Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 8 - 30 aprile 1904

RIVISTA POPOLARE 209 Ma co-memai - domanderà a qnesto pnnto l'jngenùo lettore - ha potuto prodursi un- simile stato di cose? Anche a questo risponde la Corte dei Conti: « 8e dà " una pm·te_, ess.a dice , motivo del loro continuo Cli- « mularsi era ]a morosità dei debitori , dall' altro di- • « pendeva dal sistem,a ·invalso cli accertare in entmta « delfo somme..... sulla base soltanto delle prc!visioni « di bilancio , senza conoscere nè la vera consistenza « clel àedito , · nè l' ezJOcridella sua riscossione , e_in « qualche caso senza avere accertato a legale clebito1·e; « in alt-ti termini, accel'tancl~ dei c1-ecliti illiquidi. » Dunque , secondo la Corte dei Conti , alle entrate realrneDte riscosse si sono aggiunti iri forma di. somme rimaste da riscuotere dei c1·editi illiquidi, i pcitetici cioè in gran parte, e poi se n'è fatta la somma per determinare l'attivo del bilancio. Torna alla mente quello 'scolare, che aveva sommato insieme una peco~·a, un bue e un asino, e diceva al maestro impazientito che Il totale r~ppr-esèntava fre .... , t?'e.... , fre bestie ; al che l'altro, di rimando: son quattro, son °quatt1'0.... repli cava, ponendolo ancor più in imbarazzo. L'insistere su ciò é penoso: finiamo augurando che queste partite possano sparire dal bilancio, restituendo per questa via ai re•sidui- attivi che vi s( aécerta~o {I loro vero e legale carattere .... di crediti liquidi e scaduti, con che i risultati finali della gestione annuale del bilancio saranno realmente la espressione di fatti finanziari ed economici , e non in parte almeno semplicemente contabili. Il lettore può unfrsi al nostro augurio: uoi lo abbiamo riportato tal qnale dalla relazione della Corte dei Conti sul consuntivo 1901-9C2. ♦ Dopo ciò,.come credere che l'attivo del bilancio salga proprio a 1944 milioni, e che a 70 milioni monti l' avanzo 1902-03? Ed è inutile aggiungere che l'esempio da noi addotto non è il solo che s1 offriva 9llo studioso (1). (1) Che dire . ad esempio , dei 58 milioni che figurano nel rendiconto quali somme riscosse e non versate? Fra esse ve ne sono parecchie che furono esatte negli a,nni 1872 e retro, e che, mentre non trovarono mai la via di entrare nelle Tesorerie del Regno, da quel tempo in poi non cessano di comparire nei conti dello Stato. I funzionari che le esigettero e i Ministri alla cui dipendenza essi agivano sono morti oramai ~a:· gran tempo ; ma è sempre pendente la trattazione delle pratiche relative a q nelle somme. Chi legge l'ultimo rendiconto le trova perfino distinte in somme di certa e in somme di inoerta esazione, ciò che - trattandosi di riscossioni già eseguite-può sembrare un 1·ebus insolubile al lettore non pratico del mou<lo amministl'ativo. E fosse almeno l'agionevole lo sperare che tutta la parte di esse, classificata fra le somme di certa, esazione, finisca m:i. giorno per cntl'are nelle· pul)hliche casse! Quale finanziere potrebbe ad esempio fare affidamento sui milioni 4.7 che concernono il saldo della g:estione ferroviaria a tutto il 1885 ~ QLrnl credito ascendeva una volta a quasi 49 milioni: scese poi a poco più cli 35, a oltre 15, a 10 e più, a meno di 10, e via via, man mano cl•e si 1·egola,rizza,va,no le contaLilità d1 quella gestione, fino a che si sono ridotte a milioni 4.7. Quando quel credito era di 9 milioni circa l' On. Saracco domandava in Senato '' Dove si troveranno questi 9 milioni onde regolare ,, tale pendenza~ Va da sè che lo stesso possiamo chiederci per i milioni 4.7 attuali. Ma a che insistere t basta dire che fra le somme riscosse e non ver·sate ci sono perfino partite da, eliminare, perfino versamenti eseguiti in più ! che ogni anno vengono imperutrbal>ilmente riprodotti nei conti. Volgiamoci ora a considerare. le spese , dalla cui contrapposizione all'entrata risulta l'avanzo di 70 milioni. Esse constano di somme pagate, per Milioni 1644 e di somme Timaste da pagare, per. >> 230 ossia insieme di. )) 1874 . . - Lasciamo anche qni da parte le somme state pagate, e fermiamoci sui 230 milioni di spese rimaste da pagare, le quali dipendono dagli impegni assunti' dalla Amrr::.inistrazione. L'esaminarle non è privo d'interesse: sono infatti questi 230 milioni di spese lasciate impegnate sngli stanziamenti del bilancio 1902-03 che - sebbene in parte compensat.e dagli 81 milioni di residui attivi dei quali abbiamo discorso precedentemente - hanno ridotto da 219 a 70 milioni l'avanzo che risulta dal confronto delle entrate riscosse con le spese pagate. Essi meritano perciò tutta l' attenzione .... dei contribuenti italiani. Troviamo dapprima che di questi 230 milioni di spese, lasciate impegnate al 30 giugno 1903, una parte - oltre 19 milioni - rappresenta le così dette eccedenze, qgelle spese cioè che ogni anno, dopo la chi u- -surà delF e·sercizio, si trovano impegnate senza che si sappia come mai ciò sia avvenuto, e senza che se ne siano accorte le Commissioni deputate ad invigilare su di esse. Il resto - che per semplicità di conteggio calcoleremo· deducendo dai 230 milioni suddetti i 19 delle eccedenze - sale a 211 milioni di lire. E qui sulle prime potrebbe sembrare che questi 211 milioni non abbiano alcuna relazione con gli altri 19, impegnati a1·bit1'a1·iamente dall'Amministrazione; basta però una breve riflessione a mostrare che gli uni e gli altri rappresentano spese della stessa natura, e costituiscono ambedue spese impegnate e non pagate. L'unica diffe- · renza che passa fra loro è che i 211 milioni sono stati impegnati al di qua e i 19 al di là dei fondi votati dal Parlamento. Con~iderato tutto ciò , e poicbè universalmente- si ammette che le eccedenze si scoprono dopo la fine dell'esercizio (1), par che non possa revocarsi in dubbio ·che tanto gli impegni delle spese éhe non eccedono i limiti dei fondi votati dal Parlamento , quanto quelli delle spese che E superano devono necessariamente venire assunti alla stessa maniera , con le me~esime formalità e modalita amministrati ve. '1 1entiarrio ora di farci un'idea della via seguita, di quella almeno che è prescritto doversi seguire nell'impegnare le spese pubbliche, per dedurne qualche utile ammaestramento. Esaminiamo un capitolo qualunque della spesa di un Ministero q·ualunqne: foggiamone anzi uno, per par- .lar.e il più obbiettivamente che sia possibile, e supponiamo che sn nn capitolo del bilancio , dotato dal (1) La Tribuna del 10 luglio 1903, in un comunicato evidentemente ufficioso sull'avanzo del bilancio 1902-903 lo diceva $enz'altro: " Per quanto - scriveva - non sia possibile oggì " fare un calcolo preciso dell' avanzo del bilancio 1902-903, '· chi uso il 30 giugno, non essendo ancora, note le eccedenze " sulle spese avvenute durante l'ese1·cizio, ecc. ecc .... ,,

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