Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 7 - 15 aprile 1904

RIVISTA POPOLARE nerci, se possibile, lontani sempre e separati quanto più si può dalla Francia, è nostro interesse, politico e commerciale, il riannodare con la Francia quelle relazioni eh: un tempo ci furono utili e che una politica pazia ci fece 1l'ascurat·e a scapito degli interessi del nostt·o paese. Noi pensiamo che l'ora di una alleania con la Ft·ancia non è ancora suonata. Non per noi, ma per la Francia. La nostra buona Yicina. non ha ancora gustato l' amaro dell' alle,tn1,a russa. Bisognerà prima che i sette e più miliardi prestati dalla Frnncia al colosso Moscovita di ventino d'un problematico ricupero. Bisognerà che la Repubblica s' accorga che l'Impero ha fatto su l.➔ sue spalle e co' suoi denari i suoi interessi. Allora , a illusioni svanite , la Francia sentirà il bisogno d'orientarsi altrove. Ora è necessario non compromettere l'avvenire, se vogliamo peear-e qualche cosa su la bilancia europea. L' alleanza <:on l' Austria e la Germania ci fu utile; ei fu dettata da necessità e convenienza dell'ora e naturalmente dovemmo pagarla e la pagammo; ma sarebbe da imbecilli pagarla oltl'e misura. Amici ed alleati dell' Austria e della Germania va bene ma fin quando e per tanto quanto lo comporta.no e lo richiedono i nostri interessi. Di ·oiil e oltre ciò, no. C' è, si sottintende , l'interesse , il desiderio , la volontà della pace: ma tutte queste sono parole da che si è adottato nel suo piil stretto senso la vecchia frase: si' vis par,e pam bellum. La crociera dell'Imperatore Guglielmo, il colloq•1io di Golucowsky son venuti al momento opportuno-per loro - per togliere colore, calore e importanza alla visita di Loubet. I nostri uomini di Stato sarebbero molto ingenui se si fossero lasciati pigliare all'amo. In ogni caso noi speriamo, e sappiamo, che il popolo 'Italiano non abbocca tanto facil mente; e per il popolo la visita di Loubet conserva tutto ed integro il suo earattere, malgrado gli sfor,1,i degli interessati a legare l'Italia ad un giogo che potrebbe anche esserle divenuto inutile e pesante. Il significato della visita di Loubet~ infine, cresce a misura che s1 acçentua il dissi dio tra il papato e la repubblica francese. X L~ porchertole della aristocrazia borghese. lo scandalo della indennità a Salvago-Raggi dilaga. Non lui solo prese, quale indennità della perdita di ciò che non possedeva, la modesta somma di 7 42000 lit·e. Fece partecipi della buona fortuna gli amici e conoscenti, 30000 lire al marchese Pallavicino , 25200 , al duca Caetani , 63000 al Vitale. Piil enorme e più tùrpe il fatto che si accorda!'ono ve-nti'due milioni' ad una Società clericale di Firenze che in Cina non aveva nè un uomo, nè un centesimo cli proprietà!! E' un fatto che visto e considerato che era la Cina che pagava, giacchè si trattava di pigliare t~nto· valeva pigliar molto che poco. E' vero .che questo ragionamento quando per sua clifosa lo fa un malversatore in tribunale non gli é menato buon9; ma la Cina aveva da pagare la ribellione dei Boxers, doveva pagare lo scomodo che s' erano preso i nostri soldati d'andare a rimettere le cose in ordine e quindi Sah-ago-Raggi, che fo trovato dopo la grande strorn bazzatura della temuta morte, vivo, florido e sano, e ci si disse anche ingrassato, più di prima· doveva essere i ndennizzato. Val la pena di notare che i soldati, che non ingrassarono, si buscarono qualche ferita e lavorarono molto, ebbero - tutti insieme , comprese le famiglie dei morti - 500000 lire e, meno il Modugno che a quanto pare s'indennizzò da sé, se ne contentarono tutti. Negletta la questione della ingiustizia nella ripar·tizione delle indennità, la difesa di Salvago Raggi reggerebbe a qualunque assalto. La Cina era il nemico vinto, e vae vt"ctis disse fio da tempo immemorabile un . certo Beenno , barbaro che sapeva le leggi della guerra, anche civili. Ma ..... c'è un ma che guasta. Noi avemmo occasione l'anno sèot·so di far notare a pro• posito del pagamento della indennità cinese che chi pagava, non era proprio la Cina, ma erano le potenze europee; gli esportatori europei . in Cina perchè la indennità deve essere, ed è, pagata su i proventi delle dogane cinesi. Ora via , lasciamo andare , far pelare i nostri esportatori e il nostro commercio per pagare al marchese Salvago Raggi e ai suoi amici delle belle diecine e centinaia di mila lire che non meritavano non ci pare nè cor,retto, nè intelligente. Lasciamo da parte la questione della onestà perchè quella riguarda la richiesta degli indennizzati. Noi comprendiamo benissimo che gli abiti , .i sigari, gli automobili di quei sig ,ori costino parecchio , ma non ci sernbrn logico che si debba lesinare nel soprassoldo e nella indennità ai soldati e ehe si debba far pagare al nostro commercio l'indennità della paura che a que' signori fecero i Boxers. Davve1·0 che a pensarci bene bisogna convenire che questa aristocrnzia che si borghesizia, e questa borghesia che s'infiltra fra i blasonati non hanno nulla delle vil'tù che caratterizzarono le due classi che fecero le crociate e la Rivoluiione Francese; non ne hanno che i vizi,· e quel che è peggio, i vizi verg·og-nosi, meschini, la piccola fame e la passione sver·gognata della grotta. · X Gluill:,;1 rlt avveri-.q,rfl sul caso Ch.l~s1 - Non c'è giornale italiano , s-i·può dire , che non si sia occupato deìla decisione del partito repubblicano di Milano e della Direzione dello stesso partito in Pisa sulla condotta. del1' amico nostro Gustavo Chiesi. E c'è grande varietà di giudizii derivata non solo dalla varietà dei criteri che si se guono nella vita pubblica, ma anche dalle simpatie ed antipatie personali e. politiche. Noi, avvenuta la pubblicazione della relaiione sul Benadir, di cui conoscevamo le lin~e generali, siamo più •~he lieti nel constatare che Gustavo Chiesi non è nem,ueno assai lontanamente un corrotto. Egli e il Travelli hanno esposto tutto il putridume che e' è nella Società d.el Benadir ed hanno assegnato con precisione spietata le responsabilità, che poterono assodare, specialmente a carico dell'ex governat01·e Dulio e del tenente Badolo. Ciò che potevano fare gl'inquisitori più inesorabili e più insospettabili, Chiesi e Travelli l'hanno fatto. Oggi più che mai, quindi, si può riconoscere che Gustavo Chiesi è degnissimo di rimane1·e nel partito repubblicano e nella vita pubblica italiana; nella quale ultima molti non sono degni di guardai·lo a fronte alta. Si tratta, adunque, di un affat'e giudicato e non varrebbe la pena che noi ce ne occupassimo; ma crediamo utile dare un saggio della psicologia politica nostrana rilevando, tra i tanti, dne giudizi di avversat·i nostri. U,10 è quello della T1·-ibuna, che ebbe parole di ammit•a,1,ione · pel' la severità del partito repubblicano e per Gustavo Chiesi. L'altro è di uno Snob della politica che firma A .. L. nel Regno, l'organo ufficiale dei nostri nitz<·hiani. Lo r1rroduciamo integralmente perchè c n tiene qualche nota ,giusta, annegata, però, nell'ira di pa1·te, che assume p'arvenza di denigrazione verso tutto un partito, che, scioccamente e seguendo il barocco linguaggio ministeriale si proclama. morto. Eccolo rn tutta la sua crudezia: La co1~danna di Chiesi' « Si diee che il colon.nello pl'esiùeo.te del tribunale di guerra che o·iudicò nel' 1898 a Milano i giornalisti si dolesse che un artic~lo Dpparso nell' lta,lia del Popolo non gli permetteva di mandare assolto Gustavo Chiesi , ~ao.to il contegno ~i luiJ dm·ante il processo, era stato nobtle e fermo e sempltce. E la sto-ria ua1·ra che, pl'ima della condaun~l, il Chiesi pl'ese la parola per difendere o.on sè ma un. co.upagno ùi battaglia e di prigionia ». « Un tale uomo non poteva continual'e a militar n~l partito dei morti; egli doveva necessariamente e:,;serne espulso. Alcuni sconosciuti , se ne togli il fabbricatore di fuochi artificiali avvocato Antonio Pelle!i:rini, si adunarono in Pisa: novellarono di cort·ettezza politica, scr..1.tarono le in~enzioni della Società. del Beo.adir e condannarono con una circonlocuzione. Meno antipatici i repubblicani milanesi che aveyano condannato con una pugnalata nelle reni >). « E si è dato un esempio di purità: il pretismo piccoloborghese è tntto in sollucchel'o; il mostro della morale spicciola e volgare ha inghiottito un' altra vittima e, intorno, salgono a lui le nuvole dell'incenso. Il Chiesi poteva risponde/e alle accuse con una scrollata di spalle; invece spiegò, dimostrò, provò. Egli era accusatore della Società; la Società lo invitò a controllare sui luoghi le accuse , a sue spese , e compensandolo dal lavoro che avrebbe compiuto. Tutta la bega è qui: nella crudezza e nella franchezza con cui il contratto fu c:rncluso. L'accusatore disse : - Voi affermate che volete trionfi la verità.; ebbene io, che alla mia volta voglio il trionfo della verità, mi trovo sulla vostra via. Non svesto la toga dell' acçusatore: continuo semplicemente ed integro l' i~truttoria. Se la. verità è per voi, r1tirerò l' accusa, se la verlLà è contro voi, voi stessi mi avrete offerto le armi contro il vostro petto ». . « li ragionamento è limpido ed onesto, perciò urta contt•o la morale lacrimatoria e l' onesta media della plebe italica. Disse anche il Chiesi: - Voi mi pagherete il mio l_avoro - e l'atto parve la vendita di una coscienza. Era semplicemente l'affermazione di un diritto umano, di un diritto inaltera]jile come quello della libertà; ma la morale piccolo-borghese, che deriva dalle tradizioni monastiche, la tendenza alla macerazione della carne, si chiama l'esercizio di un diritto ». « Il partito che non ha vivi volle un morto di più; e forse il morto comincia ora ad essere veramente vivo .,._ a. l.

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