Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 7 - 15 aprile 1904

· RIVISTA' POPOLARE 173 venuti e pel desiderio vivo, che proviamo di vedere seriamente affermarsi un partito radicale, 1.:he possa giovare al paese, non scenderemo ad una ar,alisi qualsiasi dell' ordine del giorno che politicamente rappresenta l'agnosticismo con tendenza male nascosta verso la repubb1ica come ideale; e dal punto. di vista della pratica e delle possibili realizzazior:ii immediate equivale all'aspirazione verso ogni cosa b:.rnna... cioè alla quintessenza del nulla ! Ma il Congresso siciliano, almeno, discusse e molto ampiamente e con molta conoscenza della realtà dei problemi più urgenti della Sicilia! A Mil~no se ne son<, rimessi .alle tradizioni ... Forse saremo costr..::tti a ritornare su questo Congresso. Intanto illustriamo il valorè della maggioranza ottenuta del suddetto agnostico ordine del giorno. I votanti erano 29; dei quali I 5 - metà più uno - favorevoli ; 3 contrari e I I · astenuti. Questo risultato dal Secolo è stato magnificato come, il trionfo· della concordia. cioè della pacificazione tra il gruppo Marcane e il gruppo Sacchi. Non altrimenti conchiudon') tra loro a pace cani e gatti. -0-- La concordia ottenuta dai radicali a Milano non i:; un fenomeno isolato: trova il suo perfetto ri-: scontro nell'Unità del partito t;ocialista conseguitasi nel Congresso .di Bologna ed annunziata, con un coraggio, che possonà i~vidiare ed imitare i difensori di Porto Arthur, da un telegramma di Enrico Ferri all'Avanti! Del Congresso socialista in q:::esto stesso nuIT,ero della Rivista si occupa liberamente Enrico Leone e nel venturo ne dirà con altrettanta illimitata libertà Pio Schinetti. Noi, quindi, pos~iamo limitarci a pochi commenti , sebbene nei discorsi dei Congressisti e negli incidenti vari vi sia molta materia a considerazioni varie e interessanti ed anche di nostra soddisfazione. la p!'evalenza numerica, perchè non · allarma più . ·ness~no ~ap~n~osi ?alle ~utorità e ..dalla borghesia e _da1.cap1tahst1, eh esso e meno d1 un. ftatus vocis. R1temamo che a Bologna abbia vinto il rivoluziona_rism:o, po_ichè, pe: q?~nt_o possa, risen~irs~ne l'orgoglio d1 Ennco Fern, egli si pose a la suite di Labri.ola, che· fu il più,. se non il solo logico tra gli oratori del Congresso. E perciò fu iìnche sinci~ro; mentre dai discorsi e dai voti, come con fine ironia disse il Rigola - il bjor:o e sventurato. lavoratore di Biellà - , la. sincerità esulò quasi scandalizzata dell'Accademia in cui era stata tramutata quella che doveva essere riunione dçlla raµpresentanza prole~. tari a. E non noi , irriverentemente, ma il Ferri proclamò un Accàdemia quella dì Bologna. E passiamo sopra al caratteristico· incidentino parpagnolesco; e alle sedute molto tumultuose , di cui si avrebbe torto a sorprendersi; e al tentativo ingiusto di so praffazione contr<? Pietro Chiesa; e all'opportunismo molto remissivo di Ferri; ed al· suo svelto passaggio dalla negazione antimonarchica all'affermazione re• pubblicana -- buon segno questo di cui ci rallegriamo tanto più che le acclamazioni più entusiastiche dei convenuti toccarono sempre alle affermazioni reIJubblicane; - ed alla lotta di classe a scartamento ridotto dello stesso Ferri, che se ci· fosse una democrazia veramente radicale, come µn qualsiasi miserabile turatiano dichiarò che accetterèbbe la cooperazionedi classe; e alla logica di Marangoni che per difendere i labrioleschi dall'accusa di anarchismo, chi::imolli soltanto anti-statali: - e in che cosa gli anarchici si distingwJno dagli altri partiti?-; e passiamo s<>praa tante altre cose. per venire al trionfatore vero dell' Arcademia: a Filippo Turati. Il suo dev'essere stato davvero un discorso magistrale, e siamo certi, che se l'avessimo ascoltato avremmo provato un vero godimento estetico. E sarebbe stato anche sincero ... se non ci fosse stata una punta di reticenza. . A che cosa si riduce la proclamata unità.? Ad una menzogna o ad una ilJusione nella più benevola delle ipotesi. Come si può parlare di unità quando l'ordine del giorno Ferri raccolse appena 424 voti sopra 829 votanti? Potrebbe esservi davvero nel senso elevato ddla parola, se i vinti fos. sero disposti a sottomettersi al volere della maggioranza. Invece non è pensabile che la sottomissione ci sia se Turati proclamò che le due frazioni> opposte nel Congresso se la intendevano tra loro ... • • • • • • I • I • Vogliamo fermarci su qualche tratto del medesimo; ma prima dobbiamo rilevare una importantissima dichiarazione di Bissolati , che corppleta il pensiero di Turati, per. dimostrare che in fondo essi non .sono più socialisti; la dichiarazione, colla quale esordì, fu del seguente tenore: la teoria marxista è stata sorpass·atadai tempi;essanon ha ricevuto una smentita,ma è stata trasportatain un punto molto lontano della Storia. Benissinio ! , Questa dichiarazione di, Bissolati sul contenuto economico del partito Socialisti'. trova il suo complemento nella parte politica, con logica serrata e sincera - sino ad un certo punto - svolta magni-. ficamente dal Deputato del V Collegio di Milan'o. come 1 russi coi giapponesi; perc10 si puo essere sicuri che i vinti riformisti non abbiano la menoma inte~zio1~e di seguire i vincitori rivoluzionari... 1:0permcarn. A questa varietà artifidalmente sviluppata, come i petali di un orchidea ciamberlanesca , di rivoluzionari pacifici e prudenti, il 11issolati con un movimento, che vorremmo dire lirico , contrappose quella che egli chiamò la superbafigura del grande rivoluzionario, ·GiuseppeMazzini, che imponeva a sè stessoed ai suoi i più duri sacrifizi per preparare ed affrettare la rivoluzione.... I resocìnti dei giornali dicono che queste parole furono accolte da applausifragorosissinii; segno certo che l'anima dei congressisti non era rimasta avvèlenata dalle scempiaggini dei. Bonardi e dei Salvemini. Tanto di guadagnato. E passiamo sopra al rivoluzionarismo, che ottenne ' FiliplJO Turati esordì constatando che a Bologna il· Congresso del partito non c' era, ma c' era ~olo la Conferenza dei partiti , dalla quale . brillava per la sua assenza la sincerità; « poichè è sempre vero '« che quando udite un uomo dichiararsi onesto, « vi viene l'idea di abbottonarvi la giubba.». E per essere sincero confessa· che il dissidio •esiste, e si allargherà sempre più; che l'unità è una forza, ma quando è unità fra convergenti, 1:on fra oppositori pugnaci; cioè: tra russi e giapponesi.. .. L'unità del partito socialista rassomiglierebbe ai fratelli Siamesi, dei quali l'uno vuole andare a destra e l'altro a sinistra. Si riesce all'immobili.t~ e all' impotenza.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==