Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 8 - 30 aprile 1904

214 RIVISTA POPOLARE zioni non rifuggono · nemmeno dall' incorrere in eccedenze; ricordo che il Say giunse perfino a deplorare ,a questo proposito che fossero proibiti gli storni fra i vari capi t.oli del bi] ancio. , perchè , allorquando essi erano permessi, se « un capitolo p1·esentava un avanzo, « questo veniva adoperato a profitto di un capitolo « che non e1·adotato abbastanza .... mentre oggi le Am- « mirdstl'azioni sono inco1·aggiate ari esaU1·iretutti i « crediti lo1·0ape1·ti, e a non lasciarne andare in eco- « nomia una parte, poichè esse non hanno facoltà di « servirsi per alt1'i capitoli delle economie che possono « verifica1·si." E tutti sanno che in Francia una Commissione speciale, composta di nove membri, scelti nel seno del Senato, delJa Camera, del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti, è deputata a chiudere in fin d'anno i registri delle entrate e delle spese pubbliche, · affinchè non vi si iscrivano altre partite in appresso, ad eccezione di quelle che rappresentano il seguito, per dir così, di operazioni registrate precedentemente. Essa è incaricata, come è detto in uno dei suoi pro cessi verbali , « di provare che i 1·isultati offe1·ti dai « conti ministe1·iali sono la espressione esatta dei fatti « verificatisi. » . Quale garanzia abbiamo noi in Italia intorno a ciò? ' A questo proposito - se fosse lecito - sarebbe il caso di chiedere a quelli che si occupano di finanza in Italia, a quelli particolarmente che sono stati Ministri del Tesoro, se 80Il0 proprio certi che dopo il 30 giugno non si iscrivano altre partite nei conti, a carico dell'esercizio scaduto, oltre quelle di liquidazione di impegni già presi prima di quell'epoca. Sarebbe di gran giovamento una risposta precisa da parte di 'l uelli che sanno, di quelli che hanno veduto, a proposito di ciò: sarebbe tolto ogni sospetto che durante i primi mesi dell'esercizio nuovo si continui a trarre sul rimanente degli stanziamenti di quello scaduto, accrescendone il passivo e scemando l'avanzo che altrimenti risulterebbe dal bilancio. Soltanto quelli che hannÒ avuto agio di esaminare i registri nei qnali sono descritte le entrate e le spese di uno stato che ha un_ bilancio di 1800 milioni, potrebbero dire quando viene iscritto l'ultimo impegno passivo dei conti. Avviene cioè dentro il Luglio? avviene dentro l'Agosto, oppure entro il Settembre o perfino entro la prima metà di Ottobre? Q,nando si chiudono definitivamente presso i vm·i Ministeri, e p1·esso la Ragione1·ia Generale aello Stato , i conti delle ent1·ate e delie spese pubbliche, in uno Stato in c11,inon si ammette alcun p1'olungamento dell'esercizio finanziario ? Queste domande non sono di lieve importanza, poichè ogni anno rimangono in fine di esercizio somme così enormi di spese ancora da pagare, che fanno restare pensosi. Ben 230 milioni in un anno! 230 milioni ammessi come spese in base ad elenchi approvati con Decreti Ministeriali! una somma che nessun Governo riuscirebbe mai, in nessun caso, a far votare dal Parlamento, se non nei giorni neri del pericolo, quando si trattasse della salvezza della p~tria ! E considerando questo, ricordando quanto si è detto a proposito delle entrate ancora da riscuotere al 30 Giugno, chi oserebbe credere che il vero risultato dell'esercizio 1901-902 sia stato realmente un avanzo di 70 milioni? Chi oserebbe giurarlo? ♦ Dopo di ciò, se s1 ripensa agli sgravi di tributi, dietro al miraggio dei quali corremmo l'anno passato, e alle discussioni e speranze che suscitarono , essi ci appaiono una ben misera cosa, in confronto di questa enorme somma che attualmente concorre ad accrescen il passivo dell'esercizio, sotto forma di spese rimaste da pagare. Il lettore vede che se si potesse soltanto diminuirla di un quarto o di un quinto, del 20 o del 25 °/ 0 , mediante un vero e serio accertamento dei residui passivi, se ne avrebbe un beneficio pari a quello sperato da quella futura conversione della rendita. dietro cui ci affatichiamo. E torniamo cosi alle considerazioni fatte da principio; torniamo a domandare: chi osa in Italia, desi~tendo dal calcare le orme soli.te, rifarsi da capo, e studiare con mente fredda e serena le cose, come si presentano allo sguardo dell'osservatore? Ma, è inutile illudersi. La lunga ponderazione e l'e~ same accurato dei fenomeni finanziari sembra divenuta merce esotica nella patria di Galileo. È vano sperare che sorga qualcuno a studiare - cum grano salis - pagina per pagina, cifra per cifra il nostro bilancio (1). Eppure da qu~l altro documento può scorgersi come sono adoperate le somme che pervengono all'erario, mediante una pressione tributaria che non ha eguali in Europa, nemmeno nella stessa Spagna? Quando l' On. Crispi, l' ultima o la 1-'enultima volta che fu al potere, fece ristampare i suoi discorsi per rispondere all'accusa di non nutrire più gl' ideali di un tempo , nn giornale ne tolse argomento per dichiarare che alla noia di leggerli preferiva il rilasciargli un attestato d'invariabilità di carattere. Esso credeva di dire una plaisante1·ie, e diceva in vece una verità. Figurarsi se si fosse trattato del bilancio italiano, che pesa completo 20 chilogrammi! È proprio così: l'innato nostro temperamento artistico rifugge oggimai dai lunghi calcoli e dalle noiose ricerche: il nostro animo , quasi a persuadersi di essere destinato a spaziare nei cieli, ama di soggiornare in alto, al disopra delle miserie umane, e sopratutto dei conti delle entrate e delle spese. Altrove non è così: anche le utopie dei socialisti sono perseguite con ragionamenti profondi , dedotti dall' esame sereno e accurato dello stato renle delle cose. Ricordo che anni fa in Germania, a proposito di non so più quale proposta di aumento o di diminuzione di dazio sulle farine o sni g~ani, a Breslau un giornale socialista-LA BRESLA UER ZEI'l'UNG-teneva esposti nelle sue vetrine due pani , di differente peso e bianchezza, avvertendo con un cartellino che quello comprato in città costava più dell'altro, più grosso e più bianco, acquistato al di là della prossima frontiera russa. Ecco· un argomento persuasivo, ben più di qualunque vuota declamazione, un argomento sul genere dei fichi di Catone, capace in un comizio popo- (1) Se attualmente non reggasse il Ttlsoro un uomo di alto e indubbio valore, davvaro sarebbe inutile a, priori ogni tentativo di richiamare l'attenzione su questioni simili.

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