Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 9 - 15 maggio 1904

226 RIVISTA POPOLARE risultati che tutti possiamo constatare e deploriamo. Si va a tentoni rabberciando di qui, riformettando di là e si lasciano intatti i neri tarli che ro,dono: la soggezione dei magistrati ai poteri politici, la loro miseria ed il loro isolamento nel paese. · Poichè, il fatto merita di essere considerato: il magistrato sta nella nostra società come un intruso. Da. nn lato i governanti lo considerano l' uorno che deveservire, dall'altro il popolo lo ritiene lo strumento primo della oppressione e della ingiustizia. Si capisce che quest'uomo, quando può, cerca dita• gliarsi la sna fetta di potere, di farsi più soffice, più caldo, più comodo che pnò il suo nido e obbedisce, serve, parteggia. Dato questo regime di prepotenza vile che domina tut-to lo svolgimento della nostra vita sociale, chi oserebbe dargli torto? Il magistrato è uomo e se non lo mettete in condizione di essere snperiore alle passioni e più alle volgari necessità degli uomini egli agirà come tutti, indistintamente, gli uomini agiscono. E' questione di pane e di indipendenza. Se al magistrato date - ciò che è di fatto - poco pane e meno indipendenza egli sarà obbligato a servire. A servire il potere politico, o le consorterie o le camorre o i partiti; ma a servfre sempre. Questo lo diciamo non gia per giustificare le magagne della magistratura ma perchè le spiega e perchè mostra dove realmente bisogna correggere e come bisogna trasformare. · Nè questq è il solo lato importante della questione. Vi si connettono anche ·problemi di libertà e di diritti cittadini, fin'oggi misconosciuti; abusi e negligenze dei magistrati inquirenti, necessità di riforme nei regolamenti e decreti delle leggi, riforme del codice civile, revisioni del codice etc. Tntto q_nesto lavoro s'incanala , nello stato attuale della giustizia italiàna; e poichè il molto male che c'è supera di trnppo il poco bene che ci si trova, l' organismo giudiziario itali ano si presta a t11t.tele sopraffazioni, a tutti gli abL1si che · il nostro Direttore, e non solo, segnalò in Parlamento. Più volte, molte volte, in varie occasioni ,3otto questa medesima rubrica ci siamo occnpati della magistratura e dell' organamento giudiziario italiano. Noi non ci stancheremo di segnalare i mali, e non taceremo finchè non avremo vi.sto al ministero della giustizi.a un uomo che abbia tutte comprese le neces8i tà dei tempi e che dinanzi ai faJtti enunciati e alle ,accuse non segua il classico metodo dello strnzzo, o il non meno classico metodo dell' on. Ronchetti e di tutti - almeno fin' ora - i ministri "italiani (1). A. A. ♦ La sconfittadel nazionalismoin Francia (2).- La debdcle della reazione Francese che si iniziò con la revisione del Processo Dreyfos procede a gonfie vele. Vanamente i clericali, i realisti, gli anti-semiti tutte le forze retrograde della Francia si sono coalizate contro la Repubblica, e più vanamente ancora hanno cercato di perpetuare l'artificiosa agitazione popolare contro il movimento progressista. Malgrado gli eccessi di Combes nel combattere i clericali, malgrado il suo giacobinismo nell' avversare non solo chi apertamente combatte la Repubbìica - ciò che è suo dovere - ma anche chi pensa altrimenti - e questa è la esagerazione della difesa che noi abbiamo anche altre volte disapprovatala Francia è con lui. Le falangi clerico-reazionari-monarchiche sono sbaragliate e per fino la fedele Bretagna, la Bretagna dei monarchici e dei preti ba man- (1) A queste elevate consider_azioni del nostro _rt1_dattore o~·- dinario aggiungo che nel prossimo numero la Rivi;;ta pubbl 1 - cherà un lungo articolo in cui sarà. illustrato e completato il discorso d.J. me. pronunziato aUa Cam_er~ il giorno? co~·r~nte_e che avrà per titolo: Come si amminisfra la giustizia in Italia. N. C. (2) Sul movimento anticlericale abbiamo ricevuto un interessantissimo studio del nostro illustre amico e collaboratore Q-. Sorel, che pubblicheremo nel numero venturo, dato dei rep11bblicaui ai consigli municipali di Lorient, di Saint Brienx, di Quimper e di Brest _fino a pochi giorni fa indegnamente occupati da clericali, da nazionalisti e da monarchici più o meno apertamente avversari dello repubblica. Il famoso Charles Guerin - lo spaccamontagne del fo1·te Chabrol - s'è ridotto a fare umilmente il conferenziere di letteratnra baciapile. Max Règis perduto il consiglio m micipale d' Algeri s'è ridotto a più miti propositi e ha rinfrescati gli ardori anti-semiti, e quella vecchia strega di Enrico Rochefort piange in seno al tabaccoso Brunètiere le calde lacrime pe' suoi peccati repubblicani della gioventù. Uno dopo l'altro i capi del nazionalismo sono annnllati dal popolo Enrico Marot -· quello che i · Phrigini chiamavano Christ-crasseux - Drumont, dalla zazzera ospitale . Ernesto Roche - il vecchio conda11nato per oltraggio ai costnmi - fanno tutti del loro meglio per nascondere la rabbia della sconfitta. Ma il fatto rimane, doloroso per loro, consolante per l' avvenire della Francia : le eleziorti municipali in Francia hann_o·dato una schiacciante maggioranza ai repubblicani.- Sapranno essi servin,i della occasione favorevole? Qnì stà t·1tto il problema. Il. popolo aspetta dalla repubblica le leggi d'indole sociale. Fino ad oggi il popolo comprese che tutto doveva essere sacrificato e posposto alle necessità della difesa politica , e come nel 1848 mise tre mesi di miseria al servizio della repubblica, egli ha messo cinque anni di pazienza a servizio dell'organismo politico ch'egli stesso si è dato, ma sarebbe pericoloso abusare di quella pazienrn; sarebbe un errore grave di,nenticare che la repnbblica è per eccellenza 1m organismo evolutivo e che i.l fine ultimo della repubblica è l'applicazione delle riforme economiche e sociali. Le elezioni amministrati ve sono sempre , e specialmente in Francia, un indice assai preciso dello stato d'animo del popolo, e-1 11na indicazione di qnali saranno le elezioni politiche. Ora che l'opera della difesa è finita; ora che Combes è certo che il popolo è ancora, e per lun_go tempo con lui, bisogna che egli ed i suoi collaboratori, tanto al Parlamento quanto nei consigli municipali, Ri ricordino che il popolo aspetta l' applicazione delle grandi riforme soci.ali che furono procrastinate perchè così volevano le necessità vitali della repnbblica, ma che non possono esserlo più oltre, percbè il popolo nè lo vuole, nè lo permetterebbe. ♦ Le sconfitte Russee il risvegliorivoluzionarioRusso e Cinese- Dunque il colosso russo sta mos•rando al mondo ·il disgustoso spettacolo della sua debolezza che fino ad ieri fo tenuta nascosta dall'atteggiamento francamente prepot,ente e provocatore della diplomazia russa. I giapponesi Rtanno dando al mondo la prova che il colosso aveva i piedi d' argilla. La impreparazione della Russia è eguagliata soltanto dalla imb~ cillità dei suoi o·enerali e dalla malafede della sua diplomazia. Curio;o quel Konropatkine che si ritira ~ dichiara che non si batterà altro che quando avrà a1 suoi ordini 500 mila uomini. Cioè verso la fine di luo-lio. Come se i giapponesi fossero proprio disposti a fare il comodo suo; o come se ci volessero due mesi a percorrere le 130 miglia che separano Liu-Oiang, dove i o·iapponesi saranno fra tre giorni, da Mukden, o le 550 da Mukden a. Karbin. Tanto più che c'è la linea ferroviaria che se distrutta in parte può anche in breve essere ristabilita. Curioso questo generale Tarta1 ino che dichiara di voler firmare la pace a Tokio nel momento stesso che l' ammiraglio che ce la doveva portare è fatto saltare in aria con la sua nave. Ma ogni opera ha il premio che si merita, e la ~us~ia sc?nta ·il fio della sna impotenza e del suo doppio gioco di plomatico. Si è fatto da qualche osservatore supe~ficiale una 8pecie di paragone fra la guerra che l'Inghilterra

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