TXh I-I' I '' I .....: • I - A 188 RIVISTA POPOLARE. mori, che ci ha dato il saggio più completo sul pensiero di G. Mazzini. F. MoRMINA PENNA NottJ, - All'articolo del nostro Mormina vogliamo aggiun- ·gere una nota ... ma non dissonante. Ve la aggiungiamo per . constatare con singolare, vivissimo compiacimento che mentre Ettore Ferrari si apparecchia a darci il monumeato di marmo degno del grande di Staglieno . nell' animo degli italia!li si accenna ad un rivolgimento, che- p,trebbe gettare le basi del vero e grande monumento, che lu> potrebbe desiderare e gra- ' dire, Si studia Mazzini; e più lo si_studia, più lo si ama e lo si ammira. E il Ministro della P. Istruzione Orlando Presenta un disegno di legge per la pt1bblicazione nazionale delle Opere di G. Mazzini. Di che gl' italian_i gli saranno ri_con~- scenti se le opere saranno tutu pubbhcate e senza sacr1legh:e mutilazioni. Segno dei tempi 1 Forse!. Ciò c~e è certo è che. qu~sta _volta non si sono avute le settarie e disoneste esplosioni dei Salvemini, dei Bonardi e della marmaglia' socialista, che si abbandonò alla calunnia e al vituperio quando fu raccomandato dal Nasi come libro di testo nelle scuole l'aureo volumetto sui nnveri dPqli uomini Il ricordo delle legnate ricevute impedì la ripetizione dell' indecente gazzarra fatta armoniosamente 'da preti e da socialisti 1 Non è improbabile. . ' La Flednzione LE N.QSTRE COLONIE La guerra civJJe nell'~Uraguay - Le cause - La sicurezza degl'ItaJlanl - La tutela delle no"tre autorità. Buenos Ayres .. marzo 1904. Nella vicina Uraguay si combatte ancora: bianchi e rossi, eternamente nemici nella eredità selvaggia dell'odio personale, più che nel fine politico, sembrano decii:1iquesta volta a smembrare la stessa anima dell'infelice Repubblica: la guerra civile insanguina il paese da oltre due mesi, ingiusta come sempre, forte delle simpatie e del prestigio del cau · dillo bianco (1) - il Saravia - aiutato dall'esercito dei disoecupati che v,vono aspettando il momento buono, fidu - ciosa nella prepotenza delle orde famelir.he ; terribile per chi lavora da anni e si vede d' un tratto spogliato delle proprie fatiche; triste per l'avvenire della povera nazione dilaniata, cui la guerra fraterna risospinge nel buio di un mezzo secolo addietro, una vera epoca di sangue, ma forse lontana da questo livore fredde' di appetiti che nel nome della patria (non siamo per anco arrivati a concepire questa prima formula di _civiltà) infervora le anime ... X I • L' origme storica dei due partiti che nella Uraguay si contendono - armata mano ~- la consolazirne materiale· del governo (i bianchi sono orfani del potere da più di quarant' anni) risale allo assedio di Montevideo da parte dell'esercito del generale Oribe una delle creature del tiranno Rosas - che Giuseppe Garibaldi difese eroicamente colla sua legione di volontari i, onde il disprezzo dei bianchi per l'elemento italiano., disprezzo che si manifesta - specie nella campagna Uruguaja - in questi momenti di anarchia in cui nulla si risparmia, nemmeno la vita dei nostri lavora• tori, anco se alieni dalla politica e senza simpatia« rosse )i); poveri , modesti , ma eroici pionieri di una civiltà che ha per loro tutta una storia di lacrime , che è triste e dolorosa via crucis e ha bene spesso l'epilogo del calvario ! X I bianchi, politicamente dovrebbero volere la Repubblica confederata; i rossi dovrebbero .essere gli Unitarii; gli uni e gli altri però, pensano invece filosoficamente alla inutilità di certe divagazioni da dottrinarii di fronte alla p1·0 spettiva del comando, e prendono la Repubblica qual'è, con o senza difetti organici~ . Non bisogna dimenticarlo, il fine è uno solo : quello pratico e sempre vergognos0 della « pagnotta »; nes§_una idealità come attenuante, la guerra è di appetiti, insoddisfatti per i bianchi, da conservarsi per i 1·ossi, che se perdessero questa 13a rivoluzione (credo il numero esatto,>, riinarreb- (1) Si chiama c.1udillo nei paesi del Rio della Plata il capo ·partito. N. d. R. bero nella via senza il facile pane g-overnativo, tutti indistintamente, dal primo magistrato all'ultimo guardaportone di un giudicato di pace. X Ma se la ·disoccupazione dei bianchi - <liciamo pure· cosl - mascherata dalla « tradizione Y> che non dice nulla, prnprio perchè le guerre civili che si succedo~o non hanno bandiera politica e somigliano come due gocce d'acqua alle rivolm:ioni settimanarie del Venezuela (sempre la falange dei malcontenti chf' volta lè . spalle al padrone) è , come abbiamo acceqnato brevemente, una potentissi~a leva, non nobbiamo dimenticarci di un fattore altrettanto importante, l'odio cioè che i bianchi nutriscono verso i rossi .- e vi- ·ceversa - senza spiegarlo logicamente, come se fosse una infet·mità innata, una troppo sicura e frequente constatazione del fenomeno di atavismo. Ma il fenomeno si spiega stupendamente da chi ha vissuto anche poco tempo laggiù: nell'Uruguay - dove esser~ bianchi o rossi signifhia ugualmente essere gelosi custodi delle tradizioni di famig-lia - una mamma «rossa» parlerà ai figliuoli dei « bianchi» come di esseri inferi?ri, spreg-evoli, abietti: dirà che il bianco è barba1·0 che uccide, che sgozza (triste veri!à che noi s,ap~iamo !) _che _non perdona; gli racconterà d1 un frate!lo d1 uno z10, d1 un lon- •tano parente dello stesso nome che militava nelle file gloriose del partito colo,•ado , nei tempi in cui ci si batteva nel nome e per la grandezza della patria Uraguaya, rimasto insepolto per una settjmana sul campo di ba.ttaglia ... e una mamma bianca dirà al figlio le medesime cose, avvertendo che se cambi'.assedi colore sarebbe considerato dalla famiglia come un venduto. Un giovane Uruguayo, persona di una certa coltura, cui domandavo,·cosl per avvalorare cer-te mie osservazioni sulla. psicologia di queste rivoluzioni frequenti, il perché delle sue tendenze bianche dal momento che si sentiva unitario come il. più scarlatto fra i rolorados, ebbe a -rispondermi con un candore da mettere i br\vidi addosso : « non lo so, ma mi sento bianco forse perché fino da piccolo ho sempre sentito dir male dei rossi. dalla mia famiglia, che ha l'onore di aver dato il proprio sangue alla causa del partito ~ Testuale ! E le mie osservazioni mi condurrebbero chi sa dove, se non ricordassi un'altra dovere : quello di informare i lettori della Rivista': che è verità vera la uccisione di un conna- :donale nostro sgozzato dalle orde di Saravia nella campagna Uruguaya, senza altra ragione all'infuori della italianifa di costui; che è verissima la persecuzione degli italiani stabiliti in quella Repubblica, tutti consacrati al lavoro; che è verità desolante, infine, la nessuna protezione di costoro da parte delle nostre autorità consolari e diplomatiche, un po' perché le rare rappresentanze nel territorio immenso sono vin.colate negl'interessi al paese che li ospita.; un po' perché sono poche e deficienti , e molto per la ragione solita che i nostri consoli e i nostri ministri accre ditati presso i governi di Roca e Battle y Ordenez hanno la lodevole abitudine di non attendere o di attendere male i recla!ì1i dei loro regi sudditi. ~ Il caso dell'italiano Giuseppe Rezzia, giovane onesto, laborioso, docile, estraneo alle lotte dei partiti, e ucciso barbaramente dai predoni del Generale Sara.via - capo degli insorti bianchi - ha provato una volta di più - dato ce ne fosse il bisogno - tutta la noncuranza. delittuosa delle nostre autorità, che taluno si ostina a credere tutelatrici dei nostri beni e della nostra vita. • Alla Consulta non sapevano nulla di nulla; il Conte Bottaro Costa che conosceva benissimo nei particolari più minimi il fattaccio orribile quindici giorni. prinia d'imbar• carsi a bordo dell' Umbria per un viaggio di piacere in Italia non si era degnato di farne parola al suo governo, forse per paura che da Roma gli arrivasse l'ordine di ri• mandare la partenza. E senza i telegrammi da Buenos Ayres al Secolo XIX, in Italia avreste ignorato fin qui che nell'Uruguay bianchi e rossi si accoltellano da oltre due mesi, e i primi cacciano l' italiano per trucidarlo, come ignorate probabilmente che il Governo di quella Repubblica ride da un anno delle pro teste del nostro plenipotenziario - negandosi persino di riceverlo - il quale non è riuscito a proporre una forma dignitosa con cui risolvere la questione della Maria Mad1·e, il brigantino Genovese - che nelle acque di Paysandn è stato sequestrato dopo lo sfratto dell'equipaggio, d'accordo - se I
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