quest'uomo, che i contemporanei non compresero e che i posteri - dediti interamente a Paolo De Kok - non leggono, di rispondere con austera semplicità al mi;1istro idiota che lo invitava a concorrere alla cattedra di filosofia: - Sta bene, Eccellenza .... Ma chi mi e·saminerà ? Nella sua opera educatrice ebbe un prezioso collaboratore in D0n Pasquale Bopelli, che fu per tutta la vita nemico acerrimo degli onori accademici e trattava dall'.alto in basso i ministri. Tanto l'uno con'l.e l'altro non scrissero grandi opere, costretti com'erano a campare alla giornata, in un'epoca in cui l'apostolato filosofico (anche oggi, se vivessero ancora filosofi, sarebbe wsi l) era infecondo di risultati, diremo cosi, pratici. Noi meridionali naturalmente non conosciamo nè l' uno nè l'altro, perchè noi 'ignoriamo o dimentichiamo le nostre glorie e ci limitiamo modestamente a eternare nel marmo le sembianze ambigue di mediocri personaggi, sulla cui probità il giudizio non fu concorde ed incidiamo sulle tabelle viarie sin'o il nome di prelati, che considerarono fino alla morte, il 20 settembre un tradimento. E' da costoro forse che l:.t nuova Italia si sente rappresentata I ♦ Ma diremo noi che ai giorni nostri il pensiero filosofico abbia subito un colpo d'arresto e che le dottrine di Kant non abbiano oggi in Italia illustratori? Proprio in questi giorni mi è capitato sotto mano un prezioso opuscolo, in cui è raccolta la magistrale commemorazione pronunziata dall'illustre professor Filippo Masci in occasione del centenario kantiano. Sono poche pagine, senza verniciature retoriche e senza grandi frasi, nelle quali rivive lo spirito del filosofo tedes~o e appare nella giusta luce il fondamento della dottrina di Emanuele Kant. Mentre tanta prova inut)le invade il mercato librario - malinconico docurneoto della nostra frivolezza iotellettu:1lcva segnalato questo breve libr0, ~he è op~ra di pensiero profondo e di eletta meditazione di chi ha veramente penetrato lo spirito della dottrina del Sommo Filosofo. Ci sia lecito, però , esprimere un rimpianto : Quello di non aver visto dedicata una pagina - come avrebbe potuto scriverla Filippo Masci - ai due filosofi meridionali intorno a cui è tanto ingiusto silenzio. Ci auguriamo che Filippo Masci, che è dd pochissimi che ricon.oscono nel fatto alla filosofia. una missione civile e che portano nell' affannosa ricerca del vero una impronta personale e un soffio di genialità, voglia recare il suo autorevole contributo a un'opera che a noi appare come una doverosa riparazione verso coloro che, in tempi difficili, in cui l'apostolato filosofico non si risolveva in ciondoli e commende, seppero liberare la speculazione filosofica dalle strettoie dei pregiudizii accademici e considerare la filosofia come la scienza delle ragioni supreme della vita.
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