R I V I S T A l' O P O L A R' E 175 Lacrisi del socialismo italiano· e il Congressodi Bologna Le vrai, je le sais, fait souffrire N' impo;te,· rn·ou· v~ill~, ;.egarde i Guyau Il Congresso recente di Bologua, era chiam~to a giudicare del dissehso vivace e profondo che è venuto da parecchi anni a sconvolgere la compagine del par~ito socialista italiano .. Nell'arringo del grande dibattito che noi augurammo s~reno, leale e coraggioso, qt1ale l'ora ingiungeva, e che invece non seppe li bcrarsi dalla fitta' ·nuvolaglia di retkenze che· lo a\·volgeva non si fece strada l'esame del profondo conflitto teorico, che si cela dietro la disp1.na delle due tendenze. Quel dissenso tuttavia esiste: ed è quellv stesso che si è venuto generando negli altri paesi, ove il socialismo è più prosperoso di vita che non sia da noi. Questa crisi continua che è venuta travagliando la organizzazione ancor giovane e pur fin qui così solidale del socialìsmo italiano non è forse esso ùna riper(ussione, si:i pur anche inavvertita, di quelle crisi del socialismo scientifico, per la quale così altamente si gridò dal mondo borghese alla bancarotta del moto proletario? In Italia questa fervida dissensione che ha as-• sunto finalità :spre e violente, quali forse in nessun altro periodo della vita politica del partito socialista si ricorda l'uguale, ha· palesa mente, una origine teorica e dottrinale, sebbene spedalmente dalla parte dd « riformisti)), si è voluto a Bologna con ogni studio circoscriverla ali' esclusivo terreno pratico, solo e.levaodola ·alla sfera teorica per porre soao accusa di ana1chismo la frazione ultra-rivoluzionaria che. fa capo al Labriola. La form.a piu prevalente che ha assunto in tutti i paesi il pensiero socialista è stato il marxismo, quella concezione critica e teoretica cioè, che ·dette al socialismo con la coscienza della fatalità del $UO .avvento, una obbiettiva base scientifica. r progressi segnata'mente della scienza economica hanno ingiunto però alle vec-:hie glossologie m:irxiste di compiere un'opera di attenta revisione dei postulati e dei principii del marxismo. Si è venuta per tal modo .generando una differenziazione del pensiero socialista, che ha fatto c:ipo ad .una corrente revisionistica che dappertutto è stata vivamente contrastata nei Congressi del sociali~mo. Battuta in Germania , sul terreno pratico, ha conquistato· invece forza ed estensione in Francia ed in [oghilterra. L'esponente di questa corrente revisionistica che va dal Bernstein al Voi.mar, al David in Germania, allo Jaurès, al Millerand in Francia, allo Schaw in Inghilterra, è :ippunto la crisi generatasi nel pensiero marxista. Il fenomeno era troppo vasto e profondo perchè ' non avesse ripercussione anche in Italia. Questa corrente, 'benchè nella mente di parecchi esigenti non ne sia ben chiarita la portata, mirò infatti dapertutto a spostare le tradizionali basi teO· riche e pratiche dell' atti vita socialista dal terreno marxista su quello della democrazia. . ·. Jaurès, Bcrnstein, Merlino, Millerand ed altri mi• ~ori proclamano ·apertamente che il pensiero socialista, nella forma prevalente dal marxismo va corretto ed integrato. ' Il loro punto d'attacco è uno solo: la concezione catastrofica dell'avvento socialista, o più propria~ mente la fatalita dell'avvento socialista. La cris·i del socialismo italiano è cominciata là ' dove l'elaborazione della crisi revisionistica adduceva. Da noi Turati, Bissolati e i loro troppo fac~li corifei si sono ben - gt1ardati dal partecipare a quella opera di demolizione e di rifacimento che è venuta decomponendo brano a brano la dottrina del Marx, col proposito di darle una base nuova e più sodi-• sfacente alla coltura moderna. Ma tra le punte dei loro sillogismi' s' insinua troppo visibile il presupposto della .crisi marxista; la foglia di fico della reticenza è palese. Il .pensiero di Marx per le sue origini e per le - sue fonti filosofiche e dottrinali è poggiato 'su di una forma mentis completamente repellente da quella che caratterizza la concezione della democrazia ( 1). Ebbene la demo~razia ha per subbietto ed obbietto del suo operare ·e del suo modo di vedere e d' in• tendere le co!::e il demos (pop0lo); cioè a dire il conglomerato convergente e cooperante dei varii ordini della società. I suoi presupposti. filosofici, nella storia del pensiero, sono da ricercare nella scuola filosofica del diritto di natura , come venne colta nel periodo storico in cui l'affermazione d' una classe parve la affermazion~ della generalità e di un principio di ragione. La sua base è l'evoluzione , è il divenire graduale e uniforme, la penetrazione progressiva degli elementi cooperanti al progresso. Ora questa concezione fu sempre considerata dal socialismo marxista come la forma del filosofare borghese. E infatti la filosofia evoluzionistica in diritto ed in economia, è diventata oramai la prezzolata demagogia delle cattedre: tanto essa è poco temuta dalle classi dominanti. , Le origini filosofiche del marxi~mo sono da ricercare invece in Hegel, materializzato .da Feurbach: e ha con !-,è come ritmo del pensiero derivante dalle cose, la dialettica, il, contrasto, l'antinomia. La affermazione nasce dalla negazione : e nel mopdo sociale la rivoluzione socialista nasce dalla nega• zio ne, (cioè dall'opposizione) della classe proletaria alle .classi capitalistiche dominanti , e da tutti gli Ì:..itituti politici di cui qut'lle si· avvalgono per ser-,. bare il loro dominio (2). . . Il moto proletario ha cosi come sua nota -carat-· teristica e coT1naturale una funzione negativa, di lotta e di contrasto contro l'ambiente in cui opera. Il mondo capitalistico - dice Marx- - nasce dalla r1egazione del diritto di proprietà individuale dei mezzi di produzione: il socialismo si svolge negando questa negazione, dando cosi luogo alla sintesi socialista (3 ). Laonde nel pensiero socialista ancora prevalente, (1) L' Engels, avvisando il profondo divario dei pnnc1p11 direttivi fra la democrazia e il socialismo non si mostrò molto contento della designazione di << democrazia socialista >> assunta dal putitn socialista tede~c0. (2) 11 materialismo storico d~ Marx infatti spiega la d namica della storia come il necessar:o conflitto delle forze produttive con le forme di produzione domi anti . (3) Marx. Il Capitale. IV.
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