Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 7 - 15 aprile 1904

R I V (S T A P O P O L A R E ijI Noi faremo un breve commer.to. Ci sembra evidente che pcl sig. A.. L. l'esaltazione dell'amico nostro non é che un p1·ctc~to, un'occasione µcr potere insolentire contro i re - pubblicaT1i. Ma non é da Mal'amaldi prcnde1·sela coi morti? Ad uomini che scrivono nella terra di Beppe Giusti non ricorderemo i suoi versi sui morti che sono più vivi di , prima Ma se morti davvero essi fossero rimarrebbero sempi;e degni di 1'ispetto: si sa che _cosa hanno fatto i repubblicani per lit. loro patria. Non si può prevede1'e che cosa faranno i neonati del Regno. x. Come 1 soctaltst1 sono dusclt1 nella fa,bbrf~a delle co~cten?:('. - La settimana santa e i giorni che la pl'ececlettero di poco sono stati contrassegnati da selvagge esplosioni di superstiz.ic•ne e di fanatismo religioso. Ad Alcamo, a Noto, a Cagliari , a Corato, a Sassari ecc., gl' incidenti determinanti sono stati diversi; ma il fondo che ha reso possibile le violenze delle popolazioni contro cittadini di varie classi e di diverso colore politico - ed anche coritro le a.utorità ecclesiastiche, come a Noto ed a Sassari - si é rivelato dapertutto identic, nel mezzogiorno in Sicilia e in Sardegna. Potremmo dire che il fondo è dapcrtutto identico in Italia - fatta eccezione di alcune grandi città - poichè noi siamo sicurissimi che se le. cause occasionali, chP agirono ad Alcamo , a Corato, a Cagliari ecc. spiegassero la loro azione nel Veneto., nelle provincie di Bergamo e di Brescia , in Piemonte e,!c. a.vremmo avuto gli stessi cd identici fatti. In Liguria, ad esempio, or è poco ci furonc, legnate e coltellate generosamente distribuite pc!r una pro· cessione1 religiosa. E inve1·0 , é noto che in molta rarte dell'Italia Settent1·ionale il clericalismo impe1·a sovranamente più e peggio che nel mezzogiorno. Date qneste condizioni, e riferendoci con particolarità al mezzogiorno, il nostro monito va, come altre volte, ai socialisti che fan0iullescarnente s'illudono c0n le fanfaronate di alquanti Todeschini, di avervi formato la nuova coscienza delle masse. Noi per i recenti fatti di Cagliari e di Co1·ato non vogliamo accettare la versione dei clericali che ai socialisti attr buiscono un c0ntegno insolente e provocatore; vogliamo anzi, con molta generosità , accordare che essi :,iano stati i provocati : Ma accettando questa versione a loro più fa - vo evole più e megl,io viene rintu;~zata la loro blague e con maggiore calore si deve raccomandare la prudenz;a. Non bisogna avvicinare il fuoco alle materie facilmente acéensibili e si deve del pari 1ionvincersi c:he la mentalità di masse ignoranti e fanatiche tenute nello stato di abbrutimento per secoli e secoli non si modifica nè in un anno né in una decina di anni, specialmente quando le impressioni di un discorso eloquente non vengono confortate e rinsaldate dall'azione più lenta e più duratura della stampa quotidiana, che non può aver presa alcuna tra gli analfabeti. Occorre l' opera savia e peraeverante di decenni di educazione. X La violenza nel popolo e nel governo 1ta1tanoE' doveroso, ed auche doloroso , constatare che noi siamo lontani molto, a!}cora, da quella pratica ed abitudine della libertà che ci potrebbe permettere forme di reggimento politico ·meno arbitrarie, meno oppressive e più informate a concetti di vera libertà che il governo di Giolitti non sia. Noi, e questa volta intendiamo gli Italiani in generale, noi strilliamo volentieri quando un chiunque, governo o pr·ivato, esercita su noi e contro noi una violenza qualsiasi, ma siamo però sempre pronti ad agire nella medesima maniera e ne meniamo vanto. . Se qualcuno dicesse che noi non abbiamo la libertà perché ne siamo indegni, perché non lo meritiamo, perché il popolo italiano é ancora di quella meteria bruta di cui si · fanno gli oppressori e gli oppressi, non i cittadini liberi, · direbbe una verità sacrosanta quantunque tutti, in Italia, dai socialisti più avanzati _:_ non esclusi gli anarchici - ai reazionarii più fegatosi sarebbero tutti pronti a urlargli dietro ,·acha. Eppure così é. Noi abbiamo della libertà, lo stesso c ncetto che del bene e del male aveva quel certo selvaggio il quale considerava male. quando uno gli rubava la moglie, bene quando la rubava lui ad un altro. Noi vo- ~liamo, ed intendiamo la libertà per noi contro gli altri, ed é male quando l' esercizio della libertà degli altri non quadra con le n,>stre idee, il nostro pia1!ere e la nostra libertà. Ora se è un dovere per l'uomo , o un gruppo di •omini difendere la propria libertà, essa è soltanto ben difes<1quando chi la cl.i.fendenon esorbita ledendo la elem9fltare libertà altrm. Questa che è la prima legge della· libertà, e<l il solo mezzo col quale la libertà può essere resa possibile é assolutamente sconosciuta in Italia. I (atti recentemente avvenuti a Cagliari e a Corato ne sono una dimostrazione tanto evidente quanto dolorosa. Noi non siamo credenti, e tanto meno clericali - questo sMebbe supel'fi() dirlo - eppure i:iconosciamo nei pl'eti il diritto di fare lEi loro 1:ìrocessioni, di portarn a spasso i loro Cristi -e le lbro Madonne, come vorremmo fosse riconosciuto ai socialisti il diritto di portare a spasso le loro bandiere rosse, e agl anarchici d1 far pigliar aria ai loro stendardi rossi e neri. E ci piacerebbe che il pooolo italiano fosse educato sufficientemente al rispetto della libertà per non ·disturbare né le processioni degli uni, nè le manifesta:i:ioni degli altri. Anzi noi siamo tanto persuasi del progresso, incessante ancorché· lento, della civiltà che non disperiamo che il popolo italiano arrivi un giorno a concepire e praticare serenamente la libertà. Ma intanto fra noi accadono i fatti di Corato e di Cagliari. E' un fatto indiscutibile che la provocazione indiretta, la suggestiono alla violenza, specialmente a Cagliari venne da)la parte dei preti. Un mis$io-, nario tanto devoto quanto bestia, tanto clericale quanto punto Cristiano aizzava da una ventina di giorni la popo• !azione cattolica contro i socialisti; spiegava il socialismo a modo suo, accumulava menzogne e calunnie, su birbonate e provocazioni. Il giorno della processione i socialisti ebbero il torto di non far vedere alla popolazione che essi , in fatto di educazione, di civiltà, di rispetto alle opinioni altrui, anche se false, erano superiori al prete. Vollero imporsi e ne accaddero tumulti, revolverate e feriti. A Corato i socialisti non ebbero neppure la scusa della provocazi,,ne precedente. Si sa che ogni anno durante la quaresima i predicatori cattolici, sciorinano ai fedeli le loro opinioni asinesche sul socialismo etc.: il quaresimalista di Corato fece, durante la quaresima, come i suoi tanti confratelli, e non c'era veramente di che pigliarsela.• I so·cialisti di Corato vollero invece prova1;e che , per una volta tanto, riuscivano ad essere· tanto intolleranti quanto i preti e ne accaddero tumulti, fucilate, feriti e morti. Ebbene i socialisti bastonati ebbero quello che meritavano. Noi intendiamo la libertà illimitata per tutti. Crediamo - e siamo convinti di avere ragione - èhe la manifestazione delle opinioni è un diritto sacro ed inviolabile per tutti, e da tutti deve essere rispettata; e ci sentiamo l'anima piena di sdegno contro tutti quelli che, ir. un modo qualsiasi, le recano sfregio. Come pi ribelliamo contro la· prepotenza e 1a violenza. del governo che impedisce la libera manifestazione ~Ile opinioni socialiste , repubblicane o anarehiche ; cos\ ci ribelliamo quando gli anarchici , i repubblicani , i socialisti attentano alla libera manifestazione delle opinioni a.ltrui. Il non sapere rispettare la libertà degli altri è la prova provata che si è indegni di ottenere e di godere la libertà. Ma c'è un altro fatto, gravissimo , e sul quale ci pare che, in questa occasione·, tutti i giornali abbiamo passato di volo , appena appena notandolo per le necessità della cronaca esatta: ed è il contegno della forza pubblica di fronte al popolo. , I carabinieri h~nno fatto b,me , a fare i loro maggiori sforzi per liberare di mezzo agli assalitori, i socialisti che avevano provocato i tumulti ; ma hanno anche esorbitato dalla loro funzione e su ciò nessuno ha protestato. Perché? I fmtelloni, i cle1·icali, le femminette bigotte, i processionanti son forse .meno popolo dei -socialisti, dei repubbli.cani o degli anarchici ? Noi credia.mo che in questa questione non ci possano essere due pesi e due misure: quando i 3oldati tirono sul popolo, ·fanno ma.le e bisogna protestare, sempre senza stare a guardare a 1uale partito appartenevano i feriti o i morti. Per dio il governo non ha, che sappiamo, diritto di vita e di morte ; e se si protesta - e giustamente - contro i fatti di Giarratana , di Roma, di Torre Annunziata, si deve protestare anche contro le fucilate sparate a Cagliari ed a Corato. Bisogna obbligare il governo a tenere a freno i saoi cagnotti; bisogna arrivare ad ottenere che la forza non faccia uso delle armi, mai, mai, mai, pe1· nessuna ragione e non potremo arrivare a questo se non ci rendiamo più degni di libertà, e se non protestiamo egualmente tutte le volte che il governo , sia pure nel caritateY'.lle intento di difenderci, fa us,> delle armi. Perchè i giornali popolari non parlano? Questo é un fatto di. più a carico dd governo. Perché non lo si rileva 1

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