RIVISTA POPOLARE 207 pubblici in Francia, se le cifre dei bilanci fossero state raggruppate razionalment~. « Tant que les écritures « de l' Etat ne seront pas tenues clairement, - egli « concludeva - le pays ne crmnaitra pas la vérité: « e' est un grand malheur ! S' il avait su, en 1879, « que le déficit réel s'élevait à 236 millions de francs, « il n'aurait certainement pas songé à diminuer les « recettes de 150 millions ... La connaissance des faits « et de leurs causes lui eut permis d'eviter les deux « fléaux qni rninent les :finances de tous les pays : « l' augumentation trop rapide des dépenses et les « degrévements prématurés. » E se ricordiamo le accanite discussioni sugli sgravii da concedere mediante gli avanzi dei bilanci, con le quali abbiamo perduto tanto tempo l' anno passato, e le confrontiamo con la recente dichiarazione del Ministro del Tesoro, che cioè il nostro bilancio è arrivato al punto di guardia , le parole del Germain diventano applicabili anche a noi. ♦ Esaminiamo dunque la cifra clie riassume il risultato finale dell'esercizio, che rappresenta l'avanzo o il deficit verìficatosi. ~sso emerge dal rendiconto consuntivo, del quale documento - che è di pubblica ragione - . . unicamente ci varremo: ben più vasto campo per altro si aprirebbe da vanti allo stndioso che potesse esaminare le scritture per capitoli' delle entrate e delle spese, dalle quali naturalmente il rendiconto dev'essere dedotto e che la legge prescrive siano ten11te dalle Ragionerie di ciascun Ministero e dalla Ragioneria Ge - nerale dello Stato. Possiamo però riferirci liberamente alle scritture per capitoli delle entrate e delle spese contemplate nel bilancio, non soltanto perchè la legge le prescrive ' ed è quindi doveroso presu ppornE l' esistenza, ma anche perchè ciascuna parte del rendiconto contiene nna dichiarazione di esattezza e di conformità alle sc1·itture della Ragioneria Gene1'ale dello Stato, sottoscritta appunto dal Rrgioniere Generale. Poniamo quindi per base del nostro ragionamento , giusta tale dichiarazione, che le cifre del rendiconto concordano con le scritture da]le quali sono desunte: non si concepirebbe infatti un'Azienda senza scritture, nè scritture dalle quali non si desumesse il rendiconto (1). Noi troviamo dunque nel rendiconto 1902-903, presentato dal Ministro On. Luzzatti, ma che si riferisce completamente ad un esercizio scorso durante il Ministèro Zanardelli : I. che le entrate riscosse ascesero m cifra tonda a Milioni 18G3 che le spese pagate ascesero ~on un sovrappiù di a » II. che le entrate rima~ te da ri:-,cuotere mon1644" 219 tarono a Milioni 81 (1) Ed ~ superfluo uotal'e che pal'!ando di scritture nou intendiamo rìfo1·irci alla pat·tita doppia, o ad altro metodo, che non potrebbe - sebhene la legge prescriva apounto la scrittura doppia - essere applicato nelle Amministraz10ni l'ubhliche se non a patto che i contabili dello Stato siano proprio dei ragionieri. Per scritture ci limitiamo a intendere la tenuta di note o registri degli impegni , dei pagamenti ecc ... ; insomma quel che il Sella chiamava i conti della lavandaia. che le spese rimaste da pagare salirono a con uno sbilancio di. > III. che in complesso le entrate riscosse e 230 149 quelle da riscuotere salirono a . Milioni 1944: che le spese pagate e da pagare ascesero insieme a Milioni 1874 e che quindi s'ebbe l'avanzo di 70 Notiamo qui, passando, che dai pochi dBti esposti più sopra risulta che l'avanzo dell' esercizio 1902-903 sarebbe asceso a 219 milioni, qualora l'enor111esbilancio fra le entrate rimaste da riscuotere e le spese rimaste da pagare non l'avesse ridotto a soli 70. In altri termini, se il nostro bilancié fosse regolato con le norme che disciplinano il bilancio inglese, come voleva l'On. Sella, avremo avuto un avaJ?.ZOpiù che triplo di quello che risulta dal rendiconto (1). Ma la nostra legge non ammette che i pagamenti e le riscossioni soltanto possano costituire la materia del conto del bilancio: il nostro legislatore, saputo che fra un bilancio di cassa e uno di competenza quest'ultimo è certamente il più razionale, lo impose senz' altro nell' Amministrazione dello Stato, e ordinò che il conto del bilancio dovesse abbra_cciare , oltre i pagamenti e le riscossio1:1i·, anche le entrate accertate e non riscosse e le spese impegnate e non pagate. Invano l' on. Sella - come s'ingrandisce la sua fi gnra, alla luce di quanto è accaduto nell'ultimo trentennio! - ammoniva che ci attenessimo al bilancio di cassa, che riguarda solo pagamenti e riscossioni, ossia, a suo dire, questioni di fatto, che non corrono il rischio di essere variamente apprezzate. Egli rifuggiva dalla idea di lasciare, an!.'he solo in parte, all'arbitrio della amministrazione la determinazione delle entrate. da riscuotere e quella delle spese da pagare alla fine dell'esercizio. Abbiamo visto or ora che queste ultime banno accrescinto nel 1902-903 di ben 230 milioni il passivo del bilancio! Sono le leggi speciali, son le leggi 01·ganiche che devono determinare gl' impegni, egli diceva ... , ma il Parlamento non divise la sua opinione, e si pronunziò per il bilancio di competenza. Forse !'onorando statista, oltre che per la questione di prin cipio, osteggiava tale forma di bilancio per il timore che riuscisse un congegno · troppo delicato per qnelli che dovevano maneggiarlo (2). Ed ora, trent'anni e (1) Naturalmente, facciamo qui astrazione dai risultati della gestione dei 1·esidui, d1 questo secondo bilancio che esercitiamo insieme a quello dell'esercizio. • (2) È noto infatti che negli uffici pubblici si attriquisce sovente il titolo e lo stipendio di ragioniere a quelli che ne adempiono le funzioni, senza badare che si tratta di funzioni tecniche, le quali non possono essere esercitate bene se non da persone che ne conoscano i principii. Questo è stato molte volte deplorato in Parlamento. Quando si trattava di impiantare le scritture delle entrate e delle spese in relazione ai capitoli del bilancio, l' On. Cambray-Di~ny faceva notare al Ministro Sella che se avesse procurato ti.i " ave,·e buoni ragionieri alle intendenze, alle Amminùtrazioni centrali e alla Uagioneria Generale, avrebbe fatto cammino più presto di quello che egli ( il Stilla) non credesse ,,: Ed aggiungeva: " D'altronde è importante ricor·dare che i ragionieri, come gli ingegneri, sono uomini speciali, e che quindi conviene
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