... RIVISTA POPOLARE 177 qui in Italia si chiama « nuovo metodo » quello di Ferri e suoi seguaci. E così si spiega, noi credfomo, il caso della relazione Bi'ssolati , ove, malgrado la vasta coltura sociAlic;;ta dell'autore, invano avreste cercato una approfondita disamina delle ragioni teoriche che possano corroborare la tesi in essa sostenuta della ~ooperazione col potere rolitico. Ma :rnche attraverso la sottaciuta verità la crisi del pensiero socialista fece capolino e fu denunciata senza infingimenti da Arturo Labriola. A Bologna aleggiava uno spettro che non tutti videro, lo spettro di Bernstein col suo tentativo di ' pervertire il socialismo in democrazia. • E contro questo tentativo il partito socialista italiano ha saputo in parte reagire riconfermando, nell' orJine del giorno vittorioso di Enrico Ferri il metodo e la concezione tradizionale della lotta di cbsse (r). Ma d~i Bulogna esce verame~te ritemprato il partito socialista ? Se Enrico Ferri non. avesse opposto alle due ali estreme centrifughe l'alta autorità ciel suo nome e del suo prestigio presso le masse socialiste , già a quest'ora la compagine del parti~o si sarebbe spezzata. Turati e Labriola - le due punte più acute d~l conflitto - hanno preannunciata come salutare hberazione la separazione dei «riformisti)) dai «rivoluzionari)). M~ Enrico Ferri , ha loro sb~rrato il passo , e ancora dopo Bologna il partito socialista è uno solo. Or bene se l'unità trova profonde radici nelle masse, la sfera d'influenza turatfana dovrà andare sempre più restringendosi a misura che se ne sviluppi la consapevolezza del suo còntenuto specifico dottrin:1le. Dovunque infatti l'unità è rimasta· ferma, la corrente riformistica, ministerialistica in Germania, come nel Belgio è stata ridott:l a d;screzione dalla maggioranza. Ma da indubbii segni si vede che la tendenza riformistica itaH ana non è disposta a lasciarsi assorbire e forse cercherà tra non. molto fuori del partito altro campo di sviluppo. E allora o essa verrà fra pochi anni riassorbita dal movimento socialista o dovrà ridursi ad essere una frazione avanzata del partito radicale. Molti pertanto a Bologna hanno riportato l' impressione che quello era l'ultimo congresso unitario del partito tradizionale. Bologna, II aprile. Enrico Leone (1) Il Bissolati, che è abile dialettico, nel redigere il suo inverosimile ordine del gior:10 rimasto soccombe•te e che è quanto di più antisocialista si possa ideare, è costretto a riconfermar~ il car_attere autonomo del partito, per schivare gli scog-li teorici; e quindi la ·sua teorica riformistica deW appoggio ai governi borghesi diviene una eccezione d'un principio generale, quando egli afferma il partito •• pur conservando questo carattere autonomr,, può' dare appoggio ecc. » Se la corrente riformistica ha - come essa stessa afferma , vedute intompatibili con l'ala rivoluzionaria - le sarebbe in• corso. anche l' obbligo di formulare teoricamente la necessità dal punto di vista socialista di appoggiare determinati indirizzi di governo, e non avrebbe dovuto limitarsi a concederne l'astratta possibilità. Ma questo teorizzamento non lo pub dare che la democrazia , . e allora la foglia di fico sarebbe caduta prima del Congresso. ..- I nost1·i abbonati che ci scrfoono per cambiamento d'indirizzì, sieno cortesi di avvisarne l'Amministrazione della Rivista Popolare, NAPOLI, unendo la fascetta colla quale viene loro spedito il giornale, LARICCHEZZA. PRIVATA: INITALIA .Francesco Saverio Nitti, continuando nella sua opera ?nesta ~· intelligente di documentazione rigorosa e di 1llu~traz10ne delle condizioni delle diverse regioni di Jtalia ha letto nel Regio Istituto d'Incoraggiamento di Napoli il giorno 7 -aprile una memoria sulla ricchezza privata dell' Jtr1lia, che· in qualunque alt"ro paese che non fosse questo nostro disgraziato e immem0re e ingrato del mezzogiorno varrebbe ad assicurar_~~i la r_ic?noscenza di tutti e la più larga popolarha. Egli, mvece, come per alti'e sue pubblicazioni tutte intese alla difesa della sua terra natia . . . ' m ricompensa, sarà fatto segno a qualche sozza insinuazione anche da parte di individui, che per ragione ,'el propriò ufficio dovrebbero · con lui essere solidali nelle lotte civili e sentii·e, pjù sospinti dalla sua inesauribile operosità, il desiclerìo di emularlo nobilmente·. Forse per questa comunicazione sulla distribuzione della rz"ccl?.ezzaprivata 'in Italia avverrà anche ciò eh' è avvenuto della sua generosa . campagna in pro del risorgimento economico di Napoli. Molti non avendo motivo plausibile a deriderla oggi le faranno attorno il vuoto colla cospirazione del silenzio ; domani, quando se ne riconoscerà la somma importanza e la efficienza politica, la daranno come cosa propria. Così è avvenuto, lo ripeto, dei progetti per Napoli. Si negò che esistesse un problema di Napoli; si mise in burletta, con molt:1. indecen7a. pari soltanto alla incoscienza, l'idea della sua industrializzazione;· si proclamò semplicemente fantastiea o ridicola l'altra del trasporto della forza idroelettrica dal Volturno. :Ma quando la Commissione Reale nominata dal Ministero Zanardelli cominciò a studiare seriamente il problema posto nei suoi termini concreti e determinati da Nitti; ma quando la maggior parte dei voti di quella Commissione venne tradotta dal Ministero Giolitti in tanti articoli di un concreto disegno di legge, avvenne questo fenomeno ributtante: gli uni con disonesta sveltezza, mutando i rapporti tra le cose e falsando il senso ordinario delle parole, per rendersi benemeriti presso la -massa degli imbecilli e degli illusi quel qisegno di legge proclamarono una truffa - truffa singolarz·ssima in cui il. truffato, J\Tapoli, riceve parecchi favori e parecchi milioni dal truftatorP, lo Statoi! ... -~ gli altri che sino alla vigilia avevano deriso e combat tuto il concetto fondamentale dello stesso disegno di legge non risparmiando lazzi indecenti al Nitti, come lo videro accolto dai superiori esclamarono con inaudita sfacciataggine: il nostro programma, le nostre idee trionfano I ·, Ciò premesso ecco un sunto della comunicazione del Nitti. '-< A quanto ascende la ricchezza privata di tutti gli italiani 1 « La valutazione indiretta col metodo del de Foville fatta nel periodo 1895-96 e 1899-900 dareobe una somma complessiva di 48.876 milioni : meno cioè di 49 miliardi; troppo poco per mi paese di 33 milioni di uomini. « Ma bisogna tener conto di una serie di indizi: non solo degli 0ccultamenti all'imposta, ma in senso positivo dell'accrescimento dei redditi fondiari e mobiliari, dell'aumento del risparmio, della. diminuzione del debito. « In base a una serie di calcoli dettagliatissimi si a:rriva alla conclusione che la ricchezza privata di tutti gli italiani è presso a poco 65 miliardi. « Asssai pover0 paese anco1·a ! ~ La ricchezza totale della Francia è di 214 miliardi, cioè 5.492 lire per abitante; quella degli Stati Uniti · { f
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