244 RIVISTA POPOLARE di nati all' estero e col 3, 7 °1 0 di persone discutibili (obiectionableclass) nel totale ; in 38 Stati col 22 °1 0 di nati all' estero le persone discutibili sono meno dell'l 0 1 0 del totale. Però guardando alla propor zione delle ricchezze prodotte nell' agricoltura, nelle miniere e nell' industria noi troviamo col censimento del 1900 che nel primo gruppo di Stati col 78 °1 0 di nati all'estero essa fu di 6,832,000,000 di dollari; e nel secondo gruppo col 22 °1 0 di nati all' estero fu di 4,537,000,000 di doli ari. La ricchezza prodotta in quei tre rami di produzione (agricoltura, miniere, industrie) fu nel primo gruppo di 179,31 dollari per abitantt; nel secondo di 119,98. I dati del 1890 assegnavano al 1 ° gruppo il 60 °10 della ricchezza totale; 40 al 2°. La superiorità nella distribuzione e ·nella produzione della ricchezza sembrerebbe dunque maggiore nei dodici Stati che h:rnno il 78 °]0 d'immigranti. Vero ·è, osserva l' Austin , che in questi dodici Stati che hanno la metà della popolazione dell'Unione la grande produzione di ricchezza è dovuta alla presenza di grandi capitali investiti nelle 111:1nifatture e nelle miniere ; ma è altrettanto vero che queste intraprese industiali .sono rese proficue soltanto dalla cooperazione del lavoro, gran parte del quale viene dall' elernen to immigrato. « Un'ultima questione da esaminare è quella dei rapporti tra gli elettori di origine straniera e il governo politico delle Comunità, di cui sono membri. Si afterma spesso che quelli sono un pericoloso fattore della politica locale e nazionale , che essi sono influenzati da uomini corrotti e che i loro voti 11ell::imaggior parte dei casi sono mercanteggiabili. Questo può essere vero, e probabilmente lo è in una misura più o meno grande; pure una stretta ar:ìalisi della forza votante degli immigranti non ci mostra che essi siano molto attaccati alla vita politica. Il MassachussetLabor 73ureau ha fatto recentemente un esame diligente della cittadinanza degli immigrati in quello Stato particolarmente ed ha trovato che il 34,7 °r 0 degli stranieri che potevano ottenere la cittadinanza col diritto di voto non ne hanno profittato. Questo prova che i nati all'estero non sono inclini alla politica. Le proporzioni sono maggiori tra gl' immigranti delle classi discutibili (obiectionable); poichè tra quelli che possono ottenere la cittadinanza col diritto di suftragio non l' hanno chiesto : il 56 °r 0 dei russi, il 58 dei polacchi e il 62 degli italiani ; mentre si discende al 21 tra gli Irlandesi e al 25 tra i tedeschi. Infine si osserva che i dodici Stati che hanno il 78 °y 0 di popolazione non nativa degli Stati Uniti nel 1896 dettero la grande maggioranza dei voti ai candidati contrari alla disastrosa libera coniazione dell' argento. Questi fatti non sono assolutamente decisivi, ma si possono considerare come molto suggestivi; in questo campo non sono possibili i tagli netti e le misure -rigorose statistiche. Ma i fatti esposti suggeriscono queste conclusioni : 1 ° La presente immigrazione, per quanto grande non è superiore alla forza di assimilazione ; 2° le classi di immigranti cosidette discutibili non sono quelle che riempiono le prigioni e gli ospizi ; 3° queste classi discutibili sono qualche volta deficienti d'istruzione, ma i loro figli ne hanno di più di quelli degli indigeni e perciò rappresentano un sano e valido elemento per l'avvenire del paese; 4° esse non sono un elemento pericoloso per la politica del paese ; 5° esse .sono un importante fattore nello sviluppo e nella produzione della ricchezza nazionale e la loro venuta rappresenta un benefizio netto pel paese. Queste le oneste, interessantissime di un uomo eminente sotto tutti rapporti qual' è l' Austin, che hanno una speciale importanza per gl' italiani minacciati di vedersi chiudere le porte in faccia col trionfo dello spirito che aleggiò nel Lodge bili e nel Sotthuc bili. L' Austin, la maggiore autorità statistica dell'Unione Americana coi fatti e colle cifre prova che i cosidetti immigrati undesiderables - gl'italiani, gli austro-ungarici, i russi e i polacchinon sono aftatto inferiori agli altri che si pretendono di razza superiore ed in condizioni sociali migliori. Noi abbiamo compiuto il dovere nostro nel fare conoscere agli italiani ch'essi al lume dei fatti dagli stranied vengono giudicati migliori di quello che essi stessi si reputino. E siamo, infine, lieti di constatHe che la difesa fatta dal!' Austin nel campo della statistica morale, politica ed economica, è stata simpaticamentè ripetuta da altri due scrittori americani, che amano l'Italia, nel campo intellettuale. F. Marion Crawford e William P. Andrews hanno degnamente risposto alla signora Atherton che si era divertita nel Bookman a proclamare la degenerazione intellettuale del1' Italia. Ad essi vada la riconoscenza degli italiani. ........................................ 111,,, .... ......................... ..... 1111111111 Lo sviluppo economicodell' Australasia ~ nel secolo XIX (1) Il paese, che alberga oggi la nazione più florida della terra e, fatto teatro delle r,iù ardite riforme, laboratorio delle più interessanti esperienze sociali, richiama sopra di sè l'attenzione di tutto il mondo civile, l' Australasia, era ancora al cadere· del secolo XVIII un paese senza valore, dalla flora scarsissima e dalla fa11na ancora più scarsa , cui erano ignote le piante e gli animali più utili della nostra civilizzazione, un deserto abitato da tribù nomadi e selvagge. Il principio della colonizzazione inglese risale fr1fatti al 1788, quando, sul luogo dove poi sorse Sydney, si piantava la prima colonia penitenziaria, cui assicurava prosperità e rapido sviluppo il florido allevamento del bestiame, introdotto ben presto e favorito dagli immensi pascoli naturali e dal clima dolce anche d'inverno. Ai deportati sPgui vnno i liberi coloni , fattore principale dello sviluppo del paese, corrente benefica che pnrificò del suo lavacro l'elemento criminale dei primi tempi ; e così già verso il 1850 si aveva una popolazione bianca di quasi mezzo milione di abitanti. La pastorizia era l'unica base, può dirsi, della vita e sembrava· l'unico avvenire del paese e la classe dominante era, naturalmente, quella dei grandi allevatori, degli squatte1·s, che , padroni del suolo e dei greggi, l' unica ricchezza d' allora, predominavano senza contrasto anche nei corpi amministrat_ivi e politici 1 divi (1) Dalla Riv. Ital. di Sociologia,
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