Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 8 - 30 aprile 1904

216 R I v· I S T A P O P O L A R E L' universalismo latino è romanesimo e mira, accentrando, verso Roma ~ (pag. 52). Nel descrivere l'evoluzione storica del pensiero , il discorso pro~miale arri va al Cristianesimo « che sovrappone alla materia lo spirito, alla natura l'idea; )) e prende « da Roma l' universalismo, dalla Giudea il monotesi mo. )) ♦ Collo scritto sul Natiwalismo matem,atico, il Bovio esprimè sistematicamente il pensiero suo che nel Discor-sop1·oemiale era appena accennato. Un minuto esame di questo lavoro di pensiero, a cui nessuno potrà negare una genialità vigorosa , mi ha condotto alla conclusione che esso sia il sistema della necessità natw·ale, sia cioè il tentat,ivo della fondazione di una necessità filosofica come interpretazione generale della natnra , per p:trte di un intelletto ben conscio che l'antico fondamento di essa necessità, cioè l' energia efficiente di cui il nesso di causa sarebbe espressione logica, è caduto in seguittJ ad analisi critiche di varia maniera e di varia origine. Il Bovio era in tal modo conscio della importanza di queste critiche, che dalla più importante , storicamente , di esse , da quella di David Hume , voleva fare · incominciare la ti losofia moderna (pag. 69/ La conoscenza filosofica è un organamento matematico dei fatti empiricamente dati dalla natura.. La filosofia è la scienza della neccssìtà (pag. 66). Ma la necessità ùev'essere concepita come l'assoluto immanente che si sostituisce nella filosofia all'assoluto trascendente della séolastica. E come si concepisce questo assoluto immanente? Come l'impero della legge nella natura, della legge che è principio ideale ad un tempo ed inflessibile, che è l'espressione di un rapporto matematico e perciò inesorabile. Legge unica den "uni verso è l'evoluzione; ma è tale perchè è illustrazione sperimentale della legge di causalità (pag. 171). E neppure la legge di causalità è, per il Bovio, la legge ,più profonda , o suprema, la interpretazione ultima , perchè essa si risolve per lui nella legge di recipmcità: ora la reciprocità non è che la causalità quando fra i termini del rapporto causale si scorga la propo1'Z•one: questa proporzione è l' elemento ideale che fornisce alla causalità il carattere di necessita matematica : la esatta proporzionalità dello effetto alla causa è la necessità della causa medesima, è ciò, che, per il Bovio, rende assurda la contingenza: per ciò. egli nega ad un tempo il libero arbitrio « che è vuoto, , il determinismo < che è un cor.1promesso fra libero arbitrio e fato, ~ crede all' assoluta autonomici della ragione, < in quanto si muove da sè a sè, per proprio principio che è quello della reciprocità , verso proprio fine che è la -liberazione da ogni pregiudizio, per proprio processo fondato sul principio di proporzione che si risolve ed integra nel prinoipio di reciprocità » (pag. 121). La concezione dell' infinito dell'essere è però necessaria integrazione di un tale modo di pensare ;' ed è così che il pensiero di Bovio procede da quello di Bruno, che ben porhi più di lui sentirono a sè connaturato. Ma l'infinito non· risulta positivamente che dalla critica la quale dissolva le specie stabili poste antecedentemente: e questa critica è rifatta dal Bovio per ciò che riguarda l'estensione e la durata, la specie, la forza, il moto. La conclusione è fenomenismo. « Il naturalista trovasi innanzi al fenomeno naturale come la storia innanzi al fenomeno sociale : l' effetto indica all'uno e all'altro la causa formata; ma la somma degli elementi preformanti, va al di là dei loro calcoli. Qui non c' è l' inconoscibile , ma la conoscenza chiara di una somma in sè stessa incalcolabile ~ (pag. 170). ♦ . La Fenomenologia è, in quella parte che qui ha potuto comparire, la esvlicazione di un punto fondamentale del sistema naturalistico-matematico, cioè l'idea del fenomeno come elemento residuale dopo che la critica dimostrò essere m.iti della me'nte um!lna la sostanza, la forza, l'essenza. E qui il Bovio non si contenta del1' opposizione che alla Metafisica potè esser fatta dal positivismo e dal neo-criticismo, perchè gli sembra (ne manca però la dimostrazione) che qualche uso di quei mitici concetti sia pur fatto nei dne indirizzi filosofici sopradetti. È. metafisica qualunq,rn concezione trascenda l'oràine fenomenico. E quest'ordine fenome-- nico è costituito in serie di cui alcuna non pnò dirsi identica all'altra. Così nella vexata quaestio m?derna del parallelismo psicofisico l'opinione del Bovio è espresso in questi termini al cui significato molti potranno aderire. < Noi non possiamo ammettere neanc:, 1~ possibilità di una equazione tra la serie fisica e la serie psichica perchè nell'evoluzione della causalità una serie non duplira nè riproduce l'altra, ma la sel'onda oltrepassa la prima ed un fenomeno psir.hico dalla più elementare sensazione fino alla più alta fonzione della sintesi intellettiva (genio), e della sintesi morale (carattere) non: sarà mai la duplicazione o trn riflesso parallelo di un fenomeno meccanico, ma l'evoluzione ascendente dell'energia centrale. Ogni serie è autonoma » ( pag. 185 ). Que sto concetto dell'autonomia delle serie che si contrappone in tal modo alle identificazioni e ai parallelismi fra i fatti che la fisica, la :fisiologia, la psicologia prese11tano, doveva essere certamente uno dei temi di maggiore svolgimento nella red_azione completa e particolareggiata che dell' opera il Bovio preparava. Qui non abbiamo che un' opinione) una sentenza, la quale ci giova però ad intendere come il Bovio accordava la concezione deterministica coll' autonomia delle serie fenomeniche evolutivamente superiori, e perciò coll'autonomia della coscienza. Egli di qnesta aveva il concetto e lo spiegava naturalisticamente , sotto un riguardo esclusivamente fenomenico_. ♦ La Fenomenologia (in questa parte , certo scarsa, che egli ha potuto compiere dell' Opera da lui escogitata) contiene legati in ritmica connessione, il sistema naturalistico e il pensiero sociale e ci vile del Bovio. Egli evidentemente voleva farne tale Opera che penetrasse à fondo i problemi della modernità. Della modernità infatti egli aveva fissati i principii informatori. così : « 1 ° La liberazione del proletariato , ~ redenzione delle plebi (socialismo); 2° la costituzione

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