Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 7 - 15 aprile 1904

RivrgTA POPOLARE vantaggi economici che avrebbero vivendo presso la famiglia o conoscenti; b) per il maggiore affiatamento tra la parte colta del paese e dell' esercito, affiatamento che ora non esiste affatto , e quindi vantaggi intellettuali e morali;. e) perchè verrebbe tolta la. principale causa di facili e tu1•pi amori : l'occhio dei parenti e degli amici vigilerebbe sulla condotta privata e sarebbe stimolo a far tenere con decoro il proprio ra.ngo sociale; d} per la possibilità di modificare o sopprimere l'antiquata legge sui mat1·imoni militari, antiumana e antisociale; 4° maggiore rapidità di mobilitazione in caso di guerra e maggiore semplificazione e cono scenza delle complesse operazioni inerenti; 5° possibilità maggiore di ridurre le ferme sia nella durata che nel ti po unico; 50 possibilità di fare le tanto invocate economie. Col sistema ter?'ito1·iale si possono ottenere : a) economie derivanti dai soppressi cambi di guarnigione e dai diminuiti traRporti di truppa; b) da minore sciuplo di materiale e dalla minore quantità di esso; cl dalla possibilità di concedere esenzioni dal vitto ed esenzioni giornaliere con dispense dai ranci; d) dalle possibilità d1 diminuire le lunghe e costose degenze nei luoghi di cura per quel naturale desiderio di essere curati sotto al proprio tetto; e) ·pel minor numero di ammalati per ragione di clima; f1 per riduzinne di uffici: i distretti militari diverrebbero inutili: _q) per la diminuita corrispondenza; h) per la migliore e più economica conservazione delle caserme; i) per la diminuita forza media sotto le armi in seguito a riduzione delle ferme ; k) per risparmio nel vitto, che potrebbe migliorarsi, traendo profitt , maggiore dalla pratica locale ; l) per riduzione ai minimi termini di tutti i servizi secondari. La trasformazione s'impone per innumerevoli ragioni. Finchè l'esercito vivrà fuori della vita della nazione, come ora vive, finchè durerà la irrazionale base odierna, che ha nome di nazionale, non ha sostama di regionale, ha i difetti di tutti e due e nessun p egio di nessuno dei due , è inutile martellarsi il cervello nella ricerca di miseri pal- !Ìativi. L'esercito non deve essere qualche co::;a da parte, cristal lizzato in forme antiquate e immo.te; ma deve trarre il succo dal popolo , plasmarsi. al peculiare carattere delle varie regioni, cosl diverse tra loro per indole , per stima, per tradizioni per economia; cosl soltanto esprimerà una funzione delle complesse finalità della patria; cosl solo diventerà la vera forza vivente, potente della nazione. (Riforma Sociale, marzo). RECENSIONI DR. losE' INGEGNIEROS : Simulacion de la locurante la So ciologia Criminal y la Clinica Psiquat1·ica - Buenos Aires 1900, pag. Xlll-500. Gli scriLti sulla simulazione della pazzia sono 01·amai cosl numerosi, che pochi altri argomenti vantano in psichiatria ed antropologia criminale una letteratura cosl 1·icca ed importante nello stesso tempo ; e eiò , se è bastevole a facilital'e il compito di coloro che si limitano a ruminare semplicemente i pensieri altrui, aumenta d'altra parte le difficoltà a chiunque tenti approfondir!:! ancora questo e quel lato dell'interessante fenomeno soggettivo. L'opera che annunziamo non solo è frutto di lungo studio e di grande amore, ma - q 1el ch'è più - costituisce la tra1tazio:1e più completa e scientifica che finora si abbia f$Ull'argomento. Essa si divide in due parti: L'autore, fondandosi in ispecie sulle ricerche di Darwin, Wallace, De Lanessan, Thulet ed altri, dedica la prima parte allo studio della simulazione nella lotta per la vita - intesa l'espressione in senso assai la:-go - e rileva in modo perspicuo ed efficace come negli aggregati umani la lotta per la vita assuma mo! teplici aspetti e come vi sia un vero e proprio paralellismo tra le forme della lotta stessa e le torme della simulazione, perchè gli uomini tanto più facilmento pos sono adattarsi all'ambiente nel quale lottano quanto più in loro è sviluppata l'attitudine a simulare. Questo medesimo pt'incipio esplicativo va esteso alla simulazione degli stati patologici e quindi anche cl ella pazzi3,, Nel corso dell'evoluzione umana la violenza s' attenua e a mano a mano è sostituita dalla frode, di cui una delle .orme è appunto la simulazione; la quale anch'essa è destinata a scomparire, perchè il sentimento di solidarietà sociale , sviluppandosi sempre più, alla lotta tra gli uomini farà succedere quell.a contro la natura. La seconda parte è dedic ,ta propriamente allo studio della simulazione della pazzia negli alienati e nei delinquenti: gli uni e gli altri se ne servono come di un'arma Poten1e per lottare contro l'ambiente che in mille modi ostacola o impedisce l'esplicarsi della loro personalità. I delinquenti s1mulatori appartengono per la maggior parte (8:1.3 0(0) alle categorie di quelli nei quali predomina l'influenza dei fatto,ri sociali nella spinta al delitto; pochi sono quindi i simulatori appartenenti alla categoria dei delinquenti nati; e per giunta quei pochi non hanno tendimza spontanea a simulare. Molti sono i mezzi per smaschP.rare i simulatori; ma la loro efficacia non può dirsi assoluta; e però ad eliminare gl' incom·enienti d'ordine m,~- dico-legale sono necessarie alcune riforme nei sistemi penali vigenti. La simulazione della pazzia sçomparirà dalla psicopatologia forense solo allorquando, ammesso il principio della temibilità, essa lungi dal giovare , nuocerà invece al delinquente. Notevole anche il principio ammesso dall'autore - e in ciò s'avvicina al Fi.irstner - che la possibilità della simulazione sia in ragione inversa del grado di degenerazione psichiea del delinquente. Tale nelle sue grandi linee l' opera dell' lngegnieros, la quale pel metodo ond' è condotta ricorda , sotto un certo aspetto, l'altra, pur l:'ssa cosl bella, ma più modesta, del Penta sullo stesso argomento. Non v'è pagina si può diresoprattutto nella seconda parte - dove non sia l'impronta di un a larga e profonda cultura, il contributo di ricerche e di osservazioni, il risultato di un'analisi acuta e minuziosa, scevra da insignificanti esagerazioni come da facili entusiasmi: son pregi questi ehe centuplicano il valore di un'opera che già per la serietà, il metodo, lo scopo ne ha tanti da riuscire veramente notevole per l'inc\remento della scienza e oltremodo utile al medico , al sociologo, al giurista. Enrico Panepucci A. RAvA': Le clausole di concorrenza - Vallardi, Milano 903. La scienza del diritto - tradizionalmente formale e conservatrice per eccellenza - si muove anch'essa libera ed innovatrice nelle sue ricerche e nei suoi metodi. Nella rapida trasformazione sociale, per cui nuove forme tecniche ed eco nomiche del lavoro umauo sorgono e divengon giganti nel giro di pochi anni, è una forza immane di rivoluzione, è una logica reale, la quale si muove per le sue vie e richiede ben altra teoria ehe le rancide.forme dei casistici. Anche il diritto Romano, venerato per tanti secoli quasi come una rivelazione divina, ridiventa una cosa umana, vivente, poichè non si. nasconde più nel buio nell' ignoto storico e ci va mostrando sotto la pressione delle nuove scienze sociali gli elementi reali del suo processo formativo. A questo assor• bimento da parte della scienza giuridica, corrisponde la ap propriazione di tutto l'infinito tesoro di esperienza umana raccolto in tanti codici ed in tante cònsuetudini, per opera dell'economia, della sociologia e di tutti i nuovi indirizzi positivi e .naturalistici della ricerca sociale, i quali sopratutto abbisognano di fatti, di molti fatti e ne hanno visti ben pochi nella storia loro assai breve. Questo doppio movimento ha il suo centro principale in Germania dove trovò nella scuola storica i suoi precursori nei socialisti democratici i suoi profeti e i suoi apostoli nei socialisti di Stato ed è il momento intellettuale del sistema conservatore socialis teggian te. I pochi richiami di fatti ben noti cadono troppo bene a proposito di questo libro del nostro egregio amico, professore nella università di Camerino. 11carattere della rivista ci impedisce di entrare nel merito, ma richiede non si lasci passar sotto silenzio un lavoro degno di nota per la questione al più alto grado sociale e per facili ed immediati legami con molti problemi ampii e generali quanto altri mai. Il concetto di clausola di concorrenza non è uguale per tutti i giuristi, ma basterà al lettore di saper che si tratta di « convenzioni tra principale e dipendente (sia operaio, o . commesso, o impiegato superiore) con cui questo si impegna, per quando saranno cessati i rapporti di locazione d'opera o di mandato a non entrare in una ditta in concorrenza coll'antico principale o a non fondarne una per conto suo, o a non fare certi SlJeciali atti di concorrenza, per certo tempo e entro un certo territorio ». Il problema ha in Germania tntta una. storia, pratica

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